I testimoni di Geova possono votare? La risposta a questa domanda è no, i testimoni di Geova non possono e non vogliono votare. Essi non votano perché considerano tale azione una violazione della neutralità cristiana, un 'divenire parte del mondo' sotto l'autorità di Satana. Secondo i Testimoni tutti i governi ed i partiti politici di questo sistema di cose sono dominati dal Diavolo; essi quindi non vogliono in alcun modo trovarsi sotto l'autorità del principale nemico di Dio, scegliendo di votare per un governo umano. Un Testimone che andasse a votare, secondo il punto di vista della congregazione, darebbe prova di aver rigettato il Regno di Dio e, con tale azione, si escluderebbe dall'Organizzazione: tutti i suoi fratelli lo tratterebbero come un ex membro, ostracizzandolo e considerandolo indegno di ricevere il favore di Dio e la vita eterna (per i dettagli su come vengono trattati gli ex TdG si veda questa pagina). Questo è quello che viene insegnato dalla Società Torre di Guardia ed è ciò che viene creduto e messo in pratica da tutti i testimoni di Geova. Ecco, per fare un esempio, come si espresse la Watch Tower nell'articolo della Torre di Guardia del 1 novembre 1964, pag. 660 (in seguito la Società ha evitato dichiarazioni così esplicite, ricorrendo ad un linguaggio più sfumato e meno diretto): «Per i cristiani maturi, la questione di quale atteggiamento assumere riguardo alle elezioni politiche non presenta alcun problema. Nei paesi totalitari spesse volte le persone sono obbligate dalla legge a recarsi alle urne e talvolta sono anche prelevate da casa e condotte alle urne. Anche in certe democrazie la legge rende obbligatorio per i cittadini l'andare alle urne. I testimoni di Geova non prendono parte alla politica di nessun paese. Non sono parte del mondo (Giov. 17:14) Perciò non prendono parte alle votazioni durante le elezioni. Essi non compromettono la loro neutralità cristiana in questioni di politica, comunque, se vanno alle urne e annullano in qualche modo la scheda, cancellandola o scrivendo su di essa le parole "Sono per il regno di Dio". In questo modo egli dice a favore di che cosa è. Facendo questo la loro scheda sarà annullata; non conterà nell'elezione di un uomo. Hanno osservato la legge e sono andati alle urne e probabilmente hanno evitato la punizione. Ricordate il consiglio di Gesù: "Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; perciò mostratevi cauti come serpenti e innocenti come colombe". (Matt. 10:16) Chi agisce così non dev'essere condannato». Tutti i
TdG sanno perfettamente qual è la volontà dell'Organizzazione.
Quando però si tratta di dare una risposta precisa alla domanda
«i Testimoni possono votare?», i seguaci della Torre di Guardia
ricorrono a funambolismi dialettici, rispondendo in maniera
tortuosa ed evasiva, per evitare di coinvolgere direttamente la
Congregazione e le sue direttive in tal senso. Ecco un esempio di "risposte strategiche", tratto da una discussione avvenuta nel giugno 2000 nel newsgroup it.cultura.religioni alla quale ha partecipato un Testimone di Geova (le parole del TdG sono in blu): Domanda: I TdG possono votare? Risposta
del Testimone: Commento: Questa risposta ha suscitato diversi interrogativi nel newsgroup. Una persona ha chiesto: Ma non ti
sembra un po' contraddittorio come discorso? Risposta del TdG: Annullare la scheda è una facoltà
che mi è concessa dallo stato e fa parte del votare. Molti
che vanno a votare, pur non essendo testimoni di Geova
annullano la scheda. Se andare a votare fosse obbligatorio e
non ci fosse questa facoltà (attraverso la quale si dimostra
comunque di non schierarsi con nessuno), ma fosse
obbligatorio votare per la destra o per la sinistra pena la
morte, io mi farei ammazzare piuttosto. I discorsi sul voto
fatti dagli apostati vogliono solo far credere che i
testimoni non possono neppure recarsi alle urne, invece una
recente Torre di Guardia diceva proprio il contrario,
e cioè che i testimoni sono liberi in coscienza di entrare
nelle urne e quello che fanno là dentro lo sanno solo loro e
Geova. La discussione è proseguita con questi ulteriori commenti alle parole del TdG: «Molti che vanno a votare, pur non
essendo testimoni di Geova annullano la scheda». «I discorsi sul voto fatti dagli
apostati vogliono solo far credere che i testimoni non
possono neppure recarsi alle urne, invece una recente Torre
di Guardia diceva proprio il contrario, e cioè che i
testimoni sono liberi in coscienza di entrare nelle urne e
quello che fanno là dentro lo sanno solo loro e Geova». «Per dirla tutta, lui mi disse che,
anche se ciò che avevo fatto era giusto, sarebbe stato
meglio non andare proprio, poiché qui in Italia non ci va
nessuno e chi mi avesse visto avrebbe potuto fraintendere,
soprattutto avrei potuto far inciampare qualche fratello più
debole: fondamentalmente però ha riconosciuto ciò che anche
le pubblicazioni riconoscono e cioè che si è liberi di
recarsi alle urne». Risposta del TdG: « Quindi si
può votare? E per votare intendo: bianco, nero, rosso o
giallo? O solo votare scheda bianca per il gusto di entrare
in cabina elettorale?». «Fraintendere
cosa? si può votare o no???». Un'altra persona è intervenuta nel newsgroup con questi commenti: È il termine "ovviamente" che lascia perplessi. Annullare la scheda non e' una cosa OVVIA, a meno che non sia ovvio che stai obbedendo ad un ordine preciso di non esprimere il tuo voto. A me è successo di lasciare la scheda in bianco perché non sapevo davvero a chi dare la mia fiducia, ma non è un'ovvietà. È un'eventualità che a volte capita. «I discorsi sul voto fatti dagli
apostati vogliono solo far credere che i testimoni non
possono neppure recarsi alle urne, invece una recente Torre
di Guardia diceva proprio il contrario, e cioè che i
testimoni sono liberi in coscienza di entrare nelle urne e
quello che fanno là dentro lo sanno solo loro e Geova». «Per dirla tutta, lui mi disse che,
anche se ciò che avevo fatto era giusto, sarebbe stato
meglio non andare proprio, poiché qui in Italia non ci va
nessuno e chi mi avesse visto avrebbe potuto fraintendere,
soprattutto avrei potuto far inciampare qualche fratello più
debole». «fondamentalmente però ha
riconosciuto ciò che anche le pubblicazioni riconoscono e
cioè che si liberi di recarsi alle urne». |
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Risulta
molto evidente, anche da questo breve scambio di messaggi, la
volontà di nascondere verità "scomode" agli occhi
degli estranei, evitando di rivelare chiaramente quelle
informazioni che potrebbero ritorcersi contro la Società Torre
di Guardia. Questo è il modo di agire "consigliato"
dalla Società, come si legge nelle pubblicazioni del gruppo:
«Le menzogne sono falsità dette per ragioni egoistiche e che danneggiano gli altri. Satana disse a Eva una menzogna che recò molto male a lei e a tutta la razza umana. Anania e Saffira dissero menzogne per ragioni egoistiche. Ma nascondere la verità ad un nemico, che non ha diritto di conoscerla, non gli reca alcun male, specialmente quando egli userà tali informazioni per danneggiare altri che sono innocenti ... Quindi in tempo di guerra spirituale è appropriato sviare il nemico nascondendo la verità. Non viene fatto egoisticamente; non reca danno a nessuno; al contrario, fa molto bene». La Torre di Guardia del 1° maggio 1958, pagg. 259-260. La Torre di Guardia insegna a tutti gli effetti a mentire in modo esplicito e diretto: «Vi è tuttavia uneccezione che il cristiano dovrebbe tenere in considerazione. Come soldato di Cristo egli prende parte alla guerra teocratica e devessere estremamente cauto nel trattare con i nemici di Dio. Infatti le Scritture indicano che allo scopo di proteggere gli interessi della causa di Dio, è giusto nascondere la verità ai nemici di Dio ... Questo sarebbe incluso nel termine "strategia di guerra", come fu spiegato ne La Torre di Guardia del 1° agosto 1956, ed è in armonia col consiglio di Gesù di essere "cauti come serpenti" quando ci troviamo fra i lupi. Se le circostanze richiedono che un cristiano deponga in tribunale giurando di dire la verità, se parla, egli deve quindi dire la verità. Se si trova nellalternativa di parlare e tradire i fratelli, o tacere ed essere denunciato al tribunale, il cristiano maturo metterà il benessere dei suoi fratelli prima del suo». (La Torre di Guardia del 15 dicembre 1960, pag. 763, corsivo aggiunto). Queste parole sono un chiaro compendio della posizione dei Testimoni in merito alla strategia della "guerra teocratica". Per i Testimoni, tutti i critici e gli oppositori della Società Torre di Guardia (che essi ritengono sia lunica organizzazione cristiana al mondo) sono considerati "lupi", perennemente in guerra con la medesima Società, i cui seguaci, per converso, sono indicati come "pecore". È quindi «giusto che le innocue pecore adoperino la strategia di guerra contro i lupi negli interessi dellopera di Dio» (La Torre di Guardia del 1° agosto 1956, pag. 462). Come stiano in realtà i fatti lo si comprende comunque anche dall'esame del libro per la Scuola di Ministero del Regno "Prestate attenzione a voi stessi e a tutto il gregge", una pubblicazione ad uso interno. All'inizio vi troviamo questa significativa avvertenza: «Una copia
di questo libro viene consegnata a ciascun anziano
nominato, il quale potrà tenerla per tutto il tempo
in cui continuerà a prestare servizio come anziano
in qualsiasi congregazione. Qualora egli cessasse di
prestare servizio in tale incarico, dovrà
riconsegnare la sua copia al comitato della
congregazione, poiché il libro è di proprietà
della congregazione. Non si devono fare copie di
nessuna parte di questa pubblicazione». Qualche "anziano"
evidentemente non ha mantenuto la rigorosa riservatezza richiesta
e così di questo libro ne esistono copie e riproduzioni. «I testimoni di Geova mantengono la neutralità nei confronti delle questioni politiche e militari delle nazioni (Giov. 17:16; rs pp.243-9). Non interferiscono in ciò che
fanno gli altri in quanto a votare alle elezioni
politiche, presentarsi candidati a cariche politiche,
unirsi ad organizzazioni non neutrali, gridare slogan
politici, ecc. (w86 1/9 pp.19-20; w68
15/11 pp.702-3) Se gli anziani sanno che una
persona sta pensando di intraprendere una
condotta del genere, dovrebbero parlarle, in
quanto è possibile che agisca in tal modo per
ignoranza. (Sal.119:67; Gal. 6:1; 1Tim.1:13). È chiaro quindi il motivo di tanta segretezza. Si parla in questo libro con chiarezza di quello che accade se un TdG va a votare o accetta di compiere il servizio militare. Queste disposizioni sono in netto contrasto con le norme che vengono pubblicate in tutti i seggi elettorali nel manifesto "Principali sanzioni penali". L'art. 88 del T.U.16 maggio 1960, n. 570 recita fra l'altro che: «Il pubblico ufficiale, l'incaricato di un pubblico servizio, l'esercente di un servizio di pubblica utilità, il ministro di qualsiasi culto, .... abusando delle proprie attribuzioni e nell'esercizio di esse, si adoperi a costringere gli elettori a firmare una dichiarazione.... o ad indurli all'astensione, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da lire 600.00 a lire 4.000.000». «Il cristiano non parteciperà in
alcun modo alle varie lotte politiche anche quando lo
Stato richiede che un cittadino esprima il suo parere
per mezzo di una votazione o un referendum». (Lettera
di risposta della Società Watch Tower, siglata SCB:FPB
25/7/1978).
In un'altra lettera della Filiale romana (siglata SCC:SSC del 15/7/1978) si precisava con chiarezza: «È violazione di neutralità l'azione di colui il quale esprima il voto preferenziale. Per violare la neutralità occorre più che presentarsi, occorre esprimere la preferenza. Se qualcuno fa ciò si dissocia dalla congregazione per aver violato la sua neutralità. Ci risulta che le persone spiritualmente mature non si presentano [ai seggi] quando, come in Italia, non è obbligatorio. Altrimenti si manifesterebbe una condotta ambigua. ... comunque, la persona che si presenta manifesta di essere spiritualmente debole e come tale sarà considerata dagli anziani". E, ancora più esplicitamente, un'altra lettera della Filiale geovista (SCB:SSD del 14/8/1980) forniva le seguenti istruzioni: «Ciò che fa violare la neutralità cristiana non è il semplice presentarsi al seggio elettorale o entrare nella cabina per il voto. La violazione della neutralità avviene quando l'individuo fa una scelta di un governo diverso da quello di Dio. ... Nei paesi dove c'è l'obbligo di presentarsi alle urne i fratelli si comportano come è indicato sulla Torre di Guardia del 1964 [qui si fa riferimento alla rivista citata all'inizio di questa pagina] ... In Italia non c'è tale obbligo o almeno non ci sono sanzioni per chi non si presentasse. ... Comunque, chi si presenta ma non fa una scelta, non violando così la sua neutralità, non è soggetto alla disciplina di un comitato giudiziario. Però l'individuo non è esemplare. Se fosse un anziano, un servitore di ministero, un pioniere, non potendo essere considerato irreprensibile, sarebbe rimosso dalla sua responsabilità». Mentre, quindi, non si adottano misure disciplinari per chi si reca alle urne senza votare, è un fatto l'intervento di un comitato giudiziario quando il TdG "vota"; lo si deduce anche da quanto scriveva la Filiale romana con riferimento alle votazioni scolastiche. Infatti, nella lettera SCC:SSB dell'8/1/1979 (cliccare qui per visualizzare l'originale), si precisava: «...dal momento che partecipando a tali elezioni scolastiche non ci si schiera apertamente con un certo partito politico (anche se la politica vi è implicata) e quindi l'individuo non fa la scelta di un partito politico come invece si farebbe in occasioni di votazioni politiche vere e proprie, il gesto non è considerato tale da portare la persona dinnanzi a un comitato giudiziario. Chi lo fa, comunque, dimostra di non essere spiritualmente a posto, non è un esempio, è reprensibile» (il grassetto è aggiunto). Con la Torre di Guardia del 1/11/1999 (cliccare qui per
visualizzare un commento) è cambiata unicamente la posizione nei confronti del
"recarsi alle urne": il bizantinismo geovista fa una netta distinzione
tra il recarsi alle urne e l'esprimere concretamente - con il voto - il
"parere formale". Negli anni '50 e '60 c'era l'abitudine - non sancita
ufficialmente in alcun documento - di mostrare, dopo le elezioni,
all'anziano la tessera elettorale intatta (cioè completa del tagliando che
viene rimosso all'atto dell'ingresso al seggio) per dar prova del rispetto del
"principio della neutralità cristiana"; ci sono TdG che hanno
conservato per anni tutte le intatte tessere elettorali per
"dimostrare" di aver esercitato "lealtà alla teocrazia",
non essendosi recati alle urne in occasione di elezioni amministrative,
politiche e consultazioni referendarie! |
I Cristiani e le Autorità superiori
In Romani 13,1-7 Paolo ci esorta ad ubbidire alle autorità civili con la motivazione che ogni legittima autorità viene da Dio. Anche Gesù lo afferma esplicitamente di fronte al governatore Ponzio Pilato: Rispose Gesù "Tu non avresti nessun potere su di me, se non ti fosse stato dato dall'alto" (Giovanni 19:1) La dottrina geovista sostiene invece che tutti i poteri politici e ancora di più quelli militari vengono da Satana e questo è esattamente il contrario di ciò che troviamo in Romani 13 dove si parla addirittura di legittimità della spada: non invano essa porta la spada! Di fronte a questi problemi i TdG hanno oscillato parecchio:
Ma che il mondo politico non sia da vedere necessariamente come demoniaco, risulta dalla raccomandazione di Paolo di pregare per i sovrani (si trattava di Nerone!) e i governanti, portando come motivo il fatto che Dio, che è unico, vuole la salvezza di tutti senza distinzioni (1Tim 2:1-6) In sostanza la Bibbia ci dice che il cristiano deve partecipare alla vita sociale, e quindi anche politica, ma seguendo la sua coscienza illuminata dalla parola di Dio.
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