Nereo Villa - Numerologia della Triarticolazione Sociale - INTRODUZIONE - appunti sul pensare - V -
I seguaci del barone di Münchhausen*

L'idea che gli esseri umani siano meri corpi costituì nel vecchio mondo una fase della concezione secondo la quale niente esiste all'infuori della materia, lo spirito non c'è, e la mente è semplice materia in movimento.

Tale posizione, presentata in maniera dogmatica da alcuni prestigiosi scienziati del secolo passato, faceva balzare i più alla conclusione che la vera modernità di pensiero dovesse escludere dalla conoscenza tutto il non-materiale. Ed anche se altri scienziati altrettanto prestigiosi, rifiutarono di credere a un universo, composto di sola materia, i primi, ottenendo maggiore consenso pur non trovandosi in posizione di vantaggio rispetto ai secondi, decretarono quasi dogmaticamente la concretezza di pensiero della mera materia.

Era il tempo in cui considerare l'esperienza del cibo o di un bombardamento non poteva essere posto sullo stesso piano di realtà dell'esperienza di un coraggio che vince ogni paura, o di una speranza nel realizzarsi di un mondo migliore.

Pertanto la fame nel mondo e i bombardamenti si affermarono maggiormente, tanto che se ne sente ancora oggi l'eco.*

Ancora oggi molti preferiscono l'idea del corpo che produce la vita o del cervello produttore del pensiero, anziché quella che vede la vita produrre il corpo, o tutt'al più il cervello riflettere la vita.

La luce è prodotta da una candela; se la candela viene spenta, la luce scompare.

La luce viene riflessa da uno specchio; se lo specchio viene portato via, la luce tuttavia continua a brillare.

Ora, non è forse almeno altrettanto facile supporre che il corpo rifletta le immagini delle cose, piuttosto che il ritenere queste ultime un prodotto del corpo?

Nei suoi "Manoscritti economico-filosofici", Marx scriveva: "Il grande contributo di Feuerbach consiste […] nell’aver fondato il vero materialismo [...] positività fondata su se stessa e certa per la via dei sensi".

E a nessuno venne in mente di chiedergli: vero materialismo o mistica della materia?

Già il fatto stesso del considerare il fenomeno della forza di gravità, avrebbe potuto chiarire che quel "grande contributo di una materia fondata su se stessa" non era altro che una fede ingiustificata: se tutta la materia terrestre è tenuta dall’equilibrio centripeto della Terra, la dipendenza della Terra da forze non materiali risulta confermata. Tali forze non si lasciano dominare. Sono anzi esse stesse dominatrici del principio per cui ogni corpo fisico pesa.

Se la via dei sensi avesse veramente legittimato Feuerbach e Marx a sostenere una positività fondata su se stessa, avrebbe dovuto dir loro anche come come soppesare, con tale via, il fondamento immateriale della terra materiale: come fa la materia terra a poggiare sul nulla?

La mia stima per questi pensatori è paragonabile a quella che potrei avere per il prode barone di Münchhausen, capace di sostenersi per aria attaccato al proprio codino.

In ogni caso, Marx si rifaceva agli scritti di Feuerbach, così come quest’ultimo si rifaceva a quelli di Lichtemberg, che poneva così il problema: cos’è che viene prima, lo spirito o il corpo? Come risposta a questa domanda, egli stabiliva che lo spirito era un prodotto dell’evoluzione del corpo. Da notare che, solo qualche decennio prima Cabanis era arrivato a sostenere: "Il cervello secerne pensieri come il fegato secerne la bile, e le ghiandole salivari la saliva." Lo stile del prode Münchhausen continuò poi con Lange, che scriveva (i seguaci del prode Münchhausen scrivevano molto): "I sensi ci danno gli effetti delle cose, di questi semplici effetti fanno però anche parte i sensi stessi, compreso il cervello".

Tutte queste "filosofie" semplicemente non avvertivano l'errore di mettere del vino nuovo nell'otre vecchio.

Procedevano un po' tutti così a quel tempo. La geologia brancolava nel buio, parlando di immaginarie rivoluzioni per spiegare lo stato attuale della terra. Poi, pian piano, incominciò a indagare i processi reali che ancora oggi si svolgono sulla terra e a trarre da questi le deduzioni su quelli passati, conquistando così un terreno maggiormente sicuro. Altre scienze si comportavano invece come si comporta la teologia ancora oggi, quasi a voler sostenere che che dal 3° secolo a. C. nulla di nuovo è avvenuto sotto il sole.

Eppure nuova sotto il sole non era venuta la libertà se era stato detto che il sabato era fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato? Non era l'esperienza psicologica della libertà un compagno invisibile dell'Io che scopriva la propria solitudine, anche dal sangue delle sue generazioni? Il sole non illuminava fedele l'Io caduto nell 'oscurità dell'eclissi di Dio, nel suo silenzio? La libertà non era penetrata tra l'azione e il suo autore nel regno della legge, senza toccarne di essa un solo jota?

E per essa sotto il sole non è nato l'Io umano?

In quel periodo in cui si preferì derivare il pensare o lo spirito-sovrastruttura dal corpo, e l'Io stesso dal corpo, la visione che riconobbe come reale solo il quadro degli avvenimenti terreni, e, in questi, solo quello degli esseri presenti sulla terra, e, tra questi, solo quello degli efficienti, potenti, violenti, degli informati, sapienti, saccenti, si dimostrò progressivamente un assurdo, una specie di straniamento progressivo dell'umanità.

Tutto ciò è oggi - per fortuna - solo un brutto ricordo, e se voglio chiarire cosa sta prima, il corpo o lo spirito, devo attuare l’operazione (spirituale) del pensarci, perciò è da questo, cioè dall’immateriale pensiero che bisognava - e bisogna - partire...

Senz’altro il Creatore doveva sapere come trovare il presupposto corporeo allo spirito. In quanto essere umano però io devo comprendere il mondo, non crearlo. Io non sono il Padre eterno.

Con quale diritto i seguaci del prode Münchhausen pretendevano di abbattere filosoficamente la filosofia o ideologicamente l’ideologia? Probabilmente si sentivano dei padri eterni.


A questo punto c’è da chiedersi come mai una filosofia dai presupposti così contraddittori abbia avuto tanto successo (vedi ogni materialismo, comunismo, nichilismo, fondamentalismo, terrorismo).

A me pare che i motivi siano essenzialmente due: uno è che il materialismo dicendo che esiste solo ciò che si può toccare viene facilmente condiviso come verità e percepito da coloro che appartenenti al "popolo bue" non vogliono complicarsi la vita più di tanto nella comprensione della realtà che invece risulta essere complessa.

L’altro motivo è che la Chiesa ha omesso la spiegazione filosofica anticamente ancella della teologia sostituendola con altra teologia, quella dogmatica. L'Io, il vino nuovo, è stato relegato nella legge, nel dogma di fede, nell'otre vecchio... perciò non può che scombussolare il pianeta. La Terra è espressione del corpo fisico del Cristo, e contiene in sé una specie di forma vivente, diversa da ogni altra specie, in quanto completamente nuova, e anticamente detta dai profeti che l'auspicavano, specie dei figli dell'uomo. Essa era caratterizzata dal fatto (inaudito per quei tempi) che gli appartenenti ad essa avrebbero incominciato ad incarnarsi come "Io", ognuno appunto costituendo una specie a sé, non poggiante su carne e sangue. Erano i tempi in cui si sapeva "ciò che nasce dalla carne è carne, e ciò che nasce dallo spirito è spirito"...

Forse mi sbaglierò, ma sostenere che il pensare presume l’esistenza del cervello è, a mio parere, tanto assennato quanto affermare che il fiorire primaverile di una rosa non possa avvenire senza l’esistenza di una telecamera o di uno specchio che ne rifletta le immagini.

Il metodo di studio di Goethe delle forme viventi, ripreso e sviluppato, specie per i regni umano ed animale, da Rudolf Steiner, aveva portato a riconoscere come legge fondamentale della vita il mutamento delle forme, la metamorfosi... il ritmo..., ed ora tutto ciò può essere riconosciuto perfino in senso matematico e geometrico.


* testo scritto prima degli eventi americani