MONTALENGHE - ALL’EX ZOO LA SITUAZIONE
SI FA CRITICA
ANIMALI E BUROCRAZIA
TIGRI E ORSI TROVANO
CASA, MA MANCA IL “PLACET”
Qualche mese fa sembrava impossibile
trovare loro una sistemazione. Ora che ci sarebbe il luogo dove trasferirli,
a creare difficoltà nel destino delle tre tigri e dei tre orsi ancora
ospiti dell'ex zoo Arca di Noè ci si mette la burocrazia. Lo zoo
safari di Pombia e il parco zoo di Cervaro Cassino hanno dato la disponibilità
ad accogliere rispettivamente le tigri e gli orsi. Ma per spostare gli
animali occorre il controllo di una apposita commissione scientifica, il
cui parere sull'idoneità delle destinazioni è essenziale
per il "via libera" da parte del Ministero dell'Ambiente, sezione Conservazione
Natura.
Dove sta l'intoppo? Da
mesi, nonostante il problema sia stato più volte sollevato, si attende
la convocazione di questa commissione: cosa che, finora, non è successa.
E la situazione si sta facendo davvero critica. "Noi, fin dall'inizio,
abbiamo dato la nostra disponibilità ad occuparci delle operazioni
di trasferimento - dice Angela Revel Chion, responsabile della sezione
italiana dell'associazione Born Free -. E stiamo facendo sforzi incredibili
per curare e sfamare questi animali. La nostra battaglia, però,
si fa sempre più difficile, se anche le istituzioni ci ostacolano".
E aggiunge: "Anche l'Asl 9 aveva scritto al Ministero, chiedendo urgentemente
un'autorizzazione di emergenza per portare via tigri ed orsi, ma non c'è
stata alcuna risposta".
Protesta vivacemente anche
il sindaco di Montalenghe, Walter Peaquin. Che ricorda come lo zoo sia
incustodito nelle ore notturne, che le gabbie sono malandate e la recinzione
non è più sicura. "I problemi che possono creare animali
feroci come le tigri - afferma - li abbiamo visti proprio nelle scorse
settimane a Lecce e in Polonia. Mi auguro che non si debba intervenire
soltanto dopo che sia accaduta una disgrazia".
Numerose segnalazioni (dei
carabinieri, del Comune, dell'Asl 9 e anche della Provincia) sono arrivate
pure sul tavolo del procuratore della Repubblica di Ivrea, Giorgio Vitari.
"Basterebbe una sua ordinanza - continua Peaquin - per scavalcare il muro
della burocrazia".
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