Nessuno dei sette quesiti referendari
ha raggiunto il quorum. Anzi la percentuale di non votanti ha superato
le previsioni. Pertanto tutti i quesiti sono stati annullati. E' un esito
che va analizzato con maggior serietà di quella usata da commentatori
e politici.
LA POSTA IN GIOCO
Cosa si chiedeva all'elettorato con
questi referendum? In primo luogo si chiedeva di confermare una tendenza
ad una politica di stampo plebiscitario che delegittima formazioni politiche
e Parlamento. In secondo luogo si chiedeva di usare dei quesiti referendari
per obiettivi altri. Ogni referendum infatti poneva una domanda ma coloro
che li proponevano chiedevano altro, e cioè la svalutazione dei
partiti, della magistratura o dei sindacati, ad esempio. Bisogna aggiungere
che dietro a questi pasticci esistono problemi seri. Il problema di un
sistema politico che permetta governo stabile e rappresentatività.
Il problema di un sistema economico che sappia affrontare le nuove
condizioni del mercato. Il problema di un sistema giudiziario più
moderno. Ma i referendum erano più uno strumento per legittimare
soluzioni che prescindevano dal quesito sottoposto agli elettori.
ANALISI DEL VOTO
L'analisi del voto è complicata,
perché all'apparente chiarezza del risultato si sovrappongono motivazioni
contrastanti. Il non voto racchiude l'assenteista cronico, l'oppositore
a questo uso del referendum e colui che voterebbe no. Il si racchiude chi
desidera l'abrogazione di quegli articoli e chi vuole protestare contro
il mondo politico in genere. Non è facile dire chi e cosa hanno
vinto. Più facile dire chi ha perso.
I PERDENTI
In primo luogo ha perso - ed è
ormai una tendenza - chi pensa di ridisegnare l'Italia a suon di referendum,
cioè con uno strumento tentato di demagogia. Ha perso l'abuso di
referendum che non sono chiari e perciò facili strumenti di manipolazione.
Hanno perso pertanto i promotori di questa prova. I radicali, Segni e AN.
Hanno perso anche coloro che hanno poi cercato di appoggiare questa prova
come i DS. Mi pare andare al di là delle righe passare da questo
non voto ai problemi strutturali del sistema italiano.
I VINCENTI
E' difficile individuare i vincitori
della competizione a meno che si voglia essere demagoghi. Il non voto dice
più cose e contraddittorie. In primo luogo dice che la politica
deve assumersi le proprie responsabilità e che il Parlamento è
il luogo per risolvere certi problemi. In secondo luogo esprime anche la
volontà di sconfiggere i quesiti. Ma non è chiara l'alternativa.
Ad esempio in base a quale ragionamento si può dire che l'elettorato
vuole il sistema tedesco? E' anche un errore attribuire la vittoria alla
vecchia DC. Così pure è adulazione proclamare Berlusconi
come il vincitore. Il referendum elettorale era già stato respinto
senza alcun contributo del Cavaliere. Il suo invito si limitava a sfruttare
l'iniziativa di altri. In conclusione bisogna trovare altre strade, meno
ambigue dei referendum, per una vera riforma politica.
beppe scapino
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