FUGACE APPARIZIONE DEL GIRO D’ITALIA
2000 A CHIVASSO
Il Canavese applaude
Garzelli
nell’ultima tappa
Torino- Milano
Tanta folla entusiasta saluta
la carovana rosa
Anche l’83° Giro se n’è andato.
Le immagini da sfogliare sono tante; innanzitutto il popolo del ciclismo
sempre appassionato ed entusiasta verso questo sport affascinante e di
fatica, la meticolosa e perfetta organizzazione, l’accoglienza per la stampa
e tutti gli ospiti nelle sedi di partenza e di arrivo; ma sono i segni
di carattere umano che restano.
Chi avrebbe immaginato
il poderoso ritorno di Pantani sul mitico Izoard in veste di umile e proficuo
gregario?
Molti sono i volti del
Giro che ci scorrono dinnanzi; rivediamo il viso gioioso e sereno del biondo
Garzelli a Pratonevoso, uno sguardo intelligente e consapevole, chissà
se il vincitore di un giro della Svizzera già immaginava il trionfo
rosa.
Che dire del cipiglio battagliero
del mai domo Simondi?
Le lacrime di Casagrande
al Sestriere scorrevano insieme al sogno svanito di un traguardo sfuggiro
per soli 400 metri.
E’ stato difficile non
comprendere la tristezza di Conti, compagno di squadra di Casagrande il
quale, già in borghese, guardava in tv il suo capitano perdere.
Poco più in là
soffriva per opposti motivi Martinelli, il direttore sportivo di Garzelli,
che nervosamente controllava i tempi da vari taccuini. Ed ancora il ceco
Hruska cronoman d’eccezione che quasi non si stupisce delle sue vittorie
contro il tempo. Torino ha accolto il giro nella tappa verso l’epilogo.
Piccoli alla partenza era
stranamente allegro, quasi un presagio per la vittoria di Milano. Gotti
più tranquillo dopo le fatiche accresciute per la tosse. Rebellin
gentile ha posato per la foto ricordo. In un clima disteso tutti sono ripartiti,
pensando al meritato riposo. A Milano proveranno un po’ di nostalgia, la
stessa che accompagna anche noi.
Arrivederci Giro,
alle prossime emozioni.
gianpiero perlasco
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