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    IVREA - ANCHE BIAGI ALLA PRESENTAZIONE DELL’INFANZIA
    L’OPAS CREA POSTI DI LAVORO PER PERSONE CHE VIVONO IL DISAGIO
     
    Il nome evoca le operazioni di alta finanza, che anche nella nostra zona abbiamo imparato a conoscere dopo la scalata di Olivetti alla Telecom. L'Opas lanciata dal Consorzio Nuove Risorse, però, non ha queste ambizioni; anche se la sua importanza, per certi aspetti, non merita certamente minor attenzione. "Opas" sta per Offerta pubblica di acquisto e solidarietà, e rappresenta quanto potrà contribuire alla realizzazione di un piano industriale di alto valore sociale: creare, in Canavese, 300 posti di lavoro per persone disagiate (e cioè disabili fisici e psichici), persone in trattamento psichiatrico, ex tossicodipendenti, detenuti e persone che dal carcere sono uscite, ma trovano molteplici difficoltà a reinserirsi nella società.
       L'operazione scatta domani, quando inizierà la vendita di mille quote del Consorzio del valore di un milione l'una, e terminerà la sua prima parte entro 3 mesi. Obiettivo? Raccogliere un miliardo, che consenta al Consorzio di rendersi indipendente dalle banche ed avviare il piano. Le cifre? Sette insediamenti produttivi (fra cui 3 nuove unità), in grado di offrire lavoro a 300 persone e con un fatturato a regime di circa 10 miliardi all'anno. Molti Comuni, Ivrea in prima linea, hanno già dichiarato il proprio impegno a contribuire a questa iniziativa. Ora si cerca soprattutto la collaborazione del mondo industriale: agli imprenditori che acquistano una quota viene garantito soltanto il mantenimento del capitale, ma è nel valore sociale che va cercata la remunerazione.
       Ma non servono soltanto sostenitori disposti ad investire. "Cerchiamo managers e quadri - dice Pier Giorgio Dell'Oro, presidente del Consorzio Nuove Risorse - disponibili ad operare a compenso ridotto, e volontari disposti a prestare la loro opera gratuitamente. E questo non per fare della semplice assistenza, ma per inserire le persone più sfortunate in un mercato del lavoro che sia anche competitivo dal punto di vista economico". Un cambio di rotta notevole, quindi, per le cooperative sociali, che fino ad oggi hanno avuto nella pubblica amministrazione il cliente principale.
       L'iniziativa potrebbe addirittura diventare "contagiosa", ed estendersi ad altre realtà territoriali. Del resto, sono moltissimi i cosiddetti "disagiati": quasi 2 milioni e mezzo in tutta Italia (parlando di persone in età lavorativa), oltre 5 mila solo in Canavese. "E la cosa più drammatica - dice ancora Dell'Oro - è che il 90 per cento di questi sono senza alcun tipo di impiego. Per di più non hanno mai voce, per loro non si sono mai costituiti i tavoli di crisi che abbiamo visto in altre realtà".
     
     
         
        
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