Astrologia,
numerologia e Triarticolazione sociale
pubblicato
su "Ricerca '90" Gennaio 2003
cfr. articolo sul quotidiano LIBERTA'
del 3/1/03
L'unico studioso che si è occupato di problemi sociali partendo da un punto di vista esoterico è stato Rudolf Steiner, che nei suoi scritti e nelle sue conferenze ci ha lasciato in eredità l'idea di un organismo sociale triarticolato. Collegare la cabala astrologica a tale risoluzione da lui auspicata significa verificare con ulteriori dati la giustezza di quell'idea che, se attuata, potrebbe offrire risoluzioni ai problemi più cogenti della nostra società: economia, diritto e cultura.
Le considerazioni che seguono vogliono essere un contributo divulgativo per suscitare l'interesse verso una materia che pur riguardando tutti i cittadini, è in genere trattata solo da addetti ai lavori e dai cosiddetti esperti, che poi forse tanto esperti non sono, vista la mancanza di prospettive in cui ci troviamo.
Di fronte allo Stato, distruttore dell'economia e della cultura, in quanto si fa carico di competenze che non può avere in questi due ambiti (i servizi che attengono all'esercizio della sovranità politica - Difesa, Magistratura, Sicurezza, ecc. - riguardano infatti solo il Diritto, non prestazioni che possono essere messe sul Mercato, o che possono offrire informazione e cultura) sottomettendo di fatto l'uomo alla Società, e ciò è l'esatto contrario del "sabato per l'uomo", predicato da Gesù di Nazaret, Steiner propone una società a misura d'uomo, e paragona la la sua fisiologia alla fisiologia sociale, indicando che, per funzionare correttamente, l'organismo sociale dovrebbe ispirarsi al funzionamento dell'organismo umano. Ai tre principali sistemi del corpo umano Steiner fa corrispondere dunque i tre principali sistemi del "corpo" sociale, rispettivamente autonomi, autogestiti e triarticolati e cioè:
Anche già col semplice buon senso si può vedere la naturalità di questa triarticolazione, in cui tre diverse logiche si armonizzano: fraternità nell'economia, uguaglianza nel diritto, libertà nella cultura. Fuori dai loro rispettivi ambiti infatti fraternità, uguaglianza e libertà, perdono il loro rispettivo valore.
Ma proviamo ora ad analizzare questa comparazione uomo-società, poggiante sul numero tre, proprio attraverso l'antica lingua biblica, che come sappiamo è costituita da lettere che sono in essenza numeri, e che hanno a che fare con pianeti e zodiaco. Si parla infatti di lettere planetarie e di lettere zodiacali(1).
Il nome di Dio, YHWH in ebraico, è formato essenzialmente da tre lettere: "yod", "he" e "waw" (la "he" si ripete concludendo la parola).
Strutturando tale nome in modo artistico, articolando le lettere verticalmente (anziché da destra a sinistra come è proprio della lingua ebraica) in modo che la "yod" sia il capo, cui sottostanno la prima "he" come elemento corporeo delle spalle e delle braccia, la seconda "he" come elemento corporeo del bacino e delle gambe, connesse alla prima "he" tramite la "waw", che potrebbe rappresentare il tronco, compare la configurazione grafica di un corpo umano secondo le lettere del nome di Dio.
Ora associamo ogni lettera alla parte dell'organismo umano a cui dovrebbe corrispondere l'analoga articolazione dell'organismo sociale, e quindi:
Guidati ora dai significati di queste antiche lettere, verifichiamo se queste corrispondenze possano trovare credibilità.
Partendo dalla lettera "yod", il cui valore numerico è 10, possiamo intravedere già un'attinenza con il concetto di denaro: la parola "denaro" proviene etimologicamente dal latino "denarius" e quest'ultimo da "deni", che vuol dire "in numero di 10"(2). Da ciò si desume che il denaro, cioè il sistema economico-commerciale e il capo umano, sono intimamente connessi alla numerologia della lettera "yod" (si noti che perfino la parola "capitale" deriva etimologicamente da "capo").
La "yod" inoltre è la lettera zodiacale della Vergine, sesto segno astrologico, simboleggiante il sesto settore zodiacale come ambito del lavoro quotidiano. Il pane quotidiano è indirettamente espresso dalla stella più luminosa della costellazione della Vergine, "Spica", che indica la spiga di grano tenuta in mano, appunto, dalla Vergine.
"La Vergine simboleggia la logica, l'intelletto [ ] presiede anche agli scambi, alle trattative [ ]. Alla Vergine spettano gli intestini e il processo di digestione e assimilazione, il quale svolge un ruolo analogo a quello dell'intelletto che mira al discernimento: seleziona infatti le sostanze alimentari eliminando gli scarti e facendo assimilare al sangue il nutrimento"(3). Si noti inoltre che il segno della Vergine è governato dal pianeta Mercurio, e che il dio Mercurio fu consacrato dio del commercio, essendo l'unico fra gli dei che giunse all'immortalità tramite contratto"(4). Tutto quanto insomma fa da tramite - commercio, scambio, trasporto, comunicazioni verbali, postali, telefoniche - è governato, astrologicamente, da Mercurio. Mercurio è il pianeta mediatore per eccellenza. Il listino dei prezzi medi delle merci, emanato dalla Camera di Commercio, si chiama "mercuriale" proprio perché Mercurius, messaggero degli dèi e dio dei commercianti donava larte di mediare con lintelligenza il valore delle cose. "Mercuriales viri" erano uomini dotti e intelligenti che, sapendo valutare giustamente le merci, erano membri del Collegio dei mercanti. Anche "merce", da "merx", "mercede", da "merces", e lavverbio "mercé", nel senso di "tramite", indica in questa radice qualcosa grazie a cui avviene o si stabilisce una mediazione(5).
Passiamo ora ad esaminare la lettera "he", che secondo la nostra ipotesi del nome di Dio scritto dall'alto al basso, corrisponde alle membra, cioè al sistema metabolico e per conseguenza all'ambito culturale-spirituale.
Incominciamo col dire che la lettera "he" è zodiacale dell'Ariete, che ha valore numerico 5, ed che è in connessione all'idea di "figlio". Nell'antica simbologia, la pentade, cioè il 5, veniva riferito all'idea di "prole", una "figliolanza divina", come espressione di vittoria della natura spirituale sulla natura materiale. Ciò è espresso anche dalla natura del quinto settore astrologico, che è appunto simbolico dei figli, della pedagogia, della creatività e dell'arte in generale.
La massima creatività dell'essere umano sconfina nella capacità divinoumana di generare discendenza. Tale alta cultura era espressa dall'italico Pitagora. L'uomo antico sentiva il 3 come espressione dell'elemento maschile ed il 4 come espressione dell'elemento femminile, dai quali veniva il 5, espressione dell'elemento "prole". Perché ciò potesse accadere il 3 ed il 4 dovevano ritrovare nel 5 il proprio compimento, così come un uomo e una donna lo ritrovavano nella loro prole. In questo modo i pitagorici esprimevano quanto oggi viene studiato come Teorema di Pitagora. Nel Teorema di Pitagora, il 9 e il 16 sono il compimento in cui il 3 ed il 4 ritrovano loro stessi. Il massimo compimento possibile per il 3 e per il 4 è, dunque, il compimento del 5 nel 5x5. Non esiste infatti alcuna possibilità di esprimere il suddetto teorema per numeri diversi da questi, aventi la medesima peculiarità, cioè che uno sia immediata successione del precedente, come avviene per il 3, il 4 e il 5.
Anche se oggi si è smarrito il senso di questa cultura - in quanto l'ambito culturale-spirituale (scuole e università) è stato arbitrariamente inglobato negli altri due ambiti, e cioè in parte in quello giuridico-statale e in parte in quello economico-commerciale - esso nondimeno rimane inalterato ed, anzi, reclama la sua riscoperta per ridare significato e vita all'anemica cultura odierna sempre più poggiante su affermazioni di pseudosapienti tipo Margherita Hack, Piero Angela, Umberto Eco, ed altri il cui compito appare sempre più una diabolica vocazione a negare cittadinanza cosmica all'uomo, in nome di astrazioni, definizioni o di una fede acritica nella materia, capaci soltanto di generare nel campo economico, in quello giuridico e in quello culturale, il dominio dell'astratto sul concreto, della stupidità sulla concretezza del pensare umano. Un esempio di tale dominio di stupidità lo abbiamo nella teoria einsteniana della relatività, divenuta ormai un dogma, e il suo autore sinonimo di intelligenza(6). (Credo che chi oggi non si interessa della cultura statale ma della conoscenza, cioè dell'indagine della verità intesa seriamente, e quindi senza fini estranei, debba cercarla ovunque tranne che nelle università. Qui, una cultura ad normam conventionis, tiene infatti in pugno le redini e compila la lista delle vivande. Sarebbe pertanto salutare per tutto l'organismo culturale e per l'informazione in generale il cessare di essere un mestiere, e il non comparire più, rappresentata da professori, nella vita civile. La cultura è una pianta che, come il rododendro e la stella alpina, prospera soltanto all'aria di montagna, cioè nella libertà, e degenera se fatta crescere artificialmente).
La lettera "he" ha poi un valore particolare nella tradizione ebraica: è legata alla tribù dalla quale discende il Messia e al senso della "parola". Per gli ebrei questa lunga attesa del Messia "sta per giungere al termine. Egli, che non è un essere divino ma un leader, un re con il dono della parola e della comunicazione, potrà impiegare la moderna informatica per diffondere la 'buona novella' della redenzione, che coinvolgerà l'intera umanità raggiungendo ogni angolo della terra [ ]. La futura liberazione dell'umanità dai vincoli dell'ignoranza dipenderà dal perfezionamento dell'informatica e dalla sostituzione degli attuali contenuti dell'informazione. Oggi un grandissimo numero di persone, avendo raggiunto un alto livello di sviluppo spirituale o intellettuale, rifiuta il continuo assorbimento di informazioni imprecise, volte a manipolare la realtà per favorire interessi economici e politici sostenuti dai mass media"(7).
Con ciò, possiamo con diritto affermare l'esistenza di una percepibile relazione fra questa lettera - raffigurante braccia e gambe dell'uomo, e dunque per estensione la zona delle membra e la vita del ricambio - e l'ambito culturale-spirituale.
Passiamo ora alla lettera "waw".
Abbiamo qui la sesta lettera ebraica, valore numerico 6. "La radice del numero 6 racchiude tutte le idee di uguaglianza, di equilibrio, di convenienza, di proporzione fra le cose"(8). Già questa prima considerazione comporta un parallelo fra l'idea di uguaglianza e la primaria funzione di uno Stato (cuore) di diritto, che dovrebbe essere quella di garantire l'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alle leggi. La lettera "waw", che nella nostra rappresentazione artistica del nome di Dio, simboleggia l'ambito del torace è altresì la zodiacale del Toro. La consonanza tra le parole "torace", "toro" e "Torà" (legge) non è casuale: l'etimologia della parola "torace" ci porta addirittura a confrontare la parola "trono", derivante dal greco "thronos", che sta per seggio, specialmente di re e di principi(9).
Riportando tutto ciò ai tempi odierni, i troni sono oggi i seggi del parlamento, sede appunto legislativa. E a proposito di legge, se pensiamo alla "Torà" abbiamo anche qui una assonanza col "Toro", o meglio, un rapporto storico con l'era del Toro, cioè con l'antica civiltà egizia in cui l'essere umano comincia, appunto, a trasmettere la legge scritta attraverso la redazione degli antichi testi sacri, la Torà, i Veda, i King, ecc.
Il toro, come animale, era immolato da Mitra, antichissima divinità del principio attivo solare. La tradizione astrologica assegna il Sole come luminare che governa il cuore. Abbiamo quindi ora la possibilità, con tutti questi dati, di connettere la lettera "waw", il cuore - e per estensione la vita ritmica del respiro e del sangue - all'ambito giuridico-statale. Se poi aggiungiamo a tutto ciò anche la consonanza tra il nome dell'antico dio "Mitra" e la "valvola mitrale" detta anche bicuspidale in quanto nel cuore collega l'atrio sinistro al ventricolo sinistro, credo non dovremmo più avere dubbi circa la correlazione fra "cuore" e "Stato". Aggiungo che la "mitra" o "mitria" era l'antico copricapo cerimoniale degli antichi iniziati, regnanti e sapienti, elevato e diviso nella sua sommità in due punte, oggi purtroppo riservato impropriamente alle più alte cariche ecclesiastiche, che usano questi simboli sacri per amministrale un mero potere temporale senza peraltro avere più nessuna reminiscenza del loro alto significato.
Queste considerazioni astrologiche e numerologiche permettono di affermare che le conoscenze dell'astrologia e della numerologia non sono solo questioni astratte per intellettuali o peggio per pseudoscienziati come sostengono i cervelli materialisti dei loro detrattori, ma consentono e consentiranno sempre più di capire i problemi della quotidianità, non solo offrendo la sicurezza di essere sulla strada giusta, ma correggendo anche le attuali aberrazioni dell'antroposofia d'oggi, cioè della falsa scienza spirituale in merito all'idea steineriana di triarticolazione sociale.
L'errore più grosso è di tipo analogico, e Steiner lo accennò chiaramente in una conferenza tenuta a Stoccarda nel 1919. Eccone i punti salienti: "Questo è proprio il trabocchetto che espone tanto facilmente all'errore nell'indagine spirituale; quando cioè si traspone qualcosa dal mondo fisico in quello spirituale, si arriva spesso al contrario oppure a delle mezze verità [ ]. Così è anche per il giuoco di analogie che la gente fa tra le tre parti dell'organismo umano e le tre parti dell'organismo sociale. Che cosa dirà chi si dedica a simili giochetti analogici? Dovrà dire che esteriormente vi è la vita spirituale, con l'arte e la scienza. Dovrà quindi metterla in parallelo con ciò che produce la testa umana, con la vita dei nervi e dei sensi. Come potrebbe fare diversamente? [ ] E ciò è quanto di più sbagliato si possa concludere. [ ] Non è corretto mettere in parallelo la vita esteriore spirituale con la vita della testa. Non è corretto mettere a confronto la vita economica con la vita del ricambio. [ ] Confrontando l'organismo sociale con quello umano si arriva a un giusto risultato soltanto pensando all'organismo sociale messo alla rovescia [ ] la vita spirituale sul piano fisico dev'essere equiparata con il ricambio, perché in entrambi vi sono leggi simili. La base naturale per la vita economica, infatti, per l'organismo sociale è del tutto paragonabile alle capacità individuali che l'uomo porta con sé dalla nascita. Come nella vita individuale l'uomo dipende dall'educazione e da ciò che porta con sé, così l'organismo economico dipende da ciò che la natura gli fornisce attraverso le predisposizioni individuali alla vita economica. Le disponibilità individuali per la vita economica, come il terreno o altro, sono paragonabili alle capacità individuali che l'uomo porta con sé nella vita individuale. Nella medesima relazione in cui il sistema del ricambio dell'uomo è rispetto all'organismo umano con le sue funzioni, si trovano le produzioni della vita spirituale rispetto all'organismo sociale. L'organismo sociale "mangia" e "beve" quel che gli apportiamo sotto forma di arte, scienza, idee tecniche e così via. Di questo esso si nutre. E' il suo sistema di ricambio. Un paese che abbia sfavorevoli condizioni naturali per la sua vita economica è come un uomo che sia mal dotato. Un paese al quale i suoi abitanti non apportano niente nel campo dell'arte, della scienza o delle idee tecniche, è come un uomo che patisce la fame perché non ha nulla da mangiare. Questa è la realtà. L'organismo sociale "mangia" e "beve" le nostre produzioni spirituali"(10).
Un altro grossolano errore è quello di confondere il concetto di triarticolazione "Dreigliederung" con quello di tripartizione, che lascia intendere una organismo sociale diviso in tre parti senza alcuna relazione fra loro, come possono essere tre Stati autonomi. Anche sul motivo dell'uso del termine, "triarticolazione" Steiner parlò a Vienna nel 1922: "Nellumanità si è pensato nei modi più diversi sulla tripartizione dell'organismo sociale [ ] quando in Francia venne definita da Montesquieu una specie di divisione in tre dell'organismo sociale, questa era semplicemente una divisione in tre. Veniva cioè indicato che quei tre settori avevano appunto condizioni del tutto diverse e che di conseguenza bisognava separarli fra di loro. Non è questa la tendenza del mio libro. In esso non si suggerisce di distinguere la vita spirituale, quella giuridica e quella economica, [ ] come tre sistemi separati luno dallaltro. Con una simile partizione non si è fatto nulla, ma si raggiunge qualcosa soltanto quando si veda come collaborino quei diversi settori, come essi divengano meglio un'unità per il fatto che ognuno lavora sulla base delle sue condizioni. Così è pure nellorganismo sociale. Se sappiamo come porre la vita spirituale, la vita giuridica-statale e la vita economica, ognuna sulla base delle sue condizioni originarie, se le lasciamo lavorare in base alle loro forze originarie, allora ne risulterà pure lunità dellorganismo sociale. Allora si vedrà che da ognuno di questi settori scaturiranno determinate forze di decadenza che però, grazie alla collaborazione con gli altri settori, potranno di nuovo venire risanate. In questo modo non si suggerisce, come in Montesquieu, una divisione in tre dell'organismo sociale, ma una [ ] triplice articolazione del medesimo; essa si ritrova poi nell'unità dell'intero organismo sociale per il fatto che ogni singolo uomo è parte di tutti e tre i settori. [ ] Possiamo così dire che, appunto se ci si lascia guidare da quanto qui è stato detto, si tende non ad una suddivisione dell'organismo sociale, ma ad una articolazione dello stesso, proprio al fine di arrivare nel giusto modo alla sua unità"(11).
Per concludere cito queste parole del cabalista ebreo Enel, che così si esprime a proposito della "waw" del Tetragrammaton o Tetragramma (grafia del nome di Dio) che noi abbiamo disposto in modo da disegnare un corpo umano: "la lettera Vav è considerata come il legame di ogni cosa... Nel nome Tetragrammaton, la lettera Waw serve da saldatura e da centro d'equilibrio tra Iod-Principio supremo ed He-Vita... Waw opera anche un attacco tra il ternario spirituale che è Yhw e la sua manifestazione quaternaria Yhwh... Considerando il quaternario come un derivato del ternario, Waw diventa il legame di questi due elementi, il passaggio dall'uno all'altro, il ponte che li unisce"(12).
A questo punto, poiché il problema sociale risulta essere risolvibile attraverso l'attuazione della triarticolazione, sorge la domanda: come arrivare a ciò in modo pratico? Come risolvere per esempio il problema dell'inflazione? Considerando il fatto che se il Governo vuole combattere l'inflazione, non ha altra leva possibile che quella fiscale, e che il prelievo fiscale ha la funzione di fornire allo Stato le risorse monetarie di cui ha bisogno, la risposta può essere data in 12 parole: "spostare i prelievi fiscali dal settore economico a quello dei beni monetari". L'attuale fiscalità (reddituale), scaricandosi sui prezzi, va infatti tutta a gravare sulle fasce deboli della popolazione, cioè sui poveri. Solo un nuovo tipo di fiscalità, cioè una "fiscalità monetaria", potrebbe dunque attuare la fraternità nell'economia, la libertà nella cultura, e l'uguaglianza nel diritto, che la triarticolazione esige. La nuova fiscalità, infatti, diversamente da quella reddituale attuale, non scaricandosi sui prezzi, non potrebbe generare né inflazione, né povertà.
Il preannunciato avvento di una nuova umanità, capace di fare simili pensieri di socializzazione monetaria reale, che feci nel mio libro "Il sacro simbolo dell'arcobaleno. Numerologia biblica sulla reincarnazione" prelude a ciò. L'equilibrio contrattuale dell'organismo sociale tra tributo e costo delle funzioni e dei servizi pubblici, non è infatti il ritorno di chi distrugge torri in nome dell'amore di Dio, bensì del Re interiore e dei suoi sudditi, il pensare, il sentire ed il volere. Solo lì è possibile perfezionare il mondo. L'inizio di un'era nuova, in cui la società incomincia a orientarsi alla verità, nella volontà del superamento del proprio male, è auspicato in detto libro (pag. 106) nel capitolo sul "Prete Gianni". Lattuale fiscalità reddituale è infatti il pagamento di un debito non dovuto. Sopperire ad esso può essere fatto solo con tali 12 parole. Con la loro attuazione non solo potrà realizzarsi la totale detassazione del cittadino, bensì anche un reddito di cittadinanza universale.
NOTE
(1) cfr. Sefer Yezirà.
(2) O.
Pianigiani, "Vocabolario etimologico della lingua
italiana", Ed. Melita, La Spezia, 1991.
(3) A.
Cattabiani, "Planetario", Ed. Mondadori, Milano 1998.
(4) F. Comte,
"I grandi miti", Ed. Vallardi, pag. 106.
(5) cfr. Nereo Villa in "Lassegnazione dei suoni ai
corpi celesti, Ed. "RICERCA '90", Aprile 2000.
(6) "Una
volta a Stoccarda - racconta Steiner - c'era un fisico, anzi un
gruppo di fisici, che si erano scandalizzati per il trattamento
della teoria della relatività da parte degli antroposofi. Quel
fisico, in una discussione, presentò un semplice esperimento, da
cui appare che è del tutto indifferente strofinare un fiammifero
sulla sua scatola, oppure tenere fermo il fiammifero e
strofinarvi contro la scatola: in entrambi i casi il fiammifero
si accende. Ciò è relativo. Certo, qui c'è qualcosa di
relativo. E tutto quello che viene applicato ad uno spazio
newtoniano o a uno spazio euclideo, anche quello è tutto
relativo. Ma non appena si viene a trattare di quella realtà che
si presenta come gravità, come peso, allora le cose non vanno
più così facilmente come Einstein se l'è rappresentato,
poiché allora sopravvengono condizioni reali. Veramente si deve
qui di nuovo parlare in modo paradossale. La relatività si fa
valere propriamente quando l'intera realtà viene scambiata con
matematica, geometria e meccanica. Ma quando si entra nel campo
della vera realtà, allora la relatività non va più bene.
Infatti, decisamente, non è per nulla relativo se uno mangia una
bistecca, o se la bistecca mangia quel tale! Con la scatola di
fiammiferi si può muovere la scatola o il fiammifero, ma la
bistecca bisogna mangiarla, non si può lasciarsi mangiare da
essa. Queste sono cose che pongono dei limiti ai concetti della
relatività..." (conf. del 29/7/1923, nota 203 in "L'essenza
dei colori", Ed. Antroposofica).
(7) D. Saghi
Abravanel, "Il segreto dell'alfabeto ebraico", Ed. DLI,
Milano, 1999.
(8) F. d'Olivet "Lingua ebraica restituita", t. II,
cit. in M. Senard, "Lo zodiaco applicato alla
psicologia", Ed. ECIG, Genova 1989.
(9) O. Pianigiani, "Vocabolario etimologico della lingua
italiana", Ed. Melita, La Spezia, 1991.
(10) "Risposte della scienza dello spirito a problemi sociali e
pedagogici", Ed. Antroposofica, Milano, 1974, 2ª
conferenza.
(11) R. Steiner, "Polarità fra Oriente e Occidente",
Ed. Antroposofica, X conf., Milano 1990.
(12) M. Senard, "Lo zodiaco applicato alla
psicologia", Ed. ECIG, Genova 1989
Data creazione pagina: 7/8/2002 - Ultima modifica: 08 ottobre, 2012.