GIUNTA A SERA
E' l'ora di palpebre grevi
di lento smemorar sul cuscino
è l'ora di accogliere sogni lievi
accarezzando il tuo gattino.
Ti penso e sfioro i tuoi bei capelli
pregando pel tuo bene futuro
figlia avuta in dono tra i più belli
promessa ad un amore sicuro.
Aurora Ageno
IL PASTORELLO
Una pecora guardò il sole
inchiodato nel terso cielo
sorrise,del tempo immobile
per brucare pigra a sazietà
Il cane in dormiveglia
ogni tanto in allerta semi-seria
giocava sbuffando
con piccole ombre d'erba
mosse dal vento e dalla coda
Il pastorello di otto anni
gracile nei rattoppi Arlecchino
parlava da solo
e ogni tanto si fermava
sperando invano
ritornassero indietro le parole
per spezzare la solitudine
avvolta dall'ìnfinito
e non reggeva più i sogni
che si costruiva in piena luce
Notò altri animali
che non erano mai soli
e le stesse parole
per reggere una frase ai pensieri
dovevano essere più di una
Si sentì troppo solo
avvolto nella gracile infanzia
in un mondo che non rispondeva
mentre una lacrima gli solcò il viso
quando il sole lontanissimo dal tramonto
e la via del ritorno a casa
infinitamente lunga
michael santhers
TIENIMI PER MANO
Amnesia totale,
bevo dalla tua bocca
mi disseto disteso sopra
l'ultima roccia che sovrasta
imperiosa sul nostro domani.
L'attesa ti divora,
sei silenziosa mentri
sorreggi con la mano un
piccolo raggio di sole, che
nuota libero tra le acque agitate.
Come sentinella,
osservi tutto il creato
vuoi sederti su quel ripiano
ma la paura di perderti il tramonto,
ti porta a esplorare oltre le ultime nubi.
Il silenzio ti avvolge,
in tutte le direzioni si spegne
il lamento di lontane inutili voci...
Vigili su te stessa, ti conosi e vuoi respirare,
non servirebbe a nulla, lasciarti cadere tra le maglie del mare.
GioiaeDolore
VOCE FASCINATRICE
Flebile suono ma conturbante
come voce lontana
di attimi fascinatrice
recano i pensieri
a tratti dominatori
finché realtà torna emergente
con altri suoni.
Fino a quando vi udirò
sirene nella nebbia?
Aurora Ageno
GIORNO DI MAGGIO
Vento leggero
accarezza le foglie
asseconda sincero
e danza non toglie.
Sole distratto
da nubi improvvise
traccia ritratto
di chi mi sorrise.
Or che ombra s'avanza
è annuncio di sera
e da pensieri vacanza
nella notte si spera.
Aurora Ageno
A TE CHE MI SEI STATA ACCANTO
Accanto ...
Sei arrivata
con un rombo acuto
su una pianura immensa.
Hai viaggiato
chilometri di acquazzoni
pieni di pianto.
Mi hai trovato
in un groviglio
di rami malati.
Hai atteso
al varco
delle sentenze.
Per te
l'ennesima volta
in questioni di vita.
Mi sei stata accanto
con i palmi delle mani
intrisi d'amore.
Mi sei stata accanto
con le radici
di una quercia.
Mi sei stata accanto
con la mia foto
nella tua carta d'identità.
Mi sei stata accanto
con il tempo limitato
prodigo d'amore.
Mi sei stata accanto
con il seno nudo
che allatta il bambino.
Mi sei stata accanto
seduta e appoggiata
in piedi alla mia agonia.
Mi sei stata accanto
come l'ultima sigaretta
per un condannato.
Mi sei stata accanto
ad un mio dolce
desiderio di sconquasso.
Perché accanto a me
ho avuto te
il mio desiderio più grande
Jordano85
PAROLA CONCLUDENTE
Sua, Taciturna assenza ne’ discorsi.
Sua, Chiassosa presenza ne’ rimorsi.
Parola Concludente …
Che mai m’è spettata
in altra Frase s’è sempre rifugiata …
Parola Suadente.
Una confidenza disgiunta alla sera
un panorama occultato alla vista
una delizia sottratta alla lingua
un fiato esalato al respiro.
Narrar la cronaca d’una biografia abituale
ove la coatta elisione della menzion finale
mimetizza la storpiatura d’una vita mutilata
ossia
il dimorato vacuo lasciato dalla fata …
Mio, il sol cospetto
Jordano85
PONZIO TRAGLIA
Avevo terribile mal di dente
assuefatto a ogni farmaco,
saggia mia moglie mi consigliò
una terapia psicologica
capace di spostare oltre l’umano
la morsa del dolore
e avere nuovo sguardo
che varcasse il recinto d'anima
vorticante su se stessa,
mi suggerì di andare da un ottico
e allora comprai un paio d’occhiali
con lenti molto spesse
e li inforcai trovando subito sollievo
in orizzonti più lontani
ma poco dopo estasiato
dal geniale consiglio
della donna che mi amava tanto
persi il senso di distanza
finii sotto a un tram
ove il male finì per sempre
-Inconsolabile mia moglie
fece scolpire sulla lapide
due lenti e un pollo
Mah! dico io
poteva scegliere un pennuto
più regale
michael santhers
LA MIA TERRA
E’il posto dove il latte grazie agli additivi
supera il peso delle vacche,
gli autisti il numero dei pullman
i generali quello dei soldati
le diserzioni al lavoro gli statali
e i camini fumanti gli abitanti
Un luogo ove le cagne adottano maiali
i politici questue promesse
i preti certezze consumate
la televisione il silenzio macero
i vecchi sciagure da masticare
i mercanti gli spergiuri
Barcollanti asini spelacchiati
bastonati dal progresso
azzannati dal passato
conciati dai ricordi,
ragli al vento il lascito
vetri al cervello udirli
lacerante all'anima ignorarli
Piloti di trattori,invidie di clown
bombardano con diserbanti
pigre campagne omertose a stermini
e lebbrose si fasciano di silenzi
ogni tanto spezzati da corvi gracchianti
felici in volo con aureole
incorniciano carogne,letto di mosche
esequie di dita,pinza ai nasi
mire forfettarie di salive
Spari di feste patronali
omaggiati a Santi ma in segreti intenti
ogni botto indirizzato a decimare
un cuore mirante a spartizioni
di miracoli pregati a offerte
Funerei stendardi ammuffiti
ostentati da sacrestani da salotto
fasce tricolori,panciere al satollo
marce di dominio,timbri a sentenze
autorità marchiano rivali
michael santhers