Erano già alcuni giorni che Urzal, Jartra e Klubken si aggiravano nei territori di Raoul, il signore dell'Iscio. Si faceva chiamare così da quando, al ritorno da un lungo viaggio per mare, aveva preso a suonare un particolare tipo di musica, l'Iscio per l'appunto, in grado di donargli inauditi poteri magici e con il quale si diceva fosse in grado di manovrare e condizionare chiunque. Anche a distanza.
A causa di questo, verità o dicerie che fosse, girovagare nei suoi territori poteva rivelarsi assai pericoloso, soprattutto per chi non era ben accetto. Nonostante fossero consapevoli dei pericoli che correvano, erano tuttavia obbligati a quel tragitto se volevano raggiungere il Nuovo Signore Oscuro, il quale comandava su tutto e su tutti.
Anche su Raoul.
Ad ogni modo pure la guida di quello strano terzetto, un uomo di bassa statura e dalla barba castana che tutti tenevano in gran considerazione, era al corrente dei potenziali pericoli a cui andavano esponendosi. Tuttavia quella via era il modo più diretto per muoversi verso il quartier generale del Nuovo Signore Oscuro.
“Il Camminatore”, così si faceva chiamare il ranger barbuto, li aveva quindi condotti per montagne e vallate, tra luoghi incontaminati e sperduti paesini presso i quali avevano chiesto ospitalità fino a giungere nel territorio di Raoul. Avevano così attraversato una serie di villaggi in cui gli abitanti sembravano così spenti e tristi, condannati ad un'esistenza insipida e ripetitiva, vittime del nefasto influsso dell'Iscio al cui ascolto erano praticamente costretti. Condannati perennemente ad una musica irritante che si diffondeva nell'aria e che costituiva il nutrimento magico e il metodo di controllo più efficace su cui poteva contare il malvagio Raoul. In tutto il suo regno, infatti, su suo esplicito ordine veniva diffusa la musica che più gli piaceva e che gli conferiva la capacità di rimanere forte, potente e giovane. O quasi.
Costantemente, e in ogni villaggio, un gruppo di giovani veniva strappato alla vita dei campi e al focolare domestico per trascorrere il proprio tempo a suonare musica popolare, canzonette adatte a balli corali a cui la gente, ogni notte, era costretta a partecipare pena punizioni esemplari.
Ed ecco allora che più di una volta, sostando in una locanda, l'orco, lo stregone ed il vampiro avevano assistito a scene pietose di gente assolutamente priva del senso del ritmo costretta a muoversi dall'inizio alla fine della musica suonata. Addirittura vecchi dalle articolazioni malandate. Inutile dire che l'ottimismo in quei luoghi non era certamente alle stelle e che anche l'apparizione di stranieri, per altro di aspetto insolito assai, non aveva suscitato alcun interesse negli abitanti dei villaggi. Al più, qualcuno di loro aveva chiesto agli avventurieri di salvare i propri figli da quel triste destino a cui andavano incontro rimanendo nei territori di Raoul. Qualcuno addirittura aveva chiesto di venir ucciso e di avere, finalmente, un po' di pace…
Fu mentre si spostavano dal villaggio di Mazurk alla cittadina di Folk, percorrendo un sentiero che si addentrava per svariate qualche chilometro in un bosco di faggi, che si imbatterono in Cindy.
Fu il Camminatore ad accorgersene per primo: infaticabile e sempre attento a quanto accadeva nell'ambiente circostante, una capacità che aveva maturato in anni di attività, aveva udito le grida della fanciulla prima ancora di vederla. E subito si era precipitato in suo soccorso.
La ragazza, un donnone pachidermico in realtà, dalle trecce bionde e una mantellina rossastra che le copriva il capo e le spalle, era atterrita da una belva. Beh…più o meno. Schiacciata contro un tronco d'albero, di dimensioni ridicole rispetto alla schiena che si ritrovava, urlava disperata mentre, davanti a sé, un piccolo cagnolino dotato di tre teste ringhiava forsennato.
Urzal, Jartra e Klubken non si degnarono nemmeno di prestare attenzione alla scena mentre il ranger, forse spinto dal senso del dovere, forse rapito dall' (improbabile) avvenenza della ragazza, si lanciò contro il piccolo cerbero senza pensarci due volte. Spiccò un balzo poderoso in direzione della fiera: in aria ruotò su se stesso dando prima la schiena al cerbero miniaturizzato e poi fronteggiandolo nuovamente ma bastò lo spostamento d'aria causato dal suo calcio rotante a farlo sparire dalla circolazione. Quindi, una volta atterrato leggero e marziale, porgendo la mano alla fanciulla e sfoggiando un sorriso affabile e rassicurante, le sussurrò di non temere alcunché. Dopodichè, senza nemmeno consultarsi con i suoi compagni di viaggio, che nel frattempo erano rimasti ad osservare quella scena ridicola, la invitò ad unirsi alla comitiva.
- Cind…coff coff…Cindy, mi chiamo Cindy.
Gli rispose quando il ranger le chiese con quale nome appellarsi ad una tal gemma di bellezza. Tuttavia, il fatto che avesse esordito con un tono di voce mascolino non insospettì minimamente il Camminatore già inebetito dai sentimenti.
Urzal nel frattempo aveva preso il suo posto e procedeva in testa alla spedizione. Era intenzionato a raggiungere in fretta il covo del Nuovo Signore Oscuro, di questo…Han…Hanfry Poster o come diavolo si chiamava. Non gli andava a genio l'idea di esser costretto ad una missione che lui non si era scelto. Un compito che per di più non gli stava procurando il minimo brivido, la minima emozione. Desiderava tornarsene quanto prima alle sue scorribande e alle lotte a cui il Clan si stava preparando. Chissà se l'Autore avrebbe mantenuto la promessa, si chiese stringendo per un istante il ciondolo che il vecchio gli aveva donato.
Jartra invece aveva accettato il compito di assassinare il tiranno. Non che avesse a cuore il bene dell'umanità, sia chiaro, tuttavia lo considerava un essere inutile ed il comportamento che questo Nuovo Signore Oscuro stava tenendo nei confronti dei popoli e del regno non faceva altro che confermare il suo pensiero. Tanto più che l'Autore l'aveva incuriosito più di quanto egli stesso osava ammettere. Forse avrebbe potuto convincerlo ad insegnargli nuovi incantesimi, a soggiogare creature di altri piani oppure a costruire amuleti come quello che lui, Urzal e Klbuken portavano al collo. Avevano la foggia di piramidi rovesciate, di colore nero ma con la punta bianca. Irradiavano una leggere luminescenza violacea, segno che l'incantesimo era in funzione. E a causa di ciò era per loro possibile non provare la stanchezza ad esempio, oppure camminare alla luce del sole come nel caso del vampiro. Ma soprattutto, l'amuleto consentiva all'Autore di monitorare lo stato di avanzamento della loro missione, evitando tradimenti o comportamenti, per così dire, non previsti.
Procedettero per svariate ore poi, all'approssimarsi del tramonto, scelsero un luogo per accamparsi. Il villaggio successivo distava ancora molte ore di cammino. Certo, se non avessero avuto ospiti inattesi avrebbero potuto continuare ad avanzare fino al mattino ma, per rispetto di Cindy, avevano optato per sostare durante le ore notturne. Tanto più che per il vampiro non costituiva il minimo problema stare di sentinella. E senza che gli altri corressero pericoli per la malvagità del suo animo o per la Sete : l'amuleto dell'Autore serviva anche a questo.
Una volta trovato un luogo adatto, un piccolo ammasso di rocce che costituiva un riparo naturale, approntarono il campo.
- Allora, che ne pensi?
Klubken osservò con distacco il ranger che gli si era seduto accanto sulla panca improvvisata che avevano preparato vicino al falò spostando un tronco d'albero in modo che appoggiasse su alcune pietre. Avevano allestito un campo alla meno peggio, sistemando alcune coperte per la notte che tenevano negli zaini e posizionando alcuni rami in modo da avere posti asciutti su cui sedere. Sul fuoco su di una pentola che Jartra aveva creato con la magia coceva della carne di coniglio. Così come era magico il velo di tenebra che li proteggeva evitando che altri scorgessero il bagliore emesso dal fuoco. L'incantesimo aveva anche il vantaggio di non costringerli ad alcun turno di guardia poiché avrebbe segnalato l'avvicinarsi dei nemici già ad una quindicina di metri di distanza. Anche se, con tutta probabilità, nessuno avrebbe osato avvicinarsi di notte. Non con un vampiro tra loro.
- E' carina vero?
- Cosa?
Rispose Klubken scocciato dalla presenza del ranger. Nemmeno da vivo era mai stato un chiacchierone, da non-morto aveva ridotto ulteriormente la propria loquacità e propensione a socializzare. Tanto più che intuiva ciò di cui il ranger voleva parlare con lui.
- Come “cosa”? Cindy!
Il vampiro scrutò l'umano come se lo osservasse per la prima volta, come se stesse cercando i lividi rimastigli a seguito di una botta colossale.
- Stai farneticando…
Il ranger parve dispiaciuto e offeso da quella risposta. Per tutto il tempo era stato al fianco di quella graziosa ragazza e ora che si era assentata, per espletare i propri bisogni fisiologici probabilmente, voleva approfittarne per parlarne un po' con gli altri e condividere con loro la gioia e l'interesse che provava per la fanciulla. Ovviamente non si era ancora reso conto di ciò che per gli altri era palese e lampante, soprattutto se si consideravano le dimensioni della fanciulla e il fatto che non temesse di viaggiare assieme ad un gruppo come il loro.
Comunque fosse nessuno dei suoi compagni erano molto propensi a quel genere di conversazione. L'orco addirittura gli aveva risposto che Cindy nemmeno odorava di femmina!
- Bah…
Si alzò scuotendo la testa e si concentrò sulla cena che coceva, sulla carne che sfrigolava sulla padella.
Urzal invece stava già addentando una forma di pane che aveva preso nell'ultimo villaggio che aveva visitato. Di tanto in tanto osservava il ranger chiedendosi come faceva a non essersi accorto che la femmina a cui era stato appiccicato tutto il giorno in realtà non era che un impostore. Scuotendo la testa non riusciva a capacitarsi della guida che era stata assegnata al gruppo.
Leonardo Colombi
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