MONS. MIGLIO
GLI IMPEGNI
A CUI CI CHIAMA QUESTO TEMPO IN VISTA DELLA PENTECOSTE
Il tempo pasquale scorre veloce, con
i festosi appuntamenti delle Cresime e delle Messe di Prima Comunione,
e ci si avvicina alla festa del “Cinquantesimo Giorno’’, la Pentecoste,
quando la prima comunità cristiana divenne, con il dono dello Spirito
Santo, la Chiesa di Gerusalemme, madre di tutte le altre chiese. Per questo
a Pentecoste celebriamo la festa della nostra chiesa particolare, invocando
una rinnovata effusione dello Spirito Santo per tutta la Diocesi.
Quest’anno ci ritroveremo
l’11 giugno pomeriggio nella chiesa Cattedrale, la prima delle nostre chiese
giubilari, per la celebrazione diocesana dell’Eucaristia, arricchita dalla
celebrazione di altri due Sacramenti. Prima della Santa Messa ci sarà
spazio e tempo per il Sacramento della Riconciliazione, uno degli impegni
principali per l’anno giubilare. E’ un Sacramento da riscoprire e da comprendere
in chiave positiva: non solo liberazione dalle colpe ma soprattutto sempre
maggior apertura alla vita nuova che lo Spirito Santo ha posto in noi con
il Battesimo e la Cresima e di continuo alimenta e sostiene.
Questo Sacramento sia veramente,
come ricordavo nel programma diocesano, culmine e fonte di un cammino,
non atto isolato ed episodico ma punto d’arrivo e di partenza di un itinerario
di rinnovamento. Durante la celebrazione eucaristica poi sarà amministrato
ad un certo numero di ammalati il Sacramento dell’Unzione degli Infermi,
altro grande dono dello Spirito per comunicare a chi soffre la forza di
Cristo, sofferente e vincitore, venuto a guarire l’uomo nella sua interezza,
spirito e corpo.
Durante la medesima celebrazione
inoltre saranno ufficialmente ammessi alcuni candidati al diaconato permanente
ed al presbiterato: è un altro segno importante della presenza e
dell’azione dello Spirito Santo nella nostra Chiesa. La Pentecoste,
compimento del tempo pasquale, apre tutta la Chiesa a ricevere dal Signore
risorto il dono dello Spirito ed a saper vedere la sua opera nel mondo
e nella storia.
Lo Spirito Santo è
il vero lievito, che orienta e guida la storia verso il Regno di Dio. La
sua regìa non annulla l’iniziativa dei protagonisti umani ma, lasciando
intatta la libertà dell’uomo, tesse la sua trama che è sempre
disegno di amore e di salvezza. Ha fatto scalpore l’iniziativa del Papa
di sollevare il velo di riserbo che ancora copriva alcuni aspetti della
vicenda di Fatima, che si è rivelata particolarmente legata sia
al XX secolo sia alla persona di Giovanni Paolo II.
Questi aspetti restano
incomprensibili per chi non ha una prospettiva di fede e perciò
vede solo cause e protagonismi umani. Smentiscono però anche chi
è portato a vedere la storia solo in prospettiva apocalittico-catastrofica
e resta perciò deluso quando le “rivelazioni private’’ riconosciute
autentiche della Chiesa, che - come ricordavo la settimana scorsa - non
obbligano nessuno a credere, non fanno altro che ripresentare qui e ora
il messaggio biblico.
Così anche Fatima
trasmette un messaggio di misericordia e di speranza, ci dice che è
possibile cambiare, convertirsi, e che le “fortezze inespugnabili’’ sono
destinate a capitolare di fronte alla forza dell’amore (il Cuore di Maria,
frutto e icona dell’Amore di Dio). Che poi questo messaggio ci giunga attraverso
l’esperienza di fede di persone piccole e semplici, come i beati pastorinhos
Francesco e Giacinta, ciò fa parte della libertà imprevedibile
dello Spirito, che non cessa di sorprenderci e di “spiazzarci’’.
E’ proverbiale la prudenza
della Chiesa nel riconoscere l’autenticità di fatti straordinari
o di carismi eccezionali, da Lourdes a Fatima, dal Curato d’Ars a P. Pio
(per Medjugorie manca tuttora un qualche riconoscimento da parte della
competente autorità), ma si può dire che due criteri costantemente
seguiti sono la presenza di un messaggio d’amore e di misericordia e l’invito
alla conversione della vita, in linea con il primo nucleo della predicazione
evangelica: “Il Regno di Dio è vicino, convertitevi e credete al
Vangelo’’.
Non a caso i luoghi e le
persone citati hanno sempre dato molta importanza al Sacramento della Penitenza,
come avviene in molti altri Santuari, ad esempio a Santa Rita da Cascia,
dove è stata preparata una penitenzeria che offre ai pellegrini
un vero e proprio percorso spirituale. “Non spegnete lo Spirito, non disprezzate
le profezie, esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono’’
raccomandava già San Paolo alle prime comunità cristiane
(1 Tessalonicesi 5,19-21). Nella prossima Pentecoste vogliamo rendere grazie
al Signore per l’abbondanza di doni dello Spirito dati alla Chiesa del
nostro tempo, dal Concilio alla riscoperta della Bibbia e della Liturgia,
dai martiri vittime dei vari regimi ai tanti testimoni, uomini e
donne, religiosi e laici, che abbiamo incontrato in questo periodo.
E’ una ricchezza che ci
ha preparati ad intraprendere il cammino della nuova evangelizzazione,
per affrontarlo con fiducia ed umiltà, sapendo che il mistero cristiano
ci supera continuamente e che l’azione dello Spirito Santo nella storia
manifesta la potenza di Gesù risorto, nei tempi e nei modi che solo
Dio ha stabilito.
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