CANDIA - Metti un sabato
pomeriggio, intorno ad un tavolo (virtuale), il Vescovo, alcuni amministratori
pubblici, un gruppo di giovani (sufficientemente “agguerrito”), i componenti
dell’Ufficio Diocesano per la Pastorale Sociale e del Lavoro, ed altri
ancora a cui l’invito era giunto dalle colonne del “Risveglio” o per il
classico “passa parola”... Mettili a ragionare e a confrontarsi sui rapporti
giovani e politica (e dintorni). Ce n’è quanto basta per realizzare
un incontro “frizzante”, come il clima di certe giornate invernali, con
contributi vari e stimolanti.
Ad introdurre l’incontro
- le cui problematiche ciascuno dei presenti vive evidentemente con passione!
- è chiamato il sindaco di Cascinette, il dott. Manlio Marini, a
cui “rispondono” alcuni giovani invitati sia a titolo individuale sia come
componenti del Servizio Diocesano di Pastorale Giovanile e, naturalmente,
tutti gli altri partecipanti.
Provo a raccogliere
alcune suggestioni. Difficile, innanzi tutto, definire oggi un’identità
giovanile. Quali sono i giovani? Quelli che occupano certe cronache ricorrenti
dei media, quelli che ancora si occupano di animazione e si
impegnano in certi servizi, o la massa fluttuante ed indeterminata che
non entra nelle precedenti categorie? Facile, invece (e fastidioso per
loro!) identificarli con coloro che non fanno... che non corrispondono
a certe attese, non occupano posti lasciati vuoti, si tirano fuori, senza
peraltro rinunciare al diritto di critica... Certo, nella attuale situazione,
essi si sentono sempre meno “riconosciuti” e rappresentati.
Anche i modi di aggregarsi
sono diversi: il piccolo gruppo ma anche la massa, il “branco”... Ed anche
le richieste che pervengono agli enti pubblici sono, forse, variegate.
Sono solo richieste riguardanti lo svago ed il tempo libero?
Se il compito dell’amministrazione
pubblica e degli altri soggetti sociali è di favorire l’inserimento
dei giovani nella comunità (“sfumando” la categoria di “giovane”
a vantaggio semplicemente di quella di “uomo in crescita”), occorre mettere
a tema questo rapporto con la comunità locale, sicuramente vissuto
in maniere diverse che in passato. Con quali comunità essi entrano
in relazione? In un contesto generale di accresciuta mobilità e
precarietà, il rapporto con la propria comunità è
più labile e variegato... Le appartenenze sono molteplici. Ma non
è, forse, la stessa comunità locale a dover essere ri-creata
da capo?
Giovani e scuola. Spesso
il giovane si radica su un determinato territorio a motivo della scuola
che frequenta. Se il ruolo “formativo” (presumo sia quello che fa acquisire
competenze ed abilità...) è fuori discussione, in quello
“educativo” la scuola sembra essere sempre meno influente, e cresce il
divario fra la sua proposta culturale e quello che i giovani cercano e
chiedono. In ogni caso, l’ambiente scolastico sembra essere un punto di
incontro ancora valido fra giovani e istituzioni.
Nell’abituale cahier
des doléances figura la latitanza dei giovani (di molti...) nei
confronti della politica. E’ davvero in crisi la vocazione alla politica
come impegno a spendere la vita occupandosi degli altri, o il rifiuto/disinteresse
è prevalentemente verso questa politica? L’incontro di sabato, fra
tanti motivi di insoddisfazione, ha lasciato intravedere uno spazio nuovo
di servizio, in cui parecchi si sono resi disponibili: la cura dell’ambiente
(gruppi di protezione civile, salvaguardia dell’ambiente montano...). La
cosa si è manifestata con particolare evidenza, nell’occasione della
recente alluvione.
Giovani e istituzioni.
Fra queste c’è anche la Chiesa, come comunità cristiana locale.
L’aspetto più vistoso, che la riguarda è la crisi e (in molti
posti) la scomparsa degli oratori. La cosa non ha mancato di produrre certe
conseguenze. Restano comunque, ancora, parecchi spazi e strutture. Quelli
ecclesiali e quelli civili debbono restare separati e non comunicanti (fatta
salva, naturalmente, la diversità di itinerari formativi)? E’ la
domanda che il Vescovo ha posto a tutti. Sulle risposte da dare a queste
ed altre questioni, ed anche sui modi e le occasioni in cui far emergere
le voci... giovanili, forse, varrà la pena di aggiornare l’incontro.
Magari allargando il tavolo virtuale ad altre persone ed istituzioni che
hanno a che fare con i giovani (ad es. i gruppi sportivi...).
don piero agrano