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ISTITUTO SCOLASTICO COMPRENSIVO STATALE DI SANNICOLA DI LECCE

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Viaggio di istruzione 2003


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Anno sc. 2003/2004

Il galateo a tavola

I suggerimenti,     utili per un corretto comportamento a tavola, sono tratti dal Calendario 2004, realizzato dagli alunni dell'Istituto comprensivo

Il pesce

Come secondo piatto il pesce precede sempre la carne. Tutti i pesci, con la sola eccezione di quelli inscatolati, esigono le posate da pesce, indispensabili in un pranzo formale; in altre occasioni il pesce si può mangiare utilizzando la sola forchetta con l'eventuale aiuto di un pezzetto di pane.

Crostacei e molluschi richiedono la forchetta. I gamberetti si mangiano con le dita, se vengono presentati su di un piatto di frutti di mare; se serviti soli, si sgusciano con le dita, ma si mangiano con la forchetta. Le ostriche si mangiano con l'apposita forchettina posizionata alla destra del piatto. L'ostrica si tiene con la mano sinistra, mentre con la forchettina si stacca il mollusco dal guscio. Una lisca in bocca si estrae con discrezione con l'indice e il pollice e si depone sul bordo del piatto. Se l'operazione si prevede laboriosa, meglio eseguirla nella toilette.

Il pane

Se ottenuto da pezzature grandi, il pane deve essere portato a tavola già tagliato e sistemato sull'apposito piattino posizionato sopra le posate di sinistra.
Non va tagliato dal commensale, ma spezzato in bocconi da portare direttamente alla bocca, mai rosicchiato o morso. Mancando il piattino, il pane va posto comunque sopra le posate di sinistra. La padrona di casa vigila affinchè a nessun commensale venga a mancare il pane, perchè gli ospiti non lo possono richiedere. Il pane ed il relativo piattino si tolgono dalla tavola prima della frutta  e del dolce. La mollica, se non gradita, va accantonata sul piattino del pane, evitando di farne palline.
La "scarpetta", vietata nei pranzi formali, è consentita a condizione che venga fatta con un piccolo boccone di pane infilzato nella forchetta, mai con le mani.
Non si intingono pezzi di pane nel vino o nella minestra. In quest'ultima è consentito mettere il pane, non intingerlo.

La minestra

La minestra si serve unicamente la sera e senza "imposizioni" o richiesta di bis. Versata nel piatto fondo, non deve oltrepassare il bordo interno. Ogni commensale potrebbe servirsi con il mestolo, prelevandola dalla zuppiera nella quantità desiderata. Si degusta con il cucchiaio senza riempirlo, attingendo con un movimento che parte dal bordo del piatto e va verso il centro. Per le ultime cucchiaiate si solleva leggermente il piatto verso l'interno della tavola. Il cucchiaio va alla bocca dalla punta e senza soffiarvi sopra. Al termine,  il cucchiaio si lascia nel piatto. 

 

 

Il coltello

Posto a destra del piatto e con la lama rivolta all'interno, il coltello non va portato alla bocca. Serve per quei cibi che non possono essere tagliati con la sola forchetta e l'uso va pertanto limitato all'indispensabile.

Il coltello piccolo, da dessert, serve per sbucciare la frutta ed, eventualmente, per il formaggio; quello da pesce è indispensabile quando si mangia questo alimento. La sua mancanza "autorizza" l'utilizzazione di un pezzetto di pane.

Il cucchiaio

Posto alla destra del piatto, con la parte concava appoggiata alla tovaglia, il cucchiaio serve per mangiare la minestra da un piatto fondo. Riempito a metà, con un movimento che parte dal bordo del piatto e va verso il centro, il cucchiaio viene avvicinato alla bocca con la punta e il suo contenuto va ingerito senza aspirazioni rumorose. Il cucchiaio di media misura serve per il brodo, le "vellutine" in tazza, i dessert cremosi.
Terminato il pasto, non si lascia il cucchiaio nella tazza, bensì sul piattino.
Il cucchiaino serve per mescolare lo zucchero nelle tazze da tè o da caffè, con un movimento verticale (n0n circolare) dall'alto in basso e viceversa.

La forchetta

Posizionata alla sinistra del piatto, con la parte concava appoggiata al tavolo, la forchetta si tiene tra il pollice e l'indice, con i rebbi (denti) rivolti verso l'alto. Quando si usa insieme al coltello, si impugna il manico con l'indice disteso, tenendo i rebbi in giù. Nelle pause si posa sul piatto (non sul bordo, nè sulla tovaglia), parallelamente alla tavola. É contrario all'educazione impugnare con tutta la mano la forchetta o il cucchiaio, come se si trattasse di un bastone: bisogna sempre tenerli soltanto con le dita. La forchetta non si utilizza per schiacciare il cibo, nè per prendere più pezzi di cibo contemporaneamente.
La forchetta piccola si usa per la frutta e per i dessert solidi.

Il tovagliolo

Si colloca alla sinistra del piatto o sopra di esso, piegato semplicemente. Una volta seduti a tavola, aprire il tovagliolo e appoggiarlo sulle ginocchia. Serve unicamente per forbire la bocca prima di bere e dopo aver bevuto.
Non va appuntato al collo, come fa il barbiere, nè utilizzato per pulire il bicchiere e le posate: sarebbe come accusare i padroni di casa di non aver provveduto ad una pulizia adeguata.
A fine pranzo il tovagliolo si posa alla sinistra del piatto, senza ripiegarlo. Si risistema solo nel caso in cui sia prevista una permanenza al pasto successivo.

I bicchieri

I bicchieri vanno posizionati leggermente a destra, rispetto al centro del piatto. Devono essere almeno due, uno pel l'acqua (più grande) e uno per il vino, disposti con questo ordine partendo da sinistra. In questa posizione devono rimanere anche quando viene versata la bevanda, cioè non vanno sollevati per agevolare il servizio. I bicchieri per il vino non vanno mai riempiti, facendo in modo che il livello vada da poco oltre la metà e non oltre i due terzi. Il desiderio di non ricevere altro vino si esprime con un gesto discreto, senza coprire con la mano il bicchiere.

I piatti

Un pasto tra amici o parenti presuppone tre piatti: uno per la minestra o primo piatto, uno per il formaggio e uno per la frutta o il dessert. Un piccolo piatto si aggiunge se c'è l'insalata.
Una cena formale richiede tanti piatti quante sono le portate e un piatto ulteriore per ricevere i gusci delle ostriche, le lische di pesce, le ossa della selvaggina o di volatili, le brattee dei carciofi... Per le minestre liquide, il cui contenuto non deve superare l'orlo interno, occorrono i piatti fondi.
Il piatto piano accetta tutti i cibi, esclusi ovviamente quelli liquidi. Il piatto piano piccolo si usa per l'insalata, la frutta, la torta.

I gomiti

Mentre si mangia, i gomiti non vanno appoggiati sul tavolo. Su di esso si tengono solo le mani fino ai polsi. Anche quando si beve i gomiti devono stare accostati al corpo, diversamente potrebbe giustificarsi "l'accusa" di alzare il gomito, ovvero di eccedere nel bere.

 

 

Olive

In un aperitivo al bar, l'oliva piccola si mette in bocca intera. Il nòcciolo, deposto nel palmo della mano chiuso a coppa, si mette nel piattino.
L'oliva grande si mangia a piccoli morsi, tenendola tra due dita, e depositando poi il nòcciolo nel piattino.
A tavola l'oliva si prende con la forchetta e il nòcciolo spolpato, posto sulla forchetta, va messo sul bordo del piatto.

Gli stuzzicadenti

Gli stuzzicadenti ufficialmente non esistono. in pubblico non devono essere utilizzati nè durante il pasto nè dopo. Chi ne avesse proprio bisogno lo farà appartandosi nella toilette. Poichè sono ufficialmente inesistenti, gli stuzzicadenti non trovano posto sulla tavola, nè vanno richiesti al cameriere o alla padrona di casa. Mettereste a tavola lo spazzolino da denti che peraltro ufficialmente esiste?

 

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Progettazione e realizzazione:
Prof. Livio Maritati