Nereo Villa
Sul business della scuola steineriana
La scuola steineriana non esiste. Essa è spenta e destinata a spegnersi sempre più da quando è divenuta statale (parificata). Da allora non si può più dire che sia libera dalle grinfie dello Stato, e questa libertà avrebbe dovuto essere il suo vero senso, almeno secondo le direttive date da Rudolf Steiner. Oggi essa è invece solo un'ideologia, un ideale morto, ed un grande business che rastrella soldi dappertutto: sovvenzioni dallo Stato, retta abnorme dai genitori, costi abnormi degli attrezzi, prodotti per la scuola, ecc. (basti pensare che una "cartella scolastica steineriana" costa ben 158 euro) oltretutto sottopagando gli insegnanti tanto idealisti quanto ignari...
Le idee di Steiner sui compromessi sono sempre state molto chiare. Purtroppo però non sono mai state recepite, nemmeno e soprattutto da coloro che predicano la pedagogia steineriana. Perché? Perché lì, domina il business, cioè il dio quattrino in luogo del dio trino, anzi in luogo della triarticolazione sociale, la quale può attuarsi solo a partire proprio dalla liberazione delle scuole e dell’apparato produttivo dalle grinfie dello Stato. Anche Grillo non ha ancora capito questo aspetto delle esigenze dei tempi nuovi. Ma credo che, essendo una persona intelligente, lo capirà (1). Spero solo non sia costretto a capirlo dal suo futuro fallimento, che avverrà nella misura in cui il suo Stato si occuperà (ancora come sempre) di cose che non gli competono come, appunto, la scuola e come l’economia, anziché occuparsi dell’unica sua competenza: il diritto. Onde lo Stato di diritto... (vedi da questo punto di vista la mia “Lettera aperta a Bersani e a Grillo” sulle misure anticorruzione, cioè sulla triarticolazione sociale per il benessere di tutti). La crisi della giustizia è infatti l’impossibilità pratica di occuparsi di giustizia in nome del preoccuparsi dell’economia e della cosiddetta scuola pubblica, vale a dire della cosiddetta cultura di Stato, o cultura dell’obbligo... di Stato.
Questi
argomenti, che erano scottanti già al tempo del fallimento di Weimar, non sono
stati ancora recepiti, e se non si capiranno, ci avvieremo a sempre peggiori
catastrofi... Ecco perché li ripropongo nei brani seguenti, che ho pescati da
varie conferenze e libri di Steiner, che trovo di un’attualità sconvolgente.
“[...] Oggi è questo che deve venir superato, ma purtroppo il mondo, invece
di pensare a tale superamento, fa dei compromessi.
I compromessi che oggi vengono fatti nel mondo vengono conclusi anche
nell’interiorità dell’anima; se le nostre anime non fossero così propense al
compromesso, anche nella vita esteriore non vi sarebbero gli spaventosi
compromessi, simili a quello che ora viene fatto a Weimar, il compromesso sulla
scuola (R. Steiner, “Risposte della scienza dello spirito a problemi sociali
e pedagogici”, 12ª conf., Milano, 1974).
Ciò riguarda, oggi più che mai la scuola pedagogica steineriana, che in sostanza è un covo di chierici non solo traditori ma di vermi striscianti: “Le nature tendenti al compromesso strisciano oggi attraverso l’esistenza; sono esse che sperimentano tutto guardando indietro, che non progrediscono” (“Risposte della scienza dello spirito...”, op. cit).
Perché mai Steiner sentì in se stesso di dare - anche se non in modo esplicito -
del verme agli uomini dell’inciucio di allora attraverso le parole “Le nature
tendenti al compromesso strisciano oggi attraverso l’esistenza”?
Fu per gli eventi storici di qualche mese prima, eventi che oggi vanno
sottolineati, dato che politicamente siamo ancora nella medesima situazione di
allora
(2).
Nel febbraio del 1919, cioè sei mesi prima delle parole dette in questa conferenza - che fu tenuta il 3 agosto del 1919 -, si era infatti aperta a Weimar la cosiddetta Assemblea Nazionale, consistente in un governo di coalizione fra socialisti, democratici, e cattolici, detta appunto “Coalizione di Weimar”. Tale coalizione, per l’instabilità dei governi di formare solide maggioranze rese sempre più impopolare la Costituzione di Weimar. Il peso delle riparazioni e la politica egoistica del grande capitale finanziario determinarono poi dal 1920 fino al 1922 l’inflazione ed il crollo del marco.
In quel periodo, il successo della rivoluzione russa ed i fermenti di rivolta in
Germania avevano galvanizzato i dirigenti socialisti, facendo apparire imminente
l’instaurazione di un regime proletario anche in Italia: il partito popolare di
Luigi Sturzo si presentò allora come principale interlocutore dei socialisti, e
accanto ai socialisti ed ai popolari, il movimento nazionalista dei seguaci di
D’Annunzio chiedeva con l’emerito socialista Mussolini il “rinnovamento” della
classe dirigente.
Le teorie attivistiche di Sorel e di Oriani, quello della “missione”
civilizzatrice imperiale, si consolidarono poi nella dottrina di Gentile, il
quale contrapponeva all’individualismo liberale e democratico, “fonte di
disgregazione del tessuto sociale”, l’esigenza di una solidarietà collettiva in
cui i diritti e le aspirazioni dell’individuo si attuassero solo in quanto
subordinati ai valori ed agli interessi della comunità nazionale, di cui “lo
Stato è unico depositario e garante”. Tutto ciò si espresse poi nella
teorizzazione dello Stato corporativo, che in fondo è lo Stato marcio in cui ci
troviamo.
Il compromesso con la scuola italiana,
compreso l’attuale compromesso delle scuole steineriane parificate alle scuole
di Stato, cioè statalizzate, nasce proprio da questo neoidealismo gentiliano.
Gentile, ministro della “pubblica istruzione”, chiamò poi Lombardo Radice come
collaboratore alla “riforma” scolastica del 1923-24!
Riporto ora frasi della conferenza successiva in cui Steiner sottolinea che con
i compromessi non è assolutamente possibile
attuare l’idea della triarticolazione sociale esplicitata nel suo libro “I punti
essenziali della questione sociale”. E faccio questo nella speranza che tali
parole possano arrivare ai vari “fiduciari” della scuola steineriana italiana o
della società antroposofica italiana, i quali continuano a dimostrare nella
qualità di “traditori verminosi”, non conoscere (cioè conoscono di Steiner solo
ciò che conta per il proprio tornaconto).
“Si può dire in realtà che nel nostro tempo le persone che hanno in loro
stesse l’assoluta pretesa di avere posizioni direttive in qualche settore
sappiano agire con piena serietà per tutto quanto riguarda oggi la tendenza
verso lo spirito? Tali persone dovrebbero avere un sentimento non solo per le
teorie relative allo spirito, ma anche per la reale e vivente efficacia in campo
spirituale, per l’efficacia derivata dal campo spirituale. Se però si parla
della reale efficacia in campo spirituale o attraverso il campo spirituale, oggi
ancora per molta gente si parla di qualcosa di incomprensibile” (“Risposte
della scienza dello spirito...”, op. cit., Stoccarda, 8 settembre 1919, 13ª conf.).
“[...] Oggi però non basta essere d’accordo in teoria con qualcosa. [...]
Quando io siedo a Dornach e scrivo un appello al mondo civile, avendo davanti a
me in modo ideale gli uomini del presente che ne possono accogliere il
contenuto, quel che scrivo è tratto da un reale nesso, non è qualcosa che ho
escogitato in teoria e che ora metto su carta, ma qualcosa che io scrivo in un
nesso vivente con coloro che potrebbero o dovrebbero comprenderlo. In tal modo
si tiene conto senz’altro dello spirito dominante del presente. E ancora: io
scrivo “I punti essenziali della questione sociale”. Non scrivo però affinché le
parole vengano allineate in piccole lettere stampate sulla carta, eventualmente
affinché i teorici le possano criticare, ma io scrivo le parole per i miei
contemporanei. Scrivo come è giusto parlare secondo realtà dal proprio scrittoio
agli uomini del presente. [...] Chi oggi agisce movendo dallo spirito vivente
non tiene conferenze professorali. Sono conferenze professorali quelle in cui si
sono pensate le cose e si gettano le proprie preziose parole in faccia alla
gente. Chi però è immerso nello spirito vivente parla movendo dal cuore, non
solo per le teste. È un argomento del quale bisogna decidersi a parlare.
Persone che possono seguire in teoria le cose non hanno idea che qualcuno, che
voglia agire secondo lo spirito, deve agire movendo dallo spirito al quale in
quel momento è appunto legato. [...] Oggi non si può più, partendo da una
debolezza umana qualsiasi, voler fare un compromesso
dopo l’altro. Se si è costretti nell’attività esteriore a fare un
compromesso, bisogna esserne coscienti, e non passare oltre con superficialità.
[...] Oggi non viene insegnata la pedagogia, non viene insegnata la didattica
nelle scuole superiori, affinché la gente le capisca, ma viene ordinata la
pedagogia attraverso le leggi. Come si ordina alla gente di non rubare, così si
ordina mediante la Gazzetta Ufficiale, mediante disposizioni ufficiali, come si
deve insegnare; e non si avverte che cosa si nasconda in questo fatto. Invece
proprio nel sentire che cosa in sostanza si sia manifestato negli ultimi tempi
potrebbe essere l’inizio di un risanamento. Cinquanta persone che si trovassero
nei posti in cui si ascoltano le loro parole, come si sono ascoltate le parole
dell’Assemblea Nazionale di Weimar, cinquanta persone che avvertissero
l’anomalia del legiferare in campo pedagogico, avrebbero maggiore
importanza per il risanamento del mondo che non le chicchiere insipide che sono
state fatte in quella sede negli ultimi mesi” (ibid.).
Anche qui vi è un riferimento ai fatti storici di sei mesi prima da me qui
accennati. Si tratta di fatti che continuano purtroppo a ripetersi anche oggi.
Ciò è ancora più deprimente nelle “conferenze professorali” di coloro che si
spacciano per pedagoghi della scuola steineriana anelando alla sua parificazione
con la scuola dell’obbligo... dell’obbligo... di Stato, cioè anelando alla sua
statalizzazione, esclusivamente in nome delle sovvenzioni statali. Costoro
pretendono parlare di triarticolazione dell’organismo sociale secondo le
direttive del dio quattrino...
Ovviamente il “dio trino”... della triarticolazione poi s’incazza, generando
aumento esponenziale della tassazione, del fascismo finanziario, e di ulteriori
carestie!
NOTE
(1) Pur non essendo mai stato un grillino,
sono stato uno dei primi
in Italia ad apprezzare il fatto che Grillo accennasse nei suoi spettacoli alle
problematiche relative all'iniquità del monetaggio (creazione della valuta),
che nessun politico ha il coraggio e la competenza di affrontare
(vedi "Chi
ha suicidato David Rossi?").
Oggi Grillo resta infatti "dimenticato" (cfr. il video
https://youtu.be/gFf9LDOzzhc dal
punto 11:25) così come nella triarticolazione parificata all'unità dei poteri
sociali (Stato plenipotenziario) è stravolta nel compromesso illecito tutta
l'antroposofia di R. Steiner.
(2)
Queste cose furono comunque dette da Steiner sia
precedentemente che successivamente al 1919:
- 1917: “Oggi è necessario chiarire agli uomini la loro condizione. Oh, se
non serpeggiano sovente proprio tra di noi la disposizione a fare
compromessi in questo senso, a non dichiararsi
necessariamente con coraggio dalla parte della verità! Non è affatto necessario
che ci abbandoniamo all’illusione di poter far in modo di giungere ad un’intesa
con chi non ne vuole sapere. Potrebbe forse giovarci? È necessario per noi
parteggiare con coraggio per la verità, per quanto sia possibile. Questo è
quanto mi pare emergere in particolare dalla conoscenza di quanto è collegato
all’evoluzione dell’umanità” (R. Steiner, “Il mistero della volontà” cof. di
Zurigo, novembre 1917).
- 8 dicembre 1918: “Il problema sociale vero e proprio del presente si è
fatto attuale sotto l’influenza della catastrofe bellica. E dall’attualità del
problema della proprietà si è poi sviluppata in Russia, nel marzo1917, la
cosiddetta rivoluzione del febbraio che invero aveva essenzialmente lo scopo di
far cadere i poteri statali che stanno alle spalle della proprietà. Poco dopo
questa forma puramente politica, esteriormente politica della rivoluzione, venne
sostituita dalla prima tappa del pensare rivoluzionario per mezzo di quelle
persone che, nella terminologia di Trotzki, si potrebbero chiamare forse “uomini
del compromesso”; vale a dire degli uomini che, a mezzo di acute
intuizioni trasformate in concetti, volevano realizzare una struttura sociale.
Questi rivoluzionari erano soprattutto coloro che anche prima avevano già
partecipato più o meno alla formazione della struttura sociale; si trattava di
circoli culturali, commerciali, industriali, i quali più o meno si prefiggevano
di realizzare per ragionamento una struttura sociale. Ma con una certa ragione,
anche se solo con una relativa ed unilaterale ragione, Trotzki giudica queste
persone, che per mezzo di valutazioni d’ogni genere, per mezzo di buone idee di
buona volontà, vogliono creare una struttura sociale, dei meri insabbiatori
della rivoluzione, degli incapaci, degli inetti. Dalle considerazioni da me qui
svolte saprete che la concezione proletaria rifiuta soprattutto valutazioni del
genere, per quanto ragionevoli, per quanto giustificate da coloro che Trotzki
chiama chiacchieroni, perché‚ parlano in modo intelligente. Queste cose
ragionevoli vengono rifiutate dalla concezione proletaria, e precisamente per un
certo istinto che però nel marxismo si è trasformato man mano in una teoria ben
determinata. Semplicemente non si credono queste cose, non si crede che per
mezzo di certe valutazioni ragionevoli, anche se con intendimenti onestissimi,
si possa creare in avvenire una struttura sociale come si deve” (R. Steiner,
Dornach 8 dicembre 1918, 6ª conf. del ciclo “Esigenze sociali dei tempi nuovi”).
- 6 settembre 1919: “[...] il maestro non deve interiormente mai venire a
compromessi con ciò che non è vero [...]. Mai verrà
a un compromesso con qualche cosa di falso, altrimenti vedremo per molte vie, ma
soprattutto nel metodo, fluire la falsità nel nostro insegnamento. Il nostro
insegnamento sarà solamente un’espressione di verità, se saremo diligentemente
attenti a perseguire la verità in noi stessi” (R. Steiner, “Arte
dell’educazione. Volume III”, Milano, 1980).
- 1921 - 1922: “Io preferisco l’agire che muova dal reale, non agitandosi,
non facendo propaganda. Per me tutte queste cose sono orrende. Ma quando si
hanno le mani legate, quando appunto non è possibile in alcun luogo fondare
delle scuole libere, occorre creare l’atmosfera che le renda possibili.
Naturalmente possono venir giustificati compromessi
in questo o quel caso, ma oggi purtroppo viviamo in un tempo in cui ogni
compromesso ci porta ancor più alla catastrofe” (R. Steiner, “Il sano
sviluppo dell’essere umano II”, Milano, 1998, p.93.).
- 1921 - 1922: “Non serve fare compromessi con
ciò che sta marcendo” (R. Steiner, “Antichi e moderni metodi di
iniziazione”, Milano 2006, p. 124).