LA GRAVIMETRIA
Con la gravimetria si cercano quelle anomalie di gravità (cioè le variazioni del valore di g) causate da fatti strutturali di grande portata come le variazioni di spessore della crosta o la presenza di un bacino colmato di rocce sedimentarie, che sono relativamente più leggere, o di giacimenti petroliferi; con una opportuna elaborazione delle carte si può anche arrivare a mettere in evidenza delle strutture minori. L’area da investigare viene coperta da una serie di misure (ad esempio una ogni km2) ed i risultati, opportunamente elaborati, danno mappe che vengono utilizzate per avere informazioni sulla presenza e sull’estensione di regioni di interesse geologico, minerario o petrolifero.
Lo strumento che misura la gravità ha il nome di gravi-metro. Esso si basa sulla legge del pendolo che lega il periodo (T) di un pendolo di lunghezza l al valore di g secondo la formula g=4p2 l/T2. Misurando T e conoscendo l è possibile ricavare il valore di g. Attualmente non si usano pendoli veri e propri ma strumenti di quarzo molto più stabili e precisi, però la fisica alla base della misura è la stessa del pendolo. L'unità di misura dell'anomalia di gravità è il Galileo (Gal) che corrisponde a 10-2m/s2 (cioè circa ad 10/00 di g) anche se in geologia si preferisce usare il mGal=10-5m/s2. La sensibilità di un moderno gravimetro è 0,01 mGal; le anomalie terrestri maggiori hanno valori di circa 10-100 mGal. (Testo ripreso ed elaborato da "www.geologia.com" e da "www.eniscuola.net")
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