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L'angolo della Musica: Bande musicali

Concerto bandistico “Mario Aloe”

 

 

Concerto bandistico “Mario Aloe” - Città di Amantea

Il Concerto bandistico prende il nome dal Maestro Mario Aloe (1899-1965), autore di un ricco repertorio musicale, rifondatore e direttore professionale e creativo per oltre un cinquantennio, oltre che promotore della cultura musicale.

(foto e testo sono tratti da una locandina
del Concerto Bandistico Città di Amantea
“Mario Aloe”)

 

Storia del Concerto Bandistico “Mario Aloe” – Città di Amantea

A cura di Dino Posa

La Banda musicale “MARIO ALOE” – Città di Amantea venne costituita durante il 1850 per iniziativa dell’Amministrazione Comunale e grazie alla particolare sensibilità per la musica che a quell’epoca si diffondeva nella nostra città.

Furono Giovanni Di Lauro e Luigi Cavallo, succedutisi nella carica di “Primo Cittadino”, ad incentivarne la nascita, grazie anche alla grande opera del Maestro Achille Longo, appassionato musicista della provincia di Reggio Calabria che, chiamato ad organizzare la Banda cittadina, addirittura si trasferì con la propria famiglia nella nostra città.

E fu in Amantea, negli anni a seguire, che vide la luce il figlio Alessandro, figlio d’arte, che divenne Direttore del Conservatorio di Napoli.

Furono anni epici in cui ogni musicante doveva provvedere da sé ad ogni necessità, anche musicale, ma la passione e l’amore verso la musica erano così intensi che ogni difficoltà si trasformava in aneddoto da poter raccontare ai più giovani.

Erano tempi in cui i giovani del luogo si facevano onore e dimostravano la grande inclinazione artistica del popolo amanteano.

Ciò contribuì notevolmente alla diffusione nel territorio calabrese del buon nome che già si era creato, per altri versi, la nostra città.

Era un’epoca in cui percorrere chilometri a piedi per esibirsi, ad esempio, a Cosenza diventava più un divertimento ed una gran festa di gruppo che non una grande fatica e dove il valore umano e sociale prevaleva sulle prostrazioni e le sofferenze di quella vita e quella società.

E con ottimi risultati, direi!

Infatti, nonostante le guerre, le carestie e le sofferenze, la tradizione di Amantea non ha mai tralasciato l’impulso musicale, arrivando, per alcuni periodi, come accade oggi, ad avere ben due Bande musicali cittadine.

Segno sì di antagonismo, a volte di natura sociale, ma anche di un’inclinazione per la musica che si è sempre distinta in tutti gli amanteani.

Grandi direttori si sono alternati nell’arco degli anni: dal Maestro Achille Longo all’attuale Maestro Roberto Francescano, ricordiamo le qualità del Maestro Luciani, del Maestro Fiorillo che ha lasciato meravigliose composizioni, del Maestro Ferrante, del “Grande Maestro” Mario Aloe, artefice delle pagine più belle della banda, del Maestro Luigi Buffone, umile ed operoso artista, del Maestro Francesco Curcio, apprezzato anche per le sue qualità umane, il Maestro Nicola Politano, autodidatta di grandi pregi e compositore di notevole spessore, fino ad arrivare al Maestro Tommaso Colloca, chiamato a guidare le sorti della banda dalla vicina Lamezia Terme.

Tutti Maestri di grande qualità artistiche che hanno lasciato un’impronta indelebile nella banda e nei ricordi di vita di tutti gli amanteani.

Ma la figura che maggiormente ha lasciato il segno nella tradizione della Banda, e non solo, è senza dubbio il Maestro Mario Aloe.

Al suo nome si affianca immediatamente, nella memoria dei nostri concittadini, la marcia funebre “Venerdì Santo”.

E’ la marcia che risveglia grosse sensazioni ed emozioni particolari in ogni amanteano: dà inizio a quella che viene considerata da tutti noi la Processione per antonomasia nella nostra città, la Processione delle Varette del Venerdì Santo.

Ma sono più numerose, anche se non altrettanto famose, le composizioni elaborate dal Maestro che gli valsero attestati ed elogi in varie parti d’Italia.

Uomo senza compromessi ma libero e di grande e profonda umanità, fu insignito di medaglia d’oro alla memoria dall’Amministrazione comunale.

Dall’esempio e dal ricordo che ha lasciato, la Banda ne conserva e ne deve conservare la denominazione, ma anche l’impulso a rendere più incisiva e convincente la propria attività.