Da tempi ormai lontani,
gli abitanti di Rosone sono abituati al fagotto. Risale agli anni ‘50 la
grande evacuazione di Rosone. La frana, impietosa, si stava muovendo e
rotolava a valle trascinando pietre, macigni e acqua, proprio sopra all’abitato.
I nostri genitori e nonni hanno dovuto fare fagotto. Sono scappati abbandonando
le loro misere case e noi, all’epoca giovani e bambini, abbiamo provato
sin da allora la desolante vita di ‘sfollati’.
Qualche ricordo vago è
rimasto in ognuno di noi. Il borgo fu ricostruito e chiamato ‘Rosone nuovo’,
per distinguerlo dal ‘vecchio’ abbandonato. Noi siamo cresciuti ben consci
della sicurezza e della tranquillità delle nostre vite nelle nuove
case, nel nostro bel paese, con la nostra chiesa, con la nostra unica area
ricreativa (giochi bocce, campetto da calcio e parco giochi) costruita
dall’Aem. Qui abbiamo vissuto e allevato i nostri figli ed ora, improvvisamente,
ecco di nuovo l’incubo del fagotto.
E’ bastata la grande pioggia
a farci tremare ancora, nuovamente scappare e abbandonare le nostre case.
Tutto si è ripetuto come allora, solo che questa volta a spargere
il terrore è stato il torrente Piantonetto, che rigonfiato dall’anormale
e abbondantissima pioggia caduta per giorni consecutivi, si è avventato
su Rosone, dopo un salto di ben 300 m. dalla sovrastante valle di Piantonetto,
trascinando detriti, massi, pietre, piante, fango con un’immensa massa
d’acqua turbolenta e impetuosa che ha rotto gli antichi ed inviolati argini
irrompendo nel paese. Formando un mare ribollente e scuro ha spazzato via
una parte di Rosone, lasciando case sventrate e un desolante alveo di torrente
pieno di massi e detriti dove prima c’erano la piazza, l’area verde e un
condominio. La nostra cara e vecchia scuola che dal 1930 al 1970 aveva
accolto nelle sue mura tanti bambini ed era stata spettatrice muta di glorie
o disavventure scolastiche, non è che un cumulo di macerie. Come
essa anche le case vicine giacciono frantumate con le care e familiari
pareti ridotte a informi masse confuse con pietre e terriccio. Poche decine
di metri più a valle, in frazione Casetti, una frana ha completato
l’opera devastante della natura abbattendosi sulle case sottostanti e distruggendole
completamente. Per fortuna non ci sono state vittime!
Rosone - Casetti “The day
after”. Come nel famoso film, quello che ora rimane del nostro piccolo
paese “il giorno dopo l’alluvione” è uno spettacolo desolante, disastrato,
che fa male e fa venire un groppo in gola. Case sventrate o distrutte,
tralicci alti decine di metri divelti dalla furia delle acque e trascinati
via, tonnellate di ferro e cemento travolte come fossero fuscelli. La solerzia
dei lavoratori dell’Aem e di altri Enti, con gli aiuti dei volontari arrivati
da paesi vicini e lontani (a cui va il nostro grazie più sentito)
hanno fatto miracoli. Siamo ritornati nelle nostre case, risparmiate dall’alluvione,
dopo solo una settimana. C’era l’acqua, la corrente elettrica e il telefono.
Abbiamo ripreso a vivere e ci siamo convinti di essere ritornati alla normalità,
ma ecco un’altra sgradevole sorpresa! Le acque del Piantonetto ritirandosi
hanno scoperto gli argini eretti a difesa delle case e ormai completamente
distrutti dalla furia delle acque. Purtroppo non è tutto finito.
Le nostre vite e la sicurezza delle nostre case sono ancora a repentaglio.
Mai come ora guardiamo con apprensione le previsioni del tempo sperando
che la tv non ci dica “pioggia sul Nord-Ovest”. Viviamo con l’ansia, sperando
in un inverno amico, che faccia cadere la neve e non l’acqua dalle montagne.
Siamo a novembre e forse, per quest’anno ce l’abbiamo fatta. Speriamo nel
freddo, che ci concederà alcuni mesi di relativa tranquillità,
ma poi? Quando si scioglieranno le nevi e cadranno altre piogge in primavera,
cosa sarà di noi? La frana che sovrasta Casetti e che minaccia le
case risparmiate miracolosamente, come si evolverà? Segnaliamo
a questi Enti la pericolosità della nostra situazione e chiediamo
che intervengano con urgenza per imbrigliare nuovamente il torrente Piantonetto
e sistemare il versante della montagna sovrastante Casetti. Con la situazione
attuale infatti basterà una caduta di pioggia un po’ più
consistente del normale, come si verifica abbastanza frequentemente nelle
nostre zone di montagna, a provocare esondazioni del torrente Piantonetto
o a riattivare la frana, con imprevedibili e terribili conseguenze. Potremmo
non essere fortunati come questa volta che non ci sono state vittime, specialmente
se l’evento dovesse verificarsi di notte. Vi chiediamo ancora di intervenire
con urgenza semplificando le procedure, di porre fine ai nostri timori
in modo da poter dormire i nostri sonni tranquilli anche quando piove e
da poter finalmente disfare definitivamente (almeno speriamo) il nostro
fagotto.
seguono 71 firme di abitanti
delle frazioni rosone e casetti di locana