"A" come azienda" è una satira sul linguaggio da meeting e da corso sulle strategie di comunicazione. Prendete tutto ciò che presumo faccia vomitare anche voi circa il nuovo lessico, non necessariamente di derivazione anglosassone, utilizzato nei centri del potere (dove si rimbambisce accuatamente chi il potere non ce l'ha) e rimescolatelo con una buona dose di falso e opportunistico ottimismo: verrà fuori la canzone, con il suo sconcertante epilogo...
"La signora Celestina" è una donna che ha passato i quarant'anni ma non se n'è accorta. Non si è nemmeno accorta di avere una figlia adolescente e la cosa la sconvolge. Per capire come comportarsi con lei si affida ai messaggi , chiari ed esemplificati all'osso, di uno psicologo da talk show televisivo che dice banalità d'accatto e che vanno tanto bene per il pubblico. La canzone fa ridere ma l'esito sarà raccapricciante!
"L'ascensore": da un celebre poesia di Giorgio Caproni, cantore livornese ma genovese d'adozione, uno sguardo melanconico, innamorato e nello stesso tempo rancoroso verso un simbolo, tra i tanti, delle vedute della "Superba". Una canzone sul viaggio, sull'andar via, la nostalgia e più in generale la vita. Da Caproni ho preso solo pochi vers iniziali, il resto è roba mia!
"Il canarino" è una storia neorelista e un po' grottesca che, se non si trattasse di un volatile, potrebbe essere definita il mio "cavallo di battaglia". Fatte le debite proporzioni, si potrebbe parlare di "pennuto di battaglia" e il gioco sarebbe fatto. Nella fattispecie narrasi di un povero uccelletto tenuto in gabbia sul balcone esposto ai freddi venti di tramontana di una fredda città del nord Italia. Il tapino vagheggia sistemi originali e anche improponibili per riuscire a vincere il grande freddo che lo attanaglia.
