olio su tela 50x70 |
“ S'è vestito a festa l'antico borgo, e nel farlo ha indossato colori sgargianti. Anche il suono della campana, dal campanile, sembra aver lucidato i suoni dei suoi rintocchi. Fioriscono gli oleandri che in cerca dei raggi del sole, spingono i loro rami oltre le ombre dei balconi e dei tetti rimessi a nuovo. E' un volo di rondini a riempire il cielo terso delle calde giornate settembrine, ed il profumo di bucato steso al sole. Dalle finestre spalancate arriva il vociare animato di chi vive un giorno di festa." Giulietta |
Abbracciami... alza le tue braccia e... stringimi!
Apri gli occhi e guardami, che ho bisogno del tuo sguardo. Non c’è luce che possa illuminare il buio che mi avvolge e la mia luce sei tu... che non mi guardi e... non mi parli. Dove sei? E come farò a proseguire il mio cammino senza te? Io che per te vivo e per
te venni creata!
Parla! Parla! Parla!... Chiama il mio nome e dimmi quale Dio, quale Padre ti ha portato via e ha trafitto il mio cuore. Abbracciami... ti prego abbracciami... alza le tue braccia e dimmi che nulla è accaduto, che questo è solo un incubo, che si dissolverà la notte. Il buio e il terrore d’averti perduto sparirà con loro... Figlio mio. |
"Abbracciami" (Olio su tela 50x40) |
Stringimi... che è freddo il mio corpo e il dolore non si spegne. Abbracciami, come se fossi l’unica gioia venuta al mondo, io... che per te lo fui. Non abbandonarmi ancora, non è ancora il momento di deporre il mio corpo, che la paura non s’è spenta, né il desiderio di perdermi tra le tue braccia... io uomo, io bambino, io... figlio di donna. Poi avvolgimi e posami con cura; non voltarti, non cercarmi altrove, e apri gli occhi che attraverso il tuo sguardo io possa entrare in te donandoti la luce. E scolpisci sul tuo volto il mio dolore, il tuo dolore... affinché chi mi uccise possa impazzire nel guardarti e... chiedere perdono... E solo allora tu mi avrai vendicato... Madre. |
“ Un giorno... un giorno avremo quel giorno che oggi desideriamo. Sarà quello del raccolto e della mietitura, prologo di frutti da mangiare per conoscere il sazio e dimenticare la fame. Le mie mani... le nostre, stringeranno pugni colmi di quella gioia data da sogni divenuti realtà. Un giorno... un giorno avremo un sole che splenderà per noi e per nessun altro, e sarà il mio sole e il tuo, e cancelleremo le ombre di timori,d'incertezze e di paure. Un giorno io ti darò... quel giorno! Che sarà tuo e solo tuo, sapendo che tu lo vivrai con me e attendendo il suo arrivo ti chiedo di gioire con me per la sua aurora, per la sua alba; poi penseremo ad un tramonto d'aspettare e da percorrere insieme." Giulietta |
olio su tela 50x70 |
olio su tela 80x60 |
Lo sguardo fisso al mondo sottostante, la mente persa tra pensieri che si spostavano su nuvole che sembravano galleggiarvi al di sopra, e la sua immagine riflessa sembrava fissarla incuriosita. Due atolli verdi, bagnati da un mare di lacrime da nascondere e… la paura di non rivederli più o di poterli dimenticare e quindi decidere di lasciarli lì, riflessi sul freddo vetro della memoria. “Io andrò avanti… Giulietta |
olio su tela 80x60 |
Rimbalzano gli sguardi su di un orizzonte macchiato dagli sbadigli di un sole al calare. L’aurora s’è perduta fermandosi e, lontana, ci rimane alle spalle. Si prepara al riposo notturno ogni volo d’uccello che cinguetta dal nido un saluto ad un giorno al finire, ed esorta chi veglia ad accoglierne uno che porti con se un qualcosa di buono. Nell’attesa, la mente rincorre paure e speranze; le certezze sono effimere e vane, tutte tranne quella che, per un giorno che va, ce n’è uno che arriva. Rimbalzano e sbattano in petto cuori in gabbia, e a placarli, per essi, c’è solo la vana speranza che ogni sogno d’incanto s’avveri e per questo resta solo “L’attesa”. Giulietta |