AVVENTO - TEMPO
DI ATTESA, NON SOLO PER I PATITI DI LITURGIA
Domenica inizia l'Avvento. E' un avvenimento
che rischia di passare inosservato. Un fatto per i pochi patiti di liturgia.
Eppure mi pare che questo periodo abbia qualcosa da dire anche al di fuori
del linguaggio delle cerimonie. Avvento è infatti tempo di attesa
di una liberazione che verrà. Quindi è un tempo che apre
al futuro. Noi viviamo in un mondo che è chiuso nel presente.
La globalizzazione, la fine delle ideologie inducono la convinzione
che la storia abbia raggiunto la sua fine e, quindi, il suo fine. Il progetto
è semplice riedizione del presente. Non ci sono più spazi
per un liberatore o per una speranza. L'avvento, anche da un punto di vista
laico, mette in crisi queste sicurezze. E' critica del presente. E' riscoperta
di una storia che è attesa e cammino. E' rivelazione del bisogno
che abbiamo di profeti che ci indichino la strada verso un futuro. E',
ancor più, impegno perché questo futuro ci veda protagonisti
responsabili. Riusciamo a riscoprire questa tensione e a iniziare un cammino?
beppe scapino
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