Una lettera aperta degli
abitanti di Rosone e di Casetti alle autorità pubbliche permette
alcune riflessioni sulla recente alluvione partendo dal vissuto di chi
l'ha subìta.
Notiamo in primo
luogo un senso di precarietà di fronte alle forze della natura:
"Noi di Rosone con il fagotto sempre pronto". E' un sentimento nuovo, dopo
la fede in un progresso inarrestabile, ma non deve tramutarsi in un atteggiamento
fatalistico. In secondo luogo la precarietà caratterizza lo sguardo
verso il futuro. Le previsioni del tempo e la speranza che non parlino
di piogge nel nord-ovest.
In terzo luogo c'è
anche l'esperienza della solidarietà. Un'esperienza
estremamente importante perché origina gratitudine e fiducia.
Infine la richiesta
per un intervento pubblico. E' la coscienza che da soli non si risolvono
i problemi più grandi. Può essere l'inizio per un nuovo rapporto
fra istituzioni e realtà locali. Un rapporto che dia voce
alle realtà locali e che stimoli l'azione dell'autorità pubblica
senza inutili conflittualità e senza dannose burocrazie.
beppe scapino