Le misure riguardanti il sistema
sanitario, adottate sia sul piano nazionale sia su quello regionale, richiedono
una riflessione. Ed è una riflessione che chiarisce la filosofia
che guida la riforma dello stato sociale. Lo stato sociale voleva indicare
una serie di beni che qualificavano il cittadino: l'istruzione, la salute,
l'abitazione, il lavoro, ad esempio. Chiaramente, se cambiano le condizioni
di vita, cambiano anche i contenuti dello stato sociale. Cambiamento però
non è cancellazione. Le misure sulla sanità, invece, sembrano
trasformare il problema della salute da obiettivo generale a bene
privato. Le misure prese - favorire la libera professione, ticket sul pronto
soccorso e sui medicinali, ad esempio - non producono l'effetto di ridurre
gli sprechi o di sveltire gli esami, se non in misura limitata e non decisiva.
Semplicemente fanno pesare sul malato, soprattutto se indigente, le cure
secondo criteri economicistici e danno spazio a chi vive la professione
medica unicamente come carriera.
beppe scapino