Problemi sociali e lavoro,
giustizia e pace, salvaguardia del creato: questo titolo un po’ lungo indica
le competenze di un’apposita commissione episcopale della Cei e del relativo
ufficio operativo all’interno della segreteria generale della Cei stessa.
Nel precedente quinquennio ero stato chiamato a far parte della Commissione
giustizia e pace, che era distinta da quella per il lavoro ed i problemi
sociali. Per il quinquennio appena iniziato mi è stato chiesto di
far parte di questa commissione per certi aspetti nuova, perché
non riunisce soltanto le competenze delle due precedenti ma aggiunge un’attenzione
più esplicita all’interconnessione tra i problemi del lavoro, quelli
della giustizia e della pace e la salvaguardia del creato. Oggi non è
più possibile guardare al mondo del lavoro, dell’economia e della
politica, solo in prospettiva italiana o europea: la globalizzazione ha
raggiunto livelli tali per cui, parafrasando quanto i vescovi italiani
dicevano una decina d’anni fa a proposito di nord e sud dell’Italia (“il
paese non crescerà se non insieme”), occorre prendere coscienza
che il pianeta non si salverà se non insieme. E’ illusorio pensare
di continuare ad essere, al nord del mondo, un’isola felice (quanto, poi,
felice?) e il problema della salvaguardia del creato è uno dei punti
più critici per il futuro dell’umanità.
Nei giorni scorsi ho quindi
partecipato a Roma al primo incontro della commissione, formata da nove
vescovi e presieduta dal vescovo di Locri mons. Bregantini, cui è
seguito l’incontro con la pastorale. E’ stata questa anche l’occasione
per ricordare i venticinque anni dell’Ufficio Cei per il lavoro ed i problemi
sociali, avviato nel ‘75 da mons. Quadri e mons. Charrier, con la collaborazione
prima a livello nazionale e poi regionale del nostro Mons. Giachetti e
di don Matteo Lepori, venuto tante volte a parlare nella nostra diocesi.
Da vari anni la commissione
Cei è promotrice, insieme a Pax Christi che prese l’iniziativa,
della marcia nazionale per la pace, la sera del 31 dicembre: quest’anno
la marcia si svolgerà ad Assisi ed avrà come tema (assegnato
dal S. Padre) quello del dialogo tra le culture come fondamento indispensabile
per la pace. Da questa mia piccola esperienza ecclesiale vorrei trarre
l’invito, per me e per la comunità diocesana, a guardare fin d’ora
in avanti, verso il tempo liturgico del Signore che viene, verso il Natale
dell’anno 2000 e verso la conclusione del Giubileo. Quaranta giorni intensi
per lasciarci illuminare dal Signore che continua a venire verso di noi,
nella Chiesa e nella storia, nei segni del Regno di Dio che, nonostante
tutto, cresce, nei poveri che ci interpellano in modo sempre più
pressante. Rivolgo perciò a tutti un invito particolare a prendere
parte al ritiro diocesano preparato dalla presidenza del consiglio pastorale
per il pomeriggio di domenica 3 dicembre, prima di Avvento, presso l’istituto
delle suore salesiane di Caluso.
+ arrigo miglio