Liberazione e Purificazione (2006 version)

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Il respiro affannoso e interrotto dai singhiozzi.

La paura pervade ogni fibra del suo essere.

In ginocchio, tremante prega e piange.

Le lacrime scendono dagli occhi e cadono sulla pietra fredda.

Le mani, giunte, implorano aiuto.

Tremano.

Le parole escono interrotte, inframmezzate al pianto disperato.

Chiede perdono, salvezza.

Chiedono di vedere un altro giorno, anche uno soltanto.

Chiedono il risveglio da un incubo non sognato.

E sull'altare il crocifisso tace, mentre il monaco prega e si dispera in preda al terrore supplicando un miracolo.

E' scalzo e sulla sua tonaca lacerazioni e tracce di sangue.

I suoi sandali giacciono abbandonati nella foresta.

Li ha persi cercando di sfuggirgli.

E poi il rifugio nella chiesa: silenziosa e fredda, umile, abbandonata in mezzo ai boschi.

Sull'altare la luce tremolante di poche candele illumina il volto del giovane monaco rigato dalle lacrime.

 

Avanzando a grandi balzi, la belva si avvicina famelica alla chiesetta.

I muscoli possenti e la pelle di cuoio non risentono minimamente della stanchezza a causa dell'inseguimento e del recente scontro.

Avanza eccitato verso quel piccolo tempietto mentre una tenebra nera simile a fiamme lo avvolge.

Con una spallata, senza arrestare la sua corsa, ruggendo, abbatte la porta che rumorosamente crolla a terra assieme a brandelli di muro.

Il giovane monaco implora pietà, indietreggiando mentre una risata malefica riecheggia tra le mura di pietra. Dall'alto dei suoi tre metri il demone ride, con voce malvagia e tagliente!

Lentamente, avanza possente e terribile verso la sua ultima vittima: ondeggia la coda nell'aria gustandosi il terrore di quel misero mortale che, strisciando, cerca riparo all'ombra del crocifisso.

Poi la tenebra si sprigiona dal mostro e invade quel luogo sacro.

Solo la disperazione e un'infernale risata a testimoniare l'atrocità che, da lì a poco, sarebbe stata compiuta.

 

Leonardo Colombi

 

 

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