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ISTITUTO  ARCHEOLOGICO  VALTELLINESE  

 
 
      

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SONDALO


STELE DI MIGIONDO (approfondimento)

Il 24 novembre 2018 è stata scoperta a Migiondo, da Ivano Gambarri, una stele di tipo maschile, risalente all'Età del Rame (circa 3000 anni A.C.). E' stata immediatamente segnalata all'Istituto Archeologico Valtellinese il quale ha provveduto a  darne comunicazione alla Soprintendenza Archeologica per la Lombardia.




La stele, che ora si trova coricata orizzontalmente, originariamente era eretta verticalmente e in tal senso deve essere vista e letta. Presenta 7 elementi: in alto al centro, un elemento circolare affiancato simmetricamente  da due asce per lato con la lama rivolta verso l'interno. Al di sotto si trova un fodero di pugnale e piu in basso, orizzontalmente, un cinturone diviso in 4 settori.
GROSOTTO

A Grosotto, sul versante orografico destro, in località Bedol, vi si trovano le figure scutiformi ( a forma di scudo )  sotto riportate. Dal prato  emerge una rupe  montonata  che presenta  quattro diverse zone istoriate con scutiformi di diversa foggia
( scoperta da  Ivano Gambarri nel 1993 )



( particolare 1 )
( particolare 2 )
( particolare 3 )
( particolare 4 )
BORMIO



SENTIERO DELLE COPPELLE DEL VALLECETTA

Suggestivo percorso sulle pendici del Monte Vallecetta, tra pascoli e radure, fra 1700 e 1900 mt. slm, alla scoperta dei segni dell'uomo in epoche lontane. Si tratta della riscoperta di quei massi con coppelle e croci  che erano stati individuati già nel 1969 da Davide Pace il quale, sin da quegli anni, ne aveva auspicato un piano di tutela e di valorizzazione. Il Comune di Valdisotto e il Gruppo Alpini di Piatta, raccogliendo l’appello, decisero di predisporre una rete di sentieri fruibili al pubblico in prossimità dei principali massi, cosicché nel 2005 fu inaugurato un percorso archeologico di 6 chilometri che portava alla scoperta dei massi affioranti su cui era possibile intravedere le antiche incisioni. Durante il periodo estivo, i volontari del Gruppo Alpini di Piatta organizzano un giro, della durata di circa  2 ore e 30 circa.

( Dedicato a Mario Praolini  ideatore del sentiero )





CASTIONE/SASSELLA



Le incredibili incisioni rupestri di 3mila anni fa scoperte alla Sassella

Il tesoro nascosto tra i vigneti riportato alla luce grazie al proprietario dei terreni Sergio Schena e alla Soprintendenza: "Il patrimonio storiografico locale si arricchisce. Opportunità anche turistica per la città di Sondrio (da Sondrio  Today)











Un tesoro nascosto tra i vigneti alle porte di Sondrio. Gli scavi archeologici condotti alla Roccia della Sassella dalla Soprintendenza in collaborazione con il proprietario dei terreni, Sergio Schena, hanno riportato alla luce figure incise risalenti a tremila anni fa. Si tratta di una delle più vaste superfici incise della provincia situata a poche centinaia di metri dal Santuario, in uno dei contesti paesaggistici più rilevanti della Valtellina. I lavori programmati consentiranno la fruizione pubblica di questo importante sito.

Nei giorni scorsi nei vigneti della Sassella è stata rimossa la porzione di un terrazzo realizzato su di una roccia dove nel 2011 era stata segnalata la presenza di alcune figure incise. Lo scavo archeologico ha esposto una vasta parte della superficie della roccia, precedentemente sepolta sotto il vigneto, riportando alla luce numerose figure incise. Da oggi, quindi, la Roccia della Sassella si può annoverare senza dubbio nel ristretto gruppo delle grandi rocce incise della Provincia anche perché i lavori hanno evidenziato come la superficie istoriata potrebbe estendersi ancora sotto i terrazzi circostanti.

Le operazioni di scavo sono state condotte dagli archeologi della SAP Società archeologica s.r.l., efficacemente coadiuvati dagli operai dell’impresa Rigamonti. La pulizia dell’area, realizzata in concomitanza agli scavi, ha permesso anche di recuperare l’intero sviluppo della scalinata scavata nella roccia a fianco delle incisioni e realizzata in epoca storica. 

Figure risalenti a tremila anni fa

Gli scavi hanno messo in luce numerose figure umane stilizzate, i cosiddetti “oranti”, che si distribuiscono in più file lungo la roccia, allungando l’ideale corteo già rilevato negli anni scorsi. Accanto agli oranti sono presenti anche rappresentazione di piedi, che si dispongono a metà della composizione, quasi a simulare dei passi. Le figure sono realizzate con fitti colpi di martellina sulla superficie della roccia lisciata dall’azione del ghiacciaio.

L’analisi formale di questo repertorio simbolico permette di datare la realizzazione di queste figure a poco meno di tremila anni fa, nel corso dell’età del Ferro. I petroglifi della Sassella sembrano in dialogo con quelli rinvenuti a breve distanza di distanza, alla Ganda di Castione Andevenno, confermando l’eccezionale valore del versante vitato della Sassella, vero e proprio paesaggio culturale, costruito dall’Uomo a partire da tempi molto remoti.

Il progetto di valorizzazione e apertura al pubblico

I lavori che hanno permesso di portare alla luce questi importanti segni incisi sono frutto di una condivisione d’intenti tra la proprietà dei terreni e la Soprintendenza. Circa un anno fa, infatti, Sergio Schena, che aveva rilevato da poco l’area, ha proposto di sistemare a sue spese il percorso d’accesso che dalla strada conduce alla roccia, che versava in uno stato d’abbandono. A partire da questa disponibilità si è costruito un percorso condiviso per la valorizzazione e l’apertura al pubblico di questo eccezionale monumento di arte rupestre a lungo dimenticato nei vigneti della Sassella. Nei prossimi mesi sarà, infatti, completata la messa in sicurezza del percorso d’accesso e l’area sarà dotata di un impianto di illuminazione e di un apparato informativo. Più a lungo termine la proprietà mira a recuperare anche gli edifici storici della Sassella, i casali e il torchio per toglierli dall’attuale stato di abbandono.

"Come società benefit abbiamo a cuore il territorio in tutti i suoi aspetti, sociali, culturali e storici - sottolinea Sergio Schena, di Schena Assicurazioni Generali Sondrio Garibaldi, proprietario del terreno -: grazie a questa scoperta e al pregevole lavoro svolto dai tecnici della Soprintendenza il patrimonio storiografico locale si arricchisce ulteriormente aprendo interessanti prospettive per la valorizzazione dell'arte rupestre di epoca preistorica. Per la zona della Sassella e per la città di Sondrio rappresenta un'opportunità anche in ottica turistica. Per noi è dunque motivo di grande soddisfazione aver contribuito a un'iniziativa che seguiremo con interesse garantendo il nostro sostegno per il completo sviluppo del sito".

Un parco delle incisioni tra Sondrio e Castione: le prime visite guidate

Le nuove figure rinvenute alla Sassella saranno presentate al pubblico nel corso di una giornata di visite guidate gratuite in programma per la tarda primavera. Le visite saranno inserite nel programma di iniziative “La memoria delle rocce” che da alcuni anni promuove la conoscenza e la valorizzazione dell’eccezionale patrimonio d’arte rupestre della Provincia di Sondrio.

La roccia della Sassella arricchisce il ricco quadro delle manifestazioni d’arte rupestre presenti nei terrazzi al confine tra i comuni di Castione Andevenno e Sondrio. Qui, infatti, in una manciata di chilometri si concentrano alcuni importanti siti: la grandiosa roccia istoriata della Ganda, il masso altare di Triangia e le numerose rocce e i massi coppellati distribuiti sul versante compreso tra Castione e S. Bartolomeo. Si tratta di un’area a notevole densità di rinvenimenti d’arte rupestre, che denuncia l’esistenza di un importante insediamento dell’età del Ferro, che non è ancora stato individuato.

La collocazione di queste evidenze in un contesto di altissima valenza paesaggistica, a poca distanza dalla città di Sondrio, rende questo complesso di siti un’eccezionale risorsa culturale e turistica. Nei mesi scorsi si sono già tenuti degli incontri informali, che hanno riunito attorno a un tavolo, i proprietari di alcuni terreni, la Soprintendenza, i Comuni di Sondrio e Castione Andevenno, la Comunità Montana e la Provincia, per discutere della creazione di un Parco delle incisioni rupestri. Questa nuova realtà potrebbe sviluppare significative sinergie con le strutture esistenti (Museo di Storia e Arte Valtellinese, l’Ecomuseo del Monte Rolla …) e trasformarsi in un’importante opportunità di promozione territoriale.

"Questa scoperta non sarebbe stata possibile senza la disponibilità e l’entusiasmo della proprietà dei terreni. Si tratta di un esempio virtuoso di collaborazione tra privati e istituzioni pubbliche che ha come obiettivo quello di rendere accessibile a tutti questa straordinaria testimonianza d’arte rupestre. Tra i suggestivi terrazzi della Sassella, costruiti con fatica dall’Uomo, sono probabilmente nascoste altre testimonianze che attendono solo di essere riportate alla luce. Mi auguro che questo sia solo l’inizio di un percorso di valorizzazione che coinvolga anche altre realtà territoriali per far comprendere a cittadini e turisti l’importanza culturale del versante retico vitato di cui la Sassella è un prezioso biglietto da visita", ha sottolineato Stefano Rossi, funzionario archeologo della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza-Brianza, Pavia, Sondrio e Varese.




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