SAN GIORGIO - EMIGRATO IN
GIOVANE ETA’, HA FATTO FORTUNA E ORA E’ AL LAVORO PER REALIZZARE IL GEMELLAGGIO
CON EL BOLSON
La lunga avventura
argentina di Tonino Masero
SAN GIORGIO - Antonio Masero è
conosciuto da tutti, nel paese d'origine di San Giorgio Canavese, come
persona di successo, uno che si è fatto strada all'estero e che
è diventato importante in Argentina.
Appena finito di parlare
del progetto del nuovo Santuario, dedicato alla Madonna di Misobolo, che
intende realizzare a El Bolson, gli abbiamo chiesto di raccontarci di lui
e della sua vita di emigrante: ha acconsentito, e questa è la sua
storia.
Nel 1949, all'età
di 23 anni, Tonino si è recato in Argentina con l'incarico del suo
datore di lavoro di creare una rete commerciale di prodotti elettrici costruiti
in Italia. Per ottenere il visto commerciale occorrevano alcuni mesi di
attesa; allora accetta un visto come semplice emigrante e si imbarca a
Genova sulla Liberty, ex nave da guerra, al suo primo viaggio di ricondizionata
nave passeggeri.
Giunto a destinazione scopre
che il materiale elettrico, simile a quello che la ditta intendeva commercializzare,
sarebbe stato prodotto in Argentina, e quindi non c'era più spazio
per l'importazione. Si rende conto immediatamente dell'enorme potenzialità
che offre una nazione in pieno sviluppo, dove si insediano importanti famiglie
delle nazioni sconfitte dalla guerra: italiani, tedeschi, bulgari, ecc.,
che possono investire forti capitali nel nuovo mercato. Decide di restare,
e inizia lavorando di notte in una fabbrica tessile e, di giorno, avvia
una ditta di artigiani idraulici che ben presto ottiene l'esclusiva di
lavoro in molti cantieri edilizi residenziali. Si occupa del collegamento
dei servizi idraulici ed igienici su pareti monoblocco prefabbricate, già
predisposte in opera.
Ben presto lascia il lavoro
notturno come dipendente tessile per fondare una propria ditta che opera
nello stesso settore e produce filati grezzi. Ceduta quest'ultima, apre
una fabbrica di recinzioni in cemento, quindi un ristorante di buon livello,
sul mare, prima struttura del genere nel paese. Forte di una pubblicità
ottenuta con il lavoro e della buona qualità della cucina italiana,
viene chiamato a gestire il ristorante dell'aeroporto militare, che sotto
la sua guida é recuperato dal degrado e dalla cattiva fama ereditata
dalle precedenti gestioni; apre un nuovo ristorante con accanto un distributore
di benzina, l'unico della zona.
Ormai è giunto al
successo e la sua attenzione si rivolge alla terra: acquista una proprietà
in una posizione bellissima, ma in zona arida, dove la scarsità
d'acqua impedisce ogni sviluppo. E' convinto che l'acqua da qualche parte
deve pur esserci, e dopo i primi tentativi di ricerca risultati vani scopre
finalmente una grossa sorgente che permette di irrigare tutta la proprietà.
Acquista pecore e vacche che trovano in quella località la condizione
ideale per produrre e riprodursi. Alla fine degli anni '70 capita per caso
nel territorio di Rio Negro e nelle verdi valli di El Bolson; rimane affascinato
dai luoghi e vende la vecchia proprietà per stabilirsi nella nuova
terra. Il resto è storia recente, sempre piena di impegni e di lavoro,
a consolidamento di una riconosciuta fama di uomo capace e ostinato.
Tonino durante il racconto
sembra quasi volersi schermire, sminuire i suoi successi di emigrante;
dice che allora le condizioni erano favorevoli e che oggi non lo sono più,
oggi non sarebbe più possibile realizzare tutto questo. Forse in
parte ha ragione: ma intanto ci ha sempre creduto ed é riuscito.
In fondo tutti a San Giorgio sanno che é persona di successo, e
ha fatto strada in Argentina; senza dubbio ci sarebbe riuscito in qualunque
altra parte del mondo.
claudio salanitro
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