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    PROBLEMI E NOVITA’ NELLE PAROLE DI MONS. MIGLIO
    UN VESCOVO “PELLEGRINO” NELLA TERRA BRASILIANA

    Sono tornato in Brasile a distanza di quattordici anni dalla mia precedente visita, nell’86, e dopo vent’anni dalla prima effettuata nell’80 con Don Ossola ed un bel gruppo di laici. Questa volta ero accompagnato da Don Gianni Giachino, responsabile del Centro Missionario Diocesano, da Don Salvatore Minuto, parroco di Ozegna, e da alcuni laici. Abbiamo incontrato il nuovo Arcivescovo di Salvador, i Vescovi Dom Ricardo di Barreiras, Dom Luis di Barra e Dom Itamar, già Vescovo di Barra ed oggi Vescovo di Feira de Santana.
       Siamo stati per qualche giorno nella Parrocchia di p. Cristoforo a Salvador, quindi, con p. Cristoforo e p. Nanni siamo partiti per Barreiras, accolti da p. Guido e da Danilo Grindato con la sua sposa. Abbiamo trascorso insieme alcuni giorni di gioiosa fraternità, visitando anzitutto la Parrocchiadi p. Guido (40.000 abitanti), i centri dell’operazione Catavento, la casa e l’officina per i bambini di strada, spingendoci poi a Formosa, Santa Rita, Mansidao.
       Aroeiras ed Angical, comunità legate a vario titolo alla nostra Diocesi ed all’opera dei nostri sacerdoti e laici, distanti da Barreiras varie ore di auto. In preparazione della Quaresima di Fraternità avremo modo di pubblicare un resoconto più completo di questo viaggio, che per me è stato utilissimo sia per constatare i molti cambiamenti avvenuti e tuttora in corso in Brasile, dal punto di vista civile ed ecclesiale, sia per rendermi conto del grande lavoro pastorale e sociale che la nostra Diocesi ha compiuto, tra mille problemi e difficoltà. Unanime l’apprezzamento da parte dei Vescovi incontrati.
       Credo di non esagerare parlando di pellegrinaggio, non tanto per qualche disagio o stanchezza provati e che i nostri amici là residenti affrontano continuamente, quanto per il significato ecclesiale degli incontri avuti e per le ripercussioni anche personali che un simile viaggio sa provocare. E’ impossibile non essere profondamente interpellati visitando quelle comunità, sia per il confronto tra il nostro ed il loro tenore di vita sia per la vivacità e la carica della loro vita ecclesiale.
       Sempre meno appropriato mi sembra parlare di “missione’’, nel senso tradizionale del termine, più corretto invece parlare di cooperazione tra le Chiese, dove il dare e l’avere sono ampiamente reciproci. Quanto a situazione “missionaria’’ mi pare proprio che il “sorpasso’’ da parte nostra sia già avvenuto. Molto stimolante anche l’evoluzione della situazione ecclesiale, con il problema dell’integrazione tra nuovi movimenti e comunità di base, all’interno della chiesa cattolica, e per la presenza sempre molto diffusa e capillare di altre chiese e chiesuole, talora vere e proprie sette, che pure ci interpellano per quanto sanno dare come risposta alle domande della gente.
       Incontrare una società così giovane, come quella brasiliana, sia pure con tutti i problemi dei bambini di strada e tanti altri ancora, mette ancor più in evidenza l’invecchiamento che noi stiamo vivendo, ed il ruolo così attivo dei laici in quelle comunità cristiane fa risaltare l’inerzia con cui spesso noi siamo costretti a misurarci. Sono sfide da raccogliere, con cui confrontarci, non per importare modelli sociali o pastorali prefabbricati, quasi un colonialismo di ritorno, ma per ritrovare nella nostra cultura e nella nostra Chiesa valori e risorse che ci permettano di vivere la nostra parte di protagonismo nella storia, per continuare con i mondi nuovi come il Brasile un rapporto di vera reciprocità e non solo di assistenza.
     
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