Ivrea, per un giorno
capitale del teatro. Come già lo era stata nel 1967, quando il movimento
della neoavanguardia vi aveva fatto la sua prova generale, e poi ancora
nel 1987, quando si era fatto il punto teorico-politico sullo stato dell’arte.
Sabato 17 gennaio, al Giacosa, nel convegno dedicato a “Esperienze innovative
di gestione del teatro”, si è invece fatto il punto e un primo bilancio
sugli aspetti più organizzativi e strutturali del lavoro drammaturgico.
Dopo gli auguri portati dai rappresentanti degli enti locali, Giacomo Bottino,
direttore artistico del Teatro Giacosa, ha messo in evidenza nella relazione
introduttiva come le modalità innovative di quanti operano in questo
settore siano fondate su una dimensione progettuale più ampia, mentre
si va esaurendo un modello drammaturgico più tradizionale, limitato
ai testi, e il teatro va scoprendo un più forte ruolo sociale, di
più organico rapporto con le istituzioni e di più consapevole
politica culturale. A parlare delle esperienze straniere sono stati invitati
Christopher Gordon (English Regional Arts Boards), Mani Gotovac (Teatro
Nazionale Croato di Spalato), Ondrej Hrab (Archa Teatre di Praga), Dragan
Klaic (Vlaams Teater Institut di Amsterdam), Chris Torch (Intercult di
Stoccolma). Delle più vivaci esperienze italiane hanno parlato poi
Re Rebaudengo (Teatro Stabile di Torino), Carlo Bruni (Kismet Opera di
Bari), Massimo Lanzetta (Teatro dei Sassi di Matera), Pietra Selva Nicolicchia
(Piccolo Teatro Perempruner di Grugliasco), Maurizio Panici (Residenza
teatrale di Fiuggi).
Il meeting eporediese
si è concluso con uno stimolante dibatitto coordinato da Ugo Bacchella
(Presidente della Fondazione torinese Fitzcarraldo): a discutere dello
stato di salute del teatro si sono avvicendati il professor Roberto Alonge
(preside del fiorentissimo Dams subalpino), Massimo Castri (direttore dello
Stabile di Torino), Giovanna Marinelli (direttore generale Eti), Luciano
Nattino (Teatri d’Arte Contemporanea Agis), Rita Marchiori (responsabile
della Promozione Attività Culturali della Regione Piemonte). A raffreddare
un po’ gli animi è venuto l’intervento di Pierpaolo Forte, rappresentante
del Ministero, parlando del difficile iter della legge in cantiere, e anche
dicendo dell’importanza vitale dell’autonomia che il teatro dovrà
ritagliarsi rispetto alla politica (dei finanziamenti pubblici), tanto
più quando si è in vista di un’alternanza...
Come sarà, allora,
il teatro degli anni a venire? Quale ruolo potrà ancora avere il
“teatro pubblico”? Come garantire un più tranquillo futuro a quest’arte
ottocentesca?... Domande che, si auspica, possano trovare soddisfacenti
risposte nel prossimo convegno eporediese.
piero pagliano