Tempo di consuntivi e di progetti, caratterizzati
dal clima elettorale. Intanto diverse vicende - la bomba al Manifesto,
il maltempo in Campania, i disservizi alla Malpensa - pongono in risalto
problemi da affrontare.
TERRORISMO? L'attentato al Manifesto e la bomba
posta sul Duomo di Milano invitano a chiederci se siamo di fronte ad una
nuova epoca di terrorismo. Credo che oggi manchino le condizioni esistenti
negli anni di piombo. Pertanto è probabile che si assista ad atti
isolati ma non ad un movimento diffuso. Piuttosto l'attentato al Manifesto
rivela l'espandersi in Italia come avviene in tutta Europa di movimenti
di estrema destra, come Forza Nuova, pericolosi per la loro xenofobia e
il loro integralismo religioso. Bisogna aggiungere che questi movimenti
sono in qualche modo legittimati dalle campagne allarmistiche contro gli
stranieri.
DISORGANIZZAZIONE? Le recenti alluvioni in Campania, come
i disastri che hanno ultimamente toccato quasi tutta l'Italia, e i disservizi
alla Malpensa hanno qualcosa in comune. Mi riferisco alla disorganizzazione
che è propria di molti aspetti della vita italiana. Ci sono però
differenze. I disastri ambientali sono il frutto di una cattiva gestione
del territorio che ha le sue radici nel passato. I disservizi alla Malpensa
invece sono il frutto di una politica che voleva portare negli enti pubblici
il modello aziendale. Le ideologie sono una cosa, i fatti un'altra.
IL BILANCIO DI AMATO Nella tradizionale intervista di fine
anno il presidente Amato ha tracciato un bilancio di questi anni di governo
del centro-sinistra. Logicamente Amato ha messo in risalto i risultati
ottenuti, ad esempio sul piano economico e nei rapporti internazionali.
Il Presidente del Consiglio ha anche - e giustamente - criticato la sua
coalizione per l'alto tasso di litigiosità. Naturalmente i commenti
della minoranza sono negativi. Sminuendo alcuni risultati come quello relativo
all'occupazione. Berlusconi poi, che era stato punzecchiato da Amato, ha
risposto negando la legittimità di Amato, che non è stato
eletto al Parlamento, a governare: strana idea delle regole democratiche!
IL MESSAGGIO DI
CIAMPI Era atteso il messaggio di fine anno
del Capo dello Stato. Quasi tutti lo hanno elogiato. Ciampi ha insistito
sui risultati conseguiti, ha esaltato il valore dell'identità nazionale
unita al federalismo solidale e al legame con l'Europa, ha chiesto che
il dibattito politico si svolga con maggior pacatezza, ha toccato diversi
altri temi, come l'immigrazione. Che significato dare a questo messaggio?
Ciampi ha voluto mettersi al di sopra delle parti senza toccare i temi
che potevano irritare qualcuno. Un messaggio moralistico facendo l'occhiolino
alle letture revisionistiche della storia: così esalta il 2 giugno
e non cita il 25 aprile. Ma il limite più grande di questo messaggio
sta nel fatto che il Capo dello Stato non è il garante dei partiti
ma della Costituzione. Così non è stato.