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Il MAESTRO
Quelle che esprimerò sono naturalmente convinzioni e punti di vista personali: fanno parte di ciò che mi piace definire “le mie piccole verità”, o anche “le mie verità progressive”. Ma potrebbero non essere le “vostre” verità. L’importante è che la “nostra”
verità sia autenticamente nostra, che scaturisca dal cuore
e che non sia indotta da un’autorità esterna.
Queste considerazioni inevitabilmente mi
richiamano alla mente il capitolo finale de Il Destino come Scelta
(1), intitolato "La vita quotidiana
come rituale", che esprime osservazioni sui gruppi esoterici.
Parole da meditare, poiché, se non vi è già successo, presto o tardi potrebbe capitare anche a voi di avvertire una sollecitazione interiore che vi spinge a domandarvi se ancora sussistano quei presup-posti che, all’origine, vi avevano indotto ad unirvi ad un certo gruppo... Sono ancora vivi e attuali? Qualcosa è mutato? Siete mutati voi, o è mutato il gruppo... oppure entrambi? Se le risposte che vi darete sanzioneranno che è giunto il momento del distacco, sappiate che sarà un momento doloroso, talvolta lacerante. Scegliere la solitudine richiede forza. Se avete frequentato attivamente il vostro gruppo per un lungo periodo - diciamo per qualche anno - certamente vi sentirete legati da un senso di amore autentico, da stima e dall’emozionante esperienza di una crescita comune. Lasciando il gruppo, vi potrà sembrare di tradire... Se vi succede chiedetevi se, rimanendo, non tra-direste voi stessi. C’è una frase molto illuminante nella citazione riportata sopra – ed è “Se uno avverte un’affinità in una determinata associazione, significa che può ancora profittare dei suoi insegnamenti, e allora questa associazione gli sarà utile”. Secondo Dethlefsen, è il singolo che “profitta” del gruppo… non viceversa: le rispettive funzioni sono chiare, non vi pare? Le parole di Dethlefsen mi capitarono sotto gli occhi una settimana dopo che, con grande pena, mi ero staccato dal gruppo entro il quale - con entusiasmo e dedizione - avevo operato per cinque anni. Fu come se da Lassù qualcuno mi battesse sulla spalla per rassicurarmi che avevo fatto la cosa giusta. Fra i membri di un gruppo esoterico vi è sempre
abbondanza di abbracci e di baci... Può succedere che, quando il
gruppo si identifica fortemente con il carisma del leader, si instauri
un clima di vera e propria sudditanza psicologica. Le tecniche della dominazione
hanno tanto più successo, quanto più il singolo adepto,
più o meno inconsciamente, accetti di identificarsi con il gregario,
che, in quanto tale, è veramente felice e appagato solo quando
conquista l’ambita... posizione ascellare sotto l’ala
del leader. Metti anche in conto che molto probabilmente sarai
tacciato - in modo più o meno palese - di ingra-titudine e di egoismo.
Non stupirti se diranno di te: “Fin che gli ha fatto comodo,
ha attinto alle energie del gruppo o del maestro Tal del Tali, ed ora
lo abbandona” (“Chi non è con me, è contro
di me”... purtroppo questo è uno schema di chiusura mentale
abbastanza frequente). È verissimo, hai certamente attinto energie;
ma solo nella misura in cui ne hai profuse.
Non crearti questi problemi: la partita energetica, in questi casi, è
pari e patta. Se i legami di amore, di stima sono veri da entrambi le parti, cioè se eri amato e stimato per te stesso/a, non in quanto membro omologato del gruppo, "non lasciarti sgomentare dagli addii. Un addio è necessario prima che ci si possa ritrovare. E il ritrovarsi dopo momenti o esistenze è certo, per coloro che sono amici" (2). Ma se non c’è vera amicizia, un’amicizia senza sottintesi, un’amicizia che sgorga dal cuore e che si fonda anche sulla stima - non perdi niente... o meglio, perdi solo un’illusione. Che significa "essere in cammino"? o anche "essere sul Sentiero"? Vogliono dire camminare, andare avanti, procedere, muoversi... Insomma, un concetto antitetico a quello di staticità. “Essere in cammino” non vuol dire andarsi a trovare una tana calda e protetta ove fermarsi, e dove qualcun altro pensi per noi, ci dica che cosa sia bene per noi, o ci tiri più o meno dolcemente le briglie per mantenerci inquadrati verso un dato obiettivo. Queste mie considerazioni riflettono semplicemente
una mia personale visione di possibili problematiche nell’ambito
di un certo tipo di gruppi esoterici. Come abbiamo già messo in
evidenza, Dethlefsen afferma che un gruppo con il quale ci si senta affini
può essere estremamente utile. E niente è più vero.
Userò ora una metafora per esprimere con più chiarezza il
mio pensiero in questo ambito. E ora meditiamo sulle parole di un autentico Maestro. Guarigione Esoterica, il quarto volume della ponderosa bibbia teosofica Trattato dei Sette Raggi, si apre con “un estratto da una dichiarazione fatta dal Tibetano”, il Maestro Djwal Khul, Colui che dettò ad Alice A. Bailey l’intera opera. Ecco le sue parole:
Più chiaro di così…. Vorrei aggiungere una riflessione. La nostra anima, quando decise che era tempo di incarnarsi nella realtà tridimensionale, si scelse un percorso di apprendimento. In quanto esseri incarnati, l’adempimento di questa missione è l’unico, vero, profondo dovere che abbiamo verso la vita. La nostra unica responsabilità è quella di procedere al meglio delle nostre capacità lungo il Sentiero che ci siamo tracciati, ascoltando e cercando di ubbidire alla voce del Maestro interiore che sale dal cuore. E quindi, non vi può mai essere obbligo di obbedienza verso autorità spirituali esterne a noi. Ai Maestri veri sia tributato tutto il rispetto e la gratitudine di cui siamo capaci - magari anche amore, purché sgorghi spontaneo dal cuore... e - perché no? - devozione, se questo sentimento fa parte della cultura che abbiamo abbracciato. "Ai piedi del Maestro" è il titolo dell'opera prima, che un giovanissimo Krishnamurti (4) pubblicò sotto lo pseudonimo di "Alcione", e che esprime un concetto orientale di obbedienza estatica nei confronti del proprio Maestro. Lo scrisse quando era ancora sotto la tutela - probabilmente illuminata, ma certamente ferrea - esercitata nei suoi confronti sin da quando egli era tredicenne, dai teosofi Annie Besant (5) e Charles W. Leadbeater (6). Ma nel 1929, dopo essersi "affrancato" dalla loro tutela, Krishnamurti sciolse l'organizzazione di cui era stato proclamato leader, annunciando al mondo che non desiderava avere discepoli. Se avremo la grande fortuna di incontrare un Maestro vero nel corso della nostra vita (7), la Sua luce illuminerà un tratto del nostro Sentiero, per mostrarci il terreno più solido ove posare il piede ad una svolta importante del percorso; ma il Maestro vero non ci abbaglierà, non agirà in nostra vece, non ci toglierà le castagne dal fuoco, non ci toglierà potere. Il libero arbitrio è sacrosantamente nostro. Ripeto che è una benedizione e una grande fortuna incontrare un Maestro vero, perché la Sua fun-zione è quella di ispirarci e di illuminare le risposte che il nostro cuore già custodisce nel profondo, ma delle quali non è ancora consapevole. Così facendo, il Maestro accelera il nostro procedere sul Sentiero, imprimendo una calibrata spinta energetica verso la meta che noi stessi abbiamo scelto prima di incarnarci nella tridimensionalità. E ancora… Chi usa la propria energia e il proprio
carisma per influenzarci sta abusando di noi ed è in caccia di
adepti, sui quali esercitare il proprio potere. Forse questa persona nel
passato è stata un Maestro; ma le lusinghe della materia
hanno avuto la meglio (magari temporaneamente). Anche il Maestro Gesù
fu tentato nel deserto… Certo le sue energie sono sempre molto potenti,
perché questa è la sua struttura... ma le sta usando per
fini che non sono esattamente quelli che hanno motivato la Sua incarnazione. Vi esorto, o meglio, vi consiglio ad essere discriminanti. È spiritualmente corretto essere discriminanti ed esercitare prudenza nei confronti di chi si annuncia come Maestro, perché non è poi così infrequente incontrare persone che abbiano acquisito molte conoscenze e sviluppato notevoli facoltà mentali e potere carismatico, tanto da influenzare facilmente l’altrui volontà. È inevitabile che anche i Maestri veri che si incarnano - cioè che hanno espresso il voto d’amore di tornare tra noi per aiutarci, accettando così le insidie della vita fisica - non siano per nulla esenti da prove e tentazioni. Come ho appena accennato, perfino Gesù fu tentato nel deserto. “La Divinità stessa procede verso la perfezione” - scrive la Bailey (V. pag. 27 di “Guarigione Esoterica”). L’insidia della prova è sempre proporzionata al livello evolutivo e all’energia della persona che deve superarla. Ciò che per l’uomo comune non è che una piccola défaillance, per il Maestro può rap-presentare un importante scivolone karmico. Sia il compiacimento per il potere generato dal proprio carisma, che i piaceri terreni, possono tradi-re il Maestro e legarlo al piano fisico. Non credo che sia un evento così infrequente. Dunque anche il sentiero terreno di un Maestro incarnato è cosparso qua e là di insidiose bucce di banana. Questa è una riflessione in più che, a mio avviso, consiglia di mantenere sempre la propria autono-mia di giudizio e il proprio potere.
NOTE 1. Thorwald Dethlefsen - "Il Destino come Scelta - Psicologia Esoterica" - Edizioni Mediterranee - da pagina 193 2. Richard Bach: "Illusioni" - Ed. SuperPocket Rizzoli 3. La Teosofia prevede la seguente gerarchia, che corrisponde ai vari livelli raggiunti nell'evoluzione spirituale consape- vole: Maestro, discepolo, aspirante. Djwal Khul è uno dei Maestri di Shamballa. 4. J. Krishnamurti nacque nel 1895 nel sud dell'India da una famiglia di brahmani, fu educato in Inghilterra e morì in California nel 1986. È universalmente considerato un grande maestro spirituale. Ha lasciato molti scritti, tra i quali cito il suo "Diario", il suo "Taccuino" e "Dove il tempo finisce", un affascinante confronto con uno dei sommi fisici quantistici occidentali, David Bohm. 5. Annie Besant accompagnò Krishnamurti in Inghilterra, nel 1910, quando questi era appena quindicenne. La Besant, che molto si adoprò per la liberazione della donna, era affiliata anche a "Le Droit Humain", un'obbedienza massonica francese, ove vigeva la parità tra i sessi . 6. Charles Webster Leadbeater (1947-1934), esponente della chiesa inglese (era monsignore) e della società teosofica, fu uno dei più grandi chiaroveggenti occidentali. Ha lasciato testi fondamentali , quali "L'uomo visibile e l'uomo invisibile", "I Chakra", "Forme Pensiero", scritto con Annie Besant. 7. Anche il Dalai Lama, all'inizio, ha bisogno di insegnanti... 8. "Vita e insegnamenti dei Maestri del lontano oriente" - Ed. Il Punto d'incontro. 9. Ibidem - pagina 190
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