Un tesoro nascosto tra i vigneti alle porte di Sondrio. Gli scavi
archeologici condotti alla Roccia della Sassella dalla Soprintendenza in
collaborazione con il proprietario dei terreni, Sergio Schena, hanno riportato
alla luce figure incise risalenti a tremila anni fa. Si tratta di una delle più
vaste superfici incise della provincia situata a poche centinaia di metri dal
Santuario, in uno dei contesti paesaggistici più rilevanti della Valtellina. I
lavori programmati consentiranno la fruizione pubblica di questo importante
sito.
Nei giorni scorsi nei vigneti della Sassella è stata rimossa la porzione di
un terrazzo realizzato su di una roccia dove nel 2011 era stata segnalata la
presenza di alcune figure incise. Lo scavo archeologico ha esposto una vasta
parte della superficie della roccia, precedentemente sepolta sotto il vigneto,
riportando alla luce numerose figure incise. Da oggi, quindi, la Roccia della
Sassella si può annoverare senza dubbio nel ristretto gruppo delle grandi rocce
incise della Provincia anche perché i lavori hanno evidenziato come la
superficie istoriata potrebbe estendersi ancora sotto i terrazzi circostanti.
Le operazioni di scavo sono state condotte dagli archeologi della SAP
Società archeologica s.r.l., efficacemente coadiuvati dagli operai dell’impresa
Rigamonti. La pulizia dell’area, realizzata in concomitanza agli scavi, ha
permesso anche di recuperare l’intero sviluppo della scalinata scavata nella
roccia a fianco delle incisioni e realizzata in epoca storica.
Figure risalenti a tremila
anni fa
Gli scavi hanno messo in luce numerose figure umane stilizzate, i
cosiddetti “oranti”, che si distribuiscono in più file lungo la roccia,
allungando l’ideale corteo già rilevato negli anni scorsi. Accanto agli oranti
sono presenti anche rappresentazione di piedi, che si dispongono a metà della
composizione, quasi a simulare dei passi. Le figure sono realizzate con fitti
colpi di martellina sulla superficie della roccia lisciata dall’azione del
ghiacciaio.
L’analisi formale di questo repertorio simbolico permette di datare la
realizzazione di queste figure a poco meno di tremila anni fa, nel corso
dell’età del Ferro. I petroglifi della Sassella sembrano in dialogo con quelli
rinvenuti a breve distanza di distanza, alla Ganda di Castione Andevenno,
confermando l’eccezionale valore del versante vitato della Sassella, vero e
proprio paesaggio culturale, costruito dall’Uomo a partire da tempi molto
remoti.
Il progetto di valorizzazione e
apertura al pubblico
I lavori che hanno permesso di portare alla luce questi importanti segni
incisi sono frutto di una condivisione d’intenti tra la proprietà dei terreni e
la Soprintendenza. Circa un anno fa, infatti, Sergio Schena, che aveva rilevato
da poco l’area, ha proposto di sistemare a sue spese il percorso d’accesso che
dalla strada conduce alla roccia, che versava in uno stato d’abbandono. A
partire da questa disponibilità si è costruito un percorso condiviso per la
valorizzazione e l’apertura al pubblico di questo eccezionale monumento di arte
rupestre a lungo dimenticato nei vigneti della Sassella. Nei prossimi mesi
sarà, infatti, completata la messa in sicurezza del percorso d’accesso e l’area
sarà dotata di un impianto di illuminazione e di un apparato informativo. Più a
lungo termine la proprietà mira a recuperare anche gli edifici storici della
Sassella, i casali e il torchio per toglierli dall’attuale stato di abbandono.
"Come società benefit abbiamo a cuore il territorio in tutti i suoi
aspetti, sociali, culturali e storici - sottolinea Sergio Schena, di Schena
Assicurazioni Generali Sondrio Garibaldi, proprietario del terreno -: grazie a
questa scoperta e al pregevole lavoro svolto dai tecnici della Soprintendenza il
patrimonio storiografico locale si arricchisce ulteriormente aprendo
interessanti prospettive per la valorizzazione dell'arte rupestre di epoca
preistorica. Per la zona della Sassella e per la città di Sondrio rappresenta
un'opportunità anche in ottica turistica. Per noi è dunque motivo di grande
soddisfazione aver contribuito a un'iniziativa che seguiremo con interesse
garantendo il nostro sostegno per il completo sviluppo del sito".
Un parco delle incisioni tra
Sondrio e Castione: le prime visite guidate
Le nuove figure rinvenute alla Sassella saranno presentate al pubblico nel
corso di una giornata di visite guidate gratuite in programma per la tarda
primavera. Le visite saranno inserite nel programma di iniziative “La memoria
delle rocce” che da alcuni anni promuove la conoscenza e la valorizzazione
dell’eccezionale patrimonio d’arte rupestre della Provincia di Sondrio.
La roccia della Sassella arricchisce il ricco quadro delle manifestazioni
d’arte rupestre presenti nei terrazzi al confine tra i comuni di Castione
Andevenno e Sondrio. Qui, infatti, in una manciata di chilometri si concentrano
alcuni importanti siti: la grandiosa roccia istoriata della Ganda, il masso
altare di Triangia e le numerose rocce e i massi coppellati distribuiti sul
versante compreso tra Castione e S. Bartolomeo. Si tratta di un’area a notevole
densità di rinvenimenti d’arte rupestre, che denuncia l’esistenza di un
importante insediamento dell’età del Ferro, che non è ancora stato individuato.
La collocazione di queste evidenze in un contesto di altissima valenza
paesaggistica, a poca distanza dalla città di Sondrio, rende questo complesso
di siti un’eccezionale risorsa culturale e turistica. Nei mesi scorsi si sono
già tenuti degli incontri informali, che hanno riunito attorno a un tavolo, i
proprietari di alcuni terreni, la Soprintendenza, i Comuni di Sondrio e
Castione Andevenno, la Comunità Montana e la Provincia, per discutere della
creazione di un Parco delle incisioni rupestri. Questa nuova realtà potrebbe sviluppare
significative sinergie con le strutture esistenti (Museo di Storia e Arte
Valtellinese, l’Ecomuseo del Monte Rolla …) e trasformarsi in un’importante
opportunità di promozione territoriale.
"Questa scoperta non sarebbe stata possibile senza la disponibilità e
l’entusiasmo della proprietà dei terreni. Si tratta di un esempio virtuoso di
collaborazione tra privati e istituzioni pubbliche che ha come obiettivo quello
di rendere accessibile a tutti questa straordinaria testimonianza d’arte
rupestre. Tra i suggestivi terrazzi della Sassella, costruiti con fatica
dall’Uomo, sono probabilmente nascoste altre testimonianze che attendono solo
di essere riportate alla luce. Mi auguro che questo sia solo l’inizio di un
percorso di valorizzazione che coinvolga anche altre realtà territoriali per
far comprendere a cittadini e turisti l’importanza culturale del versante
retico vitato di cui la Sassella è un prezioso biglietto da visita", ha
sottolineato Stefano Rossi, funzionario archeologo della Soprintendenza
Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Como, Lecco,
Monza-Brianza, Pavia, Sondrio e Varese.
|