La missione - Capitolo 04

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-=Capitolo 04: Gli ordini del Nuovo Signore Oscuro=-

 

Nella sua vasca da bagno stracolma di acqua calda e bagno schiuma profumato alla liquirizia, il Nuovo Signore Oscuro si stava rilassando. Sul bordo un bicchiere riccamente decorato con serpenti argentati che si rincorrevano sulla superficie. Al suo interno abbondante succo di mora e lampone. Il Nuovo Signore Oscuro si stava riassando mentre su di una superficie magica da lui stesso creato e che fluttuava a mezz'aria, osservava le ragazze di un college che si stavano cambiando in uno degli spogliatoi di una scuola per streghe.

All'improvviso qualcuno bussò alla porta.

Il panico sul volto del tiranno: non poteva farsi scoprire così palesemente in fragrante ad utilizzare la magia per scopi così poco nobili ed edificanti. Tuttavia non poteva nemmeno negare udienza ai suoi fidati servitori, soprattutto se recavano importanti ed urgenti comunicazioni.

-  Un attimo…

Prese tempo mentre si girava attorno alla disperata ricerca della sua fidata bacchetta magica. Era uno dei più potenti stregoni della sua età, colui che aveva spodestato Maldevort divenendo a sua volta il Signore Oscuro, ma era nulla senza la propria bacchetta magica.

Non riuscendo a trovarla, incapace persino di richiamarla a se con un solo pensiero, uscì dalla vasca e corse, nudo, sino alla porta.

Il servitore, un piccolo folletto alto poco più di due piedi, lo attendeva con un rotolo in mano, una comunicazione sigillata con la magia all'interno di un contenitore fiocamente illuminato di luce bianca.

-  U…una comunicazione per il Nuovo Signore Oscuro

La buffa creatura porse il rotolo al tiranno chinando il capo.

-  Grazie! Vai pure, elfo.

Il servitore chinò il capo ringraziando il proprio padrone e al contempo nascondendo l'odio furibondo che provava ogni volta che si sentiva chiamare in quel modo. Un giorno gliel'avrebbe fatta pagare a quel bastardo, avrebbe liberato il suo popolo, ridotto in schiavitù dal precedente Signore Oscuro e che tutt'ora versava in condizioni di forte disagio, e gliel'avrebbe fatta pagare. Si, già pregustava il momento in cui l'avrebbe legato nudo e l'avrebbe torturato a oltranza chiedendogli “cosa sono io, un…?”. E poi gli avrebbe conficcato quella sua dannatissima bacchetta magica laddove…

Il Nuovo Signore Oscuro accompagnò con lo sguardo il proprio servitore sino a che lo vide fermarsi a metà circa del corridoio, scosso da tremiti. Ma poi quanto lo senti ridere e ridere di un riso folle, comprese che non aveva di che preoccuparsi: era bello sapere che i propri servitori erano lieti di essere alle sue dipendenze.

Così, rimasto solo, una volta chiusa la porta alle sue spalle, Henry Poster svitò le estremità del rotolo per poter raggiungere la pergamena contenuta all'interno. Non c'era alcuna magia, in realtà, solo dei piccoli filamenti colorati e fosforescenti posti attorno al rivestimento esterno.

Quello che lesse non gli piacque affatto.

Qualche minuto dopo si trovava assieme due dei suoi più fidati servitori: se le informazioni contenute nel papiro erano veritiere, allora era meglio correre ai ripari.

-  Questa volta non sarà semplice come lo è stato con Maldevort…

-  Lo so

Il Nuovo Signore Oscuro lo sapeva bene. Per eliminare il precedente tiranno era bastato far leva sulla sua vanità. Aveva fatto in modo che partecipasse come attore principale in uno spettacolo teatrale al fianco della bella Jeilo e da ben tre anni non se ne era più sentito parlare. Devastato e sopraffatto dalla vergogna, dimenticato e abbandonato persino dai propri amici, disconosciuto dal club del Crotalo Multicolore, si era ritirato in un eremo solitario. Da allora nessuno ne aveva più saputo nulla e nessuno si era preoccupato di accertarsi che non stesse tramando qualche losco e sinistro complotto ai danni del mondo intero.

Forse un giorno sarebbe tornato ma fino ad allora Henry Poster avrebbe governato sul regno. Avrebbe diffuso il verbo del liddic e reso la popolazione più ignorante e stupida di quanto fosse mai stata negli ultimi decenni. Era tempo di incoerenze e di spregiudicati usi della magia. Per questo aveva nominato Filippo de Marii a capo del ministero dell'istruzione: tutti i giovani stregoni e le streghe sarebbero cresciute con il culto dell'apparire, avrebbero preso parte a balli e a stupide gare. Di liddic soprattutto, la disciplina in cui eccelleva e in cui avrebbe sconfitto tutti quanti!

Ma purtroppo non tutti erano d'accordo e l'Alleanza dei Maghi aveva cercato di contrastarlo mettendo in discussione i suoi propositi di governo. Come se un governante dovesse prodigarsi del popolo o di quello che esso abbisogna, d'altronde. Avevano farneticato dell'importanza di potenziare i confini, di adoperarsi per l'istituzione di centri per l'utilizzo ecologico della magia, di istituire un corpo di maghi curatori anziché sperperare le riserve auree del regno nella costruzione di stadi per il liddic. Poveri stolti!

Immediatamente erano stati dichiarati criminali e fatti assassinare tutti.

O quasi.

Nor il Rosso infatti aveva fallito e uno di loro, anzi, un ranger che li aveva guidati sino al suo cospetto e che era a conoscenza di quanto era accaduto era sopravvissuto. Il suo fedele braccio sinistro sedeva ora con aria mortificata alla sua destra: non aveva verificato la morte del ranger il quale, secondo quanto gli era stato appena comunicato, era stato accolto da un vecchietto noto come L'Autore.

Aveva già sentito parlare di lui, un essere di un'altra dimensione onnipresente e onnisciente che ora rischiava di distruggerlo e mandare in fumo tutti i suoi piani. Secondo quanto erano riusciti ad apprendere dalle spie disseminate qua e là nei vari villaggi del regno, L'Autore aveva organizzato una spedizione composta da tre esseri dotati di poteri e abilità tali da annientarlo. E questo, per l'appunto, era il loro compito.

-  Dub?

-  Si, mio signore?

-  Occupatene tu!

Il possente omone, impareggiabile in quanto a potenza fisica, sorrise per la fiducia accordatagli. Prima di esser assunto come braccio destro del Nuovo Signore Oscuro, faceva l'attore in un circo itinerante. Ma un tempo era stato anche campione di nuoto e, a modo suo, praticava una sorta di magia. Era l'acqua stessa infatti che, terrorizzata dalla devastante potenza delle sue bracciate, lo spingeva velocemente in avanti. Prima arrivava destinazione, prima sarebbero cessati i colpi che la sua superficie subiva.

Il gigante si alzò dal tavolo e si diresse verso l'uscita della sala del consiglio con somma soddisfazione del tiranno: apprezzava molto la solerzia con cui il suo fidato braccio destro aveva reagito all'ordine.

-  Dub?

-  Si, mio Signore?

-  Vedi di non fallire…

-  Altrimenti?

Lo disse in tono agguerrito, con le mani ai fianchi e lo sguardo truce.

-  No…niente…era per dire…

-  Così va meglio…

Quindi Dub uscì, diretto alle cucine dove i cuochi della reggia avevano il compito di preparare per lui banchetti prelibati: frittate ottenute con circa una dozzina di uova e mezza forma di formaggio grattugiata sopra, e poi salsicce e fagioli con pomodoro, cipolla e pancetta.

Nella sala del consiglio invece erano seguiti alcuni secondi di imbarazzante silenzio, poi Nor aveva rotto il silenzio.

-  Dove si trovano ora i sicari?

-  Nella terra di Raoul!

Nor rabbrividì pensando alla potenza combattiva di Raoul. Poi venne colto da un dubbio.

-  Ma, intendi quel Raoul?

-  Si, proprio lui

-  Il re di Hok…

-  No! Non lui, quell'altro: il re del liscio!

C'erano il cinquanta percento di possibilità che si trattasse del temibile e sanguinario assassino esperto di arti marziali e il cinquanta che si trattasse di quest'altro: perché doveva andare sempre a finire così ogni volta che aveva un dubbio?

Nor il Rosso se lo chiese ma non ottenne risposta. Anche quella volta, con il ranger, il dubbio c'era: aveva anche cercato di fugarlo in modo scientifico.

“Testa, il ranger è morto, croce è ancora vivo”, si era detto.

Purtroppo la monetina gli era sfuggita di mano andando a perdersi nelle oscure profondità del precipizio. Così aveva presupposto che fosse uscito testa.

Ma si era sbagliato.

Ora sperava solamente che il re del liscio riuscisse per davvero a rallentare o a catturare i terroristi. Poi sarebbe subentrato Dub e per i criminali non ci sarebbe stata alcuna speranza.

Il possente Dub si stava ancora approvvigionando nelle cucine quando un servitore gli consegnò un aggiornamento, una notizia dell'ultim'ora sulle sue prede: erano in quattro, non in tre.

Un ranger li stava guidando, un piccolo uomo barbuto di età imprecisata chiamato Walker.

Un sorriso sadico gli si dipinse allora sul volto ancora unto e sporco a causa dei fagioli con pomodoro, cipolla e pancetta:

-  Walker… Ci incontreremo di nuovo ma questa volta non mi farò sorprendere dai tuoi calci rotanti…

Poi tornò ad ingozzarsi con foga: nessun guerriero combatte mai a stomaco vuoto, dopotutto.

 

 

Leonardo Colombi

 

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