IVREA - Sabato 16 dicembre, alle
10,30, si inaugura la nuova sede dell’ “Istituzione Canonico Cuniberti”
in via Warmondo Arborio.
Chi ha seguito la storia
eporediese di questi ultimi 15 anni non ha trascurato di registrare l’attività
dell’istituzione “can. Cuniberti” meglio noto come “Istituto Artigianelli”.
Nato per irrefrenabile
impulso del cuore del sac. Can. Benedetto Cuniberti nel 1857, ha accompagnato
- con alterne vicende - l’evoluzione artigianale e industriale del Canavese
con particolare riguardo e attenzione ai ragazzi in difficoltà.
Testimone dell’impegno
caritativo profuso dalla chiesa eporediese è lo stesso titolo che
lo identificava fino al 1935 “piccolo ospizio dei poveri artigianelli di
Ivrea”.
Se agli inizi dell’opera
la dimensione prevalente era l’accoglienza e l’ospitalità di minori
indigenti, dal 1920 in poi l’istituzione si caratterizza con l’obiettivo
formativo. Piccoli laboratori di calzoleria, sartoria, tipografia
in successione, trovano spazio nella nuova sede, la vecchia Cascina “Aldisio”,
nella zona di Porta Aosta, più periferica rispetto all’originaria
ma più capace e funzionale.
La preoccupazione di tutelare
gli assistiti si coniugava nel cuore dell’allora direttore don Gariglietti
con il desiderio di assicurare loro un futuro meno precario. Pertanto in
un decennio la prospettiva professionale si completa con l’attivazione
dei laboratori per il mestiere di falegname e di fabbro.
La parentesi della guerra
comprime l’opera che provvidenzialmente trova, per la ricostruzione e il
rilancio del dopo-Guerra, in don Gervasio Scaccabarozzi un propulsore e
un realizzatore d’eccezione. Lo testimoniano le strutture che costituiscono
tutt’oggi il patrimonio dell’Istituzione e la crescita numerica delle iscrizioni.
Alle molte luci e ai motivati
consensi che accompagnano gli “artigianelli” nella loro crescita esponenziale
fino agli anni ‘60, succedono inevitabilmente le prime perplessità
che non tardano a tradursi in sempre più onerose difficoltà.
L’inversione di tendenza
si può ragionevolmente datare nell’anno 1962. Con l’istituzione
della nuovascuola media e l’innalzamento dell’obbligo scolastico fino a
14 anni viene meno la funzione surrogatoria dell’istituto in ordine alla
prima formazione mentre prende progressivamente corpo la contestazione
di ogni forma di educazione “contenuta”, leggasi: “collegi”. A partire
dagli anni ‘70 la sproporzione tra la struttura ampia e quindi onerosa
per le manutenzioni ordinarie e straordinarie, e l’attività è
sempre più evidente.
L’opera “sopravvive” concentrando
tutto l’impegno nell’accoglienza di giovani operai e impiegati che attirati
ad Ivrea dal miraggio dell’Olivetti ricercano una residenza in un ambiente
sano a prezzi contenuti.
Nel 1987 - ed ormai cronaca
- gli “artigianelli” risorgono con la promozione di un gruppo finalizzato
alla progettazione di un laboratorio officina per apprendisti-meccanici
- riparatori d’auto, inaugurato il 28-10-1988, e successivamente - 1989
- di altri due laboratori di impiantistica elettrica e di termoidraulica.
Contestualmente l’istituzione patrocina l’attivazione di un “corso di abbigliamento
e stile destinato alle ragazze: è la versione femminile dell’Istituto
Cuniberti”.
L’obiettivo dichiarato
dall’amministrazione e la ragione del favore incontrato dai fruitori è
la finalizzazione dei corsi all’inserimento lavorativo. Molti giovani,
che pesanti e inappellabili sentenze scolastiche avrebbero costretto ai
margini della società, sono stati riammessi nel circuito operoso
e onesto grazie all’intuizione e alla passione che continua ad animare
la scuola. La mutata topografia del lavoro ha per effetto le ricadute logistiche
che la città di Ivrea registra in questo passaggio di millennio.
Ancora una volta gli “artigianelli”
cambiano sede. Li ritroviamo nel contesto urbano, nella struttura del glorioso
“seminario minore” non meno ricco di storia. La speranza e l’auspicio è
che la storia, riepilogata sinteticamente, trovi continuità e sviluppo
così le “distanze” tra il centro e il margine della società
non abbia a dilatarsi ma, se mai a ridursi in una logica di complementarietà,
tra attività avveniristiche e professioni tradizionali, tra funzione
pubblica e privata.
Queste note sono liberamente tratte dalla documentata ricerca del prof. Federico Perinetti: “Cuniberti. Dal canonico dell’ottocento all’Istituto di oggi”, Litografia Bolognino, 1996. Ivrea.+
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