Prosegue la guerra fra Israeliani
e Palestinesi. In Italia i congressi di AN e RC. Poca chiarezza nei conti
pubblici.
LA GUERRA IN
MEDIO ORIENTE Non ci sono molte nuove analisi
da fare sulla guerra in Medio Oriente. In questa fase è importante
bloccare la spirale terrorismo e rappresaglia. Soltanto dopo si potrà
pensare a nuove sistemazioni dell'area. Bisogna aggiungere una considerazione.
Il conflitto fra israeliani e palestinesi tocca corde ideologiche troppo
tese. Sarà difficile operare una mediazione se ogni critica alla
politica israeliana sarà interpretata come antisemitismo così
come se si sottovaluteranno gli attentati contro sinagoghe. La possibilità
di una mediazione richiede di ragionare in termini laici e non ideologici
e di cercare l'appoggio fra gli israeliani e i palestinesi disponibili
al dialogo. Questo conflitto è gravissimo. Potenzialmente può
innescare deflagrazioni non immaginabili. Potrebbe però ricondurre
alla ragione e alla soluzione diplomatica.
LA DESTRA AL
GOVERNO Il Congresso di AN è stato
l'autocelebrazione di una destra che si proclama sdoganata. Fini, al di
là dei riti, ha mantenuto un tono dimesso, smussando i conflitti
interni sia ad AN sia alla CdL. In questa maniera si presenta anche più
rassicurante degli alleati come Berlusconi e Bossi. Anche l'anima
del partito, sempre nostalgica del ventennio, sembra non esistere. Fini
così persegue il suo disegno, di poter diventare il nuovo leader
della coalizione del centro destra. Di più il Congresso non ha detto,
mancando un vero confronto.
RC FRA PARTITO
E MOVIMENTO RC vive una condizione ambigua.
Rischia di essere l'opposizione dell'opposizione. Infatti l'azione di RC
è più attenta e critica nei confronti del centro sinistra
che non verso la maggioranza. Il rischio è di rendere sterile la
propria azione. Bertinotti cerca di dare nuova linfa al proprio partito
in primo luogo attraverso un rapporto privilegiato con il movimento dei
no global. In secondo luogo cerca di rientrare nel gioco politico con l'offerta
di un patto elettorale con l'Ulivo. Infine snellisce il partito. La riuscita
di questa strategia dipende da alcuni fattori. Il primo è quello
di non cedere al movimentismo: un partito deve tradurre in progetto politico
la forza di un movimento. Il secondo riguarda la natura del patto con l'Ulivo.
Non è sufficiente un patto contro le destre, ci vuole un minimo
di obiettivi comuni per poter poi governare.
NUOVA MANOVRA I conti pubblici non sono floridi.
Berlusconi ritorna, ed è segno di debolezza, ad accusare un buco
del precedente governo. Piuttosto la situazione attuale è frutto
del fallimento di misure governative come quelle che dovevano far rientrare
capitali dall'estero e di una situazione internazionale che frena la crescita.
Una politica economica che non raggiunge i suoi obiettivi. Obiettivi privati
invece raggiunti se passa la riforma dei codici. Ed è una brutta
storia.