Vogliamo vedere Gesù
è il titolo scelto per le brevi indicazioni di programma pastorale
già presentate alla conclusione della Tre Giorni diocesana e sul
Risveglio, ora pubblicate in un fascicolo che comprende anche il calendario
dell’anno pastorale.
Questo titolo è
una citazione del Vangelo di Giovanni (12,21), presa da un episodio riferito
ai giorni che precedono la passione, dunque verso il termine della vita
pubblica di Gesù. Alcuni greci che si trovano in mezzo alla folla
si rivolgono a Filippo con questa espressione: “vogliamo vedere Gesù”;
Gesù prende spunto per annunciare che l’ora della sua gloria, la
Croce, è ormai venuta.
Ho scelto questo passo
giovanneo non solo perché il quarto vangelo viene indicato come
testo biblico di base per il cammino di quest’anno pastorale a cavallo
del giubileo, ma anche perché si ricollega alla bozza degli orientamenti
diocesani in via di elaborazione, che si ispirano alla pagina di Marco
6,30-52, dove la folla ha un ruolo di primo piano di fronte a Gesù
e ai discepoli.
In effetti la folla accompagna
tutto il ministero di Gesù, dalla Galilea fino a Gerusalemme. Talvolta
egli la evita, specialmente quando sente odore di messianismo temporale,
altre volte, spesso, si commuove e si ferma a lungo per ammaestrarla e
sfamarla, pur conoscendone l’ambiguità e gli ondeggiamenti. Ci sarà
la folla anche nel giorno della passione, ma pochi mesi dopo Pietro dirà
alla stessa folla una parola di riconciliazione: “so che avete agito per
ignoranza” (At. 3,17).
Viene spontaneo un accostamento
con le folle che in questi mesi si sono succedute nelle diverse celebrazioni
giubilari. Penso alla giornata mondiale dei giovani, al giubileo degli
sportivi o dei politici, ed anche alla piccola folla del giubileo dei vescovi,
per qualche giorno riuniti non per discutere o per dare orientamenti ma
per un gesto giubilare che ci aiutasse a sentirci anzitutto cristiani in
cammino di conversione. Più scalpore hanno fatto le altre folle,
ad es. quella dei giovani, su cui si è tanto scritto e detto, o
quelle delle famiglie, degli sportivi e dei politici, per la particolarità
dei partecipanti. Ad ogni occasione il Papa non ha usato parole accattivanti
o demagogiche ma ha ricordato le esigenze del vangelo anche negli aspetti
oggi meno popolari e più contestati. Il tempo dirà quale
sorte avrà avuto il seme evangelico sparso con tanta abbondanza
su terreni di natura molto diversa.
Penso anche alla folla
mancata, quella che da qualche mese non si può ritrovare in Terrasanta,
dove il giubileo sta attraversando giorni e mesi di passione. Anche il
nostro pellegrinaggio dei sacerdoti ha dovuto essere sospeso e questo deve
diventare occasione di riflessione e di preghiera di fronte al dramma della
terra di Gesù, vero e proprio mistero che non può lasciarci
indifferenti. Un motivo ulteriore per continuare il pellegrinaggio interiore
e per valorizzare le occasioni offerte dalla chiesa locale.
Nel fascicolo pubblicato
viene allegato anche un calendario diocesano, con alcuni eventi ed appuntamenti
già programmati e con tanti spazi bianchi da riempire. Vuole essere
un invito a tenere presenti gli appuntamenti diocesani, almeno i principali,
non per il gusto del numero, ma perché in certi momenti la chiesa
particolare, come quella universale, hanno bisogno di vivere la gioia e
la grazia dell’incontro, con il Signore e con i fratelli.
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