La missione - Capitolo 01

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-=Capitolo 01: Pre-ambo Strambolo=-

 

Il ranger avanzava a fatica sul sentiero di un'impervia montagna. Cercava di fare del proprio meglio per sfuggire al nemico che, avvantaggiato dall'oscurità notturna, l'aveva colto di sprovvista e costretto alla fuga in condizioni disperate. Non c'era speranza di sconfiggerlo: lui era solo un ranger, addestrato a cercare piste, a seguire tracce, a combattere con la spada e l'arco se necessario. Conosceva anche qualche semplice incantesimo ma nulla che potesse dargli una benché minima chance contro lo stregone che ora lo stava braccando. Tanto più che muoversi in quelle condizioni era a dir poco difficile.

Non appena l'aveva scorto, il nemico aveva agitato la sua bacchetta magica e gli aveva scagliato contro una potente quanto bizzarra maledizione. Uno stregone normale l'avrebbe fulminato con un incantesimo di magia nera. Oppure l'avrebbe dapprima imprigionato in una fitta rete di filamenti magici e poi tormentato con incubi e allucinazioni prima di ucciderlo con qualche sortilegio di fuoco o ricorrendo al sempre efficace veleno. Quello stregone invece, a cavallo di una veloce e scattante scopa da liddic, aveva agito in tutt'altro modo, un comportamento che il ranger ben sapeva esser dettato da anni di vita all'interno di un microcosmo creato per irretire bambini e ragazzi poco critici e svegli. Per questo ora si ritrovava truccato da donna - con tanto di trecce bionde e rossetto sulle labbra - all'interno di una tuta da palombaro. Non riusciva a scorgere nulla dinnanzi a sé, si sentiva soffocare e procedeva impacciato a causa dello scafandro che lo rivestiva. Il suo arco poi era stato tramutato in un palloncino colorato e non poteva essergli utile se non quanto una fionda poteva esserlo nell'arrestare un'onda del mare.

Temeva il peggio e sapeva di esser ormai prossimo alla fine. Non aveva paura di morire ma rimpiangeva di non esser riuscito a informare nessuno di quanto avvenuto ai membri della spedizione che aveva guidato.

Il Nuovo Signore Oscuro lo voleva morto: nessuno avrebbe dovuto riferire al mondo le orribili azioni che quel giorno aveva ordinato fossero compiute, azioni di cui il ranger era stato testimone.

Allo stregone, un mero strumento al servizio di un animo corrotto, forse nemmeno padrone delle proprie azioni, era stato ordinato di portare a termine il compito: eliminare quel potenziale pericolo che il fuggitivo rappresentava. Nessuno doveva sapere. Per questo agitò nuovamente la bacchetta per eseguire un ultimo incantesimo. Avrebbe potuto fare in modo che la sua vittima ardesse in una prigione di fuoco oppure evocare un golem affinché lo spingesse giù dal crepaccio a cui si era pericolosamente avvicinato avanzando alla cieca sul sentiero montano. Infinite le possibilità che la magia aveva da offrire ad una mente superiore, avida di conoscenza e verdeggiante di idee e pensieri. Tuttavia il sicario decise di ricorrere a ben altro: materializzò un piccolo oggetto, piccolo, innocuo, che la sua preda di certo non avrebbe scorto nella semi oscurità di quella notte di luna piena. Il ranger doveva morire, nessuno di coloro che avevano preso parte alla delegazione che si era opposta al volere del Nuovo Signore Oscuro in materia di liddic, l'usanza Lamerdicana che aveva prontamente introdotto una volta salito al potere, doveva restare in vita. I membri dell'Alleanza dei Maghi si erano opposti all'imposizione dell'insegnamento di questa pratica nelle scuole di magia a discapito di corsi più importanti e volti ad istruire i giovani stregoni nell'uso di incantesimi di protezione, di chiaroveggenza oppure a renderli esperti in sortilegi di evocazione, di cura o di attacco mediante l'uso degli elementi. Nulla di tutto ciò sarebbe stato più insegnato e le future generazioni di stregoni sarebbero stati per lo più degli incapaci. Proprio quello che il Nuovo Signore Oscuro desiderava affinché nessuno si opponesse al suo volere. Ma questa sua ostinata decisione, contro cui si erano opposti gli ambasciatori dell'Alleanza dei Maghi, non avrebbe portato che guai e problemi nel regno.

•  Massì, il liddic è solo una distrazione per le masse, qualcosa con cui tenerle impegnate e distratte dalle vere macchinazioni del mio operato. Vedrete, ho grandi progetti per il regno…

•  Ad esempio?

•  …

Era bastato questo rapido scambio a dare il via ad una discussione durata qualche ora. A che pro educare le future generazioni nella pratica di una disciplina che avrebbe potuto garantire loro solamente qualche anno di attività? A che pro insegnare la magia per scopi venali e poco nobili?

Poi, improvviso e drastico, l'ordine era stato impartito. Nonostante le preoccupazioni degli ambasciatori che temevano per le sorti del regno, che rischiava di divenire una nazione sull'orlo del collasso proprio come era successo alla vicina T'Alia, devastata dalla corruzione e dall'ignoranza, il Nuovo Signore Oscuro aveva deciso di liquidarli e di porre fine a quella discussione. Per sempre.

Erano quindi stati dichiarati nemici del tiran..del sovrano e quindi condannati a morte. Sulle loro tracce erano state sguinzagliati numerosi stregoni che, sotto il comando del fidato Dub Censper, erano quasi riusciti nell'eseguire l'ordine impartito.

Ed il ranger, che ora stava per morire per opera di Nor Il Rosso, rappresentava l'unica eccezione. Infatti era l'ultimo di coloro a conoscenza della missione degli ambasciatori, la guida che li aveva condotti fino al cospetto del sovrano. Per il mondo intero la delegazione non sarebbe stata che una notizia sommersa da mille altri avvenimenti mondani. O al limite, bollata come atto di terrorismo. Le masse sarebbero state dalla pare del Nuovo Oscuro Signore, non poteva essere altrimenti da quando aveva dimostrato loro la propria benevolenza riducendo i costi degli abbonamenti per assistere ai tornei di liddic!

E ora, cercando di sfuggire al suo boia, non riuscendo a muoversi liberamente e, soprattutto, avanzando alla cieca, il ranger si era spinto troppo vicino ad un dirupo. Non si accorse nemmeno dell'ultimo devastante sortilegio che Nor aveva scagliato: scivolando su di una saponetta aromatizzata al muschio nordico l'uomo perse l'equilibrio e precipitò nel baratro.

•  Porca trooootaaaaa….

L'urlo echeggiò per un poco nell'aria notturna, poi l'imbatto sulle rocce e quindi il silenzio. Dall'alto della sua scopa da liddic, lo stregone decise che la missione era ormai conclusa. L'uomo era senz'altro morto, doveva esserlo dopo una caduta simile. Non valeva la pena controllare personalmente il cadavere: presumere equivaleva a certezza.

Gli ordini del suo signore erano stati eseguiti, tutti coloro che avevano preso parte alla spedizione erano stati giustiziati in quanto pericolosi criminali, latori di un pensiero sovversivo in alcun modo tollerabile. Terroristi!

Volgendo la scopa verso nord, verso la capitale, lo stregone sfrecciò via da quel luogo desideroso di riferire la notizia al Nuovo Signore Oscuro. E di recarsi al bagno. Aveva commesso l'errore di sottovalutare il vento gelido delle montagne nelle notti di aprile e, incapace di ricorrere ad un semplice incantesimo di regolazione termica, ora soffriva a causa di improvvisi movimenti intestinali.

Ma, sfortunatamente per lui, non era stato l'unico errore che aveva commesso quella notte.

Svariate decine di metri più in basso, nell'oscurità del precipizio, anche se a fatica, il ranger respirava ancora.

 

 

Leonardo Colombi

 

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Opera proposta sotto una Licenza Creative Commons.

 

 

 

-=Commenti ricevuti=-

 

Commenti ricevuti su Fantasy Story :

da Selerian Alastre (26 agosto 2007):

Interessante! Mi sono sempre piaciute le parodie, e questa è perfetta riguardo al fantasy 'tipico'. Solo, se inizi qualche altro racconto, "il consacrato" ce lo possiamo sognare...

 

 

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