La vita politica è sempre caratterizzata
da forte animosità. Un'animosità spesso ingiustificata. Intanto
all'interno degli schieramenti in lizza le contraddizioni crescono.
D'ALEMA D'Alema è stato eletto presidente
dei DS. Questa elezione ha segnato, al di là delle intenzioni iniziali,
un distacco fra D'Alema e Veltroni, Esistono senz'altro radici nelle diverse
personalità, ma soprattutto il dissidio nasce da diverse concezioni
degli schieramenti politici. D'Alema sogna una grande sinistra, mentre
Veltroni mira all'Ulivo o a una coalizione simile. Questo dissidio influisce
sulla debolezza dell'attuale maggioranza e in particolare rischia di togliere
legittimità alle forze "centriste" della coalizione. Il primo risultato
è un indebolimento della candidatura di Rutelli. Il secondo è
una tattica suicida.
BOSSI E IL POLO Il Polo dal canto suo mostra sempre
più evidentemente le proprie contraddizioni. La coesistenza di forze
liberiste (Tremonti), stataliste (An), secessioniste (Lega), clericali
(CCD e CDU) non possono pretendere di trovare coesione nella figura di
Berlusconi. Si presentano infatti continuamente problemi che stimolano
le diverse ideologie ad esprimersi. Dalle sortite di Bossi per Haider contro
Ciampi alle proposte illiberali contro gli immigrati di Fini. Le contraddizioni
nei due Poli non promettono bene per il futuro politico dell'Italia.
HAIDER Credo sia necessario soffermarsi sul
fenomeno Haider, non tanto per valutare le reazioni alla sua ultima venuta
in Italia, quanto per valutare i processi culturali che trovano in lui
un'espressione. Haider infatti impersona una tendenza che si diffonde in
Europa e che si concretizza in sentimenti contrari agli stranieri e nella
nostalgia per ideologie naziste. Per questo Haider è pericoloso
e le sue concezioni vanno demistificate. Bisogna anche porsi una domanda:
il Papa per timore di strumentalizzazioni ha rinunciato all'incontro con
il Parlamento italiano. Non era più motivata una rinuncia ad incontrare
Haider?
IMMIGRAZIONE E LAVORO Il tema dell'immigrazione è controverso.
Da un lato vi sono rigurgiti nazionalistici che giudicano gli immigrati
criminali; da un altro lato vi sono ceti industriali per i quali l'immigrazione
è positiva. Mi chiedo se non sia necessario assumere altri atteggiamenti
di fronte all'immigrazione. In primo luogo prendendo coscienza che i divari
economici sono la prima spinta all'immigrazione. Forse sono necessarie
politiche internazionali più eque. In secondo luogo rendendoci conto
che l'immigrato non è solo un fattore economico, ma una persona.
Infine la convivenza fra immigrati e indigeni richiede un rispetto vicendevole.
L'immigrato deve rispettare le regole della terra di accoglienza come l'indigeno
deve riconoscere la cultura del nuovo cittadino. E' un lavoro lungo ma
è l'unica prospettiva seria.