Salvare o perdere una vita umana
IL RESTO DEL CARLINO
Ancona, 23 giugno 2002
IL GESTO GENEROSO DI MARCO, HA DONATO GLI ORGANI
ANCONA — Le sue condizioni erano apparse subito molto gravi. Tanto che dal
reparto di neurochirurgia Marco Coltrinari, 27 anni di Chiaravalle, era
stato trasferito nella divisione della rianimazione dell'ospedale di Torrette.
Molto serie le ferite riportate mercoledì sera nello schianto in moto contro
un'auto, in viale don Minzoni, a Jesi. Il cuore di Marco ha cessato di battere
venerdì pomeriggio. E come ultimo gesto di una vita generosa, Marco ora
consentirà ad altre persone di vivere: l'équipe della divisione della
rianimazione
del professor Testasecca è stata infatti impegnata tutta la notte per un
prelievo totale d'organi. Il cuore è andato a Verona, il fegato a Udine,
il pancreas al San Raffaele di Milano, i reni al Niguarda di Milano e a Udine, le cornee alla banca delle cornee di Pavia. Marco Coltrinari abitava
in via Torquato Tasso, a Chiaravalle. Dopo gli studi all'istituto professionale
di Jesi, aveva trovato un impiego nella lavanderia dell'ospedale «Salesi»
di Ancona. Marco amava la moto. E proprio questa passione lo ha privato
della vita, strappandolo all'affetto della moglie Romina Bedini, con la
quale si era sposato 5 anni fa, della sorella più grande Marta e dei suoi
genitori. «Un ragazzo estroverso, simpatico, molto attaccato alla vita e
al lavoro» così lo ricordano in lacrime gli amici più intimi. «Era sempre
pronto a divertirsi e a contagiare gli altri con la sua allegria e la voglia
di fare. Ma Marco, testimone di Geova, era soprattutto un generoso». La
sua generosità si è concretizzata con l'autorizzazione al prelievo degli
organi. L'incidente che gli è costato la vita si è verificato mercoledì,
attorno alle 19.30 in viale don Minzoni a Jesi. P.V., residente a Staffolo,
a bordo di una Citroen Xsara stava eseguendo una manovra per svoltare in
direzione del centro. Si apprestava a fermarsi per immettersi nella corsia
opposta. In quell'istante è sopraggiunto Marco che a bordo della sua moto
ha violentemente tamponato l'auto. Prima il ricovero a Jesi, poi il
trasferimento
a Torrette. Ma nell'ospedale regionale il ragazzo è spirato. Il funerale
si svolgerà domani a Chiaravalle.
Andrea Massaro
Fabrizio Ilacqua
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Questo tristissimo fatto di cronaca induce ad alcune
riflessioni sul modo in cui, attualmente, i testimoni di Geova considerano i trapianti.
Si parlò per la prima volta di questo argomento nella rivista La Torre di Guardia del 15 marzo 1963,
nella rubrica Domande dai lettori a pagina 192:
Vi è qualcosa nella Bibbia che sia contrario a dare i propri occhi
(quando si è morti) perché siano trapiantati in una persona vivente? - L.C.,
Stati Uniti.
Il fatto di mettere il proprio corpo o parti del proprio corpo a
disposizione degli scienziati o dei medici per fare esperimenti scientifici o
per fare trapianti in altre persone è disapprovato da certi gruppi religiosi.
Tuttavia, non pare che vi sia implicato alcun principio o legge
scritturale. È quindi una cosa che ognuno deve decidere da sé. Se una persona
è convinta nella propria mente e nella propria coscienza che sia giusto farlo,
può provvedere a tal fine, e nessun altro dovrebbe criticarla per tale gesto.
D'altra parte nessuno dovrebbe essere criticato se rifiuta di prendere tale
provvedimento.
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Nel 1963 la questione veniva lasciata alla decisione individuale,
dato che "pareva" non vi fossero 'implicati principi o leggi
scritturali' che rendessero illecito il trapianto. Chi acconsentiva ad un trapianto o
alla donazione di organi non veniva quindi giudicato od espulso. Tutto questo
fino al 1967. In quell'anno, infatti, il Corpo Direttivo dei testimoni di Geova
riuscì a trovare nella Bibbia dei 'principi e delle leggi scritturali' secondo i quali i
trapianti dovevano essere ritenuti illeciti. Si affermò, senza lasciare spazio ad alcuna incertezza, che queste nuove vedute
rappresentavano la volontà di Dio.
La Torre di Guardia (ed. italiana) del 15 marzo 1968, p. 190-192, Domande dai lettori.
In questo affare sono implicate diverse questioni, compresa la
correttezza dei trapianti e delle autopsie di organi. Molto spesso l'emozione
umana è il solo fattore considerato quando individui decidono queste cose.
Sarebbe bene, però, che i cristiani considerassero i
princìpi scritturali da applicare e che prendessero quindi le decisioni
in armonia con questi princìpi in modo da piacere a Geova. - Atti 24:16.
Primariamente, sarebbe bene tener presente che le operazioni di
trapianto di organi, come quelle che ora si fanno nel tentativo di riparare il
corpo o di prolungare la durata della vita, non si usavano migliaia di anni fa,
per cui non ci possiamo aspettare che nella Bibbia si trovi la legislazione sul
trapianto di organi umani. Tuttavia, questo non significa che non abbiamo su
tali questioni nessuna indicazione della veduta di Dio.
Quando Geova autorizzò per la prima volta gli uomini a mangiare
carne animale, spiegò la cosa a Noè in questo modo: "Il timore di voi e
il terrore di voi continuerà su ogni creatura vivente della terra e su ogni
creatura volatile dei cieli, su ogni cosa che si va muovendo sulla terra e su
tutti i pesci del mare. Essi sono dati ora in mano vostra. Ogni animale
che si muove ed è in vita vi serva di cibo. Come nel caso della verde
vegetazione, vi do in effetti tutto questo. Solo non dovete mangiare la carne
con la sua anima, col suo sangue". (Gen. 9:2-4) Questa autorizzazione fu
data a Noè, da cui discende ora ogni persona vivente. Per cui, si applica a
tutti noi.
Gli uomini furono autorizzati da Dio a mangiare carne animale e
a sostentare la propria vita umana sopprimendo la vita degli animali, sebbene
non fosse permesso loro di mangiar sangue. Includeva questo il
mangiare carne
umana, sostentando la propria vita per mezzo del corpo o di parte del corpo di
un altro uomo, vivo o morto? No! Questo sarebbe stato cannibalismo, una pratica
aborrita da ogni persona civile. Geova fece una chiara distinzione fra la vita
degli animali e la vita degli uomini, essendo stato il genere umano creato a
immagine di Dio, con le sue qualità (Gen. 1:27) Questa distinzione è resa
evidente dalle Sue successive parole. Dio proseguì mostrando che la vita
dell'uomo è sacra e non dev'essere soppressa a volontà, come può farsi con
gli animali da usare per nutrirsi. Mostrando mancanza di rispetto per la
santità della vita umana l'individuo si rendeva soggetto alla soppressione
della sua propria vita. - Gen. 9:5,6.
Quando un organo è malato o infetto, di solito la salute si
ristabilisce prendendo sostanze nutrienti. Il corpo usa il cibo ingerito per
riparare o sanare l'organo, sostituendone gradualmente le cellule. Quando gli
uomini di scienza concludono che questo processo normale non funzioni più e
suggeriscono di rimuovere l'organo e di sostituirlo direttamente con l'organo di
un altro uomo, questa è semplicemente una scorciatoia. Quelli che si
sottopongono a tale operazione si sosterranno quindi della carne di un altro
uomo. Questo è cannibalesco. Comunque, autorizzando l'uomo a mangiare carne
animale Geova Dio non diede agli uomini il permesso
di cercar di perpetuare la propria vita mettendo cannibalisticamente nei loro
corpi carne umana, sia masticandola che nella forma di interi organi o parti del
corpo tolte da altri.
È interessante notare che nella sua considerazione del
cannibalismo l'Encycloædia of Religion and Ethics, edita da James
Hastings, Volume III, pagina 199, ha una sezione designata "Cannibalismo
medico". Essa indica che questo si associa all'idea di ottenere forza o
virtù medica dalla carne di un altro uomo, aggiungendo: "Il più
rimarchevole esempio di questa pratica si verifica in Cina. Fra i poveri non è
insolito che un membro della famiglia tagli un pezzo di carne dal braccio o
dalla gamba, il quale è cotto e quindi dato a un parente malato.... L'intera
superstizione in Cina è certo connessa all'idea che mangiando del copro umano
il mangiatore si rafforzi.... Fra i selvaggi si riscontra la pratica di dar da
bere all'uomo malato del sangue preso dalle vene di un parente". Alcuni
potrebbero argomentare che le pratiche terapeutiche seguite nelle moderne
operazioni di trapianto di organi siano più scientifiche di tale trattamento
primitivo. Ciò nonostante, è evidente che gli uomini i quali praticano la
medicina non hanno superato i trattamenti che ammontano al cannibalismo dal
momento che questi son ritenuti giustificati.
La scienza moderna ha sviluppato molti diversi tipi di
operazioni che si compiono su parti del corpo umano, alcune che sono
comuni e di solito hanno successo e altre che sono sperimentali e
spesso non hanno successo. Non spetta a noi decidere se tali
operazioni siano consigliabili o garantite dal punto di vista
scientifico o medico. Sarebbe bene, però, che i cristiani i quali
debbano prendere una decisione del genere considerassero l'indicazione
del punto di vista di Dio presentato dalle Scritture. - Efes. 5:10.
Attualmente i ricercatori scientifici cominciano a
usare parti artificiali o animali dove in precedenza si ritenevano
necessarie parti umane, come nel caso dei trapianti di cornea. (Si
veda, per esempio, Science News del 21 maggio 1966.pagina 396,
e il Time del 28 aprile 1967, pagine 68 e 70). Se di queste
operazioni faranno più ampio uso, non lo sappiamo. Nè possiamo
decidere se il cristiano debba accettare qualche parte di animale per
trapianto; questo spetta alla decisione personale. (Gal. 6:5)
Comunque, possiamo essere sicuri che nel futuro verrà il tempo in cui
tutte le operazioni mediche umane non saranno necessarie. (Riv. 21:4)
I cristiani hanno la chiara prova che è vicino il nuovo ordine in cui
Geova il Grande Medico, per mezzo di Gesù, farà guarigioni oltre i
limiti della scienza medica odierna. - Mar. 8:22-25; Giov. 11:43,44;
Atti 3:6,7; Matt. 12:15.
Che cosa si dovrebbe fare, però, quando si chiede a
un cristiano di provvedere un organo da usare in un'altra persona o di
permettere che venga usata in tal modo la parte del corpo di un caro
deceduto? Potremmo chiedere: Se il cristiano ha personalmente deciso
di non voler sostentare la propria vita con la carne d'un altro uomo
imperfetto, potrebbe egli secondo coscienza permettere che parte della
sua carne venisse usata in quel modo per sostentare qualcun altro?
Perfino dal punto di vista medico c'è qualche dubbio
circa la saggezza e l'etica di alcuni trapianti. Un medico ha trattato
questo pubblicamente negli Annals of Internal Medicine, citando
i risultatati di 224 operazioni di trapianto del rene. Nella
maggioranza dei casi quelli che han ricevuto il trapianto non hanno
sopravvissuto all'operazione più di un anno. Quindi, commentando i
pericoli del volontario che dona uno dei suoi reni, il medico chiese:
"È giusto sottoporre una persona sana ... alla possibilità ...
di abbreviare la sua vita di 25 o 30 anni per prolungare la vita di un
altro di 25 o 30 mesi o meno?". Riferendo su ciò, Newsweek
del 2 marzo 1964, a pagina 74, aggiunse che il medico "non offre
nessuna conclusiva risposta, ma suggerisce la domanda che dev'essere
fatta più spesso".
Allorchè bisogna decidere sul da fare del proprio
corpo o del corpo di un caro deceduto, di cui un cristiano sia
responsabile, non si dovrebbero trascurare le parole dell'apostolo
Paolo in Romani 12:1: "Vi supplico per le compassioni di Dio,
fratelli, di presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo,
accettevole a Dio, sacro servizio con la vostra facoltà di
ragionare". I battezzati cristiani han dedicato la loro vita,
compreso il loro corpo, a fare la volontà del loro Creatore. In vista
di ciò, può tale persona donare il proprio corpo o una parte di esso
onde medici o altri ne facciano un uso non limitato? Ha l'uomo il
diritto, per concessione di Dio, di dedicare gli organi del proprio
corpo all'esperimento scientifico? È giusto che permetta di far
questo del corpo di una persona cara? Queste sono domande che meritano
una seria considerazione.
Da non trascurare è l'uso che potrebbe farsi di un
corpo morto. Il cristiano che, mentre è in vita, ha rifiutato di dare
il proprio sangue perché fosse usato come trasfusione per qualche
altra persona, consentirebbe che il suo corpo sia dato a un gruppo o a
una persona e forse in quel tempo ne sia tolto il sangue per
trasfonderlo, come è stato fatto di alcuni cadaveri? (Si veda, per
esempio, Svegliatevi! [solo in inglese] del 22 ottobre 1962,
pagina 30). Una persona potrebbe ritenere di poter stipulare che il
suo corpo non sia usato in quel modo; ma se molti che hanno autorità
si rifiutano di attenersi ai desideri del cristiano circa il sangue
quando egli è vivo, quale ragione c'è per credere che mostreranno
più rispetto per i suoi desideri dopo la sua morte? Userebbero i suoi
organi in cannibaleschi esperimenti medici?
Il nostro corpo è una creazione di Geova Dio. (Sal.
100:3; 95:6; Giob. 10:8) I cristiani possono
consentire che si compia un'operazione chirurgica necessaria, come la
rimozione di un arto malato, ma non mutilano
inutilmente il loro corpo creato da Geova. Permettendo che un
corpo sia mutilato dopo la morte si mostrerebbe
forse rispetto per la creazione di Dio? È vero che in alcuni
casi ci possono essere esigenze legali che i cristiani devono
osservare, come quando la legge richiede l'esame dopo la morte per
determinare la cause del decesso (Rom. 13:1,7; Mar. 12:17) In tali
casi il parente più stretto può richiedere che gli organi non siano
rimossi per il trapianto o ulteriore uso. In questo modo, sebbene si
possa richiedere l'autopsia, il cristiano può prevenire l'indebito
uso del corpo della persona cara. Ma quando tali leggi non si
applicano, il cristiano può decidere in tal modo che si evitino non
necessarie mutilazioni e ogni possibile uso indebito del corpo. Così
sarà in grado di avere una coscienza serena dinanzi a Dio. - 1 Piet.
3:16.
Da questa considerazione dovrebbe risultare evidente
che i cristiani i quali sono stati illuminati dalla Parola di Dio non
devono prendere queste decisioni semplicemente in base al capriccio o
all'emozione. Possono considerare i princìpi
divini riportati nelle Scritture e servirsene per prendere
decisioni personali mentre si rivolgono a Dio per essere guidati,
confidando in lui e riponendo la loro fiducia nel futuro che egli
riserva a coloro che lo amano. - Prov. 3:5,6; Sal. 119:105.
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Dopo la pubblicazione di questo articolo i trapianti vennero tassativamente
vietati e i testimoni di Geova che avessero acconsentito ad un trapianto per salvare la
propria vita o quella dei propri cari sarebbero stati disassociati. La rivista
non lasciava alcun dubbio in merito al fatto che accettare un trapianto
significasse disubbidire alla "volontà di Geova". Il fatto che
si parli di "decisioni personali" non dovrebbe far pensare che ai
Testimoni fossero consentite scelte diverse. Non si trattava, infatti, di una questione
"di coscienza" (bisognerà aspettare qualche anno per questo,
come viene mostrato più avanti) ma di una "decisione personale" che, nel linguaggio
"teocratico", vuol dire che i singoli TdG si assumevano ogni
responsabilità per le conseguenze del loro rifiuto. È il classico
linguaggio che viene usato quando si parla di argomenti che possono esporre la
Società a problemi di carattere legale per via delle sue direttive sulla salute
e la vita degli adepti [nota]. Nessun Testimone si sottopose a
trapianti in tutti quegli anni e chi lo fece venne sanzionato
dall'Organizzazione. Alle persone che li interpellavano sulla loro posizione,
i TdG dicevano, senza esitare e senza lasciare alcuno spazio a scelte o idee
diverse, che "i trapianti sono una forma di cannibalismo", che "sono
inaccettabili per i veri cristiani", che "i cristiani preferiscono morire
piuttosto che acconsentire ad essi" (si veda l'articolo in fondo a questa
pagina). Molte
riviste in seguito contribuirono a "demonizzare" ulteriormente questa
pratica medica, arrivando al punto di associare i trapianti allo spiritismo (Svegliatevi!
8/12/1968, p.16). I
Testimoni si adeguarono unanimemente alla nuova veduta, con conseguenze
drammatiche. Ecco, per esempio, quello che si leggeva nella Torre
di Guardia del 1/6/1970, p. 349, a proposito di un giovane Testimone a cui
dovette essere asportato un rene:
«Il giorno prima dell'operazione il capo
dell'equipe per i trapianti di reni venne a chiedermi se accettavo di
mettere il rene cui rinunciavo a disposizione di un giovane paziente i cui reni
avevano smesso di funzionare. Pare che, sebbene l'arteria che alimentava il rene
non funzionasse, il rene stesso fosse in ottime condizioni. Il
medico desiderava avere il mio rene, ma gli spiegai che come testimone di Geova dovevo conformarmi a quello che indica
la legge di Dio al riguardo. Gli
dissi che avrebbe ricevuto una franca ed esauriente risposta alla sua domanda
dopo che avessimo considerato in famiglia ciò che dice la Parola di Dio
al riguardo. Più tardi, quel giorno, lo informammo del nostro atteggiamento
biblico rispetto alla carne umana e al suo uso, citando dalla Parola di Dio
passi attinenti. Chiese se potevo avere una buona coscienza dopo
aver negato al suo giovane paziente il mio rene. Rispondendo gli dissi che non
potevo dare il mio rene perché non mi apparteneva, e che lo si doveva usare in
armonia con la volontà di Colui che l'aveva creato. Ed egli fu costretto ad
ammettere che anche col rene non poteva garantire al suo paziente che sarebbe
sopravvissuto. Indicai che la vita futura per mezzo della promessa della
risurrezione per me e per il suo giovane paziente dipendeva dalla nostra
ubbidienza ai principi di Dio esposti nelle Sacre Scritture». (Il
grassetto è aggiunto).
Questo episodio si svolse in un grande ospedale della California
e i suoi protagonisti erano persone reali, apparentemente normali, che però in
ossequio alla loro religione decisero freddamente di non consentire a un altro
essere umano, loro prossimo, di continuare a vivere. Questo per ubbidire alle
direttive emanate dalla Società Torre di Guardia. Si può
notare come più volte si faceva riferimento ai "principi scritturali" e
alla "legge di Dio" per motivare il rifiuto di donare il rene. Quale
Testimone avrebbe osato disubbidire a quella che veniva dogmaticamente presentata come
"legge di Dio", acconsentendo ad una forma di "cannibalismo, una pratica
aborrita da ogni persona civile" e condannata da Geova?
Si trattava, certo,
di una "decisione personale", visto che riguardava direttamente e
primariamente la persona coinvolta, ma si noti che nessun Testimone avrebbe potuto accettare
senza subire conseguenze disciplinari un trapianto per sé o per i propri
cari, e nemmeno acconsentire alla donazione di organi ad altri. In questa
pagina (inglese) si può leggere la testimonianza di un uomo la cui
moglie morì, a soli 26 anni, dopo aver rifiutato un trapianto che le avrebbe
offerto buone probabilità di sopravvivenza. E cliccando
qui si può leggere
la storia di un uomo che rifiutò
un trapianto di reni. Ovviamente la proibizione
riguardava anche quei trapianti non direttamente necessari alla sopravvivenza ma
che potevano essere indispensabili per migliorare la qualità della vita. Quindi
un trapianto di cornea non era ammesso, anche se questo poteva comportare la
perdita della vista. Qualcuno pensò di aver trovato nella Bibbia un passo che
potesse legittimare questa terapia medica e scrisse alla Società. Ecco come
rispose la Watch Tower nella Torre di Guardia del 15/8/1973, pag. 512:
Domande dai lettori
Mostra Galati 4:15 la veduta che i cristiani dovrebbero avere del
trapianto di organi del corpo? - U.S.A.
Galati 4:15 dice: "Se fosse stato possibile, vi sareste cavati
gli occhi per darmeli". Qui l'apostolo Paolo usava semplicemente
una figura di linguaggio. La considerazione e l'affetto che i Galati
avevano per Paolo erano così grandi che sarebbero stati disposti a
sacrificare qualsiasi cosa fosse loro utile, sì, perfino qualcosa di
prezioso e indispensabile come i loro occhi per vedere, pur di
aiutarlo a vedere. Similmente Gesù Cristo, riferendosi all'occhio,
indicò che rappresentava qualche cosa di dotato della vista quando
disse: "Se ora il tuo occhio destro ti fa inciampare, cavatelo e
gettalo via". (Matt. 5:29) L'uso della vista per guardare
qualcosa che faceva inciampare provocando una caduta spirituale si
doveva evitare. Né Gesù né Paolo consideravano il soggetto del
trapianto di organi del corpo.
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La Società era categorica: 'Non esistono passi o scritture che
possano rendere ammissibile per i veri cristiani una pratica abominevole come quella dei trapianti, una forma di cannibalismo che
Geova non
ha mai autorizzato' (in seguito, come vedremo, un'altra "figura di
linguaggio" - un passo poetico del libro di Isaia - venne usato dalla
Società per legittimare il trapianto di midollo).
«Ci sono quelli, come i cristiani testimoni di Geova, che
considerano tutti i trapianti fra uomini come cannibalismo» - Svegliatevi! 8/11/1968, pag. 22.
«Nessuno che sia in possesso delle proprie facoltà mentali
vuole morire. La vita è preziosa, quindi l’uomo vuole vivere.
Ma il
cannibalistico uso di organi umani non è il modo di conseguire
longevità» - Svegliatevi! del 22/3/70, pag.4.
I «trapianti sono in effetti una forma di cannibalismo» - Svegliatevi!
del 22/12/72, pag. 27.
«...oggi gli uomini progettano una ‘cannibalizzazione’ in massa dei corpi»
- La Torre di Guardia del 15/6/75, pag.366.
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Dopo 13 anni, nel 1980, i dirigenti della Watch Tower Society
cambiarono idea. Ecco cosa si
leggeva nella Torre di Guardia del 1° settembre 1980, pagina 31:
Domande dai lettori
La congregazione dovrebbe intraprendere qualche azione disciplinare nei
confronti di un cristiano battezzato che accetta il trapianto di un organo umano,
come una cornea o un rene?
Il trapianto di un tessuto o di un osso umano da un uomo all’altro è una
questione che ciascun testimone di Geova deve decidere in base alla propria
coscienza. Alcuni cristiani potrebbero pensare che introdurre nel proprio corpo
qualsiasi tessuto o parte del corpo di un altro uomo sia cannibalismo.
Potrebbero sostenere che il materiale umano trapiantato ha lo scopo di divenire
parte del corpo del ricevente per conservarlo in vita e perpetuarne le funzioni.
Potrebbero non considerarlo basilarmente diverso dal mangiare carne per via
orale. Questo modo di pensare potrebbe derivare dalla constatazione che, quando
Dio consentì all’uomo di mangiare la carne di animali debitamente
dissanguati, non prese alcun provvedimento secondo cui l’uomo potesse cibarsi
della carne del suo simile. Potrebbero anche tener conto del modo in cui nei
tempi biblici era considerato il nutrirsi di carne umana. Si vedano per esempio
i racconti di II Re 6:24-30; Deuteronomio 28:53-57; Lamentazioni 2:20
e 4:10. In Giovanni 6:48-66 Gesù parlò figuratamente del mangiare la sua carne
e del bere il suo sangue. Sentendolo e non discernendo il senso spirituale delle
sue parole, alcuni dei suoi discepoli giudei rimasero turbati e smisero di
seguirlo. Questi brani biblici illustrano il modo in cui alcuni consideravano il
mangiare carne umana.
Oggi altri sinceri cristiani possono ritenere che la Bibbia non vieti
categoricamente i trapianti di organi umani. Possono ragionare che in certi casi
non ci si aspetta che il tessuto umano divenga parte permanente del corpo del
ricevente. Si dice che le cellule del corpo vengono sostituite ogni sette anni
circa, e questo vale anche per qualsiasi parte del corpo umano venga
trapiantata. Si può anche sostenere che i trapianti d’organo sono diversi dal
cannibalismo, dal momento che il "donatore" non viene ucciso per
essere mangiato. In certi casi persone prossime alla morte chiedono
esplicitamente che parti del loro corpo vengano usate per i trapianti.
Ovviamente, se il trapianto richiedesse che si prenda sangue di un’altra
persona, questo sarebbe senz’altro contrario al comando di Dio. - Atti
15:19, 20.
Chiaramente sulla questione del trapianto le vedute personali e di coscienza
variano. È ben noto che l’impiego di materiale umano su un’altra persona
varia da cose minori come gli ormoni o la cornea a organi veri e propri come i
reni e il cuore. Mentre la Bibbia vieta esplicitamente il consumo di sangue, non
c’è alcun comando biblico che vieti specificamente di introdurre nel proprio
corpo tessuti di un’altra persona. Per questa ragione ciascun individuo che
debba affrontare una decisione di questo tipo deve soppesare i vari fattori con
attenzione e preghiera, dopo di che deciderà in base alla propria coscienza
ciò che può o non può fare davanti a Dio. (Gal. 6:5) Se qualcuno accettasse
un trapianto, il comitato giudiziario della congregazione non prenderebbe misure
disciplinari nei suoi confronti.
|
Da quell'anno i testimoni di Geova possono accettare i trapianti senza
essere sanzionati. Ricordo che molti furono turbati per questa modifica e si
crearono anche delle situazioni imbarazzanti quando nel "servizio di
campo" si parlava di questo cambiamento di vedute. Alcuni a cui era
stato detto per anni che i Testimoni non avrebbero mai acconsentito ad un
trapianto ora rimanevano - giustamente - ancora più perplessi. Il primo
trapianto effettuato su una bambina figlia di Testimoni risale al 1986. La
notizia colpì molti Testimoni di mia conoscenza, dato che era la prima volta
che dei "fratelli" acconsentivano ad un trapianto. Prima del
cambiamento nell''intendimento' della Società questi genitori sarebbero stati
disassociati. Solo dopo il 1980 vennero rilasciate dichiarazioni nelle
quali la
Società Torre di Guardia riconosceva ai singoli il diritto di decidere in
merito ai trapianti: «La coscienza di alcuni
Testimoni permette loro di accettare trapianti d'organo se l'intervento è
eseguito senza sangue ... I Testimoni non pensano che la Bibbia contenga
commenti diretti sui trapianti di organi; per cui spetta al singolo Testimone
decidere in merito a trapianti di cornea, di rene o di altri tessuti» (Svegliatevi!
22/11/1982, pag.26; Opuscolo Sangue, formato rivista, 1990, pagine 16, 28).
Nel 1980 vi fu quindi un ritorno alle posizioni del
1963:
-
1963: "...non pare che vi sia implicato alcun principio o legge
scritturale. È quindi una cosa che ognuno deve decidere da sé. Se una persona
è convinta nella propria mente e nella propria coscienza che sia giusto farlo,
può provvedere a tal fine, e nessun altro dovrebbe criticarla per tale gesto".
-
1968: "...Geova Dio non diede agli uomini il permesso
di cercar di perpetuare la propria vita mettendo cannibalisticamente nei loro
copri carne umana, sia masticandola che nella forma di interi organi o parti del
corpo tolte da altri".
-
1980: "...ciascun individuo ... deciderà in base alla propria coscienza
ciò che può o non può fare davanti a Dio. ... Se qualcuno accettasse
un trapianto, il comitato giudiziario della congregazione non prenderebbe misure
disciplinari nei suoi confronti".
Il circolo si è chiuso. Oggi donare gli organi può essere considerato
un atto
generoso e altruistico. Ieri era una violazione della legge di Dio. È accaduta
la stessa cosa con le vaccinazioni (link)
- prima proibite e poi permesse - e con altri "nuovi intendimenti" che
hanno coinvolto la vita e la salute dei TdG. Per esempio, la Svegliatevi!
dell'8 agosto 1975, pag. 28, a proposito dei fattori coagulanti - ricavati dal
sangue - impiegati nella cura dell'emofilia, categoricamente sanciva: «I veri
cristiani non impiegano questo pericoloso trattamento, dando ascolto al comando
biblico di 'astenersi dal sangue'». Questa "condanna a morte" degli
emofiliaci è stata abiurata con La Torre di Guardia del 1° novembre
1978, pag. 31.
La stessa cosa è avvenuta con la sterilizzazione. Si sa che nel caso di una donna, che ha avuto vari figli con il
taglio cesareo, i medici ritengono opportuna la sterilizzazione per evitare una
gravidanza che potrebbe far rischiare la vita alla donna. Ebbene, fino al 1975
ai testimoni di Geova era vietato sottoporsi alla sterilizzazione in casi del
genere: «Se un medico afferma che una moglie, avendo un altro bambino,
morirebbe, che si può fare? Vi è un altro modo per impedire che concepisca,
ciò che metterebbe in pericolo la sua vita, piuttosto che violare la legge
di Dio, dalla quale tutta la sostanza è contraria alla deliberata
sterilizzazione dell'uomo e della donna. ... È necessario esercitare lo spirito
del Signore Dio, di cui la padronanza di sé è un frutto» (La Torre di
Guardia del 15/15/1962, pp.763,764, il grassetto è mio). Successivamente,
con La Torre di Guardia del 1° ottobre 1975, pag. 605, il Corpo Direttivo della
Watch Tower cambiò parere e concesse ai Testimoni la facoltà di
sottoporsi a questa forma di terapia medica: «Che dire però della situazione
in cui la moglie ha partorito figli ma sono stati necessari interventi
chirurgici, come il taglio cesareo? Forse ha subìto tre operazioni del genere e
il medico l'avverte che un'altra gravidanza potrebbe farle correre il grave
pericolo di rottura dell'utero, generalmente fatale e per la madre e per il
feto. In tal caso la sterilizzazione sarebbe necessariamente una dimostrazione
di mancanza di rispetto per il divino dono della procreazione? [la risposta che
veniva data nel 1962 era un inesorabile SÌ, la sterilizzazione, anche in
casi del genere, era un'indiscutibile violazione della legge di Dio. Ecco
invece cosa scrisse la Società nel 1975:] Pare evidente che la coppia non ha
manifestato un atteggiamento di leggerezza verso le proprie facoltà
procreative, avendo già avuto figli. Forse considerano la sterilizzazione un
intervento consigliabile per proteggere la vita della madre dei figli già nati.
Forse la considerano l''ultima risorsa'. Pertanto, prendendo la loro decisione
possono pensare che si tratta di mettere in equilibrio il rispetto verso il
provvedimento divino delle facoltà procreative con il rispetto verso il dono
stesso della vita, in questo caso la vita della madre in pericolo. Per
questa, e per altre ragioni, pare che tale decisione dipenda dalla coscienza
individuale degli interessati» (la parentesi quadra e il grassetto sono miei).
Quella che era l'inviolabile "legge di Dio" è diventata in seguito una
questione di coscienza. Si noti che, anche in questi casi, chi avesse voluto
seguire la sua coscienza, prima che il Corpo Direttivo ne concedesse la
facoltà, sarebbe stato sanzionato per aver "disubbidito alla legge di
Dio". E se nel frattempo qualche donna fosse morta per
ubbidire a tale "legge" - le mutevoli opinioni del Corpo
Direttivo -, con cui si vietava la sterilizzazione? A chi si dovrebbe attribuire la
pesantissima responsabilità di questi decessi? Una cosa è assolutamente certa:
non a Dio. (A proposito di altri
cambiamenti, si veda anche questa
pagina).
Nel 1984 la Torre di Guardia afferma che anche i trapianti di midollo osseo
possono essere accettati dai TdG (nonostante sia inevitabile il ricorso alle trasfusioni post
operatorie!).
La Torre di Guardia del 15/18/1984, pag.31.
Domande dai lettori
Può un cristiano accettare un trapianto di midollo
osseo, dal momento che il sangue è prodotto dal midollo?
I medici eseguono la maggior parte dei trapianti di
midollo osseo estraendo un po' di midollo da un donatore (spesso un
parente stretto) e quindi iniettandolo o trasfondendolo nel paziente
malato. Sperano che il midollo così innestato raggiunga le cavità in
cui si trova il midollo del malato, e in seguito funzioni normalmente.
Di solito si prende in considerazione questo intervento solo in casi
critici (come l'anemia aplastica o la leucemia acuta), poiché ci sono
rischi ben noti nella preparazione di una persona per il trapianto del
midollo e nella terapia successiva.
Come dice la stessa domanda, i globuli rossi del
sangue vengono prodotti dal midollo di certe ossa, come le costole, lo
sterno e le ossa del bacino. Si può pertanto ben capire perché, alla
luce della proibizione biblica relativa al sangue, ci si chieda se un
cristiano può accettare l'innesto di midollo osseo umano.
La Bibbia afferma chiaramente che i servitori di Dio
devono 'astenersi dal sangue'. (Atti 15:29, 29; Deuteronomio 12:15,
16) Ma, dal momento che i globuli rossi vengono prodotti dal midollo
osseo rosso, le Scritture classificano il midollo con il sangue? No.
Infatti si parla del midollo animale come di qualsiasi altra carne che
poteva essere mangiata. Isaia 25:6 dice che Dio preparerà al suo
popolo un banchetto con "piatti ben oliati pieni di
midollo". I metodi di solito usati per scannare e far defluire il
sangue non possono eliminare tutte le cellule sanguigne dal midollo.
Ma una volta che da un animale ucciso si è fatto scolare il sangue,
se ne può mangiare qualsiasi tessuto, midollo compreso.
Naturalmente il midollo che si usa nei trapianti di
midollo umano viene tratto da donatori viventi, e il midollo usato può
contenere un po' di sangue. Pertanto il cristiano dovrà decidere
personalmente se per lui il midollo osseo innestato è paragonabile a
semplice carne o a un tessuto non dissanguato. Inoltre, dato che
l'innesto di midollo è un tipo di trapianto, si dovranno prendere in
considerazione gli aspetti scritturali relativi ai trapianti di organi
umani. Si veda "Domande dai lettori" nel nostro numero del 1°
settembre 1980. Inoltre, scrivendo nel Harrison's Principles of
Internal Medicine (Primo aggiornamento, 1981, pagina 138), il dott. D.
E. Thomas fa notare che "praticamente tutti coloro che si
sottopongono a un trapianto di midollo avranno bisogno di trasfusioni
di piastrine" e che a molti vengono somministrati
"eritrociti [globuli rossi] ammassati". Per cui il cristiano
dovrebbe prendere in considerazione quali altre questioni dovrebbe
affrontare se accettasse un trapianto di midollo. - Proverbi 22:3.
Sebbene a questo riguardo si debba prendere una
decisione personale, le osservazioni della Bibbia circa il sangue e il
midollo dovrebbero aiutare la persona a decidere.
|
Si noti quali "ragioni scritturali" vennero addotte
per sostenere che un simile trattamento medico poteva essere accettato dai TdG:
la Bibbia parla «del midollo animale come di qualsiasi altra carne che poteva
essere mangiata. Isaia 25:6 dice che Dio preparerà al suo popolo un banchetto
con "piatti ben oliati pieni di midollo». La distorta
interpretazione di un passo poetico di Isaia - l'unica scrittura citata, che non ha assolutamente
nessuna relazione con l'argomento! - può quindi aver significato la differenza
tra la vita è la
morte per un TdG affetto da leucemia!
Un'altra incoerenza viene messa in evidenza dalle parole del
medico citato dalla Watch Tower, secondo il quale «praticamente tutti coloro
che si sottopongono a un trapianto di midollo avranno bisogno di trasfusioni di
piastrine" e che a molti vengono somministrati "eritrociti [globuli
rossi] ammassati». Come si può quindi rimettere alla coscienza personale una
terapia che richiede inevitabilmente il successivo impiego di
trasfusioni? Dopo aver appena scritto che "la Bibbia afferma chiaramente
che i servitori di Dio devono 'astenersi dal sangue'", la Società sostiene
che il trapianto e le inevitabili trasfusioni sanguigne post operatorie sono una questione di coscienza!!! Una 'logica' davvero incomprensibile.
Si noti che i TdG - anche qui in maniera estremamente
contraddittoria - potevano accettare alcune frazioni del sangue, ma non le
piastrine e gli eritrociti: «Pur non essendo questi versetti espressi in
termini medici, per i Testimoni essi escludono la trasfusione di sangue
intero, di eritrociti concentrati e di plasma, nonché la
somministrazione di globuli bianchi e di piastrine». (Svegliatevi!,
22/11/1982, pag.25, il grassetto è aggiunto). Nel 1984, quando la Società
Torre di Guardia lasciò alla coscienza individuale la scelta se accettare o
meno il
trapianto di midollo, il divieto delle trasfusioni di piastrine e di eritrociti
era ancora in vigore! Chi assumeva trasfusioni di queste componenti del sangue
doveva essere disassociato, secondo gli insegnamenti della stessa Società!: «Questa è una violazione dei comandi di Dio, la cui serietà non
dovrebbe essere sminuita da nessun atto di leggerezza, pensando che sia una
questione facoltativa su cui l'individuo possa prendere la decisione secondo
coscienza …chi riceve la trasfusione del sangue dev’essere
stroncato dal popolo di Dio mediante la scomunica o disassociazione…Quale
ribelle oppositore ed infedele esempio per i conservi della congregazione
cristiana, egli dev’essere stroncato da essa mediante la disassociazione» (La
Torre di Guardia del 15 luglio 1961, pp. 446-448, corsivo mio).
Dal giugno 2000, invece, i TdG che
accettano anche questi componenti del sangue non vengono più sanzionati; anche
questo comportamento è ora diventato un fattore di coscienza... (si veda
questa
pagina).
Trapianto di personalità?
Assieme agli organi viene trapiantata anche la personalità del donatore?
Questa bizzarra idea veniva sostenuta in alcune riviste della Watch Tower.
Problemi dei trapianti
(La Torre di Guardia del 15/2/1972.pag.102).
«Da molto tempo si sa che coloro che hanno subìto trapianti
cardiaci hanno problemi psichiatrici postoperatori in numero superiore alla
media. Ma pare si possa dire la stessa cosa riguardo ad alcuni altri trapianti
di organi vitali, come i trapianti di reni. Il dott. Pietro Castelnuovo-Tedesco,
professore di psichiatria dell'U.C.L.A., avrebbe detto quanto segue: "Una
straordinaria scoperta fatta in seguito ai trapianti è la non infrequente
ricorrenza di gravi turbamenti emotivi". Uno studio condotto su 292
pazienti ai quali erano stati trapiantati reni ha mostrato che dopo l'operazione
quasi il 20 per cento aveva avuto forte depressione, e alcuni avevano perfino
tentato il suicidio. Al contrario, ogni 1.500 persone che subiscono interventi
di chirurgia generale solo una circa soffre di gravi turbe emotive.
Talora si registra un fatto singolare, il cosiddetto 'trapianto
di personalità'. Cioè in alcuni casi la persona che ha ricevuto l'organo ha
apparentemente adottato certe caratteristiche della personalità di colui da cui
proveniva l'organo. Una giovane donna che aveva relazioni sessuali promiscue
ricevette un rene dalla sorella maggiore, conservatrice e dal comportamento
corretto, e dapprima ne fu molto turbata. Poi imitava la sorella in gran parte
della sua condotta. Un altro paziente asserì d'avere mutato il suo modo di
vedere la vita dopo il trapianto di reni. Dopo un trapianto, un uomo d'indole
mite divenne aggressivo come il donatore. Il problema può essere essenzialmente
o interamente mentale. Ma come minimo è interessante il fatto che la Bibbia
mette i reni in stretta relazione con le emozioni umane. - Si paragonino Geremia
17:10 e Rivelazione 2:23».
Cambiamento di personalità
(Svegliatevi! 22/3/1971, pag. 30).
Secondo una notizia che comparve in United Press International
del 18 agosto 1970, la figlia di Philip Blaiberg disse che egli aveva subìto un
completo cambiamento di personalità dopo l'operazione di trapianto cardiaco.
Blaiberg fu uno dei primi a ricevere un cuore trapiantato. Sua figlia osservò:
"Non so se furono le medicine o semplicemente il trapianto, ma egli era un
uomo diverso".
|
A sostegno di questa strana teoria "scientifica" sul
trapianto di personalità abbiamo anche un altro articolo de La Torre di
Guardia del 15/8/1971, p. 486, che tra le altre cose affermava (il grassetto
è aggiunto):
«È significativo che quelli che sono stati sottoposti a trapianto di cuore,
quando i nervi che collegano il cuore al cervello sono tagliati, hanno gravi
problemi emotivi dopo l'operazione. Il nuovo cuore è ancora in grado di
funzionare da pompa, avendo la propria provvista d'energia e il proprio
meccanismo sincronizzatore indipendente dal sistema nervoso generale per dare
impulsi al muscolo cardiaco, ma proprio come ora esso risponde solo lentamente
alle influenze esterne, a sua volta il cuore nuovo registra pochi, chiari
fattori di motivazione sul cervello, se ne registra. Fino a che punto le
estremità nervose del corpo e il nuovo cuore saranno in grado col tempo di
stabilire qualche legame non è chiaro, ma non si può escludere che questo sia
uno dei vari fattori che causano le gravi aberrazioni mentali e il
disorientamento osservato dai medici in quelli che hanno subìto un trapianto di
cuore. Questi pazienti hanno pompe per il loro sangue fornite da donatori, ma
hanno ora tutti i fattori necessari per dire che hanno un "cuore"? Una
cosa è certa, perdendo il loro proprio cuore, sono stati privati delle facoltà
del "cuore" edificate in loro col passar degli anni e che
contribuivano a renderli quello che erano in quanto alla personalità».
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Quale Testimone di Geova avrebbe mai corso il rischio di vedersi
privare della sua "personalità cristiana", accettando il trapianto del
cuore di una persona "malvagia" e diventando quindi a sua volta - a
causa del "trapianto di personalità" di cui parlava la Torre di
Guardia - una persona "meritevole del giudizio avverso di Geova"? Dopo
il 1980, anno in cui i trapianti sono stati permessi, ogni accenno a tali, a dir
poco, stravaganti teorie, prive di qualsiasi sostegno scientifico, è sparito
dalle pubblicazioni della Società. Anzi, una rivista provvide a sottolineare
come fosse assurdo avere simili idee in merito al cuore letterale (grassetto
aggiunto):
La Torre di Guardia del 1/6/1986, pag. 20.
«Gli antichi egizi credevano che il cuore fisico
fosse la sede delle facoltà intellettuali e dei sentimenti. Pensavano
anche che il cuore possedesse una volontà propria. I babilonesi
dicevano che il cuore ospitasse sia l'intelligenza che l'amore.
Secondo il filosofo greco Aristotele, il cuore era la sede dei sensi e
la sfera d'attività dell'anima. Ma col passare del tempo e col
crescere della conoscenza, queste concezioni vennero messe da parte.
Infine si comprese cos'è effettivamente il cuore: una pompa che fa
circolare il sangue in tutto il corpo».
|
Davvero paradossali queste osservazioni da parte della Torre di
Guardia, dopo quello che aveva scritto solo pochi anni prima. I TdG, a causa
della loro lettura fondamentalista di alcune scritture, condivisero queste
assurde e concezioni - abbandonate da secoli dalla scienza - fino agli
anni 70 del secolo scorso! E anche queste loro stravaganti teorie contribuirono
ad indurre i fiduciosi TdG a rifiutare i trapianti, con le drammatiche
conseguenze suesposte.
Paradossi della "verità progressiva"
Citazione dalle pagine 30 e 31 del libro
Movimenti Religiosi Alternativi
Effetti dell'adesione e
motivi dell'abbandono
Sergio Pollina - Achille Aveta, Libreria Editrice Vaticana, 1998.
«In un'altra circostanza, quando l'Organizzazione
geovista mutò la sua direttiva circa la liceità dei trapianti
d'organo, la novità apparve dapprima nell'edizione inglese della
rivista del 15 marzo del 1980, mentre in italiano si dovette attendere
sino al 1° settembre di quello stesso anno. Dopo aver letto la nuova
disposizione nell'edizione inglese della rivista [un
"anziano" che conosceva l'inglese e che riceveva l'edizione
in quella lingua della rivista] ne parlò al termine di un'adunanza di
congregazione, ma la notizia suscitò una certa perplessità e, ancora
una volta, diffidenza perché riusciva difficile credere che da un momento
all'altro, dopo dodici anni di assoluto divieto, si potesse d'un
tratto cambiare ogni cosa. Alcuni, addirittura, ipotizzarono che
l'informatore non avesse tradotto bene dall'inglese e, ancora una
volta,
l'atteggiamento della maggioranza fu: "Anche se adesso le cose
sono cambiate, è meglio che aspettiamo che sia l'Organizzazione a
dircelo tramite la filiale e non tu".
[...]
Nell'ipotesi che due testimoni di Geova, uno di
lingua italiana e uno di lingua inglese, avessero avuto
contemporaneamente bisogno di un trapianto di cuore a giugno del 1980,
il primo non avrebbe potuto accettarlo e sarebbe morto, perché la
norma a quel tempo vigente in Italia era contraria ai trapianti, il
secondo l'avrebbe accettato perché guidato dalla nuova norma già
vigente nelle nazioni di lingua inglese e avrebbe avuto salva la
vita».
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Si veda anche la pagina
Cannibalismo e trapianti
Nota:
Quando la Società esprime il suo punto di vista, la sua interpretazione o le
sue direttive, i TdG possono dire che "decidono personalmente"
di aderire alle spiegazioni del Corpo
Direttivo, ma questo non significa che sia possibile avere - senza subire per
questo delle sanzioni - un comportamento difforme da tali decisioni.
La Torre di Guardia del 15 marzo 1998 diceva a questo proposito:
«Invece di dire: 'La Società insegna', molti Testimoni preferiscono usare
espressioni come 'La Bibbia dice' o 'Ho compreso che la Bibbia insegna.' In
questo modo mettono in chiaro che quella di accettare gli insegnamenti biblici
è stata una loro decisione personale e inoltre evitano di dare l'impressione errata che i Testimoni subiscano in qualche modo i dettami di qualche setta religiosa» (il grassetto è aggiunto). Quindi gli insegnamenti della Società vengono
generalmente considerati insegnamenti biblici. Questo senz'altro si può dire
anche della proibizione dei trapianti: per tutti i TdG dell'epoca si trattava di una "legge di Dio" che non si poteva violare impunemente. Si potrebbe anche aggiungere, per illustrare ulteriormente il punto, che quando i TdG rifiutano il servizio militare/civile o decidono di non votare, generalmente
dicono a chi li interpella in merito: "Si tratta di una mia decisione personale, presa secondo coscienza dopo aver esaminato attentamente le
Scritture". Nel libro Proclamatori, pagine 673, 674, si legge a proposito del voto: «Chi non vota viene punito con multe, imprigionamento o peggio. Ma
i testimoni di Geova sostengono il messianico Regno di Dio, che, come disse Gesù, "non fa parte di questo mondo". Perciò non partecipano agli
affari politici delle nazioni di questo mondo. (Giov. 18:36) È una decisione personale; essi non impongono le loro idee ad altri» (grassetto aggiunto).
"Decisione personale", certo, ma questo non significa che chi vota o compie
il servizio militare non venga sanzionato! (link)
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