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Capitolo IV° di 5


...C'Era una Volta:


(di Raffaello Fiorini, in Arte ObyWan)


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ALBERTO NEGRIN,l'Uomo dentro l'Avventura
"Il SEGRETO DEL SAHARA"

Primavera 1989.
Una persona seria, ma non seriosa. Un tranquillo professionista. In pratica uno che sa quello che vuole e lavora assiduamente per ottenerlo. Ecco, in estrema sintesi, la prima impressione che abbiamo ricevuto incontrando ALBERTO NEGRIN.
[Eravamo negli studi di Cinecittà, il Maestro Negrin stava girando per la RAI alcune scene dello sceneggiato sulla drammatica vicenda dell’ACHILLE LAURO, con un cast internazionale di prim’ordine. Mentre attendevamo che sul set facessero un “break” avemmo modo di incontrare, come fosse stato un eroe mitologico, BURT LANCASTER che era coinvolto nella produzione. Una “montagna” di personalità che, pur se molto avanti con gli anni, incuteva sempre un certo timore reverenziale…] Certamente ricorderete che Negrin è stato ed è autore di molti sceneggiati di successo, prodotti e messi in onda dalla RAI (Dopo tanti anni il suo ritmo di lavoro non è cambiato affatto, anzi. Da ricordare il recentissimo “L’ISOLA”, il serial quasi fantastico e molto avvincente, trasmesso sempre dalla RAI, n.d.a.). In particolare, ne ha realizzato uno che pare essere la prima, dopo diversi anni, vera produzione di un film Fantastico-Avventuroso, ideato e concepito qui in Italia e forte, non solo di un cast di attori e tecnici internazionale, ma anche di un ottimo spessore narrativo: IL SEGRETO DEL SAHARA.
…Lo abbiamo quindi raggiunto in uno studio di montaggio e molto cordialmente…

Oby:Tempo fa lei fu ospite in una trasmissione televisiva per la presentazione ufficiale de Il Segreto del Sahara. In quell’occasione spiegò di come, circa vent’anni prima, diede inizio alla sua carriera, inviando alla RAI un piccolo film-Documentario che aveva realizzato tutto da solo…Ecco, perché non ci ripropone la storia delle sue origini come regista?
A.NEGRIN:…Era la prima volt ache usavo la cinepresa. Andai a noleggiarla e mi feci spiegare il funzionamento. Poi mi misi in viaggio per la Sardegna e qui girai un cortometraggio di 20-25’, lo montai e…
Oby:Si trattava di un documentario sulla natura?
A.NEGRIN:No, era la storia di un ergastolano che era stato, poi, graziato. Non era un inchiesta, ma proprio un breve film sulla vita di questo personaggio. Dopo il montaggio definitivo telefonai alla RAI. Non conoscevo ancora nessuno ma, tramite il centralino, riuscii ad ottenere un appuntamento per far vedere questo mio lavoro. Eravamo nel 1967, allora era molto difficile parlare della Sardegna in n modo, un po’, provocatorio, perché lì si parlava di banditismo, dello Stato, della Polizia, che faceva un certo tipo di repressione. C’era, insomma, una situazione abbastanza dura…Lo Stato, nella Sardegna di allora, era abbastanza pesante e non si sarebbe mai potuta trasmettere in televisione una cosa di quel genere. Però, tutta questa situazione è servita a farmi incontrare con una persona che mi ha proposto di fare altre cose. Da quel momento ho cominciato a lavorare, casualmente, con la televisione.
Oby:E questa persona chi era?
A.NEGRIN:E’ un personaggio con il quale ho sempre collaborato e collaboro tutt’ora. Con lui ho fatto anche il “Segreto”…è uno dei dirigenti RAI di oggi (siamo nel 1989 n.d.a.)…SERGIO SILVA.
Oby:Come è nata l’Idea di questo “Segreto del Sahara”?
A.NEGRIN:L’Idea non è mia, è nata, infatti, tre anni prima che io me ne occupassi. Era I PREDONI DEL DESERTO di EMILIO SALGARI. Quando mi venne proposta, la scheggiatura era ancora fedelissima al romanzo originale di Salgari e dopo averla letta, considerai che fosse ormai superata, sia dal Cinema che daun certo tipo di televisione. Soprattutto al cinema, lo spettacolo d’avventura aveva già superato quel tipo di romanzo, così ingenuo, ottocentesco. Quindi ho proposto di modificarlo riadattandolo ad un pensiero e un linguaggio moderno. Così ci abbiamo lavorato per un anno. Abbiamo fatto, non so, forse una quindicina di versioni, prima di arrivare all’ultima, quella definitiva, che tutti conoscono.
Oby:A lei piace la Fantascienza?
A.NEGRIN:Si, mi piace ma…il termine “Fantascienza” detto così è generico. Mi piace la Fantascienza ma non quella delle macchine, delle tecniche sofisticate, quella non mi piace, non mi interessa, anche perché la trovo abbastanza finta. Mi piace la Fantascienza quando si vuole occupare di quella che è la condizione umana… A me interessa sempre cercare di lavorare con delle PERSONE, mai con macchine, aggeggi, o con Gadgets che possano colpire solamente l’occhio. La Fantascienza è dentro l’uomo, non fuori dall’uomo. Bisognerebbe penetrare di più nella “testa” dell’Uomo, nella psicologia, nei suoi desideri, nella sua costituzione proprio mentale, a prescindere dall’ambiente o dal tempo nel quale vogliamo farlo agire.
Oby:Alla maniera di ISAAC ASIMOV o RAY BRADBURY…?
A.NEGRIN:…Certo, si…Mi interessa molto di più quell tipo di Fantascienza che non, appunto, quella tecnologica, che trovo, nella maggior parte dei casi, ridicola.
Oby:Quindi, il Segreto del Sahara, potrebbe rappresentare un nuovo modo di fare Fantascienza?
A.NEGRIN:Quello, però, non è un film di Fantascienza in senso esplicito. Cioè, si trova a metà strada fra sogno e realtà, favola e mito…insomma, è tutto un equilibrio di varie realtà, sia immaginate che propriamente vissute.
Quei predoni potrebbero provenire da un’altra civiltà, non necessariamente da un altro pianeta. Forse una civiltà che ha preceduto quella che conosciamo noi oggi e che, scomparendo, ha lasciato degli eredi a sopravvivere nel deserto.
Oby:Allora si è ispirato al genere FANTASY?
A.NEGRIN:A dir la verità, non mi sono rifatto a nulla. E’ semplicemente il mio modo di vedere le cose, non ho avuto alcun modello.
Oby:E’ mai stato legato a degli IDEALI o a dei GENERI, in modo particolare?
A.NEGRIN:No, io ho fatto nella mia vita professionale, films dei generi più diversi, non sono mai stato legato ad alcun genere. Ho fatto Gialli, Polizieschi…films tratti da romanzi, films politici e storici…
Oby:Può ricordarcene qualcuno?
A.NEGRIN:Beh, ci sono I più noti, forse…ad esempio IO E IL DUCE,realizzato prima del “SEGRETO…” che è tutta un’altra cosa…o fatto LA QUINTA DONNA, che era ambientato durante la rivoluzione ungherese del’56, poi ancora GIALLI, come LUNGO IL FIUME SULL’ACQUA…o storie di mafia come IL PICCIOTTO, con MICHELE PLACIDO al suo debutto…Lui lo considero un po’ una mia “Invenzione”, l’ho scoperto io… Poi ho fatto anche Teatro, insomma, le cose più diverse…
Oby:Quali studi ha fatto?
A.NEGRIN:Io ho fatto il Classico e poi, all’Università, Filosofia.
Oby:Posso chiederle l’Età?
A.NEGRIN:Beh, tanti…48…(?!? n.d.a.)
Oby:Insomma, lei è arrivato al Cinema come la maggior parte dei registi italiani…in modo “avventuroso”…
A.NEGRIN:Si, diciamo che la mia carriera è iniziata in un modo avventuroso ma…abbastanza normale, o meglio, graduale. Ho iniziato in pratica col Teatro: lavoravo a Milano, facendo l’Aiuto di STRELHER. Poi ho cominciato a interessarmi di Fotografia e Cinema…fino ad arrivare alla Televisione, dove mi sono occupato delle più piccole cose: dai programmi per ragazzi, alle interviste alle piccole inchieste…
Oby:Ritornando su “IL SEGRETO…” Cosa mi può raccontare di MICHAEL YORK? Gli appassionati di Cinema Fantastico lo ricordano come uno ormai specializzato in ruoli “fantastici” (La FUGA DI LOGAN, l’ISOLA DEL DOTTOR MOREAU)…
A.NEGRIN:Michael YORK non è che sia legato in modo particolare alla Fantascienza…è un attore che ha fatto tante cose e, come tutti gli attori, accetta il ruolo che in quel momento ritiene interessante…perché gli piace il personaggio, gli piace la storia.
Oby:Si è trovato bene a lavorare con lui?
A.NEGRIN:Benissimo, è un professionista completo.
Oby:E DAVID SOUL? …Il “Cattivo”?
A.NEGRIN:Lui è un attore straordinario. Cioè lo considero più bravo. David Soul, come temperamento è più interessante, più sfaccettato.
Oby:Ma in Italia non esisteva un attore capace di coprire almeno uno dei due ruoli dei protagonsti? Qualcuno paragonabile, in qualche modo, ad uno YORK o ad un SOUL?
A.NEGRIN:Io non lo conosco…Lei lo conosce…?
Oby:Dove sono stati girati gli esterni del film?
A.NEGRIN:Quasi tutto in Marocco e poi, gli interni, a Roma.
Oby:Avete avuto difficoltà tecniche particolari, o di grossa entità?
A.NEGRIN:No, no…devo dire che l’unica difficoltà reale, per chi lavora nel deserto, è quella di abituarsi a lavorare sulla sabbia, cioè sulle dune, quello è una cosa faticosa, proprio fisicamente…perché, in quella situazione non è che uno mette il piede in terra trova del “duro”, ma trova il “molle”, il piede affonda..! E tutto il giorno correre, camminare, muoversi sulla sabbia è come un altro modo di vivere, di respirare. Ci sono stati alcuni, nello Staff, che hanno avuto infarti, collassi, sono stati ricoverati e sono tornati in Italia…
Oby:Secondo lei, a cosa pensa sia dovuto il successo de “Il Segreto del Sahara”?
A.NEGRIN:Il successo, di cui ero convinto..sempre con le convinzioni che possono essere capovolte dai fatti, s’intende, io penso dipenda dalla sua originalità. Cioè penso che questo film sia un esempio, forse il primo, di “televisione diversa, per quanto riguarda il “kolossal”. Fino ad ora sono stati fatti tanti “Kolossal” di genere…ma si sono viste sempre storie di personaggi noti, cioè (i soliti) CRISTOFORO COLOMBO, GESU’, MARCO POLO, GARIBALDI, oppure VERDI: Storie legate a biografie di personaggi reali o romanzi famosissi, come nel caso dei PROMESSI SPOSI che stanno rifacendo adesso (Si riferisce alla super produzione “stellare” per la regìa di SALVATORE NOCITA del 1989, dopo di quella ne fu fatta un’altra nel 2002, un po’ più ”minimalista”, diretta da FRANCESCA ARCHIBUGI n.d.a.). Queste sono le linee sulle quali si è sempre mosso il Kolossal all’Italiana, perché è l’unica maniera per conoscere in anticipo cosa si sta facendo…cioè, VERDI, ad esempio sanno tutti chiè e quindi non ci sono rischi…non ci sono paure per chi lo deve finanziare e riproporre. E poi, il pubblico televisivo, fino a poco tempo fa era abituato a questo tipo di storie. Secondo me, oggi la televisione, con il SEGRETO DEL SAHARA, ha aperto una “STRADA NUOVA”…non so se continuerà, perché costa molto, ma vale la pena tentare, sia per il pubblico italiano e sia per il mercato internazionale. Ecco perché è piaciuto: è una storia di fantasia totale, completamente inventata…e di avventure, come accade nel cinema di HOLLYWOOD. E’ piaciuto perche dava allo spettatore italiano, finalmente, una dimensione di totale libertà, non c’erano, infatti, problemi di Ideologia, di Droga, di Mafia, di Violenze Urbane o di personaggi legati, in qualche modo, alla realtà storica. Inoltre, in ogni fascia del pubblico adulto, o di una certa età, c’era la nostalgia per delle storie come quelle lette o viste al cinema in gioventù…per il pubblico giovane (SIGH! n.d.a.) c’era, invece, la piacevole sorpresa di vedere in TV un grande spettacolo d’avventura, un genere di storia che neppure il Cinema, a causa dei suoi tempi di proiezione, può riproporre…non nella stessa maniera, non con lo stesso divertimento.
Oby:Ci sarà un seguito?
A.NEGRIN:Se ne sta appunto discutendo…
Oby:Ma, secondo lei, le le probabilità sono più a sfavore o a favore?
A.NEGRIN:Beh, non so se si farà il seguito proprio del SEGRETO DEL SAHARA, che non è facile…anche perchè è difficile dare una continuità logica a quella storia…
Oby:E per quanto riguarda il genere?
A.NEGRIN:Certamente ci saranno altre storie simili in futuro. Ritengo possibile, anzi, molto probabile che ciò avvenga prossimamente.
Oby:In che modo si potrebbe ricollegare al SEGRETO DEL SAHARA quel grande successo del passato che è stato SANDOKAN?
A.NEGRIN:Anche quello, all’epoca, fu una “rottura” col passato. Fu il primo Film-Romanzo d’avventura in televisione, quando ancora venivano trasmesse solo storie lunghissime e seriose…Diciamo che tra il “Segreto” e Sandokan, tra queste due idee, questi due progetti, il denominatore comune è l’AVVENTURA, o meglio, la dimostrazione che l’Avventura funziona bene anche in televisione, non solo la Biografia, più o meno impegnata culturalmente. La gente che fa televisione, non gli autori ma i funzionari, i programmisti televisivi, secondo me, non percepiscono ancora bene l’enorme capacità, il bisogno e il desiderio che ha il pubblico di ricevere queste storie d’avventura, perché ormai i telegiornali li vede a tutte le ore, le inchieste ci sono a tutte le ore e le biografie, anche quelle, sono diventate parte del filone informativo (ricordo, ancora una volta, che l’Intervista è del 1989 e sembra fatta ieri n.d.a.)…e così, un buon film d’avventura assolve ad una sua funzione, forse addirittura salutare.
Purtroppo manca, da parte dei (nostri) funzionari televisivi, sia della RAI che delle TV private, una vera preparazione per affrontare un discorso di questo genere. Loro sono abituati a non adoperare la fantasia, l’immaginazione come mezzo di espressione e creatività. Bisogna sviluppare la FANTASIA e questa è una dote che non tutti possiedono. Quando si fa storia di Garibaldi o di Verdi, di Marco Polo o Eisenhower, si prendono le biografie di questi personaggi, cento o duecento volumi che siano, si scelgono le cose che si ritengono più interessanti e si ricostruiscono. Non c’è da inventare sul piano della fantasia quasi nulla. Invece quando si gira un film come IL SEGRETO DEL SAHARA, dalla prima all’ultima inquadratura, c’è da far lavorare il cervello, non ci sono libri su cui è scritto come fare, bisogna inventare e basta.
Oby:Perché un film come questo non ha potuto essere finanziato soltanto dal nostro Paese?
A.NEGRIN:Perchè non è possible, costa talmente…e, oltretutto, l’Italia non è la proprietaria assoluta del film, economicamente parlando. Molti paesi diversi hanno dato il loro contributo, sia tecnico che finanziario, nonché artistico. E poi, anche se il film è un prodotto internazionale, rimane il fatto che la Regìa è italiana, gli sceneggiatori sono italiani, gli scenografi, la musica, la fotografia, i costumi…l’Edizione. E per quanto riguarda gli attori, è un falso problema quello di vedere dell’esterofilia da parte nostra: l’attore che serve in quel momento, quello che viene scelto, è a prescindere dalla nazionalità e, a parte ciò, sono stati scelti anche attori italiani, quelli che era possibile e logico includere nel cast.
Oby:Ma le scuole italiane di Teatro e Cinema quale funzione svolgono? Ai fini pratici, forniscono “sangue nuovo” al Mondo dello spettacolo? Ad esempio, chi è che proviene dal Centro Sperimentale di Cinematografia o dall’Accademia Silvio D’Amico di Roma…?
A.NEGRIN:Eh, ne escono in pochi, sono scuole finanziate pochissimo dallo Stato…non ce n’é una “Ideale”…voglio dire, un ragazzo che va a fare quel tipo di scuola lì come si mantiene? Chi lo paga?...Devono avere per forza di cose dei genitori (o chi per loro) molto ricchi, perché non produce e non guadagna. E poi, una volta diplomato non ha alcuna certezza di trovare un impiego, come attore o regista. Inoltre, la sola produzione italiana non è sufficiente a coprire le spese di una scuola simile. Un’altra cosa fondamentale è che, oramai, si produce quasi esclusivamente in lingua inglese, perché il mercato internazionale vuole la lingua inglese…soprattutto nel caso di queste grandi produzioni internazionali. Tutti gli attori devono essere bilingue o trilingue e comunque devono conoscere l’Inglese..e in Italia non c’è ancora nulla che ti prepari a questo, è tutto in mano allo spirito d’iniziativa individuale. Per vendere sul Mercato Internazionale bisogna rispettare le regole, regole che poi determinano fatti nazionali.
Oby:E la televisione in che modo si difende da questo stato di cose? Perché si continua a favorire l’Informazione o il quiz show, sempre a scapito delle produzioni cinematografiche? Fra non molto le TV private avranno la DIRETTA e, nelle ore di massimo ascolto, ci sarà una vera e propria invasione, o meglio, aggressione da parte dell’Informazione, più o meno obiettiva, e di quiz shows, che ormai hanno perso terreno, sia in originalità che in qualità culturale. Cosa ne pensa ariguardo?
A.NEGRIN:Non c’é molta scelta: la televisone o si accende o non si accende. La televisione è diventata, non uno strumento che si può scegliere di usare oppure no, per la maggior parte delle persone essa è “ospite” a pranzo e a cena tutti i giorni. Molta gente mangia con la televisione, la televisione è sempre in sala da pranzo, in cucina…i ragazzini fanno merenda davanti alla televisione, ci si dispone a tavola in modo da poter vedere tutti la televisione…e siccome questa è l’abitudine della maggior parte degli spettatori, è chiaro che l’eventuale possibilità di scelta non viene neppure presa in considerazione…cioè, come di un “frigorifero”: quello che ti può offrire ti prendi, come in una qualche “mensa”, il ragionamento è “Beh, stasera danno una porcheria, però me la son dovuta vedere lo stesso, non c’era niente di meglio…!”
Non è che si va aleggere un libro, oppure a spasso con amici, o a Teatro, la gente subisce, senza avere la possibilità ne, tra l’altro voglia, di scegliere, specie, dopo una stressante giornata di lavoro.
Quello della televisione è una specie di monopolio, anche se ci sono varie reti o emittenti private, esse funzionano tutte, sempre e comunque, alla maniera di un monopolio. Quando vedranno abbassarsi gli indici d’ascolto in modo brusco, perché da dieci milioni di spettatori ne saranno rimasti solo due, perché le abitudini saranno cambiate, solo allora cambieranno i programmi, ma finchè vedono che gli ascolti sono alti, cosa gliene frega a “loro”?...Fanno programmi con poche lire, per fare un inchiesta o un telegiornale o un qualsiasi documentario, spendono sì dei soldi ma non si tratta mai di quote miliardarie. Quindi, con un basso investimento e con un guadagno assicurato dal continuo flusso di pubblicità, è logico che la televisione rimanga così, come un azienda che deve mantenersi, non può permettersi dell’altruismo culturale o far divertire la gente. Cioè: “Io ti faccio divertire se mi costa poco, ma se io devo spendere troppo per divertirti, insomma, ti becchi il documentario o quella roba li…non sono mica qui per farti divertire soltanto…sono qui perché mi CONSUMI, tu consumi la televisione, perché tu guardi i miei SPOT e “DEVI” vedere la televisione in quanto c’è della Pubblicità, non perché ci sono degli spettacoli. La pubblicità è condizionante, la pubblicità è il vero spettacolo della televisione (rileggendo questa risposta “profetica” di Alberto Negrin è impossibile non riflettere ai tempi che viviamo oggi, tra rivoluzione WEB, SMARPHONE e COOKING-SHOWS n.d.a.).
Oby:Quali sono i suoi progetti per il futuro?
A.NEGRIN:…Vari progetti di vario genere…vari generi.
Oby:Ritornerà al Cinema FANTASTICO?
A.NEGRIN:Per il momento no…voglio dire, queste sono occasioni che difficilmente si ripresentano due volte…perché soltanto per realizzare IL SEGRETO DEL SAHARA ci sono voluti tre anni e riuscire ad avere sedici miliardi (Lire…n.d.a.) non è facile, quindi, non è che posso “non lavorare” aspettando altri 16 o 18 miliardi…se capita ben venga. Ma non è che il Fantastico sia la mia unica forma d’espressione, il mio unico modo di fare il regista, faccio progetti che mi piacciono. Il mio mestiere è raccontare storie, quindi se una storia mi piace può essere di qualunque genere o ambientazione, o tempo…presente, passato, futuro…se è una bella storia e mi piace io la racconto, questo è il mio lavoro.
Oby:Non crede che il prestigio ottenuto con Il Segreto del Sahara potrebbe aiutarla ad affrontare, se volesse, un nuovo progetto di film Fantastico…?
A.NEGRIN:Nel nostro mestiere non esiste il “prestigio”…bisogna sempre, ogni volta, ricominciare daccapo. Non mi faccio illusioni, so quanto sia complicato ottenere finanziamenti e trovare gente disposta a collaborare…Il prestigio non è di alcuna utilità pratica. Sono fortunati coloro che, come LUCAS, KUBRICK e SPIELBERG, riescono a produrre da soli i loro films…chi, come me, deve dipendere da altri per produrre qualcosa ricomincia, in pratica, sempre da capo…certo, non come un principiante, non dico questo, ma si ricomincia sempre.
Non ci sono, almeno per quanto mi riguarda, particolari privilegi, per chi fa bene il suo lavoro…a parte quello di esserne soddisfatti.
E così ci congedammo, molto cordialmente,da Alberto Negrin, che veniva "risucchiato" all'interno del suo set, assolutamente OFF-LIMITS per chiunque sia estraneo alla produzione, nè parenti, ne amici e ne "Santi Protettori", in RAI sono estremamente rigidi sulla questione...


Per ulteriori notizie su Alberto NEGRIN Vi rimando alle pagine del WEB,
partendo magari da Wkypedia:
Alberto Negrin, l'Uomo e l'Avventura




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Raffaello Fiorini
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10/05/13



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