I testimoni di Geova possono votare?


La risposta a questa domanda è no, i testimoni di Geova non possono e non vogliono votare. Essi non votano perché considerano tale azione una violazione della neutralità cristiana, un 'divenire parte del mondo' sotto l'autorità di Satana. Secondo i Testimoni tutti i governi ed i partiti politici di questo sistema di cose sono dominati dal Diavolo; essi quindi non vogliono in alcun modo trovarsi sotto l'autorità del principale nemico di Dio, scegliendo di votare per un governo umano. Un Testimone che andasse a votare, secondo il punto di vista della congregazione, darebbe prova di aver rigettato il Regno di Dio e, con tale azione, si escluderebbe dall'Organizzazione: tutti i suoi fratelli lo tratterebbero come un ex membro, ostracizzandolo e considerandolo indegno di ricevere il favore di Dio e la vita eterna (per i dettagli su come vengono trattati gli ex TdG si veda questa pagina).

Questo è quello che viene insegnato dalla Società Torre di Guardia ed è ciò che viene creduto e messo in pratica da tutti i testimoni di Geova. Ecco, per fare un esempio, come si espresse la Watch Tower nell'articolo della Torre di Guardia del 1 novembre 1964, pag. 660 (in seguito la Società ha evitato dichiarazioni così esplicite, ricorrendo ad un linguaggio più sfumato e meno diretto):

«Per i cristiani maturi, la questione di quale atteggiamento assumere riguardo alle elezioni politiche non presenta alcun problema. Nei paesi totalitari spesse volte le persone sono obbligate dalla legge a recarsi alle urne e talvolta sono anche prelevate da casa e condotte alle urne. Anche in certe democrazie la legge rende obbligatorio per i cittadini l'andare alle urne. I testimoni di Geova non prendono parte alla politica di nessun paese. Non sono parte del mondo (Giov. 17:14) Perciò non prendono parte alle votazioni durante le elezioni. Essi non compromettono la loro neutralità cristiana in questioni di politica, comunque, se vanno alle urne e annullano in qualche modo la scheda, cancellandola o scrivendo su di essa le parole "Sono per il regno di Dio". In questo modo egli dice a favore di che cosa è. Facendo questo la loro scheda sarà annullata; non conterà nell'elezione di un uomo. Hanno osservato la legge e sono andati alle urne e probabilmente hanno evitato la punizione. Ricordate il consiglio di Gesù: "Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; perciò mostratevi cauti come serpenti e innocenti come colombe". (Matt. 10:16) Chi agisce così non dev'essere condannato».

Tutti i TdG sanno perfettamente qual è la volontà dell'Organizzazione. Quando però si tratta di dare una risposta precisa alla domanda «i Testimoni possono votare?», i seguaci della Torre di Guardia ricorrono a funambolismi dialettici, rispondendo in maniera tortuosa ed evasiva, per evitare di coinvolgere direttamente la Congregazione e le sue direttive in tal senso.
Molte autorità governative, infatti, creerebbero delle difficoltà alla Società, accusandola di insegnare ai propri seguaci a disubbidire a leggi che richiedono ai cittadini di ottemperare al diritto/dovere di votare. Anche in questo caso, per evitare tali accuse e poter chiedere e ottenere benefici legali e riconoscimenti ai governi democratici, si fa ricorso alla cosiddetta dottrina della strategia teocratica .

Ecco un esempio di "risposte strategiche", tratto da una discussione avvenuta nel giugno 2000 nel newsgroup it.cultura.religioni alla quale ha partecipato un Testimone di Geova (le parole del TdG sono in blu):

Domanda: I TdG possono votare?

Risposta del Testimone:
Per quanto riguarda il voto i TdG sono sempre stati liberi di andare a votare e mantenere il segreto su quanto avevano espresso. Io stesso l'ho fatto un paio di anni fa (ovviamente annullando la scheda) riferendolo poi a mio cognato, un anziano di congregazione, senza ovviamente subire la benché minima conseguenza.

Commento:
"I TdG sono sempre stati liberi di andare a votare": il Testimone sta dicendo la "verità"; infatti, nessuno, da un punto di vista fisico, impedisce ai TdG di recarsi alle urne. Si gioca sul significato strettamente letterale dei termini.
Interessante anche l'inciso "ovviamente annullando la scheda": ovviamente, per i TdG, se qualcuno si reca alle urne deve annullare la scheda. Il Testimone riporta il suo esempio personale che però non dimostra che questa sia la prassi comunemente seguita dal gruppo. Perché "confessare" poi tale gesto ad un parente "anziano"? Evidentemente vi erano dei sensi di colpa per aver compiuto un'azione che si sapeva essere condannata dall'Organizzazione.

Questa risposta ha suscitato diversi interrogativi nel newsgroup. Una persona ha chiesto:

Ma non ti sembra un po' contraddittorio come discorso?
a) sono libero di andare a votare.
b) devo ovviamente annullare la scheda (allora che ci vado a fare???)
c) lo riferisco ad un anziano di congregazione!

Risposta del TdG:

Annullare la scheda è una facoltà che mi è concessa dallo stato e fa parte del votare. Molti che vanno a votare, pur non essendo testimoni di Geova annullano la scheda. Se andare a votare fosse obbligatorio e non ci fosse questa facoltà (attraverso la quale si dimostra comunque di non schierarsi con nessuno), ma fosse obbligatorio votare per la destra o per la sinistra pena la morte, io mi farei ammazzare piuttosto. I discorsi sul voto fatti dagli apostati vogliono solo far credere che i testimoni non possono neppure recarsi alle urne, invece una recente Torre di Guardia diceva proprio il contrario, e cioè che i testimoni sono liberi in coscienza di entrare nelle urne e quello che fanno là dentro lo sanno solo loro e Geova.

«c)lo riferisco ad un anziano di congregazione»
Mi sono espresso male, non volevo dire che si sono messo a fare i giochetti per vedere cosa succedeva.
Questo anziano è mio cognato e ai tempi ci vedevamo spesso. Parlando del più e del meno un giorno gli dissi anche che alle elezioni ero andato a votare annullando la scheda, fu una cosa che venne fuori così, non fu affatto premeditata.
Per dirla tutta, lui mi disse che, anche se ciò che avevo fatto era giusto, sarebbe stato meglio non andare proprio, poiché qui in Italia non ci va nessuno e chi mi avesse visto avrebbe potuto fraintendere, soprattutto avrei potuto far inciampare qualche fratello più debole: fondamentalmente però ha riconosciuto ciò che anche le pubblicazioni riconoscono e cioè che si liberi di recarsi alle urne.

La discussione è proseguita con questi ulteriori commenti alle parole del TdG:

«Molti che vanno a votare, pur non essendo testimoni di Geova annullano la scheda».
Si, ma lo scelgono personalmente e non mi sembra un dettaglio!

«I discorsi sul voto fatti dagli apostati vogliono solo far credere che i testimoni non possono neppure recarsi alle urne, invece una recente Torre di Guardia diceva proprio il contrario, e cioè che i testimoni sono liberi in coscienza di entrare nelle urne e quello che fanno là dentro lo sanno solo loro e Geova».
Quindi si può votare? E per votare intendo: bianco, nero, rosso o giallo? O solo votare scheda bianca per il gusto di entrare in cabina elettorale?

«Per dirla tutta, lui mi disse che, anche se ciò che avevo fatto era giusto, sarebbe stato meglio non andare proprio, poiché qui in Italia non ci va nessuno e chi mi avesse visto avrebbe potuto fraintendere, soprattutto avrei potuto far inciampare qualche fratello più debole: fondamentalmente però ha riconosciuto ciò che anche le pubblicazioni riconoscono e cioè che si è liberi di recarsi alle urne».
Fraintendere cosa? si può votare o no??? Ecco vedi io davanti a queste elucubrazioni mentali vado in confusione... Se io fossi tdG e avessi la convinzione che i governi umani non possono risolvere nulla, ma nella mia città si presentasse come candidato a sindaco il nipote di Hitler favorevole alla riapertura dei campi di concentramento per le persone che hanno i piedi piatti, posso recarmi alle urne e votare il suo avversario politico o no? Certo non risolverò molto ma darei il mio piccolo contributo affinché questa persona non vada al potere e nell'attesa di Armaghedon le condizioni di vita sarebbero certamente migliori... potrei farlo sì o no?

Risposta del TdG:

« Quindi si può votare? E per votare intendo: bianco, nero, rosso o giallo? O solo votare scheda bianca per il gusto di entrare in cabina elettorale?».
Il fedele TdG entrerà in cabina e annullerà la scheda per non schierarsi con nessuna parte politica di questo mondo [...]
Ma ha la facoltà di non farlo, perché il voto è segreto: solo che se la vedrà con Geova.

«Fraintendere cosa? si può votare o no???».
Perché invece di ribattere non ti sforzi di comprendere. Le persone non TdG potrebbero credere che sono andato a votare per un partito politico e credere che i TdG possano farlo. Cosa più importante è che potrei fare inciampare qualche nuovo nella verità, facendogli credere la stessa cosa, visto che in Italia è prassi comune non recarsi alle urne, PERCHÉ QUESTA E' UN'ALTRA FACOLTA' CONCESSACI DALLO STATO. In quei paesi dove è obbligatorio andare a votare perché lo richiede la legge, i TdG vanno tutti e tutti annullano la scheda.

«Certo non risolverò molto».
Proprio qui sta il punto, non crediamo assolutamente nella capacità dell'uomo di migliorare la situazione.
Abbiamo già "votato" per il Regno di Dio e ad esso rimaniamo fedeli come i primi cristiani.

Un'altra persona è intervenuta nel newsgroup con questi commenti:

È il termine "ovviamente" che lascia perplessi. Annullare la scheda non e' una cosa OVVIA, a meno che non sia ovvio che stai obbedendo ad un ordine preciso di non esprimere il tuo voto. A me è successo di lasciare la scheda in bianco perché non sapevo davvero a chi dare la mia fiducia, ma non è un'ovvietà. È un'eventualità che a volte capita.

«I discorsi sul voto fatti dagli apostati vogliono solo far credere che i testimoni non possono neppure recarsi alle urne, invece una recente Torre di Guardia diceva proprio il contrario, e cioè che i testimoni sono liberi in coscienza di entrare nelle urne e quello che fanno là dentro lo sanno solo loro e Geova».
Guarda che gli apostati non criticano il fatto che i testimoni non "possono recarsi alle urne" in senso fisico, ma che non possono votare, cioè avvalersi di un loro diritto/dovere come cittadini. "Recarsi alle urne" è un eufemismo, se non te n'eri accorto.
La Torre di Guardia dice che sono "liberi di recarsi alle urne" ma non che sono liberi di votare. "Quel che fanno lo sanno solo loro e Geova", dice. Se non esistesse divieto di voto, la Torre di Guardia non avrebbe motivo di fare queste "puntualizzazioni" che lasciano molto il sapore delle "pubbliche relazioni" per gli esterni.
Se la Torre di Guardia non avesse obiezioni sulla faccenda del voto, non ne farebbe una questione di coscienza tra il testimone e Geova. Se lo fa, è perché la Torre di Guardia insegna che Geova dice di non votare.

«Per dirla tutta, lui mi disse che, anche se ciò che avevo fatto era giusto, sarebbe stato meglio non andare proprio, poiché qui in Italia non ci va nessuno e chi mi avesse visto avrebbe potuto fraintendere, soprattutto avrei potuto far inciampare qualche fratello più debole».
Quindi ci confermi che il voto è lasciato alla coscienza, ma chi vota, o anche solo si avvicina ai seggi, è considerato "debole" dai suoi confratelli. Farsi vedere vicino ai seggi può "fare inciampare un fratello più debole" come ti ha detto l'anziano. Votare è quindi segno di debolezza, tale e quale accettare trasfusioni? Qualcosa di cui pentirsi successivamente? Sei ancora convinto che votare non sia un divieto come affermano "quei bugiardi degli apostati", ma sia una cosa lasciata alla coscienza dei singoli? Come le trasfusioni?

«fondamentalmente però ha riconosciuto ciò che anche le pubblicazioni riconoscono e cioè che si liberi di recarsi alle urne».
Recarsi alle urne e votare sono due cose diverse.


***

Risulta molto evidente, anche da questo breve scambio di messaggi, la volontà di nascondere verità "scomode" agli occhi degli estranei, evitando di rivelare chiaramente quelle informazioni che potrebbero ritorcersi contro la Società Torre di Guardia. Questo è il modo di agire "consigliato" dalla Società, come si legge nelle pubblicazioni del gruppo:

«Le menzogne sono falsità dette per ragioni egoistiche e che danneggiano gli altri. Satana disse a Eva una menzogna che recò molto male a lei e a tutta la razza umana. Anania e Saffira dissero menzogne per ragioni egoistiche. Ma nascondere la verità ad un nemico, che non ha diritto di conoscerla, non gli reca alcun male, specialmente quando egli userà tali informazioni per danneggiare altri che sono innocenti ... Quindi in tempo di guerra spirituale è appropriato sviare il nemico nascondendo la verità. Non viene fatto egoisticamente; non reca danno a nessuno; al contrario, fa molto bene». La Torre di Guardia del 1° maggio 1958, pagg. 259-260.

La Torre di Guardia insegna a tutti gli effetti a mentire in modo esplicito e diretto:

«Vi è tuttavia un’eccezione che il cristiano dovrebbe tenere in considerazione. Come soldato di Cristo egli prende parte alla guerra teocratica e dev’essere estremamente cauto nel trattare con i nemici di Dio. Infatti le Scritture indicano che allo scopo di proteggere gli interessi della causa di Dio, è giusto nascondere la verità ai nemici di Dio ... Questo sarebbe incluso nel termine "strategia di guerra", come fu spiegato ne La Torre di Guardia del 1° agosto 1956, ed è in armonia col consiglio di Gesù di essere "cauti come serpenti" quando ci troviamo fra i lupi. Se le circostanze richiedono che un cristiano deponga in tribunale giurando di dire la verità, se parla, egli deve quindi dire la verità. Se si trova nell’alternativa di parlare e tradire i fratelli, o tacere ed essere denunciato al tribunale, il cristiano maturo metterà il benessere dei suoi fratelli prima del suo». (La Torre di Guardia del 15 dicembre 1960, pag. 763, corsivo aggiunto).

Queste parole sono un chiaro compendio della posizione dei Testimoni in merito alla strategia della "guerra teocratica". Per i Testimoni, tutti i critici e gli oppositori della Società Torre di Guardia (che essi ritengono sia l’unica organizzazione cristiana al mondo) sono considerati "lupi", perennemente in guerra con la medesima Società, i cui seguaci, per converso, sono indicati come "pecore". È quindi «giusto che le innocue ‘pecore’ adoperino la strategia di guerra contro i lupi negli interessi dell’opera di Dio» (La Torre di Guardia del 1° agosto 1956, pag. 462).

Come stiano in realtà i fatti lo si comprende comunque anche dall'esame del libro per la Scuola di Ministero del Regno "Prestate attenzione a voi stessi e a tutto il gregge", una pubblicazione ad uso interno. All'inizio vi troviamo questa significativa avvertenza:

«Una copia di questo libro viene consegnata a ciascun anziano nominato, il quale potrà tenerla per tutto il tempo in cui continuerà a prestare servizio come anziano in qualsiasi congregazione. Qualora egli cessasse di prestare servizio in tale incarico, dovrà riconsegnare la sua copia al comitato della congregazione, poiché il libro è di proprietà della congregazione. Non si devono fare copie di nessuna parte di questa pubblicazione».
Nell'edizione del 1981 (pressoché identica) si legge ancora che «sia questo Libro di Testo per la Scuola di Ministero del Regno (ks81) che i precedenti (ks77 e ks79) sono provveduti ad ESCLUSIVO uso dei sorveglianti viaggianti e degli anziani di congregazione, e non devono essere dati o prestati ad altri, nemmeno ai propri familiari».

Qualche "anziano" evidentemente non ha mantenuto la rigorosa riservatezza richiesta e così di questo libro ne esistono copie e riproduzioni.
Domanda: perché tutta questa riservatezza? Alcune ragioni che motivano questo riserbo sono il modo in cui vi si affronta la questione del voto e del servizio militare. Vengono date specifiche direttive su come trattare i TdG che vanno a votare o che scelgono di fare il militare.
Alle pp. 140,141 dell'edizione del 1991 (tuttora in vigore) si parla di neutralità (la parentesi quadra e le sottolineature sono mie):

«I testimoni di Geova mantengono la neutralità nei confronti delle questioni politiche e militari delle nazioni (Giov. 17:16; rs pp.243-9).

Non interferiscono in ciò che fanno gli altri in quanto a votare alle elezioni politiche, presentarsi candidati a cariche politiche, unirsi ad organizzazioni non neutrali, gridare slogan politici, ecc. (w86 1/9 pp.19-20; w68 15/11 pp.702-3)
Poiché i veri cristiani dedicati 'non fanno parte del mondo', se un componente della congregazione persegue impenitentemente una condotta che viola la sua neutralità cristiana [leggi: vota o compie il servizio militare] si dissocia in tal modo dalla neutrale congregazione cristiana (Giov. 15:19; 17:14-16; w82 15/7 p.31).

Se gli anziani sanno che una persona sta pensando di intraprendere una condotta del genere, dovrebbero parlarle, in quanto è possibile che agisca in tal modo per ignoranza. (Sal.119:67; Gal. 6:1; 1Tim.1:13).
Se l'individuo rifiuta l'aiuto offertogli e persegue una condotta che viola la neutralità cristiana, un comitato dovrebbe comunicare alla filiale i fatti che confermano la dissociazione usando i moduli S-77 e S-79.
Di solito si fa un annuncio che l'individuo si è dissociato dalla congregazione, e la persona dovrebbe essere informata oralmente della sua posizione: Se per qualche ragione particolare non viene fatto nessun annuncio, i componenti della congregazione che potrebbero ricevere una visita del dissociato possono essere informati privatamente. L'individuo dovrebbe essere trattato come un disassociato. Vedi Lezione 5 (s), pagine 101-2».

È chiaro quindi il motivo di tanta segretezza. Si parla in questo libro con chiarezza di quello che accade se un TdG va a votare o accetta di compiere il servizio militare. Queste disposizioni sono in netto contrasto con le norme che vengono pubblicate in tutti i seggi elettorali nel manifesto "Principali sanzioni penali". L'art. 88 del T.U.16 maggio 1960, n. 570 recita fra l'altro che: «Il pubblico ufficiale, l'incaricato di un pubblico servizio, l'esercente di un servizio di pubblica utilità, il ministro di qualsiasi culto, .... abusando delle proprie attribuzioni e nell'esercizio di esse, si adoperi a costringere gli elettori a firmare una dichiarazione.... o ad indurli all'astensione, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da lire 600.00 a lire 4.000.000».

«Il cristiano non parteciperà in alcun modo alle varie lotte politiche anche quando lo Stato richiede che un cittadino esprima il suo parere per mezzo di una votazione o un referendum». (Lettera di risposta della Società Watch Tower, siglata SCB:FPB 25/7/1978).
I TdG proibiscono perfino di partecipare alle elezioni scolastiche!
«...In relazione alle votazioni scolastiche, noi consideriamo il parteciparvi una violazione della neutralità cristiana... pertanto il fratello anziano che ha partecipato a tali votazioni scolastiche, dovrebbe essere rimosso da anziano». Lettera siglata SCC:SSB 8/1/1979. 

Per visualizzare le lettere originali in formato jpg, cliccare qui sotto: 

Domanda sulla liceità del referendum
Risposta della Società:
Pagina1
Pagina2

In un'altra lettera della Filiale romana (siglata SCC:SSC del 15/7/1978) si precisava con chiarezza: «È violazione di neutralità l'azione di colui il quale esprima il voto preferenziale. Per violare la neutralità occorre più che presentarsi, occorre esprimere la preferenza. Se qualcuno fa ciò si dissocia dalla congregazione per aver violato la sua neutralità. Ci risulta che le persone spiritualmente mature non si presentano [ai seggi] quando, come in Italia, non è obbligatorio. Altrimenti si manifesterebbe una condotta ambigua. ... comunque, la persona che si presenta manifesta di essere spiritualmente debole e come tale sarà considerata dagli anziani". E, ancora più esplicitamente, un'altra lettera della Filiale geovista (SCB:SSD del 14/8/1980) forniva le seguenti istruzioni: «Ciò che fa violare la neutralità cristiana non è il semplice presentarsi al seggio elettorale o entrare nella cabina per il voto. La violazione della neutralità avviene quando l'individuo fa una scelta di un governo diverso da quello di Dio. ... Nei paesi dove c'è l'obbligo di presentarsi alle urne i fratelli si comportano come è indicato sulla Torre di Guardia del 1964 [qui si fa riferimento alla rivista citata all'inizio di questa pagina] ... In Italia non c'è tale obbligo o almeno non ci sono sanzioni per chi non si presentasse. ... Comunque, chi si presenta ma non fa una scelta, non violando così la sua neutralità, non è soggetto alla disciplina di un comitato giudiziario. Però l'individuo non è esemplare. Se fosse un anziano, un servitore di ministero, un pioniere, non potendo essere considerato irreprensibile, sarebbe rimosso dalla sua responsabilità». Mentre, quindi, non si adottano misure disciplinari per chi si reca alle urne senza votare, è un fatto l'intervento di un comitato giudiziario quando il TdG "vota"; lo si deduce anche da quanto scriveva la Filiale romana con riferimento alle votazioni scolastiche. Infatti, nella lettera SCC:SSB dell'8/1/1979 (cliccare qui per visualizzare l'originale), si precisava: «...dal momento che partecipando a tali elezioni scolastiche non ci si schiera apertamente con un certo partito politico (anche se la politica vi è implicata) e quindi l'individuo non fa la scelta di un partito politico come invece si farebbe in occasioni di votazioni politiche vere e proprie, il gesto non è considerato tale da portare la persona dinnanzi a un comitato giudiziario. Chi lo fa, comunque, dimostra di non essere spiritualmente a posto, non è un esempio, è reprensibile» (il grassetto è aggiunto).

Con la Torre di Guardia del 1/11/1999 (cliccare qui per visualizzare un commento) è cambiata unicamente la posizione nei confronti del "recarsi alle urne": il bizantinismo geovista fa una netta distinzione tra il recarsi alle urne e l'esprimere concretamente - con il voto - il "parere formale". Negli anni '50 e '60 c'era l'abitudine - non sancita ufficialmente in alcun documento -  di mostrare, dopo le elezioni, all'anziano la tessera elettorale intatta (cioè completa del tagliando che viene rimosso all'atto dell'ingresso al seggio) per dar prova del rispetto del "principio della neutralità cristiana"; ci sono TdG che hanno conservato per anni tutte le intatte tessere elettorali per "dimostrare" di aver esercitato "lealtà alla teocrazia", non essendosi recati alle urne in occasione di elezioni amministrative, politiche e consultazioni referendarie!
Pertanto, dal 1999 i vertici geovisti hanno scelto la strada della condotta ambigua, condannata in precedenza, perché più organica alla "politica" attuale, tesa all'ottenimento dell'intesa ex art. 8 Cost. e conseguente erogazione dell'8°/oo! Il recarsi alle urne rende il TdG simile ad un cittadino "normale", stornando l'attenzione delle Autorità di governo dal vero problema: il veto dell'esercizio del diritto di voto, costituzionalmente garantito e posto alla base di ogni moderna democrazia. Il Corpo Direttivo dell'organizzazione fa credere ai governi che i TdG siano liberi di votare per il fatto che vanno liberamente ai seggi! Con ciò vorrebbero far passare sotto silenzio il veto all'esercizio del voto, imposto attraverso l'operato dei famigerati comitati giudiziari. Infatti, resta ancora valida la direttiva diramata dalla Società con la Torre di Guardia del 1/11/1964, par. 20, pag. 660, dove si insegnava: «I testimoni di Geova ..., comunque, se vanno alle urne e annullano in qualche modo la scheda, cancellandola o scrivendo ad esempio su di essa le parole 'Sono per il regno di Dio'. In questo modo egli dice a favore di che cosa è. Facendo questo la loro scheda sarà annullata; non conterà nell'elezione di un uomo. Hanno osservato la legge e sono andati alle urne e probabilmente hanno evitato la punizione». All'epoca tali istruzioni valevano nei Paesi in cui "la legge rende obbligatorio per i cittadini l'andare alle urne"; oggi il CD le ha estese a tutte le Nazioni!


I Cristiani e le Autorità superiori

In Romani 13,1-7 Paolo ci esorta ad ubbidire alle autorità civili con la motivazione che ogni legittima autorità viene da Dio. Anche Gesù lo afferma esplicitamente di fronte al governatore Ponzio Pilato: Rispose Gesù "Tu non avresti nessun potere su di me, se non ti fosse stato dato dall'alto" (Giovanni 19:1) La dottrina geovista sostiene invece che tutti i poteri politici e ancora di più quelli militari vengono da Satana e questo è esattamente il contrario di ciò che troviamo in Romani 13 dove si parla addirittura di legittimità della spada: non invano essa porta la spada! Di fronte a questi problemi i TdG hanno oscillato parecchio:  

a) Nel 1904 Russell, nel libro The New Creation, commentando Romani 3,1-7 affermò che i veri cristiani "dovrebbero naturalmente essere i più sinceri nel riconoscere i grandi di questo mondo e i più obbedienti alle leggi" (Libro Proclamatori, p.190).  

b) Nel 1929 c'è il primo rovesciamento, Romani 13:1 non si riferisce più alle autorità terrene ma a Dio e a Gesù Cristo: Nel 1929 vi fu un bagliore di rifulgente luce. In quell'anno la Watch Tower pubblicò l'esposizione scritturale che sia trova nel capitolo 13 di Romani. Tale rivista dimostrò enfaticamente che Geova Iddio e Gesù Cristo sono le "Autorità Superiori" e non i reggitori e i governatori mondani, e che tutte le anime Cristiane devono "ubbidire a Dio anziché agli uomini"; essi debbono sottoporsi "ad ogni autorità [od ordinanza] creata dagli uomini", cioè ad ogni Scritturale autorità di uomini che sono devoti servitori entro l'organizzazione di Dio, sotto il Re Cristo Gesù (1Pietro 2,13). Questa rivelazione di vitale verità, liberò lo spirito del consacrato popolo di Dio, più di quanto fosse avvenuto prima" (La Verità vi farà liberi, stampato nel 1943, pagine 314-315 ed. italiana).

c) Questa interpretazione viene di nuovo rovesciata nel 1963 dove nella Torre di Guardia si legge « ... "autorità superiori" sono logicamente nel mondo fuori della congregazione. Non possiamo certamente chiudere gli occhi al fatto che vi sono alcune autorità fuori della congregazione cristiana ... Quando i cristiani si sottomettono  agli esistenti governi visibili, terreni, umani o "autorità superiori", non si sottomettono al Dragone, Satana il Diavolo. Ubbidiscono al comando di Dio». (La Torre di Guardia 15/6/63, p.359).  

Ma che il mondo politico non sia da vedere necessariamente come demoniaco, risulta dalla raccomandazione di Paolo di pregare per i sovrani (si trattava di Nerone!) e i governanti, portando come motivo il fatto che Dio, che è unico, vuole la salvezza di tutti senza distinzioni (1Tim 2:1-6) In sostanza la Bibbia ci dice che il cristiano deve partecipare alla vita sociale, e quindi anche politica, ma seguendo la sua coscienza illuminata dalla parola di Dio.

I cristiani né per regione, né per voce, né per costumi sono da distinguere dagli altri uomini. Infatti, non abitano città proprie, né usano un gergo che si differenzia, né conducono un genere di vita speciale. La loro dottrina non è nella scoperta del pensiero di uomini multiformi, né essi aderiscono a una corrente filosofica umana come fanno gli altri. Vivendo in città greche e barbare, come a ciascuno è capitato, e adeguandosi ai costumi del luogo nel vestito, nel cibo e nel resto, testimoniano un metodo di vita sociale mirabile e indubbiamente paradossale. Vivono nella loro patria, ma come forestieri; partecipano a tutto come cittadini e da tutto sono distaccati come stranieri. ("A Diogneto", II secolo d. C., in I Padri Apostolici, 356).