L'evolversi della vita
politica permette di sviluppare alcune riflessioni che vanno oltre la cronaca.
Questa settimana partiamo dalle elezioni americane.
LE ELEZIONI IN USA Non vogliamo esprimere
giudizi di merito sulle elezioni americane e sul loro esito ancora incerto.
L'analisi si ferma ad alcuni aspetti del sistema politico americano che
molti giudicavano perfetto. Invece l'esito delle elezioni ci dimostra in
primo luogo che questo sistema maggioritario non assicura un esito certo.
In secondo luogo viene messo in crisi l'utilizzo della tecnologia nello
spoglio dei voti. Infine - e questo è l'aspetto più inquietante
- il ruolo del potere politico che nomina magistrati rende legale l'appoggio
dato non alla giustizia ma alla propria fazione. Questi limiti finora sono
stati celati da un supposto senso delle istituzioni che bloccava ogni approfondimento.
Ma non è un gran modello di democrazia.
IL PROBLEMA DEL
CENTRO SINISTRA Torniamo in Italia. Il
centro sinistra è percorso da polemiche, a volte serie, a volte
pretestuose. Le polemiche possono essere segno di vitalità, ma devono
contribuire alla realizzazione di obiettivi comuni concordati. E questo
manca al centro sinistra. Il suo problema fondamentale è costituito
da questa domanda: in un mondo globalizzato, dominato dai valori del denaro,
della finanza, regolato dalla competizione e dalla lotta, è possibile
proporre una politica che miri alla giustizia, alla pace, alla solidarietà
e che difenda i ceti più umili? E' la domanda seria. Alcuni rispondono
adeguandosi al liberismo dominante. Altri cercano di ricostruire una grande
sinistra dai contenuti incerti. Altri propongono l'incontro fra grandi
tradizioni ideali sulla base di un progetto riformista. L'alternativa più
forte è quella fra un grande partito socialista e l'Ulivo. Le scelte
di schieramento però saranno perdenti se non saranno precedute da
quelle di un progetto e di un programma.
INIZIATIVE PREOCCUPANTI Mentre la maggioranza si
macera in queste polemiche, all'interno del centro destra nascono iniziative
preoccupanti. Mi riferisco in primo luogo alla proposta di Storace (AN)
di formare una commissione per il controllo dei libri di storia. Proposta
ripresa da altri Presidenti di Regione del Polo. Una premessa: non c'è
scienza storico-sociale che non sia di parte. Lo diceva l'antimarxista
Max Weber. Seconda premessa: perché controllare i libri di storia
e non di filosofia, letteratura o altro? Due ipotesi. La prima mira a far
riscrivere la storia del fascismo. La seconda svela la volontà di
costruire uno stato etico, liberista in economia e centralista in ideologia.
Non mi pare esista nessun motivo per attribuire, in democrazia, questo
potere alle istituzioni politiche. Voglio anche fermarmi all'affermazione
di Berlusconi che si ritirerebbe in caso di sconfitta elettorale. Non mi
pare che dimostri senso di democrazia, ma solo volontà di potere.
Spesso la destra in Italia sceglie non le vie liberali ma quelle autoritarie.
Temo che anche oggi non si smentisca.