CASTELLAMONTE
Il polo ecologico
Si chiama “Polo ecologico integrato”
e costerà dodici miliardi di lire finanziati dall’Unione europea.
All’interno delle sue strutture, una
serie di capannoni, l’Azienda servizi ambiente intende trattare, ogni anno,
sessantamila tonnellate di rifiuti provenienti dai cassonetti di tutto
il Canavese: Per ora è un progetto. C’e’ un problema, però:
i disegni sulla carta, entro il 2000, potrebbero diventare realtà
nell’ex area Cogne di Castellamonte. Vicino ad abitazioni e scuole. Vicino
all’ospedale ed al centro della città. Gli abitanti della zona sono
sul piede di guerra: hanno paura dell’inquinamento o, più semplicemente,
di dover convivere con odori sgradevoli. le infinite proteste di chi abita
nei pressi della discarica di Vespia non sono certamente un buon biglietto
da visita per i responsabili dell’Asa che, mercoledì sera, durante
il Consiglio Comunale aperto convocato dal Sindaco a Palazzo Antonelli,
hanno illustrato il progetto. Dai cancelli dell’ex Cogne entreranno nel
polo ecologico una cinquantina di camion al giorno. I rifiuti saranno differenziati
ed inviati agli appositi centri di smaltimento; ci sarà un sistema
di teleriscaldamento funzionante con gli scarti di legna, uno sportello
ambientale per le aziende ed un centro di compostaggio. Tutte le strutture
saranno circondate da aree verdi con alberi ed un laghetto. Non sarà
invece realizzato, almeno in una prima fase, il polo di coordinamento della
protezione civile inizialmente precisto nella stessa area con i presidi
per i Vigili del Fuoco, la Croce Rossa e l’Antincendi boschivi. Non si
tratta, quindi, di una discarica. Ma di un centro per il trattamento di
rifiuti che verranno portati altrove. Un dettaglio, secondo moltissimi
cittadini che hanno affollato la sala consiliare di Palazzo ntonelli. “Perchè
proprio a Castellamonte, la città che già ospita il sito
di Vespia? E perchè così vicino alle abitazioni? Non c’era
posto lontano dal paese? Chi ci garantisce che non ci saranno problemi
ambientali? che potremo ancora aprire le finestre delle nostre case senza
sentire odori sgradevoli?”. Queste le domande più frequenti della
gente nell’infuocato “uno contro tutti” tra il pubblico ed Emilio Filipponi,
presidente dell’Asa. Quesiti rimasti, per ora, senza precise risposte.
La scelta finale spetta ora al Comune: potrebbe il progetto rinunciando,
però, ad un centinaio di posti di lavoro che l’Asa offrirebbe nell’ex
Cogne.”una decisione che dobbiamo prendere in accordo con i cittadini”
- ha spiegato il sindaco Alberto Massucco. E’ già si pensa ad un
referendum comunale. Un provvedimento preso in considerazione dopo aver
letto l’ultima relazione trimestrale sullo stato della discarica di Vespia,
gestita dall’Asa, che un consulente del Comune, l’ingenier Giuseppe Biolatti,
ha stilato. “In passato, i problemi che rilevavo venivano subito presi
in considerazione e risolti - ha spiegato Biolatti durante il Consiglio
- oggi, invece, ho l’impressione che ogni mia osservazione non venga neanche
ascoltata. E’ come avere di fronte un muro di gomma”. L’ultimo episodio
è proprio di mercoledì: al consulente comunale, che ha diritto
di entrare a vespia in qualsiasi momento, è stato negato l’accesso.
“Un disguido dovuto al fatto che, negli ultimi mesi, è stato cambiato
quasi tutto il personale operativo della discarica - ha spiegato Emidio
Filipponi -. Si tratta quindi di una semplice incomprensione che, in futuro,
non si verificherà più. Nonabbiamo nulla da nascondere e,
soprattitto, è importante sottolineare che, in tanti anni, nella
discarica sono sempre stati rispettati ampi margini di sicurezza”.
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