La domanda, la risposta

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Andrea Mucciolo


 
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-=Introduzione=-

 

Data di creazione : 05 giugno 2006

Ultima modifica : 25 gennaio 2007

 

 

-=La domanda, la risposta=-

 

“Allora?”

Un altro pugno, violento, all'addome.

Mi piego in avanti per il dolore: annaspo e non trovo respiro. Le mani ancora saldamente legate dietro alla sedia su cui mi trovo ormai da più di mezz'ora. I legacci quasi mi segano i polsi tanto sono stretti.

Una mano brutalmente mi afferra i capelli e mi raddrizza. La cortesia non è di casa qui.

Il dolore è acuto per via dei tagli e delle piccole bruciature sul petto, la smorfia sul mio volto lo rende ancor più evidente.

Quando li riapro, i suoi occhi assassini sono fissi nei miei.

“Ti decidi a parlare? Quanto vuoi farci aspettare ancora?”

Ho paura.

Tremo mentre le lacrime scivolano sulle mie guance.

Accanto a me - il corpo ancora scosso da tremiti - il cadavere di un mio compagno. Si muove ancora di tanto in tanto, rapide convulsioni di un corpo senza vita e sangue, sangue che sgorga dalla profonda ferita sul collo colandogli addosso fino alla pozza di sangue che sta sul pavimento. Ha gli occhi sbarrati ed il capo rivolto verso l'alto. Ancora stringe il bavaglio che gli hanno messo in bocca prima di sgozzarlo: non ha potuto nemmeno urlare mentre lo ammazzavano.

Lui non ha parlato.

Non conosceva la risposta.

La stessa, che ora pretendono da me.

Eravamo in tre, quando ci hanno fatto entrare qui dentro, la stanza degli orrori e delle torture. Non ci conoscevamo nemmeno.

Ma capimmo subito che qui i diritti umani e le leggi non esistono: vige solo la violenza, la crudeltà. Ogni mezzo è legittimo purché loro abbiano ciò che vogliono. La pietà non è concessa.

E ora, di tre, solo io rimango.

Il primo di noi l'hanno percosso ripetutamente, deriso, e poi freddato con un colpo di pistola alla nuca dopo avergli prima rotto entrambe le braccia.

Per la stessa domanda, la stessa risposta che dalla sua bocca per tre volte non è giunta.

Nuovamente uno degli aguzzini si avvicina con un ferro arroventato.

Urlo terrorizzato: “Non lo so…vi prego…lasciatemi andare….vi prego…”

Riuscirò a sopravvivere?

E poi le mie urla strazianti mentre bruciano la mia carne.

“Parla! E ti lasceremo andare: hai la nostra parola”

Ansimo e cerco di calmarmi. Il dolore insopportabile, come l'odore di carne bruciata che si diffonde nell'aria e mi si appiccica alle narici. Il puzzo della mia condanna.

Non lo so se posso credergli…non so più nulla…non doveva andare così, non doveva essere così!!

Piango in preda alla disperazione…

“Non lo so…” è l'unica cosa che mi riesce di dire tra un singhiozzo e l'altro…

“Su, su, non fare così…sei un uomo…lo sappiamo che conosci la risposta. E poi…non vorrai mica fare la fine degli altri due? Stupidi ignoranti, esseri inutili…”

Poi, avvicinando il suo volto al mio, sussurrandomi ad un orecchio:

“Dopotutto…non ti stiamo chiedendo chissachè! Avanti, rispondi alla nostra domanda. Tu non li puoi vedere ma, dietro quel vetro alle mie spalle, i nostri padroni ci stanno guardando : non vorrai mica deluderli? Sai…loro sono convinti che tu conosca la risposta…e di certo sapranno ricompensarti se tu…”

La mia mente in subbuglio, il mio animo turbato…conosco la risposta? Cazzo cazzo cazzo….avanti…cerca nella memoria…un brandello, qualche cosa, qualsiasi….sforzati dannazione!!! La conosco la risposta???

“Su, dicci quello che vogliamo e ti lasceremo andare…sarà stato solo una brutta esperienza, un brutto incubo, nulla di più.”

Lo osservo con un misto di odio e di paura.

Un incubo? Maledetto figlio di puttana, mi hai torturato! Mi hai torturato, cazzo! E hai perfino ucciso questi altri due!!!

“Su, avanti, il tempo stringe…è la tua ultima possibilità”

Allora si fanno avanti gli altri due suoi colleghi: sono vestiti in modo impeccabile, proprio come lui. Entrambi in smoking, entrambi con un fucile in mano.

Milioni di pensieri si affollano nella mia mente…non so più nulla…non me lo ricordo…forse, non l'ho mai saputo….

“Allora? Ancora non vuoi rispondere? Facciamo così”, dice scambiando un'occhiata di intesa con gli altri due “ora contiamo fino a 5: se ci darai la risposta sarai libero…altrimenti…beh…lo sai anche tu cosa ti aspetta”.

Maledetto!

“ 1”

I due uomini caricano il fucile sincronizzati nella volontà di uccidere. Un'occhiata furtiva allo specchio alle sue spalle.

“ 2”

Il suo braccio si abbassa fino al petto. I proiettili sono nella canna, ben posizionati prima di esplodere addosso alle mie carni. Due biglietti per l'altro mondo.

Dannazione!

“ 3”

Pensa! Pensa! Cazzo, pensa!

“ 4”

I due uomini si avvicinano: uno mi preme il fucile sulla tempia, l'altro sulle palle. Sorridono sadici.

Dio! Dio! Dio…

“E cinq…”

“Aspetta!”, il mio grido all'improvviso, la mia voce disperata e squillante.

Sono vivo, sono ancora vivo!!

“Conosco la risposta…”

“Dimmela allora”

Mi si avvicina curioso e terribile al contempo. E' freddo, troppo freddo, spietato come la morte.

“Ma è il tuo ultimo tentativo, non te lo chiederò un'altra volta. Con te sono stato anche fin troppo paziente…Dopotutto, gli altri due sono morti troppo presto e non ho nemmeno potuto divertirmi. E nemmeno i nostri padroni lì dietro, credo, abbiano apprezzato il triste spettacolo che hanno offerto loro… ”

Maledetta carogna!

“E ora, rispondi alla mia domanda”

“Si tratta di Mossadeq, nel 1953”

“Non basta, devi dirmi anche dove: credevo di essere stato chiaro poco fa…”

“In Iran…”, aggiungo velocemente.

Sorride: i suoi occhi brillano per la soddisfazione.

Io ansimo.

Osserva gli altri due e ad un suo cenno questi abbassano i fucili.

Ho risposto giusto?

E' questo quello che volevano sapere?

E' giusto?

L'uomo parla ad una ricetrasmittente militare abbandonata sul tavolo, un piccolo tavolo traballante in questa stanza soffocante e spoglia. Parla piano e non comprendo.

Ti prego, ti prego, ti prego…

La mia testa ciondola per l'agitazione mentre riprendo a balbettare…non so più nulla…non so più nulla…voglio andarmene…lasciatemi stare, vi prego…

Poi, mi si avvicina soddisfatto.

“Perfetto, la tua risposta soddisfa i nostri padroni. E' corretta, è ciò che volevamo sentirti dire”.

Poi, estrae un grosso coltello che fino a quel momento teneva legato alla cintura.

Sorride e mi si avvicina.

“Noo” protesto “ho risposto giusto, ho risposto giusto! Ve l'ho detto…ve l'ho detto…”

Mi agito e scalcio. Immediato e brutale un pugno al volto da parte di uno dei suoi colleghi di torture. Cado a terra, stordito, ancora legato alla sedia.

A stento, con l'occhio semichiuso lo seguo mentre si sposta…ora mi è alle spalle…piango…si inginocchia…no, ti prego…sento la sua mano sulla spalla….non voglio morire…non voglio morire!!

Con il coltello recide la corda che mi teneva bloccate le braccia allo schienale della sedia. Con cura sega i lacci che mi stringevano le mani.

Riapro gli occhi : sono vivo!

“Alzati!”, mi ordina deciso.

Obbedisco.

Ed è allora che la stanza sembra muoversi, le parete si spostano e si sollevano. Anche il vetro che copriva l'intera parete di fronte a me viene tirato da parte e scompare lasciando spazio alla verità.

La realtà diventa più che evidente mentre scolorano le mie certezze.

Telecamere e luci di scena: dal buio un applauso scrosciante e urla e fischi.

Il pubblico mi accoglie mentre il presentatore entra in scena.

Due vallete seminude mi si fanno incontro, mi baciano, si strusciano e mi offrono una busta.

Non comprendo molto bene, tanta è la confusione che alberga nella mia mente devastata da ciò che ho vissuto.

E ora, la realtà supera l'immaginazione.

Era solo un quiz, uno stupido, maledettissimo, quiz televisivo…

 

 

 

Leonardo Colombi

Creative Commons License
Opera proposta sotto una Licenza Creative Commons.

 

--:: Versione sceneggiatura ::--

 

 

 

-=Note=-

 

La domanda : “Quand'è stato il primo colpo di Stato appoggiato dalla CIA in un Paese del Medio Oriente?”

 

La risposta : “Nel 1953, il 19 agosto, la CIA organizza tumulti popolare in Iran che portano alla perdita del potere da parte di Mossadeq (per un governo laico e riformista) a favore del generale Zahedi, ben accetto dagli americani e più incline a permettere lo sfruttamento del petrolio locale da parte degli statunitensi.

Sembra che nasca da qui l'avversione antiamericana da parte del popolo iraniano e musulmano verso gli USA, quella stessa avversione che ha portato alla diffusione e alla presa di potere del fondamentalismo di Khomeini prima e del “terrorismo” di questi anni poi.

Lo stesso presidente William Jefferson Blythe III (ovvero Bill Clinton), nel 2000, ha ammesso la responsabilità degli Stati Uniti nel golpe del 1953 che aprì la porta in Iran al fondamentalismo dei mullah e poi alla piaga del terrorismo islamico.

 

 

 

-=Commenti ricevuti=-

 

Commenti da Francamente:

da Luigi.Panzardi (26 gennaio 2007):

A parte il finale, che mai come in questo caso si può definire un colpo da teatro, per me la categoria a cui appartiene il racconto è l'orrore. Non ho dubbi. Disperazione, angoscia, torture, sangue, morte vi sono rappresentati egregiamente, tanto da far rifiutare il finale contrastante.
Io ho gustato e parecchio il racconto dell'interrogatorio (forse condotto con troppo rispetto verso lo stile canonico dell'orrore, ma che dimostra padronanza della tecnica), meno quel finale che vuol essere originale, ma lo è troppo per essere vero, a mio avviso.
Complimenti, tanti in ogni caso.
Luigi.

da claudiadelmare (27 gennaio 2007):

Porca paletta... sarà che ho la febbre addosso ma ad ogni riga che leggevo avevo voglia di cambiare "canale"! No no, :-P certe letture non fanno per me!
A parte le chiacchiere di una malata troppo impressionabile, devo dire che è veramente d' effetto e di conseguenza, lascio qui il mio plauso e corro a riprendere il mio respiro (dove sarà finito?).

da franca (28 gennaio 2007):

Bello, originale,ben scritto. Arrveranno a tanto gli stupidi quiz che abbondano su tutti i canali? Ciao.

 

Commenti da Scrivendo:

da racnai (13 febbraio 2007):

Non mi è dispiaciuto affatto, ma toglierei la considerazione finale "E ora, la realtà supera l'immaginazione.
Era solo un quiz, uno stupido, maledettissimo, quiz televisivo…" che lascerei al lettore. Sull'evoluzione dei quiz televisivi, dei reality etc e sul livello di perversione che raggiungeranno in futuro è stato scritto molto, e sempre in termini decisamente inquietanti!
ciao

 

Commenti da OzBlogOz:

Link alla pubblicazione

da Musashi (11 marzo 2007):

Ciao Leo, ho letto il tuo racconto, l'ho trovato gradevole, grottesco al punto giusto, do una mia interpretazione che magari è errata. Penso che tu abbia voluto più che altro gettare un occhio su di una società dove entrare nel mondo TV sia la cosa più importante e dove non si bada a nulla. L'ho trovato ispirato al film The Running Man, con Swartzy, giusto?
Mi è piaciuto. Devo dire che sono rimasto sorpreso quando si svela che tutto è un quiz, e subito mi ha deluso un po', ma poi ho capito che forse l'intento stava proprio lì, non un dove andremo a finire, ma piuttosto un dove siamo arrivati, al punto che il dramma umano è la merce più preziosa del telespettatore.
Se ho visto giusto, bravo, è un tema spinoso quello che apri, dove è lecito chiedersi se la società si plasma sul modello televisivo o viceversa. Io propendo per la seconda ipotesi.
D'altronde è col quiz che si fanno li milioni....
evviva le televisioni!!

da Shoen (11 marzo 2007):

Di domanda voglio farne una io: perché mai una persona sana di mente dovrebbe partecipare a un quiz televisivo in cui si viene picchiati, torturati e, se si sbaglia una risposta, addirittura si muore?

Mi dispiace, ma secondo me tutto l'impianto non sta in piedi e l'idea dell'ambientazione "bellica" che alla fine si rivela un gioco è abusatissima.
Per quanto riguarda il resto, il racconto è grezzo, come se fosse stato scritto di getto e non riletto a sufficienza; ci sono refusi, errori di battitura, numeri scritti a cifre (andrebbero scritti a parole), punteggiatura caotica nei dialoghi... Se fossi in te gli darei comunque una sistematina.

da boriosi (13 marzo 2007):

La mia opiione è questa: Shoen ha detto tutto quello che c'era da dire.

da daniel (14 marzo 2007):

Non so perchè
Mi ricorda tanto
"l'uomo in fuga" di King
Pubblicato nel 1984.
Grosso modo la trama è la stessa
Ma a distanza di vent'anni
Il tema,
Un tempo angosciante
Oggi è più che sfruttato.
Senza alcuna offesa, ovviamente.
Non si commenta il contenuto

Ma la forma di quanto scritto
Mi sembra carente sia dal punto di vista grammaticale che sintattico.
Da rivedere.
IMHO

Ciao
D.

da anteres (21 marzo 2007):

Vado in controtendenza: A me il racconto è piaciuto.
Le lettura è scorrevole e leggera, ed è bello anche il colpo di scena finale, il "ribaltamento" della situazione. Finalmente un racconto che porta in sè un messaggio! La letteretaura è comunicazione, e spesso è una critica alla società e ai costumi. la sintassi e la grammatica sono aspetti importanti, ma non quanto il contenuto. Il racconto è volutamente paradossale, non ha senso chiedersi perchè una persona dovrebbe andare a farsi torturare volontariamente, è proprio questo non-senso che dà forza alla storia.

da _alessandro_ (21 marzo 2007):

Non dico nulla sulla forma grammaticale o sintattica, non sono un professore. Posso invece esprimermi a favore della fluidita'.

Il contenuto: gia' da subito c'era qualcosa che non andava. Mi sono chiesto se non fosse uno di quegli incubi che popolano a volte il nostro sonno dopo aver abusato di un filmetto di troppo. Poi e' arrivata, finalmente, la risposta del torturato, e li' mi e' venuto in mente Jerry Scotti...

Vorrei invece rispondere alla domanda di Shoen: perché mai una persona sana di mente dovrebbe partecipare a un quiz televisivo in cui si viene picchiati, torturati e, se si sbaglia una risposta, addirittura si muore?
Secondo te ci sono persone sane di mente oggigiorno in televisione?

ciao
ale

da vale_freedom (06 aprile 2007):

Scorrevole, direi ben scritto. Una lettura abbastanza piacevole, anche se c'è qualcosa che non ho capito. Non mi è chiaro se tutte le cose che il protagonista racconta, tutto quello che gli hanno fatto, succede veramente, è una finzione oppure una sorta di condizionamento psicologico (parlo, ad esempio, della morte degli altri due). Inoltre, penso anch'io che avresti potuto escogitare qualcosa di diverso per il finale. Ora, io non so se era prevedibile, perché non leggo mai i racconti cercando di immaginarmi il finale, però ti posso dire che avresti potuto svelare il colpo di scena in maniera un po' più originale. Comunque è un'idea piuttosto negativa della televisione del futuro...anche se non ci siamo poi così lontani!!

da giosp (23 aprile 2007):

Ma che è, un quiz televisivo?

Ah, beh, sì, è un quiz televisivo.
Simpatica la trovata, anche se non ho capito perché mai questa titubanza nel dare la risposta.
La trama per me è OK. Avrei calcato di più sui cadaveri e molto meno su spiegazioni di ovvietà, ad esempio: "la stanza degli orrori e delle torture" o "Ma capimmo subito che qui i diritti umani e le leggi non esistono", come se noi lettori queste cose non fossimo in grado di capirle da soli.

Una nota sulla nota: Non è che la puoi eliminare? Per me è sbagliatissima. Non è un quiz, ma il racconto di un quiz. Il risvolto politico della risposta è assolutamente fuori luogo.

 

Commenti da Club Poeti (luglio 2007 - ottobre 2007):

da alberto pozzato (12 luglio 2007):

Ottimo ritmo.. divertente..ben scritto!

da che guevara (12 luglio 2007):

Racconto divertente con spunti interessanti e quanto mai singolari.Pregevole da leggere e molto apprezzato.

da grigio (12 luglio 2007):

Non lo so, ma resto perplesso. Altro non vorrei dire.

da Stefania Convalle (12 luglio 2007):

No, dico...definire questo racconto 'divertente'...mi sembra un po' esagerato!! A me, Leonardo, è sembrato un incubo dei peggiori e alla fine anche peggio di un incubo, smarrimento totale.
Però...però...sei bravo! L'ho letto in un attimo, occhi sbarrati davanti al pc!!!
Sei bravo, ma Leonardo, scrivi qualcosa di meno shoccante!!!Grazieeeeeeeee:-)

da Violalicia (12 luglio 2007):

Si un bel racconto.

da Adrena (12 luglio 2007):

L'ho apprezzato da subito e ancor di più dopo aver letto la nota. L'idea e la realizzazione è davvero geniale. Avvincente dall'inizio alla fine.

da Mitla (19 luglio 2007):

:S
Altro che reality... =_='''
Beh .. lettura da brivido, ma ben congeniata e altrettanto ben scritta.

 

 

 

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