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-=Prologo=-

 

Nei pressi della cascata di Krashnat, un giovane uomo scruta l'imponente massa d'acqua precipitare verso il basso placidamente rischiarata dalla luce della luna piena.

Il bel volto appare serio. I lunghi capelli bianchi che gli scendono lungo la schiena fin quasi alle ginocchia sono appena mossi da una brezza leggera.

Giunto in riva al piccolo laghetto che si è formato per via della cascata, il giovane uomo pronuncia un'arcana litania e rimane in attesa nel silenzio della notte.

La terra inizia allora a tremare mentre fuggono le creature del bosco spaventate dal prodigio: sotto ai suoi piedi la terra si deforma e si protende verso la parete di roccia da cui scende la cascata che, ora, devia il suo percorso. Sulla parete della montagna appare l'entrata di una caverna segreta!

Si forma poi un sentiero di pietre e terra dalla sponda del laghetto fino all'antro oscuro e misterioso. L'acqua, nella sua caduta, le scivola accanto, deviata dalla magia posta a difesa di quel luogo segreto.

Procedendo sul cammino appena formatosi, l'uomo avanza sicuro di sé, senza timori, consapevole di ciò che lo attende.

All'interno della montagna un vasto spazio vuoto e, in mezzo ad esso, un tempio di epoche antiche. E' un edificio a pianta quadrata, semplice, spoglio, scevro di vane decorazioni e interamente costituito di pietra e marmo lavorato. Sembra esser stato abbandonato da molto tempo.

Una cupola ne costituisce la copertura sorretta da pareti di pietra su tre lati mentre l'ultimo lato risulta semi aperto per via del colonnato che dà sull'ingresso.

Una lunga scalinata conduce al santuario posto in una posizione leggermente rialzata rispetto al livello del sentiero su cui avanza il giovane misterioso. A lato delle gradinate due enormi statue raffigurano possenti leoni di pietra di colore chiaro fiocamente illuminata dalle rade fiaccole presenti nel vasto incavo all'interno della montagna accesesi. Le fiamme si erano accese poco prima, non appena era il flusso della cascata era stato deviato e ora brillavano in quell'oscurità durata svariati decenni.

Incuriosito dalle statue dei leoni, il giovane uomo li osserva per un poco. La sua attenzione attirata soprattutto da quella di sinistra: l'animale scolpito appare minaccioso, quasi reale con le fauci spalancate a lanciare un silente ruggito eterno. Gli occhi sono chiusi e sotto la folta criniera di pietra si intravede una gemma di colore scuro, spenta e priva di riflessi, grande quanto il pugno di un uomo.

Poi prosegue salendo i gradini senza fretta, attraversa le colonne che definiscono la struttura esterna di quel lato dell'edificio ed infine entra nel tempio nascosto.

Nel salone centrale la luce che irradia dalle fiaccole accese rivelano altre due statue alte quasi cinque metri: rappresentano due ben note divinità delle Tenebre, i gemelli del Vuoto, Khaos e Yenom!

Il giovane le osserva entrambe per qualche istante, compiaciuto per la fedeltà della rappresentazione, e successivamente poggia entrambe le mani sul piedistallo di quella raffigurante Yenom.

Chiude gli occhi per la concentrazione e rimane immobile mentre le sue mani, al contatto con la pietra, si illuminano di una luce rossastra.

Poco dopo la terra sembra tremare mentre una creatura di possenti dimensioni si precipita, correndo feroce, all'interno del tempio.

E' una delle statue di leone della scalinata ma ora è viva e ancor più minacciosa con quegli occhi senza pupilla di un luminoso color sangue! Ruggisce e con furia si getta addosso al giovane: le poderose zampe di roccia scattano rapide e agili nonostante il materiale che le compone.

Ma l'uomo è altrettanto letale e si muove con una velocità inumana. Anticipando l'attacco del guardiano, non appena questo cerca di colpirlo con una zampata, trasforma un suo braccio in una lama di diamante e colpisce la creatura dritta al petto facendola così ruggire per il dolore.

Assorbendo a fatica l'impatto, notevole per via della massa e delle dimensioni della creatura magica, l'uomo viene spinto indietro di qualche metro fino a ritrovarsi con la schiena al muro. Poggia infatti a diretto contatto con il piedistallo della statua che lo raffigura.

Ed il leone, nonostante la grave ferita subita, ancora tenta di attaccarlo sforzandosi di raggiungerlo con le zampe e con le fauci.

Un'invisibile barriera di energia tuttavia assorbe i suoi colpi ed il giovane rimane illeso nonostante la ferocia e la potenza del leone.

Infine, stanco della situazione, muta anche l'altro braccio: questo si ingrandisce e deforma fino ad assumere la forma di un arto gigantesco e demoniaco, ricoperto di squame ed aculei di colore scuro. Con un rapido movimento decapita l'animale che infine cade a terra, inerme, privo di quella vita che la magia del tempio gli aveva donato.

Torna quindi il silenzio nell'edificio mentre le braccia del giovane uomo riprendono le abituali fattezze e dimensioni. Si dirige quindi verso il cadavere della bestia magica appena uccisa e ne esamina il corpo alla ricerca della chiave che gli permetta di ottenere la reliquia di cui è alla ricerca.

Sotto al collo del leone è incastonato un rubino grande quanto un pugno, la stessa pietra che sulle scale ricordava di aver visto opaca e priva di luminosità. Lo estrae con cautela, prudente, temendo ulteriori trappole o reazioni da parte di quel gigantesco corpo di pietra. E una volta recuperata la gemma si dirige verso il blocco di pietra che, ora, sorge nel centro esatto del tempio. Innalzandosi attraverso una fessura nascosta da una lastra del pavimento appare infatti una struttura grande abbastanza da contenere la sacra reliquia del vuoto. Sulla sua superficie, di colore grigio antracite, sono visibili delle rune e un incavo delle dimensioni del rubino appena raccolto.

Senza esitazioni il giovane sistema la pietra recuperata dal corpo del leone.

E subito dopo, non appena il gioiello è stato incastonato, con un bagliore purpureo il blocco di pietra si apre rivelandosi essere un contenitore per un'arma dalla forma irregolare.

La reliquia del vuoto che lui stava cercando!

L'uomo quindi afferra la spada, la estrae e la ammira in silenzio.

Poi sorride soddisfatto: finalmente è tornata in suo possesso!

L'elsa appare di un colore rossastro e a forma di mano rivolta verso l'alto a sostenere una lama più spessa del normale e di cui, almeno la base, appare costituita di un materiale vivente e pulsante. Addirittura in esso, poco più su dell'elsa, è incastonato un occhio!

E non appena la afferra il giovane avverte l'antico potere racchiuso nell'Artiglio del Vuoto, la spada che aveva finalmente potuto recuperare e in grado di amplificare le sue capacità divine.

Un vento magico inizia quindi a muovere l'aria all'interno del tempio per poi riversarsi addosso a Yenom. Quest'ultimo socchiude gli occhi, percependo il flusso di potere che lo lega alla spada mentre una sfera di energia oscura va via via costituendosi. Pulsando, questa si espande sempre di più fino ad esplodere danneggiando irreparabilmente l'edificio.

E mentre il tempio crolla su se stesso Yenom, ovvero l'Oscuro Signore, incolume nonostante la deflagrazione, riattraversa il sentiero di roccia che gli aveva permesso di entrare nella montagna. Poi la cascata, lentamente, torna alla sua forma originaria nascondendo nuovamente quella caverna misteriosa.

Solo una risata malvagia che si disperde nel buio della notte rimane a testimoniare il prodigio appena conclusosi.

 

 

Leonardo Colombi

 

 

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