Ritorna il Natale. Credo
sarebbe un errore per tutti, credenti e no, limitarci a considerare l'evento
come un fatto abitudinario o ad attribuirgli un significato sentimentale.
Il Natale ha una dimensione che supera questi aspetti, alle volte prevalenti.
Infatti il Natale rivoluziona il senso della vita e della storia. Il Dio
che si fa uomo dà un senso nuovo alla dignità della persona.
Non sono le cose, non sono i risultati raggiunti che rendono valida una
persona, ma è il fatto che esiste. In secondo luogo il Natale -
con l'annuncio dato ai pastori, con la mangiatoia di Betlemme - ci dice
che gli emarginati non sono più gli esclusi. E' un messaggio anche
per la Chiesa. Spesso miriamo alle classi dirigenti e vorremmo che i pastori
si limitassero a fare ornamento. Il Natale ci dice che non è così.
La storia non è più la storia del potere, ma è quella
della speranza, della fiducia in un futuro veramente nuovo. Ma noi, singoli
e comunità, siamo disposti a intraprendere questa via?
beppe scapino