Ho scritto queste pagine dopo un insolito scambio di corrispondenza con un Testimone di Geova conosciuto tramite Internet. Ho rielaborato le mie risposte ricavandone questo scritto che, nella sua attuale forma, non è più indirizzato ad una persona specifica, ma, per le tematiche affrontate, può ora essere considerato una lettera rivolta a qualsiasi Testimone di Geova. Ho cercato di evidenziare come l’Organizzazione della Torre di Guardia porti i suoi aderenti ad un'accettazione quasi del tutto acritica e passiva delle norme da essa stabilite, privandoli di fatto della libertà spirituale. Spero che questo mio scritto possa indurre alla riflessione anche quei Testimoni di Geova – mi auguro molti – che lo leggeranno fino in fondo.


Lettera ad un Testimone di Geova

 

Caro XXX,

Rispondo alla tua lettera in cui parli del recente cambiamento da parte dei Testimoni di Geova (TdG) del loro modo di intendere il termine "generazione" in Matteo 24:34. Questa modifica sarebbe stata apportata, a tuo dire, per adeguarsi maggiormente al significato che tale vocabolo ha nelle lingue originali. In realtà io credo che la ragione sia un'altra e che abbia poco a che vedere con il greco antico ed i lessici. Il motivo è che il precedente "intendimento" era divenuto ormai insostenibile! Questa, a mio parere, è la più semplice ed ovvia ragione che ha indotto il Corpo Direttivo (CD) a modificare la sua veduta.

Ricordo che quando divenni TdG, nel "fatidico" 1975, si sosteneva con certezza che la "generazione" sarebbe durata al massimo 70, 80 anni. In predicazione si citava frequentemente Salmo 90:10 per spiegare Matt.24:34. Un semplice calcolo "provava" che, essendo passati dal 1914 più di 60 anni e dovendo il termine "generazione" includere le persone in vita quando scoppiò la prima guerra mondiale, la fine doveva essere davvero imminente. Ricordo discorsi pubblici in cui si sosteneva che per essere in grado di discernere gli aspetti del segno composito, le persone in vita nel 1914 dovevano essere abbastanza mature, in grado di mettere in relazione le cose che accadevano con le profezie di Gesù; quindi potrebbero avere avuto anche 15 anni o più (cfr. Svegliatevi! 22 aprile 1969, p.13). La "generazione" stava così per passare già nel 1975. Tutto sembrava collimare alla perfezione, compreso lo scadere dei 6000 anni di esistenza dell’uomo in quell’anno.

Passarono gli anni e le illusorie aspettative indotte dal CD. Una scrittura citata spessissimo in quel periodo era 1Tess.5:3: «Quando diranno: "Pace e sicurezza!" allora un’improvvisa distruzione sarà istantaneamente su di loro come il dolore di afflizione su una donna incinta; e non sfuggiranno affatto». Ricordo il clima di attesa esistente tra i fratelli; ogni qual volta i mass media parlavano di pace, si diceva: "Adesso ci sarà il grido di ‘pace e sicurezza’ e poi verrà Armaghedon!". Però la fine non arrivava, e così alcuni azzardavano spiegazioni originali e personali del passo. Ad un’Assemblea di Circoscrizione, nel 1978, l’oratore pubblico sostenne che il termine greco tradotto "diranno" in 1Tess.5:3, dava l’idea di un’azione che si protrae nel tempo, non di un evento immediato e diretto (già allora questa spiegazione, che non ho poi trovato in nessuna pubblicazione, mi lasciava perplesso: a me pare, infatti, che Paolo invece parli di un evento improvviso e subitaneo). Ricordo le espressioni di rimprovero dell’oratore rivolte a quei Testimoni che – giustamente – erano rimasti delusi dal 1975: rammentò loro, con voce tonante, che la fine era sempre imminente e guai a chi non l’avesse aspettata fino all’ultimo! (da allora l’aggettivo imminente è stato usato così spesso da aver perso quasi ogni significato).

«Possiamo quindi essere felici che Gesù abbia garantito che vi saranno superstiti della "generazione" del 1914 — cioè che questa generazione non sarà del tutto scomparsa — quando la "grande tribolazione" farà calare il sipario su questo malvagio sistema mondiale». Così si è espressa La Torre di Guardia del 15 aprile 1981, p.31 (corsivo mio) Questa rivista osservava che le persone in vita nel 1914, per corrispondere alla "generazione" di cui parlò Gesù, avrebbero dovuto avere almeno 10 anni.

La fine del mondo entro una generazione a partire dal 1914

Disegno a p. 95 del libro La verità che conduce alla vita eterna, edito nel 1968 dalla Watch Tower.

Trascorso altro tempo, "si comprese" che queste persone potevano essere ancora più giovani. Infatti, nel libro Potete vivere, viene raffigurato un bambino di circa 4 o 5 anni, come rappresentante della "generazione" del 1914 (p.154). Trascorsi altri (troppi) anni anche questa spiegazione divenne insostenibile e così si abbandonò del tutto questa "verità", sostenuta per decenni come ottimo cibo spirituale dispensato a suo tempo dallo "schiavo".

Tu scrivi però che «ancora adesso e per almeno altri 30-40 anni si sarebbe potuto tenere per buono il vecchio intendimento, dato che una generazione letterale di persone non è ancora del tutto scomparsa, ci sono persone che sono vissute fino ad oltre 120 anni. Si sarebbe potuto affermare che l'errore era ritenere che una generazione letterale potesse vivere per 70-80 anni. Se avessero voluto continuare con quel vecchio intendimento, avrebbero potuto solo modificare questi "parametri" e per altri 30-40 anni appunto avrebbero avuto il loro bell'Armaghedon alle porte, con tutti i fedeli in perenne fibrillazione, pronti a lasciare casa, famiglia, negozi e attività per servire l'organizzazione».

Non è né logico né scritturale sostenere che con il termine "generazione" Gesù si riferisse a quei singoli (e rari) individui che riescono a vivere fino ad oltre 120 anni e che quindi ‘per almeno altri 30-40 anni si sarebbe potuto tenere per buono il vecchio intendimento’. Una "generazione" deve necessariamente essere composta da un numero considerevole di contemporanei – se non addirittura dalla maggioranza – e pochi individui non corrispondono affatto al significato del termine. È comunque vero che la stragrande maggioranza dei TdG avrebbe probabilmente accettato anche questa spiegazione, dato che per loro tutto quello che dichiara la Società Torre di Guardia è considerato "cibo spirituale dispensato dal canale costituito da Geova". Ma, evidentemente, fra i membri del CD deve aver prevalso l’onestà intellettuale, dato che non hanno insistito nel proporre una simile distorta e funambolistica interpretazione.

Detto per inciso, io credo che in Matteo 24:34 Gesù si riferisse solo ai suoi contemporanei che videro la fine del sistema giudaico; non c’è nessun’altra applicazione futura, come anche altre parti del cap.24 non hanno alcun doppio adempimento.

Tu scrivi ancora che, con la modifica apportata, "anche l’ultimo riferimento temporale e stato eliminato". Dimentichi però che la data del 1914 continua ad essere definita "il principio degli ultimi giorni", che sarebbero così al loro stadio finale e quindi la fine sempre "imminente". Nota comunque che secondo tutti gli storici, Gerusalemme cadde nel 587 a. C. e questo inficia in maniera assoluta il modo in cui il CD spiega Daniele cap.4 e la relativa cronologia legata al 1914.
Esistono infatti molte migliaia di documenti commerciali, scritti in caratteri cuneiformi e datati, che permettono di stabilire che dal terzo anno di regno di Nabucodonosor fino al primo anno di Dario I° trascorsero 81 anni; quindi 83 anni dividono il primo anno di Nabucodonosor dal primo anno di Dario.
Anche i Testimoni di Geova sostengono che il primo anno di Dario corrisponde al 521 a.C. (Cfr. Perspicacia, p. 651) e quindi il primo anno di Nabucodonosor corrisponde al 604 a.C. (521+83 = 604).
La data del 607 a.C. non può quindi essere corretta: infatti Nabucodonosor avrebbe dovuto distruggere Gerusalemme tre anni prima di ascendere al trono, dal momento che la Bibbia afferma che quella distruzione si verificò durante il suo diciottesimo anno di regno! (Geremia 52:29) Anche questo semplice calcolo dimostra così che il 18° anno del regno di Nabucodonosor fu il 587 a.C. (604-18= 587/586), come viene insegnato in tutti i libri di storia. Ti suggerisco a questo proposito di esaminare con attenzione l'approfondito studio che puoi trovare in questo sito.

Mi sembra che non ci siano scusanti di sorta per le deludenti aspettative indotte dal CD sulla fine di questo mondo. La Società ha fatto credere a milioni di persone che la fine fosse alle porte, questione di settimane, al massimo di mesi (cfr. La Torre di Guardia del 1 febbraio 1969, p.84, § 30), condizionando scelte e comportamenti in maniera spesso irreparabile. Per esempio, io avrei voluto proseguire gli studi nel 1975, però la sorella con cui studiavo la Bibbia mi fece notare quanto un simile comportamento, ‘ora che mancano pochi mesi ad Armaghedon’, fosse poco saggio ed opportuno. Fui fortemente impressionato da queste aspettative, sostenute con sicurezza, come certezze indubitabili: «Se non credi che la fine sia imminente e preferisci studiare, decidi tu. Certo che Geova salverà solo chi ha un’incrollabile fede...». Questo più o meno il tono delle argomentazioni che sentivo ripetere da tutti i Testimoni. Alcuni non hanno nemmeno completato le scuole medie perché ‘tanto Armaghedon è alle porte ed è meglio predicare nel poco tempo rimasto’. Credo che la scelta di non continuare gli studi abbia segnato la mia e la loro vita in maniera irreparabile. Un altro esempio: parecchie coppie di mia conoscenza, nella convinzione indotta dal CD che la fine fosse alle porte, hanno rinunciato ad avere figli ed ora sono soli e li aspetta una vecchiaia senza il conforto di figli e nipoti. ‘Non è opportuno fare figli proprio adesso che sta per venire Armaghedon...’, si diceva. Ora che i miei figli sono cresciuti – e sono due giovani splendidi – è triste pensare che se io fossi stato più "spirituale", loro non ci sarebbero.

È vero, come tu scrivi, che non è corretto insistere nel ricordare sempre gli stessi errori commessi. Ma se mio figlio sbaglia io posso anche disciplinarlo più volte, se continua a ripetere lo stesso errore o se non lo ammette apertamente. E se certi suoi errori hanno conseguenze su altri e sulla sua reputazione, anche senza la mia disciplina, le azioni sbagliate continuerebbero a condannarlo. Il CD ha più volte annunciato la fine imminente, creando indebite e deludenti aspettative. Ora queste cose preferirebbero non averle dette e scritte e si cerca di tenerne all’oscuro specialmente i nuovi che entrano nell’organizzazione. Molti di questi, infatti, sanno ben poco del 1975, del 1941, del 1925, del 1918, del 1914 e credono che queste date se le siano inventate gli oppositori per ostacolare "la verità". Se questi stessi errori fossero stati compiuti da parte della Chiesa Cattolica i Testimoni non avrebbero certamente risparmiato le critiche più aspre e pungenti, non credi? (cfr. Matt.7:12).

Già dai tempi di Russell sono state indebitamente fissate date, creando aspettative infondate sull’imminenza della fine (link). Quasi nessun TdG è però a conoscenza di questi errori.

Gesù disse che sarebbero sorti alcuni che avrebbero detto, senza essere autorizzati da Dio, "il tempo stabilito si è avvicinato" (Lu.21:8) Gesù non minimizzò questo errore, dicendo che "qualcosa di buono" c’era anche in questi pseudo profeti, ma li condannò senza mezzi termini. Nei nostri tempi, qual è il gruppo religioso più conosciuto per aver indebitamente annunciato che il tempo stabilito era ormai giunto? "Non andate dietro a loro", sono le chiare parole ammonitrici di Cristo e io credo sia saggio seguire questo consiglio. Un TdG, a questa mia osservazione, ha proposto questa stiracchiata "spiegazione": ‘Forse Cristo, con queste parole, non si riferiva ai TdG come gruppo, ma stava dando un consiglio a tutti i cristiani, compresi i TdG, di non andare dietro a quelli che all’interno o all’esterno del gruppo dicevano che il tempo era giunto’. Quelli che dicevano che il tempo era giunto erano però i membri del CD e tutti i Testimoni di Geova che sono sempre stati uniti – l’unità nel predicare lo stesso messaggio è considerata dai Testimoni un segno distintivo della vera religione – a livello mondiale nel predicare la stessa "buona notizia". Se qualcuno avesse osato ‘non andare dietro’ a chi fece queste previsioni, rilevandone l’infondatezza e dando ascolto alle ammonizioni di Cristo, sarebbe stato di sicuro espulso come apostata!

Un’altra osservazione: il Corpo Direttivo ritiene che l’Organizzazione sia diretta dallo Spirito Santo; mi chiedo come sia possibile che lo Spirito di Dio abbia indotto la Società Torre di Guardia a correggersi più volte, proprio su uno degli insegnamenti fondamentali della Bibbia: il ritorno di Cristo e la fine del mondo. Tu dirai che anche gli apostoli nutrirono delle aspettative infondate. (Atti 1:6) Può darsi, però non stabilirono mai delle date o delle scadenze, in ossequio alle parole del Signore Gesù, come invece ha fatto la Società (Matt.24:36).

Passando ad un altro punto della tua lettera, quando parli del Corpo Direttivo, tocchi un punto fondamentale per i Testimoni di Geova. «Ricordati che lo schiavo ha lo spirito divino che lo guida. Dire che rigetti con tutte le forze, invece di dire che non accetti o non comprendi, è segno che non mostri umiltà nei confronti di coloro che sostengono Geova qui sulla terra»; così ha risposto un Testimone alle critiche che un altro TdG dissidente esprimeva all’Organizzazione. Nella mente di ogni fedele TdG, infatti, Geova e Organizzazione sono realtà inscindibili.

Ricordo che un sorvegliante con cui parlai tempo fa, quando ero ancora TdG, mi lesse alcune scritture esortandomi ad accettare umilmente il "cibo provveduto dallo schiavo". Citò Proverbi 3:5, esortandomi a ‘confidare in Geova e nella guida che Egli provvede’. Gli feci notare che ‘confidare in Geova non è esattamente la stessa cosa che confidare nell’Organizzazione’. Al che egli osservò che "anche se lo "schiavo" sbaglia, noi dobbiamo ubbidire. Sarà lo "schiavo", non noi, a rendere conto a Dio degli errori commessi" (Questo è lo stesso modo di ragionare di chi dice ‘io seguo quello che dice il mio prete...’). La Bibbia invece parla di un giudizio individuale. (Romani 14:12 e Rivelazione 20:13b).

A questo punto, possedendo questa divina autorità, lo "schiavo" può dire qualsiasi cosa e nessuno può obiettare. Ma mi sembrava che questo fosse proprio ciò che si criticava della Chiesa Cattolica, il fatto che la Gerarchia ecclesiastica imponesse il proprio magistero ai fedeli, non permettendo il libero esame delle Scritture. 
La stessa storia si ripete anche fra i TdG?

Concordo con te che in tutte le organizzazioni umane esistono difetti, più o meno evidenti, così come esistono – in tutte le organizzazioni – anche molte qualità ed aspetti positivi. Secondo i Testimoni, tuttavia, il bene esiste solo ed esclusivamente nella loro congregazione; tutto il resto apparterrebbe al "mondo di Satana" che dovrà essere distrutto. Questo è detto esplicitamente in numerose pubblicazioni. Per esempio, La Torre di Guardia del 1 settembre 1984, p.21, afferma: «Oggi Geova impiega un’unica organizzazione per compiere la sua volontà. Per ricevere la vita eterna sulla terra paradisiaca dobbiamo identificare questa organizzazione e servire Dio in qualità di componenti d’essa». La Torre di Guardia del 1 settembre 1989, p. 19, asseriva: «Solo i testimoni di Geova, i membri dell’unto rimanente e la ‘grande folla’ come organizzazione unita sotto la protezione del supremo Organizzatore, hanno la speranza scritturale di sopravvivere all’imminente fine di questo sistema condannato, dominato da Satana il Diavolo». (Vedi anche Potete vivere, p.209, §.4) Vorrei chiederti: tu credi davvero che non ci sia nulla di positivo, di buono e di giusto al di fuori dell’organizzazione dei TdG? Non pensi che questa veduta sia, come minimo, intransigente ed estremistica? Scrivi che io non riesco "più a vedere quanto c’è di buono nei TdG e ce n’è tanto a mio parere". Ma non ti sembra di fare la stessa cosa nei confronti del "mondo"? Fai una descrizione totalmente negativa della società in cui viviamo, contrapponendola all’oasi idilliaca in cui vivrebbero i TdG. Eppure, se ti soffermassi a guardare con più attenzione, sicuramente scopriresti anche molti aspetti positivi nella nostra società, moltissime persone impegnate anche dal punto di vista cristiano, che fanno del bene al prossimo e che sicuramente sono amate ed approvate dal Padre celeste. Ci sono milioni di persone in tutto il mondo, come, per fare un esempio, i volontari della Croce Rossa, che dedicano tempo energie e fanno notevoli sacrifici per aiutare le persone che soffrono. Non credi che questo sia qualcosa di positivo? Non credi che Dio approvi quello che queste persone fanno per aiutare il prossimo? (cfr. Matt. 25:35,36) Secondo l’insegnamento del CD, tutto questo invece non ha alcun valore e tutte queste persone, per quanto si sforzino di essere buone ed altruiste, verranno spazzate via nella guerra di Armaghedon.

Ma è poi vero che i Testimoni di Geova sono persone così speciali da poter essere considerate le uniche "meritevoli" di salvezza? Nei parecchi anni che ho vissuto come TdG ho conosciuto Testimoni di animo buono, sensibile e che hanno saputo manifestare molte qualità cristiane positive (e indubbiamente esistono anche aspetti positivi all’interno della Congregazione). Però ne ho anche conosciuti molti altri che di queste qualità erano piuttosto carenti. Non sta a me giudicare, naturalmente, però ricordo che molti fratelli dicevano che ‘è meglio stare con le persone del mondo che con certi fratelli e sorelle’. Diciamo quindi le cose come stanno, senza voler troppo abbellire la realtà: "Mariti migliori, padri migliori, figli migliori", in molti casi è solo uno slogan propagandistico. Anche in altre fedi, una religiosità profondamente vissuta (non solo l’appartenenza ad una chiesa), trasforma le persone e le rende migliori. Esistono innumerevoli esempi di ciò fra i Cattolici, i Battisti, i Valdesi, gli Avventisti, ecc., come potresti renderti conto di persona visitando e frequentando queste chiese. 
Inoltre non sono da sottovalutare anche le motivazioni che inducono ad un certo comportamento: se non ci fosse lo spauracchio della disassociazione, credo che molti Testimoni si comporterebbero come tutti gli altri. Infatti, quando alcuni smettono di essere TdG, cominciano a comportarsi male e questo vuol dire (anche) che i loro valori morali erano superficiali e non profondamente radicati, altrimenti continuerebbero ad avere un modo di vivere corretto. Sempre in tema di motivazioni, anche per quanto riguarda la predicazione che i TdG fanno di casa in casa, sarei curioso di vedere cosa accadrebbe se non ci fosse l’obbligo di consegnare il rapporto a fine mese. Dubito molto che quest’opera sarebbe sostenuta con lo stesso impegno da tutti, anzi, credo proprio che si assisterebbe ad un enorme calo nel numero dei proclamatori.

È senz’altro giusto, come tu scrivi, modificare una veduta sbagliata, così come è giusto lasciare la libertà di scegliere e decidere su questioni che riguardano la propria vita e quella dei propri cari. Al contrario di ciò, bisogna aspettare invece che lo "schiavo" cambi le sue vedute, anche se si comprende la loro erroneità, e questo per non essere disassociati. 
Per quanto riguarda poi i cambiamenti che, a tuo dire, "hanno sempre portato dei benefici", che dire delle persone morte per aver rifiutato un trapianto? Ricorda che, fino al 1968, i trapianti erano considerati "questione di coscienza", poi sono stati tragicamente vietati! Fino al 1980, quando lo "schiavo" ha, per l’ennesima volta, cambiato il suo intendimento (link).

Mi auguro che questa lettera ti faccia riflettere su come sia veramente terribile e rischioso affidare la propria vita, la propria autonomia decisionale, la propria libertà di coscienza, ad un ristretto gruppo di persone che di fatto decide e pensa al tuo posto! Quando si parla di libertà di coscienza, in realtà si sta parlando di quello che il Corpo Direttivo, non le coscienze individuali, ritiene lecito o meno. Così, se il CD dice che i trapianti sono vietati, si muore piuttosto che accettarli. Se dice che sono leciti, la coscienza improvvisamente li permette. Se le trasfusioni sono proibite per il CD, bisogna morire e si lasciano morire i figli "per rimanere fedeli a Geova". Se un giorno – chissà se mai verrà… – il CD cambierà idea, allora le trasfusioni si accetteranno, con buona pace di chi nel frattempo non c’è più.

Lo stesso si può dire di come vengono trattati i disassociati (link). Ti faccio qualche esempio: qualche anno fa si diceva che i proclamatori non battezzati, iscritti alla Scuola Teocratica, se commettevano qualche azione sbagliata dovevano essere trattati come disassociati: «I malfattori che si sono regolarmente associati alla congregazione possono essere disciplinati in modo simile a come vengono trattati i malfattori battezzati. [...] per persone "che si associano regolarmente" si intendono quelli che hanno fatto un certo progresso nella via della verità e che hanno frequentato regolarmente le adunanze per un certo periodo di tempo. Di solito escono nel servizio di campo, sono iscritti alla Scuola e gli altri li considerano testimoni di Geova. Se tale associato non battezzato commette una grave trasgressione, gli anziani dovrebbero parlargli [...] la congregazione e i suoi componenti devono essere protetti dal pericolo di contaminazione, secondo il consiglio di Paolo in Galati 5:9. Si dovrà annunciare [dal podio, durante l'adunanza] che la sua condotta "non si addice al cristiano", e che se qualcuno continua a frequentarlo non è in armonia con il consiglio di I Corinti 15:33. Gli sarà negato il privilegio di fare discorsi di esercitazione, di partecipare a dimostrazioni dal podio, ecc. Da tale persona non si accetteranno rapporti di servizio di campo». (KM 11/75, p.4). Ricordo il caso di una ragazza, molto dolce e sensibile, che si sposò con un "incredulo" in chiesa e che venne subito evitata da tutti, compreso lo zio materno che era un anziano. Nessuno più la salutava ed era completamente ignorata. Una "sorella" le scrisse una lettera durissima ricordandole che ‘chi lascia Geova, viene lasciato da Lui’. Mi trovai a parlare in predicazione con la madre di questa ragazza che mi fece leggere questa lettera chiedendomi se tutta questa durezza e severità fosse compatibile con il cristianesimo.

Cosa accadde qualche tempo dopo? Lo "schiavo" cambiò idea e decise che chi non era ancora battezzato poteva essere trattato come un "normale" incredulo. Ecco che da quel momento i rapporti ripresero come prima.

Questo potrebbe accadere anche con i "normali" disassociati o dissociati. Per esempio, un giorno lo "schiavo" potrebbe dire che almeno i familiari o i genitori di un disassociato possono continuare ad avere i naturali e umani rapporti che, da che mondo è mondo, esistono in tutte le famiglie. Fino a quel momento gli zelanti genitori di un disassociato devono metterlo alla porta e rifiutare di associarsi con lui, in ossequio all’intendimento del CD e per non essere a loro volta disassociati.

Io credo che vengano inflitte sofferenze inutili ed eccessive a chi viene disassociato. Non riesco a capire come l’Organizzazione possa proibire qualsiasi tipo di contatto sociale ed umano con gli espulsi. Non credo proprio che questo sia ciò che Cristo ha insegnato. In questo modo di fare c’è una durezza intransigente e pochissima umanità. Ciò che manca quasi completamente è la considerazione, la comprensione ed il calore umano. Come si può proibire perfino di informarsi sulla salute del disassociato di visitarlo se è all’ospedale gravemente malato? Gesù ha insegnato con il suo modo di vivere come trattare le persone, chiunque esse siano. È molto commovente e significativo, a tal proposito, l’incontro con la Samaritana (Giov.4): Gesù parlò con una donna, per di più "eretica", e che aveva una vita non proprio irreprensibile! Fu a lei che, per la prima volta, rivelò di essere il Cristo. Il Vangelo contiene molti episodi simili che indicano come per Gesù contassero innanzi tutto le persone e non i pregiudizi sociali, le regole, le leggi e l’interpretazione di tali leggi. (Confronta Marco 2:27; Giov.8:1-8) Pur avendo ogni chiesa o religione il diritto di stabilire regole e norme disciplinari al suo interno, non credo sia giusto – e cristiano – che tale "disciplina" comporti il più totale ostracismo e colpisca chi dissente o chi sbaglia negli affetti, nelle amicizie e perfino nei più intimi legami familiari, come insegnano i Testimoni: anche i peggiori criminali di questo "mondo malvagio" ricevono le visite di familiari ed amici, possono scrivere, telefonare, avere dei contatti con le persone che conoscono! Pensa, per esempio, se tutti i cattolici agissero in tal modo con i Testimoni, che dal loro punto di vista sono dei "disassociati", degli "eretici" e degli "apostati". E la Regola Aurea? E il comando di amare tutti, compresi i propri nemici? E tutto questo proviene da chi si considera parte dell’unica vera congregazione cristiana sulla terra, quindi il massimo esempio assoluto della virtù e dell’etica comportamentale...

E poi, questa "disciplina" dovrebbe indurmi al pentimento? E di che cosa dovrei pentirmi?! Di aver usato le mie facoltà di ragionare? Di aver espresso fondate e documentate obiezioni? (Se vuoi leggere parte della lettera che ho scritto alla Congregazione e che ha portato alla mia espulsione, vedi questa pagina). Come potrei rinnegare le mie convinzioni – sapendo di non avere detto e scritto nulla di biblicamente sbagliato – e sottomettermi all’Organizzazione, calpestando così la mia coscienza e la mia dignità?

Concludo augurandomi ancora che questa mia lettera ti induca alla riflessione e ad un atteggiamento il più possibile obiettivo, ricordando che, come disse Gesù, la verità e la libertà non possono mai essere disgiunte fra loro (Giov.8:36), e per essere liberi a volte è necessario pagare un prezzo molto elevato.

Attendo una tua risposta e ti saluto con amicizia.

Achille Lorenzi