BORGIALLO - IN PRIMA ASSOLUTA
LO SCORSO 30 LUGLIO
Colori forti e attori
eccellenti per il "Giudizio" del Nigra
BORGIALLO - Nel panorama del teatro popolare
la sacra rappresentazione occupa sicuramente un posto di rilievo. Dedicata
ad illustrare in forma popolare i "misteri" della vita di Gesù,
soprattutto la nascita e la passione (si pensi alla "Passione" di Sordevolo,
attualmente in corso di rappresentazione), la sacra rappresentazione non
disdegna incursioni sul terreno dell’aldilà e della sorte eterna
dell’uomo. Ciò consente, però, soprattutto uno sguardo sull’aldiqua,
con le sue vicende, i suoi problemi, i suoi vizi e le sue virtù.
Attingendo a piene mani alla letteratura
biblica, soprattutto alle parti apocalittiche, ma anche agli apocrifi,
ai simbolismi e alle raffigurazioni medievali, la rappresentazione di C.
Nigra, datata ormai di un secolo, mette in scena il perenne dramma umano,
con i suoi slanci e le sue debolezze, in un impianto che è fortemente
debitore verso gli interessi e i temi della predicazione popolare di fine
Ottocento. Una predicazione con forti richiami morali, per rafforzare i
quali non si esita a far ricorso alle minacce delle pene dell’Inferno e,
comunque, a quell’inquietante memento mori, "Ricordati che devi morire",
richiamo ampiamente diffuso anche nella letteratura non cristiana.
Così accade che Caronte istighi
le ambizioni dell’Anticristo e che il ritorno di Enoch e Giovanni Battista
tenti di dissuadere dall’aderire all’apostasia generata dallo pseudomessia.
Ma la discesa dell’arcangelo Michele mette fuori gioco il falso Messia
e dà inizio ai tempi del giudizio, con un vortice rutilante di figure
dei vizi e dei peccati snocciolati sulla scena, e la corte divina ormai
insensibile alle richieste estreme di misericordia.
Nella postilla finale, in cui prendono
la parola i protagonisti, l’Autore sembra riservarsi uno spazio per fornire
la sua ermeneutica di quanto è stato fin lì rappresentato.
I quadri di cui si componeva il Giudizio Universale, rappresentato "in
prima" a Borgiallo, la sera del 30 luglio, davanti ad un folto pubblico,
sono stati intercalati da interventi del Coro Baiolese che ha proposto
musiche popolari. Un inserimento quanto meno discutibile - fatta salva
la serietà della ricerca musicale di A. Vigliermo e la bravura del
suo Coro - che ha "distratto" e rallentato il ritmo incalzante della rappresentazione.
Di fronte ad un testo poetico in rima,
di non facile recitazione, decisamente bravi gli attori, con livelli di
assoluta eccellenza raggiunti dagli interpreti della Morte e di Caronte.
Va inoltre segnalata l’originalità di questa compagnia formata da
elementi "prestati" da vari gruppi di teatro canavesano (di Ozegna, Agliè,
San Giusto e Vische) e rapidamente amalgamatisi. Di grande suggestione
anche le scenografie create dalla Scuola d’Arte di Castellamonte ed i costumi.
Presto si replica ad Ivrea.
d.p.a.