IVREA - RELAZIONE SULLE ATTIVITA’
LA CARITAS DIOCESANA:
COSA FA, QUANDO SPENDE
La Caritas diocesana, nel periodo compreso
fra il 1° gennaio 1999 ed il 31 ottobre 1999, oltre ad aver organizzato
le collette straordinarie per le emergenze Kosovo, Turchia, Timor Est (totale
£. 115.000.000), ha affrontato una serie di problemi sul territorio
diocesano. Il “Centro di Ascolto’’, situato in Ivrea, piazza Castello n°
4 ha svolto un ruolo importante nel cercare di offrire aiuto e sostegno
alle persone - più di 240 in questi 10 mesi, di cui più della
metà sono italiani - alle prese con problematiche diverse (basso
reddito, ricerca di lavoro, di casa, di accoglienza, di pronto soccorso
sociale).
Si è intervenuti
con progetti mirati a medio o lungo termine dove possibile, invece con
interventi immediati dove era necessario (pagamenti di affitti scaduti,
bollette Enel arretrate e non pagate ecc...); si sono inoltre distribuiti
generi alimentari di prima necessità (olio, pasta, zucchero, ecc.)
alcuni provenienti dal banco alimentare, altri acquistati dalla Caritas;
sono stati infine messi a disposizione indumenti, regalati da terzi.
Va detto che in alcune
situazioni ci si è dovuti sostituire al Servizio Sociale pubblico
(alcune volte troppo burocratizzato e lento nell’intervenire), anziché
costituire semplicemente un appoggio ad esso. A titolo esemplificativo
riportiamo alcune voci di spesa sostenute. Per bollette luce pagate £.
5.200.000, per bollette gas £. 5.300.000, per affitti arretrati £.
3.800.000, per medicine necessarie e non esenti £. 1.000.000. Si
è riusciti ad inviare alla Casa Alpina “Gino Pistoni’’ alcuni ragazzi
di famiglie disagiate, assicurando loro una sana vacanza, integrando o
pagando direttamente la retta - ma trovando sempre la comprensione dei
responsabili della Pastorale Giovanile -.
Questi sono solo alcuni
esempi di quanto il Centro d’Ascolto riesce a fare, pur con i suoi inevitabili
limiti. I volontari confidano nella collaborazione delle Parrocchie. “Per
questo - dice il responsabile dell’amministrazione - vorrei chiedere ai
confratelli parroci di istituire quanto prima, ove non esiste ancora, la
Caritas Parrocchiale od interparrocchiale in quanto valido strumento per
stimolare nuove collaborazioni. Inoltre vorrei chiedere che nei bilanci
delle Parrocchie venisse inserita la voce Carità della Parrocchia’’.
La Caritas ed il Centro
d’Ascolto non hanno solo funzioni di assistenza nelle emergenze, ma si
propongono anche di cercare di migliorare le situazioni di disagio attraverso
la ricerca di posti di lavoro e di alloggi a prezzi modesti. Alcune volte
questi sforzi vengono vanificati dall’egoismo umano, ed in alcuni casi
anche di qualche cristiano dichiarato. Alcuni risultati, però, sono
stati ottenuti e, ad esempio, sono stati assegnati alloggi popolari tramite
il Comune.
Qualcuno obietta che la
Caritas aiuta persone che non ne hanno veramente bisogno; il problema è
che nelle situazioni in cui non è possibile fare verifiche oggettive,
si può anche essere ingannati. Una volta verificate simili situazioni,
però, gli aiuti sono stati sospesi non appena si è venuti
a conoscenza della realtà. Chiaramente tutto è più
facile e più costruttivo quando si può collaborare con le
Parrocchie e gli Enti Locali. In ogni caso una delle regole base è
quella di non dare soldi direttamente agli utenti, ma di provvedere in
proprio al pagamento di bollette ed affitti. Questo ha indubbiamente scoraggiato
l’accattonaggio.
La Caritas diocesana non
è solo Centro d’Ascolto: un’altra opera importante è, infatti,
la Casa di pronta accoglienza di San Giorgio Canavese, struttura data in
comodato alla Diocesi dalle Rev.de Suore dell’Immacolata di Ivrea e gestita
dalla Caritas, ed in prima persona dalla Direttrice Suor Stefanina con
i volontari. Qui vengono accolte donne in difficoltà per i più
svariati motivi. La Casa è sovvenzionata dalla Caritas con gli aiuti
dell’otto per mille ed alcune offerte di amici.
Sono stati eseguiti lavori
di restauro per un totale di circa 40 milioni; e non si è ancora
finito. Attualmente sono ospiti 5 ragazze, che vivono in questa casa come
in una famiglia. C’è un progetto di pronta accoglienza che prevede
l’insegnamento della lingua italiana, l’assistenza sanitaria e la documentazione
personale. Le spese della casa e del mantenimento, in attesa di lavoro,
sono supportate dalla Caritas. In locali adiacenti all’ufficio Caritas
esiste il dormitorio “Peana’’, con 8 posti letto e la possibilità
di consumare 1 pasto caldo la sera per gli ospiti che vi trascorrono la
notte.
Ci sono spese di manutenzione:
pulizia, lavaggio biancheria e indumenti, ecc... La Caritas è un
organismo pastorale con prevalente funzione pedagogica e formativa: per
questo si occupa ed investe nella formazione, secondo le indicazioni della
Caritas nazionale. Come si sono potute pagare queste spese? Con l’8 per
mille, le offerte della “Giornata Caritas’’ e qualche altra sporadica offerta.
Il totale delle entrate al 31 ottobre 1999 è di £. 99.000.000,
il totale delle uscite al 31 ottobre 1999 è di £. 112.000.000,
con un passivo di £. 13.000.000 che si spera di coprire al più
presto con le offerte della “Giornata Caritas’’ del 21 novembre.
amministrazione caritas diocesana
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