Nereo Villa


Perché i tedeschi migravano in Italia già ai tempi di Roma

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L'Italia è un'organizzazione economica della Germania

 


Se le scuole pedagogiche steineriane avessero educato gli scolari alla conoscenza delle motivazioni delle migrazioni dei popoli, oggi qualcuno saprebbe come stanno le cose. Di fatto non è così in quanto lo Stato ha fagocitato tutto e la parificazione ai programmi di Stato, cioè la statalizzazione delle scuole steineriane italiane, impedisce di fatto la conoscenza del reale.

Perché dunque avvennero le migrazioni dei Goti, per esempio, cioè dei Visigoti o germani dell’ovest, e degli Ostrogoti o germani dell’est, o di altri popoli nordici nel sud d’Europa, cioè dalle nostre parti?

“Quanto viene addotto come causa delle migrazioni dei popoli, spesso si basa su costruzioni, storielle; l’essenziale, se si vuoi vedere la cosa da vicino nelle vere e proprie migrazioni, quando cioè i Goti ed altri popoli avanzarono, sta nel fatto che i Romani avevano denaro e i Germani no, e che la tendenza dei Germani, ovunque vi fosse un confine, era di appropriarsi in qualche modo del denaro dei Romani. Per questo divenivano soldati con tutto quello che seguì: intere legioni di Germani entrarono al soldo dei Romani. Le migrazioni dei popoli sono una questione economico-finanziaria. Solo su questa base poté realizzarsi la diffusione del cristianesimo” (R. Steiner, “Arte dell’educazione Volume 3°. Conversazioni di Tirocinio e conferenze sul Piano di Studi”, Milano, 1980, p. 175).

Questa diffusione di cristianesimo presso i Germani è provata dal fatto che “[…] il cristianesimo ariano, nella vita pratica, ha qualcosa di molto simile al successivo protestantesimo, pur essendo meno astratto; era infatti più concreto: nel I e nel II secolo tra i soldati romani e particolarmente tra gli ufficiali nei pressi del Reno e del Danubio, si era molto diffuso il culto di Mitra. Thor, Wotan e Sanot furono venerati nell’attuale Alsazia e altrove fino al VI, VII, VIII secolo come antichi dèi germanici popolari e furono onorati come le tre divinità essenziali secondo le usanze religiose germaniche. Numerose sono le scene che si possono descrivere su come sorsero le cappelle in Alsazia e nella Foresta nera a opera di chierici romani. «Faremo a Wotan questo e quest’altro» cantavano gli uomini, e le donne: «Cristo è venuto per coloro che da sé non fanno nulla». Questo trucco era già stato usato nella diffusione del cristianesimo: per divenire beati non si doveva far nulla. “Quercia” nel linguaggio dell’antico culto germanico era la denominazione che veniva data al sacerdote del dio Donar. Ai tempi di Bonifacio (San Bonifacio, 675 - 754, di origine inglese, si dedicò alla conversione dei pagani in Europa) si dava ancora molta importanza alla conoscenza delle formule. Bonifacio seppe appropriarsi di determinate formule, conosceva cioè la parola magica, mentre il sacerdote di Donar non la conosceva più. Bonifacio, mediante il suo potere superiore, mediante la parola magica “ascia”, abbatté il sacerdote del dio Donar, la “Quercia di Donar”. Il sacerdote morì di crepacuore; andò in rovina “tra le fiamme del cielo”. Ecco un’immagine pittorica! Alcune generazioni più tardi essa si trasformò nel noto quadro. Queste immagini pittoriche dovete imparare a leggerle. Così si insegna imparando e si impara insegnando. Bonifacio ha romanizzato il cristianesimo germanico […]” (ibid. pp. 177-178).

Da un lato vi è dunque l’avidità dell’impero romano che, mascherato da chiesa cristiana, vuole convertire i pagani d’Europa, e dall’altro lato vi è l’avidità del popolo germanico che genera la migrazione in Italia per impossessarsi del denaro romano: “volevano appropriarsi del denaro romano. I Romani infatti impoverirono! Anche per l’invasione dei Cimbri [altro popolo germanico] fu così. Ai Cimbri, che erano poveri, venne detto: «I Romani hanno l’oro». Questo agì fortemente su di loro: volevano impadronirsi di oro, di oro romano! Ci sono delle stratificazioni di questi popoli, anche resti celtici. Si possono trovare ancora oggi delle precise reminiscenze linguistiche della lingua celtica, ad esempio nei rami sorgentiferi del Danubio, Brig e Breg, Brigach e Brege. Poi in tutti i nomi di locàlità che terminano per ach: Unterach, Dornach ecc. Ach proviene dall’elemento liquido acqua e si rifà alla lingua celtica [cioè di un popolo della Gallia, del ramo degli Ariani, che occupò parti dell’Europa occidentale, tentando continue invasioni in Italia - ndr]. Anche la desinenza ill ricorda la lingua celtica. Sull’elemento celtico si stratificò il germanico. Va ricordato il contrasto fra ariani e atanasiani” (ibid. p. 176)

In quale libro di storia della scuola dell’obbligo o delle scuole parificate ad essa (la scuola steineriana non dovrebbe nemmeno averli i libri di scuola!) si parla dell’importanza di queste cose, cioè della differenza fra coloro che occuparono l’Italia? C’è qualcuno in Italia che è stato educato alla verità di questi fatti storici? Non mi risulta, dato che se così fosse non ci stupiremmo più di tanto ed, anzi, avremmo chiaro l’attuale intento della Merkel e/o della genia francese a non voler cedere di un passo nelle aberranti logiche del neo-mandarinato europeo per la cinesizzazione dei cosiddetti “Piigs” o paesi porci della zona euro!
 

“È molto importante che venga chiarita ai bambini la differenza che esiste (e nelle migrazioni dei popoli è chiaramente visibile) là dove, come ad esempio in Spagna e in Italia, popoli germanici come i Goti occuparono terre già del tutto destinate all’agricoltura. Qui tutto era occupato. I Goti e gli altri popoli vi penetrano e scompaiono; vengono assorbiti dalle popolazioni del luogo. Verso occidente avanzano i Franchi. Essi giungono in regioni non ancora del tutto destinate all’agricoltura e vi rimangono. Dei Goti non si è conservato nulla perché essi penetrarono in regioni dove la terra era già stata occupata. Dei Franchi si è conservato tutto perché migrarono in terre ancora improduttive. È una legge storica molto importante, e questo accenno potrà essere ripreso più avanti nel trattare la configurazione del nord-America, dove gli Indiani furono, sì, sterminati, ma di loro rimase quanto poté emigrare in terre incolte. Un’altra cosa che si deve chiarire è la differenza che passa per esempio tra un regno come quello franco di Carlo Magno e uno Stato successivo. Se non si è al corrente di questa differenza non si riuscirà a varcare il Rubicone del secolo quindicesimo. Il regno di Carlo Magno non è ancora uno Stato (1). Come andavano le cose sotto i Merovingi? Essi dapprima non erano altro che dei latifondisti e per loro aveva valore esclusivamente il diritto privato. In seguito ciò che deriva dagli antichi rapporti del latifondo germanico si trasferisce sempre più nel diritto romano; così solo chi amministra gli uffici pubblici riceve il potere. Così gradualmente dalla proprietà si passa all’amministrazione, ai funzionari; e quando più tardi le amministrazioni divengono le vere potenze dominanti, nasce lo Stato. Esso nasce dunque da una esigenza dell’amministrazione. Esso nasce della dignità dei conti in contrapposizione alla dignità dei principi. Conte in tedesco si dice Graf e ha la stessa radice di grafologo: proviene da grafia, cioè scrittura. Graf in realtà significa scrivano. Il conte è lo scrivano romano, l’amministratore, mentre la nobiltà principesca, come antica nobiltà guerriera, si ricollega al valore, all’eroismo. Il principe è il primo, il più avanzato. Ecco come ebbe origine il principio di Stato: dal passaggio dai principi ai conti. Naturalmente in cose del genere tutto può venir reso in modo molto evidente(2) (ibid. 176-177).

 

Dunque, la domanda è: chi oggi sa queste cose? E per i falsi rivoluzionari dell'antroposofia istituzionale: chi fra i giovani educati alla scuola dell’obbligo o alla scuola steineriana di Stato conosce queste cose? Se qualcuno davvero le conoscesse, non vi sarebbero predicatori dell’anarchia steineriana (come invece ci sono), dato che si saprebbe che essa non esiste proprio, dato che se così fosse sarebbe una paradossale contraddizione. E lo spiego: oggi alcuni sedicenti maestri antroposofi sostengono che l’antroposofia sia una sorta di anarchia cosciente, ma non si accorgono che così livellano l’antroposofia ad una cosciente mancanza di governo, il che sarebbe come dire ad un cosciente deficiente governo. Ma cosa sarebbe un simile governo se non per filo e per segno il governo italiano che oggi già abbiamo proprio per la mancanza di conoscenza della triplice problematica della questione sociale da risolvere?

 
No. La cultura scientifico-spirituale è ben lontana dall'allontanamento anarchico, bombarolo o non bombarolo dello Stato. È invece la consapevolezza profonda delle reali radici storiche dello Stato di diritto, il cui sviluppo dovrebbe consistere nella mera amministrazione della giustizia intesa come servizio di pubblica sicurezza. Questa e solo questa dovrebbe essere la sfera della vita giuridico-politica, da distinguersi dalla sfera culturale (o immateriale, o spirituale, che dir si voglia) comprendente tutta la giurisprudenza del diritto civile e penale, ed ogni altro campo immateriale o spirituale, religioso, e pedagogico.
 

Insomma, conoscendo queste cose, dovremmo almeno riuscire a percepire che queste due sfere funzionano ognuna nella propria logica: la prima, quella della vita giuridico-politica, è quella del sentire; l’altra è quella del volere: solo chi è capace del sentimento di giustizia poggiante sull’uguaglianza fra uomo e uomo è in grado di offrire un giusto servizio di amministrazione della giustizia. Solo chi è capace di mettere in moto le proprie membra da uomo libero può studiare le cose del mondo e insegnarle a tutti nella massima libertà.
 

E la sfera economica? La vita economica è quella che si svolge nel capo umano, teatro della convenienza, della convenzione e del convenire al mutamento delle convenzioni che non convengono a tutti ma solo a parti o a partiti…

Certamente il mondo non sarebbe immondo se esistesse una autentica scuola pedagogica steineriana (autentica in quanto NON parificata alle scuole di Stato, cioè alla cultura assolutamente non libera dello Stato), dato che allora i nostri figli almeno saprebbero concretamente perché i tedeschi migravano in Italia, e da adulti potremmo almeno cogliere l’errore da correggere consistente già nell’idea spuria e quindi insana di economia politica o di politica economica.

 

L’organismo sociale mondiale va male perché i suoi soci non hanno ancora imparato a pensare. Se un Dio avesse creato un organismo sociale come questo, cioè immerso nelle politiche economiche, avrebbe creato cuori umani pieni di nervi, cioè mostri detti uomini. Ma gli uomini NON sono mostri ed hanno i nervi che fanno i nervi, cioè esplicano la loro funzione di nervi, e cuori che fanno i cuori…

 

NOTE

(1) Per approfondire: cfr. “L'Italia è un’organizzazione economica della Germania”.

(2) Vedi nota 1