Ci avviciniamo all'appuntamento con
i referendum. L'approccio è caratterizzato da un clima di litigiosità
e di ostruzionismi.
UN BRUTTO CLIMA
La maggioranza presenta fin dall'inizio
del governo Amato divisioni e ripicche. Le diverse posizioni - legittime
- di fronte ai referendum sono occasione, soprattutto nei mastelliani,
per ricatti. Nei democratici intanto si svolge una battaglia senza attenuanti.
La minoranza dal canto suo attua un ostruzionismo che a lungo andare contribuisce
a togliere ulteriore legittimità alla dialettica politica. In questo
clima è nata la discussione sulle liste elettorali.
LE LISTE ELETTORALI
La questione sulle liste elettorali
è importante perché determina il numero dei votanti che rende
valido un referendum. Se le liste sono gonfiate perché contengono
persone defunte, il 50% dei votanti viene innalzato e aumenta la probabilità
di rendere nullo il voto ad un quesito. Di qui nascono pressioni per ripulire
le liste. Ma come? Due sono i problemi. Il primo riguarda lo strumento
per intervenire sulle liste: un disegno di legge o un decreto legge? Il
decreto legge sembra possa essere incostituzionale. Il secondo concerne
il criterio per la ripulitura. Il criterio scelto - viene cancellato chi
per due volte si è reso irreperibile - potrebbe eliminare anche
i vivi. Avere liste elettorali sicure è un bene, ma cambiare in
corsa i criteri sembra voler indulgere più a pressioni che non a
desideri di equità.
I REFERENDUM
Oggi in alcuni ambienti - trasversali
ai poli politici - c'è la tendenza a privilegiare l'istituzione
referendaria rispetto ad altri strumenti democratici. Credo sia necessario
prendere le distanza da questa tendenza. I confini fra democrazia e demagogia
sono spesso labili. Alla base di questa tendenza mi pare esista una ideologia
politica che vuole saltare ogni mediazione. Non mi pare allora inutile
ricordare che nel referendum l'astensione non è assenza di partecipazione,
ma può esprimere il rifiuto di una democrazia plebiscitaria. Non
è onesto pertanto demonizzare chi fa la scelta del non voto.
QUALI QUESITI?
I quesiti referendari sono sette, affidati
a schede di colore diverso e con testi di non facile lettura (Il Corriere
della Sera ha calcolato che ci vorrà una mezzora per leggerli).
Essi riguardano la legge elettorale, i rimborsi spese elettorali, le norme
che regolano l'elezione del CSM e l'attività della magistratura,
i diritti dei lavoratori e le trattenute sindacali. Credo che nel
prossimo numero cercheremo di sintetizzare l'argomento di ogni quesito
e le conseguenze di un voto negativo o positivo. Fin d'ora va detto che
per alcuni quesiti (come quello dell'abolizione della quota proporzionale
nelle elezioni) sarà necessaria una nuova legge. E questo dimostra
il limite dei referendum. In ogni caso il modello di società che
appare dai referendari è quella liberista. Una politica che cerca
il capo carismatico e con i deboli indifesi.
beppe scapino
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