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La caratteristica morfologia delle rupi levigate dall'antico
ghiacciaio, lo
spettacolo mirabile delle arci naturali elevatisi
fra l'alveo del
Roasco irruente e la piana dell'Adda placata,
i ruderi ancora
grandiosi dei vetusti castelli e del vetere tempio
dei
santi Faustino e Giovita, il sacro poema glifico reviviscente
su le curve pagine
rupestri, il deposito antiquario tuttora occulto:
tutto
proclama la necessità che il dosso del castello assurga
alla
pubblica dignità di «riserva geologica e archeologica»".
Davide
Pace, 1970
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