IL CINEMA FANTASTICO E D'AVVENTURA (made in Italy)
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(La Storia dell'ARTE, secondo ObyWan) AMARCORD, c’era una volta il Cinema Fantastico e d’Avventura made in Italy. Interviste realizzate tra il 1987 ed il 1989 per la celeberrima Fanzine “THX, IL CINEMA FANTASTICO”
...C'Era una Volta:
(di Raffaello Fiorini, in Arte ObyWan)
Durante quell’Incredibile biennio che va dal 1987 alla fine del 1989 in Italia ci fu una tale “febbre da Fanzines” che oggi sarebbe inconcepibile. La Fanzine, una rivista di genere, curata dai Fans di un determinato personaggio o genere cinematografico/musicale/letterario, senza scopo (e oserei aggiungere “speranza”) di lucro, a spese dei redattori. Quasi come nel film “Risvegli” sembrava che numerose anime di giornalisti degli anni ’20 e ’30 si fossero impossessate di un variopinto gruppo di ragazzi che, aldilà di ogni ragionevole aspettativa di lavoro, volevano creare delle riviste di genere. Alcuni fecero effettivamente un utile esperienza che li portò a diventare in seguito veri giornalisti, per altri, come il sottoscritto, fu un fugace momento di gloria. Oggi con il web è tutto più facile, nonostante escano ancora riviste a tema, praticamente inutili, qualunque informazione è disponibile in pochi secondi. Un tempo per conquistarsi un’intervista bisognava lavorare di strategia, appostarsi telefonicamente al fisso di casa o ufficio, ricercare informazioni in biblioteca, cineteca e “intranet” (il nonno grigio-blu di internet). Personalmente, attraverso la fanzine THX, IL CINEMA FANTASTICO, dividevo con i miei colleghi la passione per il Cinema d’Avventura e di Fantascienza. Ognuno aveva i suoi compiti specifici, sia di logistica che prettamente letterari. Quasi tutto era auto finanziato …E diverse Case Editrici, interpellate all’epoca per un appoggio economico, preferirono far tradurre e piazzare sul mercato testate d’oltremare, piuttosto che finanziare noi. Amara consolazione fu vederle spegnersi dopo pochi anni come piante senza radici. Ci rimane il ricordo di una “romantica” avventura, vissuta come giornalisti di una Belle Epoque di fine ‘800. Abbiamo conosciuto il Mondo del Cinema Italiano come era, negli ultimi Bagliori di quel Grande Spettacolo dell’Artigianato che era il Circo di Federico Fellini. Abbiamo conosciuto, nel suo “regno segreto” quello che fu Genio e Maestro del Cinema Western, Sergio Leone. E ancora Burt Lancaster, l’intrigante Philp Leroy, Dario Argento, James Cameron, quando ancora era un “Pupetto”, il Maestro Jerry Goldsmith, grande compositore di colonne sonore, l’immenso Akira Kurosawa, il sommo Leo Benvenuti e la sua scuola di sceneggiatura cinematografica, ecc. In questa sede ho voluto raccogliere, in un’unica soluzione, le 5 interviste da me realizzate per THX, delle quali conservo ancora le registrazioni sonore: sarebbe stato un peccato che venissero perse nella “Differenziata del Cartaceo”…In fondo è un capitolo di storia dello spettacolo. E' quindi d'obbligo un ringraziamento "postumo" ma sicuramente dovuto, al mio socio di allora, ROBERTO LEOFRIGIO, che con pazienza da Monaco Certosino,oltre a scriversi anche i suoi,digitalizzava i miei articoli, che gli passavo scritti ancora con l'antica "olivetti" meccanica e un ringraziamento anche a RICCARDO ASONI, nostro amico comune, che ci aiutò a contattare il Leggendario Maestro Antonio Margheriti, del quale segue l'Intervista. Naturalmente, mi auguro che anche i miei ex-compagni d’avventura facciano lo stesso con i loro articoli, magari vintage, ma di ottima qualità…
E andiamo a incominciare:
1) Antonio Margheriti (alias Anthony Dawson) >>Di seguito<<
Era l'Autunno del 1988,
io insieme al mio “gancio” Riccardo Asoni, nei pressi di Monterosi (VT), ci apprestavamo a raggiungere il nostro "obiettivo"...along, by Cassian Way, in groppa...ad una panda... …Un uomo simpatico, cordiale e che ispira rispetto, questo è ANTONIO MARGHERITI o, se preferite il suo nome d’arte, ANTHONY DAWSON. Il suo volto sembra scolpito nel cuoio, come quello di un veterano del Far West. Nei rari momenti di pausa, che egli si concede tra una regia e l’altra, vive con la moglie in un vero e proprio RANCH, sperduto tra le “highlands” di Bracciano. Non è stato facile trovarlo e “rapirlo” alla sua privacy ma, in compenso, si è concesso con estrema gentilezza alla nostra intervista. Ci accoglie con un caldo sorriso e ci fa accomodare in un gran salone della sua magione. Mi pare di riconoscere, sia nell’architetture e sia nell’arredamento, qualcosa dello stile coloniale di Tatooine, in StarWars. Ci offre un aperitivo e comincia col raccontarci di quando era titolare nel Verona, si proprio il Verona Calcio di serie “A”…Fù, infatti, proprio per un incidente occorsogli durante una partita che, a causa di una convalescenza (si era rotto tibia e perone), cominciò a sfogare la sua prorompente energia creativa scrivendo soggetti e racconti per il cinema d’avventura… Oby: Ma è vero che lei è stato consulente di STANLEY KUBRIK, per gli effetti speciali di 2001:ODISSEA NELLO SPAZIO? A.MARGHERITI: Non è vero al 100%... fui chiamato per fare dei lavori paralleli a quella produzione. Me ne parlarono, mi proposero delle cose, ma alla fine non ho mai messo le mani in quel film. Potrebbe chiamarsi una consulenza teorica, ma non proprio manuale. Ero stato chiamato dalla Metro Goldwyn Mayer (MGM) perché avevo fatto un altro film di grandi trucchi, in precedenza, dal titolo GOLDEN ARROW (L’Arciere delle Mille e Una Notte, del 1962)…Insomma, la mia esperienza e quella di tantissimi altri professionisti europei a quel tempo era richiestissima…In Europa siamo stati i primi al utilizzare il “BLUE BACK” o la “STOP MOTION”. Poi , 2001 lo fecero gli inglesi e, devo dire, egregiamente…mentre io, sempre per METRO, fui incaricato di girare una serie di Telefilms, sempre di Fantascienza.
Oby:E questo succedeva in pratica diversi anni dopo SPACE MEN, un film che non aveva nulla da invidiare a quelli di GEORGE PAL o BYRON HASKINS dello stesso periodo (dal’55 al ’65). Insomma è stato lei l’unico vero pioniere del cinema fantastico in Italia…
A.MARGHERITI:Si, ma c’era anche BAVA, MARIO BAVA, cominciammo insieme. Eravamo molto amici. Lui era un operatore che, un giorno, ha debuttato alla regia, mentre io ci sono arrivato dopo essere stato anche sceneggiatore, dopo i trucchi e gli effetti speciali…abbiamo comiciato quasi allo stesso modo, percorrendo poi le stesse strade. Non dico che facevamo le stesse cose, ma anche Mario si è cimentato con la fantascienza, l’Horror…tra l’altro, in Francia ancora ripropongono serie antologiche dei miei e dei suoi films, quasi ogni anno in TV…Si, i primi siamo stati noi, poi sicuramente non gli unici, a fare la Fantascienza, il Fantastico…
Oby:C’è mai stato antagonismo o concorrenza tra lei e BAVA?
A.MARGHERITI:Hanno sempre parlato di un grande antagonismo tra noi, ma eravamo soltanto buonissimi amici…e non abbiamo nemmeno avuto modo di essere veramente antagonisti: manco a farlo apposta, quando io facevo la Fantascienza lui faceva l’Horror, quando io facevo l’Horror lui faceva la Fantascienza, così i nostri “generi” non si urtavano mai…Tutti credevano che stavamo alla larga l’uno dall’altro, ma ci facevamo certe risate insieme! Era un uomo molto spiritoso…
Oby:Torniamo a SPACE MEN, perché non mi racconta qualcosa di questo film?
A.MARGHERITI:…L’Idea nacque da Pollicino, la fiaba di Pollicino, quello che si lasciava dietro di se le briciole di pane. Nel caso di Space Men, il protagonista della storia salva la Terra con un sistema simile: butta nello spazio un mucchio di viti, bulloni ed altro per confondere i sensori di un missile diretto a distruggere il nostro pianeta. A quel tempo la fantascienza presumeva sempre la fine del mondo…alla base di una storia c’era sempre “se non muoiono tutti non siamo contenti!” E allora, come al solito, c’era quello che salvava l’Umanità, come in Space Men. Era un filettino molto piccolo, però molto “garbato”per i suoi tempi, oggi certo, non so, a rivederlo penso debba sembrare molto modesto, come trucchi, come tutto, a quei tempi c’era davvero poco su cui contare. Anche gli altri films, che feci subito dopo, furono realizzati con una modestia di mezzi incredibile,anche se si cominciava già a vedere una certa evoluzione…
Oby:Ma questa modestia, secondo lei, da cosa dipendeva?
A.MARGHERITI:Dipendeva, per prima cosa, dalla mancanza di fiducia nel genere, per cui si investivano pochissimi soldi,…ma I trucchi e gli effetti speciali costano e senza soldi non si possono proprio fare e poi, a quell tempo, fare trucchi e ra difficilissimo e non si facevano volentieri. Pensa che sono passati trant’anni per arrivare all’elettronica, alla possibilità di combinare computer e cinema. Oggi tutti dicono “quanto sono belli gli effetti americani!” Ma, a parte il fatto che costano decine e decine di milioni di dollari, sono pure fatti adesso, con tutte le tecniche acquisite in trent’anni di cinema Fantastico. Ad esempio Guerre Stellari era un film umanamente impossibile a farsi trent’anni fa, sarebbe stato un vero suicidio di massa farlo coi mezzi che avevamo a disposizione allora (in effetti George Lucas ci andò vicino n.d.a.) .
Oby:Oggi in Italia è cambiato qualcosa a riguardo? O la sfiducia nel genere è sempre la stessa? (Ricordo che il dialogo si svolgeva nel 1989 n.d.a.)
A.MARGHERITI:Beh, certo che in Italia investire quell che servirebbe per fare films di fantascienza non è cosa sicura. Non è l’Italia il mercato migliore, è un genere che, probabilmente, non è congeniale alla mentalità italiana, non lo è mai stato. Gli Italiani vanno a vedere solo i Cult Movie e i grandi successi, come Guerre Stellari, che poi è un Western…un racconto diverso, non un vero film di Fantascienza.
Oby:L’anno scorso la RAI ha trasmesso la sua versione fantascientifica del ebre romanzo di Stevenson L’ISOLA DEL TESORO (Miniserie di ben 8 ore uscita su RAI 1 il 19 Novembre 1987, poi “scomparsa”n.d.a.)…mi parli un po’ di questo sceneggiato…
A.MARGHERITI:L’ISOLA DEL TESORO non è un progetto mio, era di Castellani. RENATO CASTELLANI voleva realizzarlo ventiquattro anni fa. Lessi il suo copione nel 1964 e mi chiese di aiutarlo a fare i trucchi e altre cose, dovevamo farlo per l’Istituto LUCE, ma non se ne parlò più. Lui preferì dedicarsi alla televisione, per la quale tra l’altro ha fatto cose bellissime. Finchè non decise di proporre alla RAI proprio la sua vecchia idea… Oramai, però, sul copione dell’Isola del Tesoro erano trascorsi tutti quegli anni e tante idee originali adesso non lo erano più. Poi, purtroppo , mentre ristudiava la storia, Renato si è ammalato ed è morto. Fui chiamato io a dirigere un lavoro che, in gran parte, era già avviato ed ero, tra l’altro, l’unico che conoscesse bene i progetti di Renato circa la “sua” ISOLA…che abbiamo portato avanti. Però L’ISOLA DEL TESORO rimane una storia alla Giulio Verne, non è una storia alla Guerre Stellari, perché Castellani voleva fae tuto un altro tipo di discorso…per cui il film risulta molto noioso e del quale, assolutamente, non sento la paternità, perché l’ho solo realizzato per conto “terzi”…Abbiamo fatto, esattamente, quelle che sarebbero state le volontà di Renato Castellani…era poi un progetto “interno” della RAI, quindi legato tutto a un discorso canonico dell’Azienda…sarebbe stato meglio realizzarlo come progetto esterno…
Oby:Ci sono stati problemi burocratici?
A.MARGHERITI:No, il problema era il rispetto totale del testo, il rispetto del copione al 100% quando lo stesso Castellani, se non fosse morto, sono certo che avrebbe fatto all’ultimo momento una revisione, l’avrebbe aggiornato. Come racconto era ed è rimasto a prima di 2001: Odissea nello Spazio…ci sono cose già sfruttate, viste e riviste. Nel rispetto di Castellani, al quale dovevamo tanto, abbiamo cercato di realizzare esattamente il progetto originale ma, forse, non facendogli un favore credo io.
Oby:Perché nel Film ci sono tante sequenze ambigue, o meglio, incomprensibili, tipo quella della festa del Drago Cinese…?
A.MARGHERITI:…Così è scritto sul copione e, sinceramente, il perchè non sono riuscito a capirlo neanche io…di tante cose, di tanti particolari. Però devo dire che il montaggio della versione inglese è tutta un’altra cosa… Dura solo due ore e dieci ed è molto bella anche perché è, per così dire, sfrondata, da tutte quelle lunghe premesse, in verità poco comprensibili per il pubblico anglosassone…è stata sintetizzata al massimo la vicenda italiana de piccolo protagonista e valorizzata al massimo l’avventura nello spazio (ricordo che le premesse della storia sono ambientate in un Italia dell’anno 2300 n.d.a.). Io l’ho visto in America e debbo dire, onestamente, che questa versione non è affatto male, anzi è molto bella, mentre la versione italiana è “eterna”lunghissima e montata male…
Oby:Eh, già…peccato però! L’Idea è originale e molto interessante. E’ sempre bello vedere com si “comportano” i grandi classici della letteratura , nelle mani di un regista appassionato di fantascienza.
A.MARGHERITI:Si, ma questo si può fare. Però bisogna adeguare il “classico” ai nostri tempi. Non si può parlare al pubblico di oggi un linguaggio di troppi anni fa, il mondo è cambiato, il Cinema è cambiato. Poi, come se non bastasse L’ISOLA DEL TESORO è un film disgraziato…io non potei neppure seguirne il montaggio, dovetti abbandonarlo appena terminate le riprese, avevo grossi guai con la salute…
Oby:Perché? Cosa le è successo?
A.MARGHERITI:Mi hanno dovuto operare al Pancreas, un operazione difficilissima, quasi impossibile, ma la cosa grave è che la successione di avvenimenti è stata drammaticamente regolare: muore Castellani e chiamano me, io m’ammalo e arrivo alla fine delle riprese quasi in fin di vita, un direttore di produzione che avevamo muore pure lui…a questo punto, come si fa per andare avanti? “Meglio lasciar perdere”Dicevo io”Perché insistiamo?”…Una cosa davvero allucinante. Adessso ci rido sopra ma allora, ti assicuro, non c’era niente da ridere. In quel momento L’ISOLA DEL TESORO sembrava un film da NON FARE, un film “maledetto” (al momento dell’intervista, non avremmo mai potuto immaginare che, appena l’anno successivo, sarebbe deceduto anche il piccolo protagonista del film, ITACO NARDULLI, in un incidente sportivo subacqueo a soli 17 anni n.d.a.)
Oby:Torniamo un po’ a parlare di classici. Ha qualche progetto nel “cassetto” o in cantiere?
A.MARGHERITI:Certamente, ques’anno avrei dovuto rifare CAPITANI CORAGGIOSI di Kipling, quello con Spencer Tracy, poi , siccome sto indietro con l’altro mio film INDIO, crdo che lo salterò. Lo rifarà, forse, un Australiano, le riprese cominceranno a primavera. Volevo rifare anche GUNGA DIN (film del 1939 di George Stevens, sempre basato su una storia di Kipling n.d.a.), che mi piaceva particolarmente e può darsi che in futuro riesca a proporlo alla RAI. Per adesso sono occupato, fra regie e produzioni, almeno fino all’agosto dell’anno prossimo, poi, nel ’90 speriamo di fare questo GUNGA DIN…
Oby:Magari in versione Fantasy?
A.MARGHERITI:Beh, no…magari aggressive, moderno…ma non di fantascienza. C’è la grande letteratura dell’avventura che è bella così com’è, Kipling ha scritto cose straordinarie, o meglio, le ha descritte. Infatti non bisogna stargli troppo vicino come mentalità storica, altrimenti si rischia di scoprirlo noioso, ma rivedere, con gli occhi di oggi, l’INDIA della dominazione inglese, col suo potenziale d’avventure, dovrebbe essere un’esperienza certamente interessante.
Oby:Forse bisognerebbe trovare un attore con lo stesso carattere o con quello stesso magnetismo di CARY GRANT…
A.MARGHERITI:Questo è un po’ difficile, difficile trovarne uno uguale, oppure simile…
Oby:Ed ora vorrei sapere qualcosa di quel film che, a suo tempo, fu un grande fumetto di fantascienza: YOR …
A.MARGHERITI:Lo feci per la COLUMBIA (C.PICTURES) nel 1982 e il suo titolo originale era YOR, THE HUNTER FROM THE FUTURE. In Italia fu editato pro televisione, quattro ore circa di pellicola che, credo non abbiano mai messo in onda (la RAI infatti lo mise in onda solo pochi anni fa ed a orari tardo-notturni, poi fu venduto ad altre reti n.d.a.)
Oby:Si, infatti: a quanto pare YOR è diventato un altro dei tanti misteri della “SF made in Italy”…
A.MARGHERITI:C’erano problem col produttore, mi sembra, per una questione di diritti e probabilmente non sono stati ancora risolti.
Oby:Come è andato in America questo “nostro” YOR? Ha avuto successo?
A.MARGHERITI:Si, debbo dire che è stato un buon successo commercial…Pens ache è uscito con 1350 copie, ovviamente per altrettante sale di proiezione. E tempo fa ho letto su VARIETY che il film ha incassato quattro milioni di dollari nei soli primi tre giorni di programmazione. Fu un grosso affare per la “parte “ italiana perché il film, come al solito, era nato male e la produzione si era, un po’ alla volta, rivelata senza grandi mezzi…ma nonostante tutto, ci fu un guadagno di un milione e mezzo di dollari nei soli STATI UNITI, quando il dollaro stava ancora a duemila lire, cioè tre miliardi di lire. Credo che sia la più grande vendita mai fatta con il solo mercato U.S.A., YOR è un film Italiano e i film italiani non hanno mai reso tanti soldi tutti in una volta, non negli Stati Uniti.
Oby:Ma com’è il Film rispetto al fumetto?
A.MARGHERITI:Abbiamo rispettato moltissimo il fumetto di JUAN ZANOTTO, introducendo solo delle piccole varianti, tra l’altro necessarie per adattare la storia alla narrazione cinematografica. A me piacerebbe molto portare i fumetti d’avventura al cinema, perché trovo che abbiano aggressività, sapore, insomma, più vita di un normale film d’avventura… Adesso c’è un certo GIMENEZ, per esempio, che sta facendo delle cose bellissime che pubblica su quella rivista di fumetti, credo sia l’ETERNAUTA…la serie che lui disegna si chiama I RIFIUTI…una cosa incredibile! Gimenez è di un bravo mostruoso e fa delle cose in acquerello incrdibili… Appena avrò un po’ di tempo e una ventina di milioni di dollari per budget, di certo tornerò sui fumetti…ho qualche idea che vorrei realizzare.
Oby:Rimaniamo ancora un po’ su YOR, chi sono gli attori?
A.MARGHERITI:Per fare YOR avevo scelto un certo BROWN, Red Brown, un “muscolone” molto simpatico, faceva sempre tanta ginnastica. Adesso sta lavorando parecchio, ha fatto anche UNCOMMON VALOR, uscito da noi come FRATELLI NELLA NOTTE, con GENE HACKMAN…la storia di una squadra di reduci del Vietnam che va a liberare i compagni d’arme ancora prigionieri in Estremo Oriente…BROWN è quel biondone che, alla fine, si sacrifica per salvare tutti gli altri appena fuggiti, facendo saltare il ponte con lui sopra…è lui che ha fatto Yor.
Oby:E c’è anche HOR? …Che nella serie a fumetti sarebbe il figlio di Yor…
A.MARGHERITI:No, perchè ci siamo occopati solo del primo capitol delle avventure di Yor, della sua Odissea personale, per’altro già abbastanza lunga. C’era poi la donna di Yor, impersonata da CORINNE CLERY, poi c’era il cattivissimo OVERLORD, impersonato da JOHN STEINER e c’era anche un certo ALAN COLLINS, in realtà un italiano nella parte del vecchietto: LUCIANO PICOZZI, il tutore di Yor, che somigliava in modo impressionante ai disegni di JUAN ZANOTTO, tanto che lo stesso Zanotto fu entusiasta della mia scelta…in effetti sembrava prorio “ricalcato” sulle tavole del fumetto.
Oby:Un po’ come GALEPPINI, il disegnatore di TEX, che fa il malefico MEFISTO come un suo autoritratto…
A.MARGHERITI:Si, ma in quell caso, è lui che volutamente fa così, mentre noi abbiamo trovato un attore perfettamente identico al fumetto, per puro caso, come è avvenuto per SUPERMAN o CONAN…
Oby:A proposito, cosa pensa del film su TEX E IL SIGNORE DEGLI ABISSI di qualche tempo fa, con GIULIANO GEMMA?
A.MARGHERITI:Non l’ho visto…ed è un genere di fumetto che, tra l’altro, non conosco molto bene. Ho visto qualche numero, poca roba… Hai accennato a MEFISTO, ecco, di lui mi ricordo perché qualcuno anni fa mi fece leggere qualcosa, una delle avventure che lo riguardavano…saranno migliaia quelle di TEX. Insomma si parlava già molti anni fa di farne un film, sfruttando il personaggio di Mefisto, la sua Magia, poteva essere divertente. Ma, parlando con l’autore BONELLI (GIanLuigi n.d.a.), non si venne a capo di nulla. Successe un po’ la stessa cosa con UGO PRATT. Io volevo fare un CORTO MALTESE, avevo scritto un bellissimo copione, che fu ripreso da DUCCIO TESSARI (tra l’altro il regista TESSARI era un EX compagno di squadra di Antonio nel VERONA CALCIO n.d.a.) e riscritto insieme agli americani. Avremmo fatto un film insieme a CARLO PONTI per la FOX (TWENTY CENTURY FOX), che lo avrebbe prodotto e distribuito…ma PRATT ci mandò tutto per “aria”. In pratica, gli autori possono essere dannosissimi…perché non si accontentano mai, vogliono riprendere la storia dall’inizio, vogliono questo, vogliono quello…e non si rendono conto che il linguaggio filmico è diverso, a volte diversissimo, dal linguaggio del fumetto…per cui bisogna dare al pubblico solo le cose più importanti,di miglior effetto scenico e avventuroso…e che il tutto si possa condensare in due ore di spettacolo. Altrimenti si fa l’errore di DINO DE LAURENTIIS col suo FLASH GORDON. GORDON è una cosa straordinaria e lui, per rifarlo in quella maniera “Decoré”, ha combinato una cazzata tale che non è piaciuta. Non è piaciuta a quelli di una certa età che, come me, han vissuto il fumetto da ragazzini e non è fregato niente ai giovani, che avevano in testa GUERRE STELLARI e STAR TREK…Flash Gordon è così passato come una meteora: non lo è andato a vedere nessuno e, cosa più grave, non è sevito a nessuno. Se invece fossero state rispettati i disegni e le atmosfere del fumetto di ALEX RAYMOND, sono certo, le cose sarebbero andate diversamente e almeno noi, vecchi appassionati, lo avremmo apprezzato moltissimo…
Oby:E cosa pensa dei films di FLASH GORDON degli anni’30?
A.MARGHERITI:Beh, I film di GORDON degli anni’30 sono di un ridicolo pauroso. Ci lavorava il TARZAN dell’Epoca, BUSTER CRABBE, visti oggi sono patetici, infantili: il mio SPACE MEN, messo a confronto diventa un film serio…negli anni’30 guidavano le astronavi coi “maniglioni”…roba da buttarsi in terra, da morire dal ridere, comunque in America li ridanno, di tanto in tanto, in televisione. Mi dispiace per DE LAURENTIIS, ha proprio bruciato una gran bella occasione…
Oby:Glielo ha mai detto…?
A.MARGHERITI:Certo…”Hai fatto proprio ‘na stronzata!” mi sono permesso di dirgli e lui s’è pure incazzato…adesso però abbiamo fatto pace. Ho fatto questo film, INDIO,che ho appena terminato di girare.
Oby:Di che parla questo film?
A.MARGHERITI:INDIO si può definire anche un film ecologico, oltre che d’avventura…Prende le mosse da un fatto vero, di drammatica attualità: la distruzione degli Indios in Centro e Sud America per il disboscamento delle foreste e l’apertura di nuove, non sempre razionali, vie di comunicazione, o per l’installazione di inutili strutture industriali… E il mio film racconta di questo ragazzo che, dopo aver vissuto e studiato negli U.S.A. torna a visitare la terra dove è nato, una valle nella foresta amazzonica…e la trova, praticamente in fin di vita, a causa di una multinazionale che sta radendo al suolo tutto, alberi e vite umane. Lui, Indio (Francesco Quinn, che impersona Daniel Morrel n.d.a.), è un mezzosangue e la sua coscienza indigena si ribella: getta i vestiti che gli ha dato la civiltà e si arma di arco e cerbottana, ritorna ad essere un vero INDIO e gli combina dei casini pazzeschi per cui, quelli della Multinazionale decidono di chiudere e lasciar perdere… Il suo avversario è un colonnello impersonato da BRIAN DENNHEY, lo sceriffo di RAMBO I° che però, alla fine di una lunga lotta si arrende e capisce la lezione alla quale l’Indo lo sottopone…L’Indio non lo ammazza proprio perché possa ssistere alla fine della sua società che salta per aria… INDIO può ricordare RAMBO ma, sinceramente, posso dire che è qualcosa di diverso, forse anche migliore…è un filmetto che è venuto su abbastanza bene. Poi c’è anche MARVIN HAGLER (l’EX Pugile) al suo debutto cinematografico, che è stato molto simpatico e molto bravo… Tutti mi dicono”Perché non gli avete fatto fare di più?” ..e, beh, quello era il copione ragazzi..! Già, avevano paura, per il fatto che avevo scelto proprio lui, gli avevano ricamato addosso anche battute cattivissime, tipo: “Perché non ci portiamo dietro il gong, così invece di dire “AZIONE!” casomai facciamo “DOOING!”…Ma invece MARVIN è un paraculo pazzesco: ha un cervello incredibile, intelligentissimo, spiritosissimo…è un miliardario con l’aereo personale, dire che è un uomo eccezionale è dire nulla. Adesso alla produzione dicono”Che peccato! Potevamo fargli fare molto di più!”…E prima non lo volevano nemmeno! (Un anno dopo, con il successo di questo film, venne realizzato un seguito dal titolo INDIO 2, LA RIVOLTA n.d.a.).
Oby:Non le è, per caso, venuto in mente di realizzare una storia, come INDIO, ambientandola in un futuro lontano e, magari su di un altro pianeta…? (Senza volerlo avevo appena profetizzato AVATAR, con 21 anni di anticipo, ma il buon MARGHERITI non lo avrebbe mai saputo n.d.a.).
A.MARGHERITI:No, perchè questa è bella così com’é…parla di un problema nostro, il buco dell’Ozono ce l’abbiamo noi…cioè, la fantascienza ha, perlomeno aveva, il difetto di far vedere il futuro sempre troppo pulito e asettico...perfetto, una tradizione che ha spezzato GEORGE LUCAS… Il grande segreto, la genialità di LUCAS è stato quello di spogliare la Fantascienza da quel tanto di asettico e di innaturale che, purtroppo, esiste nella realtà …perché viaggiare nello spazio senza più peso, senza atmosfera, come vivono quei poveri russi da più di un anno, non è naturale e deve, necessariamente, essere un abitacolo pulitissimo e asetticissimo, quello nel quale vivono, anzi sopravvivono (il Maestro si riferisce all’equipaggio della Stazione Spaziale MIR, da poco messa in orbita in quegli anni n.d.a.) Tu pensa, è un anno che non toccano per terra, che stanno col culo per aria…come le scimmie!...Appesi, quando dormono vanno a sbattere sul soffitto…Insomma è questo che rende la fantascienza incredibile, per cui lo spettatore difficilmente s’identifica, o ama calarsi nei panni di un astronauta…in una tuta spaziale, dove non respira e può scoppiare tutto da un momento all’altro…pensa solo a 2001…! E LUCAS…? Come ti ha risolto il problema?...Semplice! I suoi eroi corrono e combattono su delle astronavi, come se fossero su vecchi cacciabombardieri della seconda guerra mondiale, con le torrette che ruotano e sparano e fanno duelli…non hanno problemi di gravità o di carburante…e sono tutte cose impossibili nella realtà, o in una fantascienza, per così dire, seria…ma, decidere di cambiare tutte le carte in tavola è, semplicemente, genialità, GEORGE LUCAS è un GENIO. Egli ha riportato il Cinema fra ROBIN HOOD e il WESTERN,e ha fatto CENTRO…però, in chiave realista, la fantascienza c’entra davvero poco. Ecco perché fare un film come INDIO è già di per sé una cosa originale, in pratica, non una cosa di tutti i giorni…Se poi lo ambientassimo in un altro tempo ed un altro pianeta alla gente comune non gliene fregherebbe più niente… Quello che voglio dire è che non è, per niente, facile capire quale situazione fa diventare lo spettatore protagonista e, quindi, decreta il successo di un film. Ho fatto due films nella mia vita, molto curiosi: uno si chiamava DINAMITE JOE (JOE L’IMPLACABILE, 1966) ed è la storia, divertentissima, di un uomo che fa tutto con la dinamite, un western. E c’era il protagonista della storia che vestiva sempre in FRAC, sempre pulitissimo, elegantissimo…un film bell, pieno di trovate, originale, divertente…ebbene, fu un successo freddissimo. Nello stesso periodo nasceva TRINITA’, che era l’esatto rovescio del mio personaggio: uno zozzo, con le scarpe aperte e, tra l’altro, non avevo preso MARIO GIROTTI perché volevo un Americano vero…pensa un po’, se Mario avesse fatto il mio film non sarebbe mai nato TERENCE HILL, il suo personaggio…lo avrei fregato in pieno e lui, come minimo, si sarebbe sparato… Sono i rischi che si corrono nel nostro mestiere (pensate a TOM SELLEK che rifiutò la parte di INDIANA JONES n.d.a.). Ma torniamo a DINAMITE JOE. Diversi anni dopo io rifaccio, insieme a SERGIO LEONE, praticamente lo stesso film: GIU’ LA TESTA…che è identico, la storia è identica…più importante e più impegnata, se vuoi, però è lo stesso personaggio che vive e fa tutto con la dinamite, quello impersonato da JAMES COBURN…e rifaccio gli stessi trucchi, le stesse esplosioni, gli stessi modelli che saltano per aria etc.etc. Ma a distanza di tanti anni, mi accorgo di aver creato il personaggio di COBURN quasi con gli stessi difetti di DINAMITE JOE…perché, anche COBURN, non era sufficientemente sporco… Insomma era nato il western zozzone, per cui, non so perché ma “er canotta” che andava al cinema si riconosceva subito in TRINITA’ e in tutti quei SANTANA o SARTANA dell’epoca…ma non in un personaggio vero e, magari, senza polvere addosso… Ecco perché bisogna stare molto attenti quando si decide di fare un film.
Oby:Quindi il successo di un film non dipende tanto dal valore del film stesso, quanto dal momento nel quale viene distribuito..?
A.MARGHERITI:Già, il film può essere bellissimo e non fare una lira, se esce nel momento sbagliato. L’importante e fare un film al momento giusto ed il film stesso non è, in fondo, quel problema che crediamo noi. E poi, soprattutto, bisogna cercare di collocare i films dove, ovviamente, la generazione che vive quei films sia in grado di calarsi nei personaggi…perché se non gliene frega niente, non ce niente da fare. Oggi perché i giovani non vanno più al cinema o vanno solo per vedere certe particolari cose? …Perché l’enorme successo di un film deve, necessariamente, segnare il crollo di tanti altri? Ormai non c’è più un mercato “medio” del cinema, è la televisione che lo ha escluso, in modo definitivo. Ormai, se vuoi vedere una cosa qualsiasi, tanto per passare il tempo (come facevo da ragazzino io, che andavo al cinema sotto casa la sera), fai molto prima ad accendere la televisione, che ti offre trenta o quaranta films, tutti in una volta (oggi si dovrebbe parlare, più che altro, di web&sat-streaming ma il concetto è lo stesso n.d.a.). Il Cinema è diventato come un gioco d’azzardo e se riesc a trovare l’idea giusta al momento giusto, hai fatto centro! Sbanchi tutto!...E LUCAS, bisogna riconoscere, qualsiasi film abbia fatto, o soltanto prodotto insieme a SPIELBERG, loro due , hanno sempre fatto centro, o quasi. Non fanno centro quando fanno IL COLORE VIOLA, quando entrano, cioè, in una dimensione che non appartiene loro…non c’è più l’invenzione, non c’è più l’aggancio diretto con lo spettatore…con il loro pubblico! C’è invece la presunzione di una regia, come tutte quelle che si fanno a questo mondo e allora, LUCAS (o SPIELBERG), viene giudicato per il film e non per lo spettacolo o l’emozione che è riuscito a dare…Ed è un TONFO, non ci sono “cristi”…! Lì ha perso non so quante decine di milioni di dollari. Però ne ha guadagnati talmente tante centinaia che si può permettere tutti i lussi che vuole…
Oby:Cosa mi dice del recente HIGHLANDER, L’ULTIMO IMMORTALE..? Se lo ha visto non le sempre proprio il tipo di film “giusto” al momento giusto?
A.MARGHERITI:Si, certo…l’ho visto. E quello è un film che si è difeso perché era girato molto bene, pieno di idee, trovate spettacolari. Ma ascolta cosa è capitato al regista (l’’australiano RUSSEL MULCHAY): fa HIGHLANDER, che in Europa ha avuto un grande successo e un po’ meno in America, è comunque un film che s’impone come regia, come fotografia…è un film originale, pieno di cose, un film importante insomma. Va a finire che, al nostro regista, gli viene affidata la regia di RAMBO III°…Ebbene, dopo soli due mesi di riprese, viene protestato e cacciato via da STALLONE, che si finisce il film con il regista della seconda unità. Pensa un po’: quel poveraccio si è rovinato la carriera per andare a lavorare con SILVESTER STALLONE, perché quando ne esci da cose del genere ne esci sempre con le “ossa rotte”…sono incidenti del mestiere, di percorso…
Oby:Ma perché Stallone lo ha protestato?
A.MARGHERITI:Perchè non gli andava bene, non gli piacevano le cose…trovava che era sfocato il personaggio. Io avevo lo stesso architetto che aveva lavorato per RAMBO III° , in questo mio ultimo film (INDIO) e mi raccontava di queste tremende situazioni che si sono create sul set, del regista che si è trovato costretto ad abbandonare tutto e di Stallone che, in pratica, s’è finito il film da solo… Che poi, Stallone non è mica scemo: come regista è bravo. Secondo me è anche più bravo come regista che come attore…ma lui è convinto di essere bellissimo e questo è già…da limite della follia umana! E continua a farsi plastiche come MICHAEL JACKSON…
Oby:Quale sarà il suo prossimo film di genere fantastico?
A.MARGHERITI: C’è un copione che ho scritto, che a me diverte molto e che forse riesco a portare avanti: si tratta del rifacimento del racconto di MAUPASSANT (BOULE DE SUIF) dal quale è stato tratto il film OMBRE ROSSE, di JOHN FORD… Il titolo originale della storia di FORD era STAGE COACH e la mia è, appunto, SPACE COACH, cioè, lo stesso presupposto: un gruppo di persone che fugge da quello che sarebbe il Far West degli Indiani, ma nello Spazio… In un tempo nel quale l’uomo ha dilagato nello spazio ed è arrivato, non si sa dove, facendo tutti gli errori che fa normalmente, per cui…gli indiani delle “praterie celesti” sono incazzati neri. E allora c’è questa fuga, con questa specie di diligenza spaziale che deve ritornare. La costruzione della mia storia è, comunque, più legata al racconto di Maupassant di quanto non lo fosse quella di Ford,…però, insomma, è più o meno la stessa cosa…ed è piuttosto bella, avventurosa e con personaggi grossi, ben fatti. SPACE COACH l’ho scritto insieme a KIT CARSON, che non è quello che stava insieme a BUFFALO BILL, come tutti possono pensare, ma il marito di KAREN BLACK, quello che ha scritto PARIS TEXAS (Wim Wenders, Palma d’Oro 1984 n.d.a.) , molto bravo…uno scrittore eccezionale. A Roma ho già tutti i bozzetti pronti. Mi costerà una fortuna, ma credo che un giorno SPACE COACH sarà una realtà. Però mi serve tempo…e mi serve la possibilità di non lavorare per un anno, per rimettermi appresso al progetto e riprepararlo…se no, non si possono mettere su cose del genere… Gli altri films che faccio io, i films avventurosi, di guerra, le cose così…per quelli basta una telefonata: “…Allora ce stai te?...Ti va?...Mandami il copione” Uno legge e poi “Vabbè quando lo voi fa?...Fra un mese?..OK!” E allora si parte, si gira il film, quattro trucchi, si ritorna e si monta tutto…capito? Ma si tratta di films da uno o due milioni di dollari e non dieci, venti o trenta…che servirebbero per SPACE COACH. E tra l’altro, Kit Carson lo sai chi è? E’ il papà di HUNTER, il piccolo protagonista di PARIS TEXAS…la madre KAREN BLACK è un’attrice americana, famosissima qualche anno fa (CAPRICORN ONE) ed è nota, soprattutto, per aver fatto un film televisivo in tre episodi, LA TRILOGIA DEL TERRORE, nel quale c’è una “Bamboletta di Legno”, un feticcio africano, che la vuole ammazzare. In uno, almeno, dei tre episodi dello stesso film, che è una specie di Horror, in un altro episodio recita la parte di una donna dalla personalità sdoppiata, mentre nell’ultimo è un’insegnante che ammazza i suoi allievi…KAREN è un attrice bravissima, solo che, purtroppo ormai, gli anni sono passati. Io ho fatto due, te films con lei. Ne feci uno molto commerciale che era KILLER FISH, una storia ambientata in Brasile, poi ne feci un altro con PONTI in America, che si chiamava RIP OFF, in Italia dovrebbe essere uscito per la UNITED ARTISTS, con un titolo tremendo: CONTRORAPINA…ma tutti e due sono film bellissimi, i più belli che ho fatto…RIP OFF fu anche un discreto successo di pubblico e critica, cioè era un film importante, una bella storia e bravi attori… E all’epoca HUNTER era un bambino piccolissimo e biondissimo che ne combinava di tutti i colori. Faceva la cacca sul set, faceva delle cose terribili e la mamma non lo contraddiceva mai: “…No..no, il bambino deve fare tutto quello che vuole…deve scoprire il mondo…deve sentirsi libero, altrimenti cresce frustrato…!!!” Un giorno girammo delle scene nello studio di un pittore, uno studio elegante, con la moquette per terra (!) ebbene, alla fine delle riprese HUNTER aveva ridotto quello studio tutto a strisce colorate, la moquette sembrava un arcobaleno…e ogni tanto arrivava e diceva “TETT MA’!!”, si metteva li e prendeva il latte al seno, anche se già camminava ed era abbastanza grandicello per prendere il latte dalla mamma. Bonariamente parlando…una cosa allucinante..! Poi, per fortuna s’è “riscattato” facendo bellissime cose, come in PARIS TEXAS.
Oby:E adesso vorrei che mi raccontasse qualcosa di un attore che, da diversi anni, è tra i più bravi professionisti del cinema internazionale…e, adesso, col suo ultimo film su NICCOLO’PAGANINI, ha dato inizio alla sua carriera di regista, KLAUS KINSKI…
A.MARGHERITI:Con me ha fatto sei o sette films e…pensa che di PAGANINI ho ancora il copione qui, buttato da qualche parte. Lo dovevo fare insieme a lui una ventina d’anni fa, col suo copione…Ora è meglio che glielo ridò, non appena lo ritrovo, altrimenti chissà che mi combina…
Oby:Ma è vero che KINSKI è sempre arrabbiato con tutti?
A.MARGHERITI:Guarda… Lavorare con KINSKI è una disgrazia di Dio… Il primo film che feci con lui era molto bello e si chiamava E DIO DISSE A CAINO (1969), un Western curioso, una specie di giallo, che si svolgeva tutto in una notte…e a metà film gli ho tirato un fucile in testa…
Oby:Come un fucile…?
A.MARGHERITI:Un fucile, si!...Gliel’ho tirato proprio dietro, a prenderlo, non è che ho fatto finta…gliel’ho proprio tirato a fargli male, capisci? Perché è uno insopportabile, un “son of bitch” incredibile… Però un attore bravo, è uno dei pochi attori veramente attori…veramente sensibile, bravissimo. E se un regista ha la pazienza di stargli dietro, può trarne davvero l’anima. Veramente bravo, sì. Poi abbiamo fatto un altro film in America…e un’altra litigata pazzesca. E il film dopo? Altra litigata… Però devo dire che, col tempo, sta migliorando. Oddio! Qualche strillo ce scappa sempre, insomma, perché fa sempre delle cose “inumane”…
Oby:Per esempio?
A.MARGHERITI:Per esempio…Una volta stavamo girando un film ad HONG KONG…e c’era un signore che gentilmente, siccome serviva una PORCHE per un film d’azione, ci disse “Va bene, ve la presto io!”…Ma “Vela presto…” disse, e senza volere una lira in cambio! E così ci portò questa macchina stupenda, nuovissima, aveva fatto si e no otto chilometri. E questo era uno che doveva avere duecento automobili a casa, tra ROLLS e FERRARI…per cui, gentilissimo, viene lui di persona a portarci la macchina: KINSKI, prima di tutto, lo prende per un meccanico e lo scansa malamente, poi sale sulla PORCHE e gli brucia la frizione nel giro di trenta secondi!...Facendo delle sgassate, delle cazzate… E allora, anche lì te devi incazzà…perché , oltretutto, questo signore s’è ripreso la macchina e l’ha riportata a casa, senza arrabbiarsi e senza voler alcun risarcimento per la frizione…e noi abbiamo dovuto girare il film con un’altra macchina. Ma dico io, perché devi essere così stronzo, così maleducato? Poi, a tutti deve dire qualcosa. Stava in Italia e disse “Italiani tutti stronzi!” E si fece cacciare via, stavamo ad HONG KONG e si mise a urlare “In questo Paese vanno bene i Cinesi! Vi s’Inculano tutti!Adesso ve lo levano!!!” (Klaus si riferiva “ironicamente” alla vigilia del Passaggio di Hong Kong da Governatorato Britannico a Regione a statuto speciale della Repubblica Popolare Cinese, avvenuto nel 1997 n.d.a.). …Ma che ti credi di essere dico… Però, debbo dire che, malgrado tutto, questo Kinski rimane un grandissimo attore, come regista ancora non lo so. Adesso vedremo, quando uscirà questo suo PAGANINI…
Oby:Secondo lei, perché un film su Paganini, se dice di odiare tanto gli Italiani?
A.MARGHERITI:Ma non è quello il punto…! Odia tutti lui, basta che parla male di chi gli sta di fronte, è un “Bastian Contrario”, una testa dura, anche per fargli un’intervista c’è da menare le mani. Però è bravo, non c’è niente da fare…! Mi ricordo che tanti anni fa lo andai a vedere in Svizzera…venti anni o anche più…lui recitava delle poesie in tedesco. Io parlo malissimo il tedesco, ma ero andato li a fargli una visita, più che altro, per una chiacchierata in camerino tra amici, comunque assistei allo spettacolo che, tra l’altro, si svolgeva in un teatro molto elegante. Lui entra in scena, comincia a leggere una poesia…un grande applauso…poi, di nuovo silenzio. Comincia aleggerne una seconda…un signore a metà platea tossisce…non l’avesse mai fatto!...Kinski smette di leggere e se lo guarda…quello diventa paonazzo…non sa se alzarsi o restare fermo…deglutisce e gli va di traverso…Kinski ricomincia a leggere, ma…quel signore tossisce ancora una volta, una volta di troppo…e gli è fatale. Kinski gli tira addosso il volume che stava leggendo ed esce dal teatro…OH! Ma un poveraccio può avere la tosse?! Ma , aspetta un secondo, mandiamola via, no, gli tira un libro appresso, che forse ha beccato pure un altro che non c’entrava niente…! E’ fatto così, che ci vuoi fare… Bah, in fondo, è un attore col quale ho sempre lavorato molto volentieri… e forse con lui farò, dico forse, perché nel nostro mestiere non c’è mai niente di sicuro…quindi, forse farò LIONS IN THE EVENING, tratto da un romanzo inglese molto bello, LEONI NELLA SERA…e lo avevamo già preparato anni fa in Sudafrica, ed è la storia di un’amicizia tra un cacciatore di origine Irlandese ed un altro di origine Tedesca, alla vigilia della I° Guerra Mondiale…ANTHONY QUINN avrebbe fatto l’Irlandese e KINSKI il tedesco…e questi due personaggi, che avevano sempre collaborato, sempre da amici, si trovano in urto a causa della guerra. Una bella storia, anche commovente, se vuoi. ..con delle belle scenografie naturali…quest’Africa ancora selvaggia dei primi del ‘900…Il Kenia, dove è ambientata la storia…
Oby. OGGI, conclusioni. La conversazione con ANTONIO MARGHERITI, a dir la verità, molto piacevole, andò avanti per diverse ore ancora. Posso ricordare, fra le altre cose varie menzioni di stima ad altri suoi colleghi del mondo del Cinema, tra i quali Lucio Fulci, Lamberto Bava, Sergio Stivaletti e Luigi Cozzi (del quale segue la mia Intervista, realizzata l’anno precedente) …Mi rimane un ricordo potente di una personalità vulcanica, eccezionale…Un uomo, un personaggio che sembrava nato in California. Oltre 100 films all’attivo, ma almeno 3 volte tanti che portano tracce della sua collaborazione, più o meno nota. Chiudo questo primo capitolo, rimandandovi alla pagina Wiky per consultarne la filmografia. Per concludere,un Aforisma di Antonio Margheriti: "Una cosa da fare, se la devi fare davvero, o la fai subito o non la farai mai".
A destra un fotogramma di "Potenza Virtuale"(1997)l'Ultimo film di Margheriti, mai apparso nei Cinema Italiani (Antonio Margheriti, Roma 19 settembre 1930 – Monterosi, 4 novembre 2002)
PER QUALSIASI INFORMAZIONE O COMMISSIONE CHIAMARE: 349 5367125 - 338 2657276 OPPURE SCRIVERE:
LA GALLERIA D'ARTE DI PITTURA E SCULTURA ...o comunque un idea della mia produzione artistica:
"...Il segreto dell'Arte non è tanto la tecnica o la cultura o l'avanguardia, ma è il saper essere liberi..." Zio Raf
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