In cammino sulla Via
Eporediense:
pellegrini nella
diocesi
IVREA - Tra le varie esperienze che
ci chiama a vivere quest'anno giubilare, sicuramente ha un significato
particolare il pellegrinaggio. Il mettersi in cammino verso una meta non
vuole essere un'esibizione di forza atletica o di resistenza sportiva,
bensì vivere un'esperienza attraverso la quale, ciascun uomo è
chiamato a considerare la propria esistenza, come "un cammino sulle orme
del Redentore". Il giusto spirito con il quale affrontare un pellegrinaggio
è quello proposto dal Salmo 84, in cui il salmista evoca gli stati
d'animo di un pellegrino diretto a Gerusalemme: il desiderio ardente di
giungere a Sion, l'intimità della preghiera negli atri del tempio
ove si celebra la liturgia, il desiderio che rinasce quando ci si rimette
in cammino per le proprie case.
Sull'esempio dei millenari pellegrinaggi,
ma con mire più modeste, abbiamo voluto incamminarci su un'ipotetica
"Via Eporediense", toccando tutte le chiese giubilari della Diocesi. Il
nostro viaggio con il "cavallo di S.Francesco", cioè a piedi, è
durato 5 giorni. Siamo partiti il 3 settembre dalla Cattedrale d'Ivrea
per giungere la prima sera al Santuario di Betania di Vische; il secondo
giorno siamo arrivati al Duomo di Chivasso; la terza tappa ci ha visti
toccare l'Abbazia di Fruttuaria a S.Benigno e la Pievania arcipretale di
S.Giacomo a Rivarolo, il giorno successivo siamo partiti alla volta del
Santuario di Belmonte (chiesa giubilare della Diocesi di Torino), per salire
poi alla Cappella di Bellice per rendere omaggio alla Consolata; con l'ultima
tappa siamo arrivati a S.Maria di Doblazio a Pont.
L'itinerario è iniziato dalla
Chiesa madre istituzionale della Diocesi per concludersi a quella che è
considerata la Chiesa madre storica del culto cristiano in Canavese.
La lunghezza di ciascuna tappa era di
circa 20-25 chilometri, il percorso si è svolto su strade secondarie
e sentieri. Il cammino quotidiano era scandito da momenti di preghiera
e da momenti silenzio per la riflessione personale. Siamo partiti all'avventura
confidando nella Divina Provvidenza, nell'ospitalità delle parrocchie
e delle persone che avremmo incontrato lungo la strada. Dobbiamo ringraziare
di cuore tutti coloro (sacerdoti, religiose e famiglie) che ci hanno ospitato
e accolto con premura e grazie anche al loro contributo se abbiamo potuto
terminare il nostro pellegrinaggio. Nel tornare a casa vogliamo esprimere
i nostri sentimenti di gratitudine al Signore per la magnifica esperienza
che ci ha fatto vivere e per il dono dei tanti incontri fraterni che abbiamo
avuto lungo il nostro cammino.
raffaele e roberto
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